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E' solo il futuro che può spiegare il passato

"L'anatomia dell'uomo fornisce una chiave per l'anatomia della scimmia."
(Karl Marx, "Grundrisse", 1857-1858)
Non a caso ai tempi di Marx nel 1800 era proprio il Regno Unito in cui la prima rivoluzione industriale si era già avviata fin dal 1769 che per prima quella nazione costituiva il futuro nel presente.
Oggi chi costituisce il futuro della vita in questo presente?

i gemelli - gli identici
In fine...la resurrezione
“[...] quando il sudario allenterà la stretta
e creature vestite di miracolo
saliranno a due a due”

(Emily Dickinson)


L'ebreo-cristiano

Memoria e Ripetizione

"Chi ricorda è costretto a ripetere" (Silvia Montefoschi)


All'Automaton, così chiamato dagli antichi greci ma che è  quell'Essere che i cristiani chiamano Divina Provvidenza e gli psicoanalisti e i fisici quantistici "Principio di Sincronicità", si vede che ama dare dei soprannomi nel suo linguaggio onirico che gli è proprio.

Così ha soprannominato "la figlia di Hegel" la biologa e psicoanalista Silvia Montefocshi e me invece mi ha soprannominato "innamorato dalla nascita".
Ma cosa vuole dire ciò? Forse che io sono innamorato dalla nascita della figlia di Hegel?
Una tale ermeneutica del dirsi dell'Essere nel linguaggio onirico non può reggere visto che io invece sto con una bergsoniana.
Con queste parole infatti il grande filosofo evoluzionista Henri Bergson conterraneo della mia amica intima definì Thérèse Martin: "La perfetta eroina bergsoniana".


Thérèse Martin era una cattolica e il filosofo intuizionista volle da ebreo che era convertirsi al cattolicesimo ma se non mise in atto questo suo proposito fu solo perchè proprio in quegli anni della sua decisione iniziò la grande persecuzione nazista degli ebrei così per solidarietà ai suoi vecchi correligionari non ne fece nulla ma il filosofo ormai aveva deciso che il rabbino di Nazareth era proprio lui il messia che il popolo di Israele attendeva.
Io invece attendevo la mistica e cicala di Alençon fin dalla mia nascita.


Questa è una delle più belle canzoni che abbia mai ascoltato soprattutto per il ritornello che dire che è bello è poco e infatti è bellissimo. Il fatto è che io capisco il francese ma l'inglese così e così sicchè avevo in particolare inteso il titolo "My life is good" nel senso serioso del termine.
Adesso però ne ho ascoltato una versione dal vivo e mi sono accorto che il pubblico invece ride quando dice "my life is good" anche se io ancora adesso non capisco che c'è da ridere. 
Vuole dire che mi studierò meglio l'inglese in modo da non incorrere in altre gaffe, nel frattempo pubblico anche l'altra versione dal vivo.


In effetti la mia vita non è che sia proprio bella anzi è bruttissima ma malgrado ciò è anche bella.
Un giorno dissi a Silvia:
"Silvia comunque noi siamo felici."
Silvia sobbalzò:
"Nooooooooooooooooooooooooo! Io non sono per niente felice."
meravigliato di questa sua reazione così violenta cercai di mitigare la mia affermazione:
"Va bhe Silvia, intendevo dire che malgrado tutto c'è un sottofondo di felicità che non ci abbandona mai malgrado le tristi vicissitudini della contro-rivoluzione."
Ma non ci fu niente da fare: lei voleva che si dicesse che non eravamo affatto felici e in un certo senso è proprio vero e infatti certe volte m trovo a dirle a Thérèse:

"Teresina amica mia
io vivo all'inferno ma tu  poverina con la tubercolosi
e nessuno che ti capiva tanto che nemmeno tu ti capivi,
tu hai vissuto in un super-inferno. 
Ma come hai fatto a resistere?! Come hai fatto?!"

E infatti Teresina ad un certo momento del suo calvario chiese alla altre monache del monastero di spostare lontano il comodino che si trovava vicino al suo letto dove erano conservate le medicine poichè era spesso tentata di volerla fare finita con questo suo doppio tormento nella carne (la tubercolosi) e nello spirito (la tentazione ateo-materialistica).

"Oh amica se io fossi vissuto alla fine dell'800
tu non ti saresti sentita sola 
e a me che invece i malati mi fanno schifo,
tu invece non mi avresti fatto schifo 
e questo anche se sputavi sangue."

