La maschera e il soggetto


"La donna altro non è che un soggetto travestito da donna" 

(Silvia Montefoschi, biologa psicoanalista e donna)



Un sogno

Nel mezzo del cammin di nostra vita... mi ritrovai a camminare con una terrestre il cui nome non era Thèrèse ma Anna Maria anche se indubbiamente doveva essere per forza una incarnazione di Thèrèse essendo l'Altro uno solo in tutto l'universo comunque si chiami.

Anna Maria: "Andrea stanotte ho sognato noi due"

Andrea: "Dimmi dimmi che cosa hai sognato?"

Anna Maria: "Ho sognato l'apocalisse nella forma di una grande alluvione, pareva il diluvio universale e poi in una seconda scena ho visto il dopo diluvio quando vedo che ormai c'è più solo acqua e fango e in questo mare di acque e fango galleggiano tante maschere di bei colori sgargianti proprio come nelle figure dei Tarocchi e solo io e te siamo sopravvissuti a questa apocalisse."

Andrea: "Gioia che bel sogno."

In tutta la mia vita non ho mai chiamato nessuno "Gioia" neanche Thérèse Martin ma questo non vuol dire affatto che allora Anna Maria era più importante per me di TM ma semplicemente che lei si prestava ad essere chiamata così, mi era proprio naturale chiamarla così ma ovviamente TM è l'anima vera mentre Anna Maria era un transfert quando la percepivo fuori di me e invece era l'anima vera anch'essa quando la percepivo in me. La cosa paradossale era che io la percepivo fuori di me quando non la vedevo concretamente e invece la percepivo in me quando la vedevo proprio concretamente ma questo mi succedeva solo con lei perchè normalmente dovrebbe essere il contrario.
Con TM questo problema non sussiste: Lei è l'anima vera e non può mai essere la pseudo-anima in quanto essendo un extraterrestre accade che o io attivo il sesto senso e quindi la percepisco in me oppure non attivo il sesto senso e allora proprio non la posso percepire in nessun modo.
Ho sempre pensato che TM abbia voluto farsi presente in me fisicamente dato che io insistevo e così si è incarnata temporaneamente in una terrestre, infatti io mi dicevo "ma questa qui è proprio una deficiente, ma proprio tanto deficiente" ma poi quando ci si incontrava  di nuovo mi veniva naturale chiamarla "Gioia" non trovando altro nome più adeguato mentre TM io sempre la chiamo "amica" che fa molto virile perchè TM è veramente virile molto più di me e su questo non c'è dubbio. Non solo rispetto a me ma anche rispetto a tanti uomini: Thérèse è proprio maschia, è la sua natura, l'incarnazione della disciplina: Lei fin da bambina si era data una regolata. Grande è la mia amica così anche io ("per colpa sua ") sono costretto a esser maschio per non sfigurare accanto a Lei. Dicono che uomo maschio con donna maschio non possono andare d'accordo ma non è affatto vero anzi vanno d'accordissimo: è proprio così anzi che si va d'accordo.

"Solo coloro che si fanno identici possono congiungersi veramente e non i diversi"
 (Silvia Montefoschi)

Era però purtroppo l'epoca della controrivoluzione già avviata e i controrivoluzionari volevano metterci l'un contro l'altro e per me era questa una cosa impossibile da accettare ma non avevo il coraggio di proporgli di lasciarci sicchè quando lei me lo propose io gli dissi che anche io ero d'accordo perchè sarebbe stata una bestemmia che io e lei non rimanessimo amici e così invece ci siamo lasciati con un bacio e da allora non ci siamo più risentiti in nessun modo.

La cosa strana e che io a quei tempi vedevo i controrivoluzionari proprio come esseri concreti in carne ed ossa anche se Silvia Mi diceva:

"Giusto per farti un esempio: io da un po' di tempo in qua non so come mi succeda ma mi capita di sbattere la testa contro i muri, i mobili, vari oggetti ma non mi viene neanche per l'immaginazione di dare la colpa ai controrivoluzionari: non sono mica una paranoica."

Così compresi ciò che Silvia intendeva dire da grande e conseguente psicoanalista: 

Andrea: "Quindi Silvia se ho compreso bene tu accetti il processo."

Silvia: "Noooooooooooo! Io non accetto affatto il processo: IO SONO IL PROCESSO"

Ma all'inizio quando la controrivoluzione era appena iniziata io interpretavo ancora in maniera concretistica il nuovo evento della controrivoluzione, così quando un giorno mentre camminavo mi si accostò una macchina e una donna mi chiese una informazione io pensai:

"Quindi questa quì è dei loro. Bene bene adesso me la faccio così imparano."

"Ti ci porto io, conosco la strada."

Io che invece non è che sono come Rocco Siffredi divenni d'un tratto di una audacia che non mi riconosco e infatti Anna Maria in seguito quando le spiegai mi disse: 

"Hai rischiato grosso perchè ti stavi prendendo una sberla ma una sberla che te la saresti ricordata fino alla fine dei tuoi giorni ma ti ho guardato negli occhi e la mia rabbia si è dissolta."

Principio di Sincronicità?
Intervento della Divina Provvidenza?
Mhà!

In seguito mi disse anche: "Se non avessi incontrato te mi sarei sicuramente suicidata perchè mia madre era in ospedale con un tumore irreversibile."

Un giorno mi annunciò che sua madre era morta. Le chiesi: "Che giorno è morta?

"L'8 dicembre"

Io insistei: "A che ora?"

"Alle tre del pomeriggio."

Tra me pensai: nel giorno dell'immacolata concezione all'ora di cristo. Cosa può significare?

Quando ci incontrammo per l'ultima volta gli dissi.

"Annamaria sappi che io che sono sempre stato contro il matrimonio e lo sono tutt'ora, a te invece ti sposerei. Quando vuoi, anche tra venti anni, non c'è problema, telefonami pure anche alle tre di notte e io ti sposo subito subito."

Ma era ovviamente solo un modo di dire perchè anche lei era contro il matrimonio eppure a distanza di anni non ho cambiato idea.

Dedica del testo giovanneo
"IL REGNO DEL FIGLIO DELL'UOMO"

"A Andrea
a me unito nel
regno del figlio dell'uomo"

Silvia

21-10-1997


Va tenuto presente che io pur possedendo tutti i libri di Silvia non ero avezzo a farmeli autografare nè a chiedere dediche ma solo due libri su più di venti hanno dedica autografa: uno è questo  nell'immagine e l'altro intitolato "L'essere vero" ha come dedica:

"A Andrea e Anna Maria
nell'amore Uno"
Silvia
21-10-1997


Io e Thérèse ci siamo incontrati invece il 19 ottobre 1989 all'epoca del crollo del Muro di Berlino che per noi fu il crollo del muro tra Aldiquà e Aldilà.
In verità io sono nato con TM e "innamorato dalla nascita" è il soprannome che l'inconscio universale mi ha affibbiato ma solo nella primavera del 1968 ho saputo di Lei e invece solo con il 19 ottobre 1989 ho capito cosa significa Lei per me, ovvero che è un destino e da quel giorno non l'ho più lasciata: Lei non è l'anima, Lei è proprio l'anima vera ovvero l'altro soggetto e non è nè un transfert ovvero la pseudo-anima.
TM cioè non è più l'Essere che ancora percepisce sè fuori di sè come altro da sè così che necessita di essere recuperato in sè come insegna Hegel con la sua concezione dell'alienazione che a differenza di quella di Marx non è solo alienazione negativa ma anche alienazione positiva. No: la mia relazione con TM anche se non si è ancora stabilizzata data la presenza ancora della memoria, è comunque l'Essere vero.