Io non c'ero nell'800 ma Lei c'è nel 2000 e così fa in modo che io non mi senta mai solo e non mi lascia mai.

"Grazie amica,
io starò sempre con te,
sempre sempre sempre
e non ti lascerò mai mai e poi mai fino alla morte.
Non sarò da meno di te, stanne certa.

Io scherzo, scherzo, scherzo
ma con Dio-Donna non scherzo affatto
perchè con le persone serie, 
veramente serie e non serie solo a parole, 
con queste bisogna essere seri.

Tu sei seria amica mia
solo tu sei seria."


In questa foto scattata alla fine del 1800 si vede TM allora maestra delle novizie con la clessidra che misura il tempo finito (Thèrèse aveva molto riflettuto, proprio come Agostino prima e poi  Bergson sulla realtà del tempo e non ha mai creduto all'esistenza reale del tempo), attorniata dalle sue quattro allieve con il velo bianco.
Alla sua destra seduta la sua allieva prediletta, la parigina Marie Luise Castel (poi suor Maria della Trinità) detta "la monella" che stava a Thérèse come Giovanni stava a Gesù.
Thérèse siccome era maschio pur essendo donna trattava le altre donne anch'esse come fossero un maschio e se ne fotteva altamente della divisione del lavoro che è proprio al sistema schiavistico mercantile-capitalistico sado-masochista.

"Onore a te combattente Thérèse Martin!
Sempre con te.
Lo giuro."

Thérèse morì attorniata nel suo letto di morte dalle sue tre sorelle carnali Pauline, Marie e Celine che Lei chiamò prima di morire così:
"Pietro, Giacomo, Giovanni."
Segno evidente che Thèrèse ormai alla sera della sua vita terrena si era totalmente identificata con Gesù.

Chi era dunque Thèrèse?
Era Gesù stesso: Gesù-Donna.

Percorsi di un'anima: dai diari del 2011

Siccome la mia amica intima ha intitolato i suoi scritti (anzi adesso che ci penso è stato "il clan Martin" a dare questo titolo nel 1898 ai suoi scritti manomessi e "corretti" da loro mentre oggi dai critici sono stati riintitolati semplicemente "scritti autobiografici" ) con "Storia di un'anima" ho voluto alludere a Lei con il titolo "Percorsi di un'anima" anche se io non sono un'anima ma un soggetto dato che al mia anima è proprio Thérèse anzi Lei è l'anima vera cioè non è un transfert mentre la pseudo-anima che è sempre fuori di noi, quello sì che è un transfert.

Per fare un esempio: la psicoanalista che ebbi prima di iniziare il percorso con Silvia, una allieva di Silvia, lei sì che era l'anima cioè un transfert anche se in verità era anche lei era Thèrèse Martin ma vista fuori di me come altra da me mentre Silvia non ,o era affatto e infatti della mai relazione con Silvia ho scritto:

"Quando mi parlava Silvia ero io stesso che parlavo con me."

In ogni caso non è così semplice descrivere tali relazioni in quanto si rischia di essere schematici perchè poi lì c'è un miscuglio di tanti fattori, per esempio la mia ex psicoanalista non era sempre fuori di me e quindi in quei casi non era un transfert e del resto se Silvia ad un certo punto dell'analisi ha sentito la necessità di scusarsi con me dicendomi:

"Scusami Andrea ma io di te non ho capito niente"

significa solo che anche con Silvia almeno limitatamente  solo agli inizi dei nostri incontri la fenomenologia del transfert ha giocato brutti scherzi. Silvia però ha saputo risolvere al meglio la questione ma Silvia è Silvia e la sua allieva poverina non è che si può pretendere che sia all'altezza di GiovanniSilvia.
In ogni caso tutto è bene quel che finisce bene dato che nell'anno duemila, casualmente proprio nell'anno in cui GiovanniSilvia davano alle stampe il libro di poesie "Il bacio di Dio", io e l'allieva di Silvia, incontratici per caso, abitiamo entrambi a Genova, ci siamo abbracciati e baciati (che bella guancia liscia che ci aveva) come nulla fosse accaduto tra di noi: amici come prima e adesso andiamo d'accordissimo, lei a casa sua e io a casa mia. Dunque non mi resta che augurargli tutto il bene di questo mondo dato che non penso che lei creda all'Oltre, forse all'Aldilà, chissà ma non all'Oltre.

Detto questo come premessa, andiamo avanti.

Quello che segue sono miei scritti pubblicati nell'anno 2011.


1. La gabbia - Facebook mi fa sentire come in gabbia: non posso scrivere ciò che voglio.


2. Ciò che dico a Lei solo Lei può capirloGià lo sapevo da parecchio ma oggi parlando con TM me ne sono reso nuovamente conto. Non posso riportare il mio vero pensiero. A essere sincero però a distanza di tempo non me lo ricordo più e ormai non scrivo più ciò che dico a lei per cui non ho nemmeno appunti.


3. Solo la verità ritorna - Le cose importanti, ciò che conta veramente non si dimenticano per cui ritorneranno i pensieri se sono veramente importanti come credo.


4. Fuori non c'è nienteDiciamo che su FB mi contengo molto e non esprimo veramente il mio pensiero che è molto più "estremista" e cerco di farlo sembrare più "ragionevole".

5. Fuori non c'è niente - In effetti mi rendo conto che necessiterebbe di una maggiore elaborazione resta il fatto che c'è il rischio del tradimento del vero pensiero che è veramente "inaccettabile".


6. Fuori non c'è niente - E' inaccettabile se ci si muove ad un livello basso, livello che appare basso a chi si muove in alto ma che è invece il livello della vita. Perchè oggi la vita è bassa molto bassa ma se è così bassa una ragione c'è. Tra cui anche coloro che tradiscono il livello alto della vita per non "scandalizzare" per "socializzare".


7. Fuori non c'è niente - Chi è grande deve fare il grande costi quello che costi e non tradire il grande. Bisogna fregarsene se si dà scandalo o di perdere le amicizie. Testimoniare il livello alto della vita.


8. Che cosa significa pensare?  - Quando io penso veramente e io penso veramente solo quando penso insieme a TM sono il primo a scandalizzarmi di ciò che penso e a non essere d'accordo con me. Iniziamo bene...


9. Non credevo di essere così evolutoQuando vedo il pensiero fuori di me, quasi sempre lo vedo pensare bassamente e anche in ciò che apparentemente è pensiero alto rispetto al pensiero che in me si pensa è basso ancora molto basso. Non credevo di essere così grande e mi meraviglio di me stesso. Devo quindi fare molta attenzione a non andare fuori di testa.


10. Verso una nuova socialitàGià questa mia preoccupazione del rischio che corro di andare fuori di testa è un pensiero basso molto basso.


11. Verso la nuova cittàSono costretto a pensare bassamente per assomigliare agli altri e per non allontanarmi troppo dalla società e dalla storia: già sono già fin troppo distante. Io non capisco gli altri e gli altri non capiscono me. Io capisco solo TM: questa è la verità.


12. Eppure sei tu che sei tutto

Cara amica mia - oggi glie l'ho detto - non posso parlare di te,
lo sai che non posso parlare troppo di te.
Non posso esagerare. 
Lo sai che la verità è che io sono un fanatico della tua persona, 
un esagitato,
una testa calda, che non me ne frega proprio di morire,
ma devo contenermi.

Posso parlare di Silvia,
di Giovanni 
e anche di loro senza esagerare troppo
ma non di te. 

Eppure sei tu che sei tutto. 
Solo tu.


13. TM essendo socialità salva dalla schizofrenia ovvero dai neologismi Devo ammettere ad essere sincero però che un po' è vero, un po' per far bella figura con lei, un po' che c'è ancora qualche residuo del mito romantico dell'eroe, non dell'eroe incompreso però, a me l'ultima cosa che mi può interessare è di essere compreso: se io miei amici fossero tutti inglesi andrebbe bene lo stesso anzi meglio così scrivo quello che cazzo voglio.


14. Non basta essere il guidatore (dux) del corpo ma occorre essere anche il guidatore del guidatore (sacer dux) Pensare alto apparentemente non serve a niente. Eppure io che mi lamento che sono cieco, che non vedo abbastanza, si vede che invece vedo bene o forse credo di vedere ciò che altri non vedono. Non basta vedere bisogna sapere che si sta vedendo e bisogna credere a ciò che si vede. Ecco la necessità e anche la potenza del'azione rispetto alla semplice teoria.