Una rivoluzione copernicana in teologia: Freud, Jung & Silvia Montefoschi

Coincidenza di essere, conoscenza, pensiero e evoluzione "Il tabù [universale] dell'incesto [simbolico], quale principio ontologico, si presenta così infine come dinamica unica del divenire dell'essere.
Ma, se l'essere è il divenire, il tabù [universale] dell'incesto [simbolico] è l'essere stesso, e poichè la dinamica del tabù [universale] dell'incesto [simbolico] è la dialettica di un processo conoscitivo, l'essere coincide con il conoscere. E poichè ancora il conoscere è conseguente all'attività riflessiva, che è quella del pensiero, l'essere coincide con il pensare, e gli esistenti, che a noi si fanno presenti, ancora oggi in tutti gli esseri concreti che riempiono il nostro mondo terreno e in tutti i corpi celesti che popolano lo spazio cosmico, sono forme che il pensiero assume nel pensare se stesso."

 (Silvia Montefoschi, "Il principio cosmico - Storia della preistoria del verbo", 1987, cit. pag. 161)





Il femminile di Dio: Lilith e Eva poi Miryam e infine Silvia.



Dio ha anche un volto femminile ma è sempre l'unico Dio: non è che esistono due Dei.
Si tratta sempre del Pensiero che è il Vivente e il pensiero è sia potenza che atto quali i due momenti di un'unità processuale. I due termini dell'unico principio dialogico
Dio è uno, Dio dialoga con sè stesso.
Due gemelli ma una sola persona.

Al di là del tabù dell'incesto significa una sola cosa: al di là della divisione del lavoro tra uomini e donne e solo su questo terreno si dà il criterio che identifica il vero femminismo rivoluzionario dal falso femminismo rivoluzionario a parole ma conservatore nei fatti della preistorica divisione del lavoro tra uomini e donne.
Non si tratta che devono essere gli uomini a lavare i piatti, per quello oggi ci sono le macchine, ma la divisione del lavoro tra passivo e attivo poichè la domanda è anche risposta e la risposta è anche domanda, non è quindi che gli uomini si devono femminilizzarsi e le donne mascolinizzarsi (i gay pur essendo potenzialmente dei rivoluzionari sono infatti dei traditori della rivoluzione proprio come le lesbiche che anch'esse pur essendo potenzialmente delle rivoluzionarie poi di fatto sono delle giuda della rivoluzione).



Dopo il "segretario politico" del vero movimento rivoluzionario (il vescovo di Efeso e i giovannei dalle sette chiese dell'Asia minore fino al movimento psicoanalitico) mentre il "segretario amministrativo" da duemila anni sta ancora in Vaticano


IL REDENTORE DEL REDENTORE:

"Ecco
adesso non sei più in croce.
E' finita la preistoria dell'Essere
quando il Dio era ancora un Dio singolare 
costretto a mandare all'inferno l'aspetto femminile del Dio luminoso proprio perchè essendo ombroso lo contraddiceva."

A quei tempi infatti

"Io sono l'unico Dio" diceva Javhè
ma di rimando la voce di Sofia dall'inferno in cui era stata cacciata gli faceva eco:

"Presuntuoso!"

Così che in ultima analisi la condanna all'inferno del Dio-Donna significava anche la condanna alla croce per il Dio-Uomo essendo essi le due facce di una stessa medaglia: il Dio vero e unico.



L'albero del giardino

Non esiste altro essere vivente
non esiste altro protagonista
di questo teatro
della storia universale
se non quest'albero
un albero
l'albero

all'aprirsi del sipario
già tu appari
già tu sei presente
croce
croce che sei la vita

albero della conoscenza
albero della vita
solo tu esisti
da te comincia la vita
con te prosegue la vita
tutto nasce da te
tutto proviene da te
tu sei tutto quel che c'è
e si vive di te

tu sei la vita
la stella della redenzione
si nasce in te
si muore in te
si risorge in te
tu sei tutto quel che c'è

io sono te
e tu sei me

(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni", 2010, seconda edizione)


La buona volontà (Jung dopo Freud) è necessaria ma non è sufficiente per portare a compimento la rivoluzione radicale del reale

Lo stesso Jung aveva superato sì Freud ma solo a parole perchè comunque Jung era e rimaneva luminoso e non c'era nessuna femmina che contraddiceva quella luce e le psicoanaliste anch'esse erano le rappresentanti di quella stessa luce più o meno unilateralmente maschile perchè anch'esse rimandavano all'inferno l'aspetto ombroso dell'unico Dio. L'intenzione e la buona volontà c'era in Jung e nei suoi allievi e allieve ma non basta.