15. Giunti al capolinea non si può andare avanti ma solo stabilizzare il capolineaPensare alto serve a stabilizzare in alto la visione. Ecco a cosa serve. Solo a questo e non è poco. Pensare alto in effetti non cambia niente della realtà. Ma pensare alto aiuta a pensare nuovamente alto in un circolo virtuoso nega-entropico fino all'exitus finale.




(29 gennaio 2011)







AMARCORD




Nel video (al minuto 2 e 10 secondi), una vista dall'alto del seminario agostiniano intitolato a Papa Pio X dove frequentai le tre medie mentre a Roma in Vaticano era da poco terminata la cosiddetta "rivoluzione conciliare" voluta da Papa Giovanni XXIII che spezzò in due il cattolicesimo in progressisti e tradizionalisti.
In quel seminario infatti la messa era in italiano, la scuola era statale con professori nominati dallo Stato e aperta anche agli esterni di entrambi i sessi.
Fu nel corso di uno dei viaggi in treno da Genova a Treviso che incontrai alcuni giovani romani del Partito Comunista a cui nel corso della discussione dissi:
-"E certo che sono d'accordo: io sono un cristiano."
Per me infatti non c'era alcuna contraddizione tra i due ideali.
Ma l'Automaton mi aspettava al varco e fu l'incontro con la psicoanalisi neanche tanti anni dopo nel 1972/1973.
Così anche per l'Automaton non c'era alcuna contraddizione tra cristianesimo e psicoanalisi e infatti mi fece ri-incontrare una conoscenza che feci proprio in quegli anni a San Floriano: si trattava di Thérèse Martin.
Che cos'è la psicoanalisi la cui storia comincia nel 1895 a Vienna un anno prima che Thèrèse divenne atea non sapendo ancora che Dio essendo Donna era proprio Lei?
Già in altri miei scritti definii la psicoanalisi un cristianesimo per adulti e infatti è il cristianesimo oltre il cristianesimo ma il "Pensiero Uno" a sua volta è la psicoanalisi oltre la psicoanalisi ma non nel senso che è una psicoanalisi per adulti ma nel senso che è quella psicoanalisi allo stato dell'arte che ha superato l'antroporiferimento ovvero che ha portato a compimento quella rivoluzione antinarcisistica (narcisismo di specie e non meramente individuale) che è la rivoluzione copernicana.
Perchè infatti all'interno del cattolicesimo oggi a distanza di anni dal concilio vaticano II e con due Papi regnanti si appprossima un nuovo grande scisma al suo interno?
Perchè entrambe le fazioni progressiste e tradizionaliste sono entrambe antroporiferite.
Noi non amiamo l'antropos ma amiamo solo l'evoluzione.
Non amiamo la vita ma amiamo solo la vita eterna.
E se per coloro che amano la vita si dà il bene e il male per coloro che amano la vita eterna tutto appartiene alla vita eterna.
Ma attenzione a non equivocare: di vita c'è n'è una sola proprio come dicono i materialisti e su questo non si sbagliano ma hanno proprio ragione ma questa unica vita è eterna.
E se la vita eterna non è già oggi non sarà nemmeno un domani perchè solo se è già oggi sarà anche domani.


Finalmente dopo tanto tempo Thérèse Martin mi ha parlato

Non osavo scriverlo ma è accaduto qualche giorno fa, neanche tanto, credo la settimana scorsa se ben ricordo.
Io di solito quando accadono cose così, insomma eventi così straordinari che non sono certo ordinari, come questo,  di solito fermo sulla carta quanto mi si comunica data l'importanza che io dò a simili comunicazioni anche perchè non è da tutti i giorni comunicare con l'Aldilà.
Invece quanto mi è accaduto l'ho sì registrato ma solo a mente.
Perchè?
Benchè all'inizio ero stato preso dall'entusiasmo, ripensandoci sono passato dall'entusiasmo alla diffidenza e forse invece mi sono sbagliato.
E' che io non sono un credulone come molti che invece sono dei cultori di una simile fenomenologia.
Cosa mi è accaduto?

Stavo dicendo a Thérèse Martin che ero molto dispiaciuto che non riesco a lavorare di più, le spiegavo che io vorrei lavorare di più ma che come Lei ben sà ho tante difficoltà e disturbi di ogni genere e cercavo di convincerla che invece io vorrei lavorare di più.