Poi nasce Silvia Montefoschi (è proprio il caso di dire "LA DONNA DELLA DIVINA PROVVIDENZA" questa volta) e dall'inferno il femminile di Dio ritorna ma ritorna non più nel suo aspetto ombroso ma luminoso ma questa luce non è più la vecchia luce maschile ceh le donne per essere ragionevoli dovevano ingegnarsi a SCIMMIOTTARE in qualche modo per dimostrare agli uomini che ci avevano la testa anche loro ma si trattava di una nuova luce che legittimava pertanto  anche il Nome della Madre.

Così finalmente e per la prima volta si possono amare entrambi i due aspetti dell'unico e vero Dio, il Dio duale, senza ritenere l'uno luminoso e l'altro ombroso, l'uno che conduce alla salvezza e l'altro invece che conduce alla perdizione.

Ovviamente una rivoluzione simile così radicale comporta uno stravolgimento della vita intera perfino e soprattutto del Pensiero:

"E infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi." (Silvia Montefoschi)

La ragione infatti è malata, malata di nichilismo e il nichilismo è un tumore anzi un tumore terminale.
Il nichilismo è volontà del nulla e la ragione è proprio questo; volontà del nulla.
Il nichilismo cioè la ragione è un Moloch ceh divora la vita e a cui tutti gli umani immolano le loro vite dalla nascita alla morte e questo per poter "ESSERE RAGIONEVOLI"
Non stiamo facendo l'apologia nè dell'irrazionalismo nè di una nuova ragione, non esiste una nuova ragione ma una nuova forma vivente oltre l'antropos, una forma vivente non più singolare ma duale che noi chiamiamo archetipo dell'ultima coniunctio.


Onore a te Silvia.
Onore a te Giovanni.
Voi che siete l'amore, la persona dell'amore.
Voi che siete il pensiero, la persona del pensiero.
Voi che siete la vita
la vita alla più alta potenza
la grande salute.
GiovanniSilvia
archetipo dell'ultima coniunctio.


"VERITA' E' SOLO L'INTERO" (HEGEL)
Silvia Montefoschi definita dall'inconscio universale nel suo linguaggio onirico "la figlia di Hegel", non si può definire propriamente una femminista in senso stretto ma essendo una militante impegnata all'evoluzione del Pensiero era consapevole che senza emancipazione del femminile di Dio quale aspetto in ombra di Dio stesso, non si poteva dare un'ulteriore evoluzione del Pensiero dato che l'uomo aveva terminato il suo compito storico sicchè adesso, malgrado le buone intenzioni e tutta la buona volontà, non poteva fare più altro che ripetersi, ripetersi e ripetersi.

Mancava all'appuntamento quindi più solo la donna perchè l'uomo ormai condannato all'ossessività potesse ritrovare quella creatività che aveva ancora quando ancora non era giunto al capolinea della storia dell'universo. Ritrovarla ma questa volta potenziata non essendo più la creatività umana ma la stessa creatività dell'INTERO.

In questo senso acquista una nuova luce il famoso detto di Martin Heidegger:
"Solo un Dio ci può salvare" (Martin Heidegger)
E sottointendeva "dal nichilismo ormai trionfante".

Silvia Montefoschi donna e biologa oltre che psicoanalista 


E' oggi unita in una sola persona con il teologo per antonomasia dell'occidente Giovanni Evangelista l'ebreo-greco i quali dismessi tutti i loro titoli e ruoli sociali sono più solo GiovanniSilvia, l'uomo e la donna uniti non più in coppia e neanche in una nuova coppia ma uniti anzi "saldati" in una sola persona di tipo duale.

La concezione evoluzionista detta "evoluzionismo parallelo" nel noumenico e nel fenomenico
.RIVOLUZIONE LOGICA
L'evoluzione, la vera evoluzione, pertanto non può che coincidere con l'ultima rivoluzione, ultima rivoluzione che proprio perchè ultima non può essere che puramente logica: dalla vecchia logica della separazione alla nuova logica unitaria.

Le informazioni del DNA


Anche noi come i computer abbiamo un software, questo software che è un codice è costituito di informazioni e sono queste informazioni, simboli e archetipi che ci orientano nel nostro muoverci nel mondo.
Sta qui una delle grandi differenze tra il pensiero di Jung e quello della psicoanalista ma di formazione biologa Silvia Montefoschi: Jung parlava a differenza di Freud oltre che di un inconscio personale anche di un inconscio collettivo ma ne parlava in astratto pur nell'ammetterne la sua esistenza e descrivendone le funzionalità, mentre Silvia oltre a completare la concezione dell'inconscio descrivendolo come inconscio universale ne ha anche precisato la sua realtà concreta e biologica definendo l'inconscio universale come il codice del DNA.
A differenza dei computer noi ci possiamo fare consapevoli del nostro codice e quindi siamo dei computer che possono intervenire sullo stesso programma che in noi gira.
In effetti credo che parlare di uomo o donna complica il discorso su questa realtà anche se non è sbagliato e anche parlare di maschio e femmina o anche di maschile e femminile di Dio non rende le cose più facili ossia di più immediata comprensione per via della loro ancora troppa antromorfizzazione.
Sembrerebbe invece che tutto proceda meglio allorchè ci si situi con il pensiero al livello più astratto possibile come quando si parla più genericamente dei due termini del principio dialogico, principio dialogico che poi è il logos, il discorso, la scienza, il sapere. Due termini che poi sono la potenza e l'atto dell'unico pensiero, pensiero che va visto più correttamente come una UNITA' PROCESSUALE dove gli step by step del pensiero non sono un prima e un dopo legati da una logica di causa ed effetto, nè quindi producono un passato, un presente ed un futuro ma sono legati dal principio di sincronicità dove l'atto è sì l'atto di una potenza come il maschio è sempre il maschio di una femmina e la femmina è a sua volta sempre la femmina di un maschio ma che a sua volta è la potenza di un atto non ancora attuato e via dicendo per cui tutto il passato ma anche tutto il futuro è già qui in questo infinito presente in cui consiste l'"è quello che è". "E' quello che è" che a sua volta è un "ci sono" essendo la vita vera solo la "vita unica"

Infine una rivoluzione biologica dopo tante rivoluzioni meramente politiche

Il filosofo della scuola di Francoforte Herbert Marcuse eretto insieme a Jean-Paul Sartre dai movimenti studenteschi del maggio del '68 maitre a penser, prima di morire ormai irrimediabilmente deluso dagli esiti di quei movimenti rivoluzionari in cui egli aveva riposto le sue speranze di una emancipazione della vita dal consumismo espresse la sua opinione che ormai l'unica speranza di una rivoluzione antropologica non poteva più essere riposta in una semplice rivoluzione politica ma più solo in una rivoluzione proprio biologica. Questo lo mise in scritto prima di morire nel 1976 in "Saggio sulla liberazione" e caso vuole proprio nel 1977 appare il primo libro di Silvia Montefoschi che porrà le basi di quella che oggi chiamiamo "psicoanalisi intersoggettiva radicale" che è proprio una rivoluzione biologica e non più meramente politica.

L'ULTIMA MUTAZIONE - L'ultima mutazione della storia evolutiva dell'universo è una mutazione esclusivamente identitaria che quindi non concerne la forma corporea umana (l'hardware) anche se concerne solo la specie umana in quanto l'unica specie che ancora non ha completato la sua evoluzione e punto di arrivo della storia della dialettica della natura e della dialettica della storia ovvero della dialettica del solo spirito.