Ormai io da molto tempo non è che mi aspetto una sua risposta così stavo terminando la mia "preghiera" come si usa chiamare nel linguaggio della tradizione questo genere di interlocuzioni interiori, quando inaspettatamente e con mia sorpresa e meraviglia sento un'onda che mi giunge, un'onda del pensiero che riesco a decodificare e si palesa come una voce che io riconosco che è Thérèse Martin che mi parla  e mi dice:

"Ma no
ma va bene ( o forse ""sta andando bene")
tu continua a stare con me."



Ma allora come si spiega la mia diffidenza come detto precedentemente?

Perchè dopo un primo entusiasmo ho rianalizzato il fenomeno e ho avuto come la sensazione che si il mittente del messaggio era Thérèse Martin ma la voce mi ha fatto pensare a Silvia (Silvia Montefoschi).
Questo fatto mi  ha un po' turbato, non capivo il senso di questo fatto percettivo.
Poi però mi sono ricordato di un evento che raccontai a Silvia.

Stavo recandomi in treno da Genova a Sarzana all'incontro con Silvia e siccome mi era venuta l'ispirazione e il viaggio non era certo breve mi sono messo a comporre una poesia.
Come mio solito, le mie composizioni poetiche sono tutte dedicate a Thérèse e quindi comincio rivolgendomi a Lei. Il fatto è che a metà poesia Thérèse si trasforma in Giovanni e io impassibile continuo a scrivere la mia poesia come se fosse comunque sempre la stessa persona. A questo punto però Giovanni si trasforma in Silvia e ancora io continuo a scrivere come se fosse sempre la stessa persona.
La cosa comunque mi disorienta non poco ma siccome io non sono un ossessivo ma mi affido all'esperienza interiore, pur turbandomi questo non mi ferma.
Giunto infine all'incontro con Silvia gli racconto la vicenda e Silvia come nulla fosse esclama prontamente:

"Per forza, siamo Uno!"

Questo ricordo ha quindi diminuito la mia diffidenza verso tale comunicazione che se è genuina come sembrerebbe malgrado la mia incredulità, allora significherebbe che non devo dubitare del mio procedere, che invece va tutto bene e che perchè tutto continui ad andare bene io devo solo continuare a frequentare Thérèse Martin come ho fatto o ho cercato di fare fino ad adesso.



La mia "recherche"

Questo il progetto complessivo: nella mia vita infatti non intendo pubblicare tanti libri ma solo questo lavoro anche perchè sono consapevole che il lavoro primario ormai alla fine dei tempi (che sono già neanche apocalittici ma addirittura post-apocalittici essendo già nato il prototipo della nuova e vera umanità nella persona-duale di GiovanniSilvia), è solo stare con "la cicala di Alençon" H24 che poi è portare a compimento il processo psicoanalitico.
Oggi infatti non è come dicono i preti delle varie parrocchie che si deve superare la sessualità: superare la sessualità è un lavoro che hanno già fatto i nostri antenati visto che invece di passare il loro tempo a fare quattro salti in padella lo passano a comunicare proprio perchè troppo sesso li annoia. L'evoluzione quindi è andata  avanti e oggi invece il vero lavoro evolutivo consiste proprio nel superare la comunicazione come una forma anch'essa preistorica di relazionarsi tra l'uno e l'altro del discorso. E qui sta la difficoltà perchè comunicare è proprio un brutto vizio e smettere è difficile ormai quando uno o una ormai ci ha fatto l'abitudine da due milioni di anni a partire da quando abitavamo in Africa nella regione intorno al Lago Vittoria nell'attuale Kenia.
Comunicare fa male, digli di smettere perchè intossica anche te.
Comunicare se un tempo era un bene ed è proprio il comunicare che ah fatto l'ulteriore tappa dell'evoluzione, oggi però comunicare è diventato anacronistico.
Ma che cose'è che devi comunicare?!
Si può sapere che cazzo hai ancora da dire al tuo prossimo?!



L'alternativa allora qual'è?
E' il nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente.
Perchè la comunicazione è anch'essa un modo preistorico di relazionarsi?
Perchè anche la comunicazione è ancora un modo orizzontale di stare insieme.
Comunica, comunica che poi crepi e non comunichi più.


E' vero che il nuovo sesto senso non è una novità ma è una novità utilizzare il nuovo sesto senso invece che i vecchi cinque sensi H24.
Ormai comunicare può avere un senso solo per motivi tecnici legati alla sopravvivenza ma è roba da scimpanzè o meglio da vecchia umanità d'altri tempi comunicare per motivi affettivi.
Come insegnava giustamente la biologa specializzata in genetica e medico-psicoanalista Silvia Montefoschi ormai divenuta più solo GiovanniSilvia senza più titoli e ruoli:

1. abbandonare l'anima (cioè lo psichismo)

e poi

2. abbandonare anche il corpo




Dei due volumi dell'opera, il secondo volume ha già avuto una prima edizione in cartaceo nel 2010 con presentazione di Silvia Montefoschi dove riconosceva la verticalità della mia relazione con "la cicala di Alençon" che io amo tanto e che vorrei amare di più se potessi ma al momento attuale la storia mi distrae dalla mia amica che Lei sì che ci ha una spina dorsale, il tono, il nerbo insomma è proprio un vero maschio.
Virilissima è Teresina eppure è femminile molto femminile, esageratamente femminile tanto che glielo detto senza infingimenti e falso rispetto:
"Teresina ma lo sai che quando leggo certi tuoi scritti mi viene da vomitare tanto sono sdolcinati?"
Fortunatamente so anche leggere tra le righe così la capisco.


Virilissima è Teresina eppure è femminile molto femminile, esageratamente femminile per cui ne ho concluso che una donna più è femminile e più è maschile ovvero il femminile è un maschile anch'esso proprio nel suo essere femminile cioè è un soggetto attivo e non passivo in ogni caso. Per cui a me Teresina mi piace in tutte le salse: sia come maschio sia come femmina. Insomma mi piace tutta.
E io gli piaccio?
Non credo proprio che gli piacciano le mie distrazioni anche se è comprensiva e continua a stare con me e ad aiutarmi a non distarmi da Lei H24.

Femminismo teologico radicale e femminismo sindacale superficiale

Ma chi è Lei?
E' la donna, è Dio-Donna che per due milioni di anni è stata l'aspetto ombroso e oscuro del Dio singolare solo maschile, il suo aspetto da rimuovere nell'inconscio universale: insomma non era bello a dirsi che Dio fosse anche una donna: ecco perchè oggi le femministe serie sono solo le teologhe che colgono la problematica femminile alla radice: ricordiamoci che Papa Luciani quando si permise di dire che "Dio è madre" ci mancò poco che il popolo cattolico lo linciasse per aver bestemmiato il nome di Dio e infatti dopo neanche 33 giorni di pontificato passò a miglior vita: non c'è posto tra i terrestri per chi vede in Dio anche una Donna, degna quindi non solo per il sacerdozio, il vescovado o il papato ma degna di essere anch'essa il volto di Dio rimasto in ombra fino alla rivoluzione psicoanalitica a cui "il grande orecchio di Vienna" ha dato inizio nel 1895 e conclusasi nel 1987 con il nuovo natale della seconda incarnazione di Dio nella prima persona-duale GiovanniSilvia.


Mi pare chiaro il discorso finora svolto dal processo evolutivo che siamo usi chiamare "storia dell'uni-verso",  no?!
La storia del lavoro, del vero lavoro, del lavoro primario: 13,7 miliardi di anni.
Tante tragedie, tanti lutti, tanti dolori ma tutto è bene quel che finisce bene come dice la sapienza popolare ma la cosa più importante è che a differenza dei nostri antenati oggi invece noi sappiamo tutto: da dove veniamo e verso dove andiamo.
I nostri antenati, poveracci, brancolavano nel buio ma noi oggi possediamo la scienza che ci guida nel nostro ulteriore procedere: la scienza della psicoanalisi quale scienza suprema della relazione, la scienza delle scienze e non ci si può più sbagliare. Oggi il dubbio non è più degli intelligenti ma di coloro che in questo mondo sado-masochista si sono ritagliati un loro spazio più o meno felice in cui vivacchiano se non addirittura ci sguazzano.


- Evento Big Bang


1. Reazione termonucleare
2. Sintesi molecolare
3. Sessualità
4. Comunicazione
5. Nuova percezione (sesto senso)



- Evento Big Crash




GRAZIE VITA
Oh amica in questo inferno in cui sono
tu sei la luce
solo tu sei la luce
la luce calda che fa per me

Tutto passa
anche questo inferno
delle dinamiche competitive
interdipendenti
invidiose della mia felicità
Tutto passa
amica
e solo tu rimani
tu che sei la vita
la vita vera
la vita alla più alta potenza
cosa dirti amica
se non grazie
solo grazie
grazie di essere nata.

(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni", 1a ediz. 2010)