Da una identità ancora individuale e quindi necessariamente storica a una nuova identità puramente relazionale.

Quest'ultima mutazione condurrà il vivente tutto dalla dialettica quale modalità del divenire che ha caratterizzato tutta la storia dell'universo ( il sogno dell'evoluzione) infine al dialogo oltre al dialettica in cui consiste il risveglio finale del Soggetto alla sua piena consapevolezza di essere irreversibilmente un SOGGETTO DUALE e non singolare.


Errata corrige: Mi sono confuso con Martin Heidegger scrivendo che Marcuse è morto nel 1976 dato eh invece è morto nel 1979 tuttavia non c'è problema poichè nel 1979 esce il secondo libro copernicano si Silvia Monetfochi dal titolo "Oltre il confen ell aperonsa" e per qunto riguarda Heidegger, questi scriveva a Sartre che non voelva essere più confuso con gli uamnisti esistenzialista chiarendogli che lui non era afafto un umanista poichè e sue elaboarzioni di pensiero si muovevano su un'altro piano, un paino dove non c'era più l'antropos ma solo l'essere. Martin heidegger ins eguito sempre su qeust aliebna di pensiero scriverà a proproisto del suo nuov modo di filosofore:

"Non è più l'uomo che parla dell'Essere ma è invece l'Essere stesso che in prima perosna dice e manifeta se stesso nel dire dell'antropos."

Questo progetto di un nuovo modo di filsoofiare Heidegegre l'ha solo enunciato o è anche pasato alla sua attuazione?

La psicoanlisi ha attuato proprio qeusto modo di filofare annunciato da heidegger e infatti lo psicoanlisat non pala  anome prorpio ma decifra la parola dell'incosncio univerale mettentoin chairo il disocrso unico: la paroal di Dio, la Necessità.

"Non esiste alcuan libertà: la libertà è uan favola, tuttavia se proprio vogliamo possimao chaimare libertà la coscienza della necessità."

(Friedrich Engels - che intuì l'esitenza di  uan dialettica presnte non solo nella storia coem sostenevano Hegel e Marx ma anche nella natura e che proprio alla sua morte nel 1895 la psicoanlisi chiamò dialettica dell'incoscio)

"Il simbolo si forgia nell'inconscio" (Silvia Monetfoschi)

Il simbolo cioè proprio ciò ceh ha messo in moto la nuova dialettica della storia.

Oggi però la storia dell'unvierso ha in progetto ma lì'ha anche già attuato, il dialogo oltre la dialettica e l'ha attuato un atle progetto proprio al capolinea della centenaria storia della psicoanalisi (1895-1987).

Resta nell'universo più solo la spazzatura della storia cioè la memoria della storia.

La materia (spazio-tempo-massa) infatti è solo memoria, solo tracce mnestiche che ad ogni ripetizione (acting out) sbiadiscono sempre più e infine scompaiono.

"Il finito proprio perchè finito non può finire mai ma può solo scomparire
tuttavia quando scomparirà
scomparirà in assoluto per non più ritornare" (Silvia Montefoschi)

Non si tratta però come alcuni ingenuamente interpretano, dell'oblio di qeusto o qeul ricordo particolare ma della trama che tesse tutti i ricordi, dell'albero stesso e non dei frutti, della pianta stessa e non dei fiori ovvero delle vere radici del nichilismo.
Ciò che scompare è quindi una logica, la vecchi logica della separazione evolutivamente obsoleta sostituita dalla nuova logica unitaria.

"Chi ricorda è costretto a ripetere" (Silvia Monetfoschi)

Materia è (verbo essere) solo memoria, niente altro che memoria




In conclusione cosa volevo dire?





καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει

καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν



(Giovanni Evangelista)




E adesso in riga: è finita la ricreazione.
Unò duè unò duè.

Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo


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