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Quale inconscio? Personale, collettivo o universale?



Oltre l'inconscio personale


"Come oltre l'individuo esiste una società
così oltre la nostra psiche personale
esiste una psiche collettiva
l'inconscio collettivo
che cela parimenti in sè grandi attrattive"

(Carl Gustav Jung)





Oltre l'inconscio collettivo


Poi venne l'ultima psicoanalista dopo il primo psicoanalista Sigmund Freud e Jung l'innovatore e quest'ultima elaborò e introdusse nella terminologia psicoanalitica il nuovo concetto di inconscio universale e così possiamo completare il discorso di Jung che a sua volta completava (completava e non negava ma superava il discorso freudiano):

così come esiste una psiche collettiva
l'inconscio collettivo
esiste parimenti una psiche universale
l'inconscio universale
che la comprende e la trascende
e  che come una matrice
anch'essa ha in sè grandi attrattive.







Perchè accade che si comunichi ancora quando invece l'evoluzione è già andata oltre il fatto comunicativo?

SOMMARIO: "LA NUOVA PERCEZIONE (SESTO SENSO) OLTRE LA COMUNICAZIONE"

"E infine il Pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi"
(Silvia Montefoschi, biologa , medico e psicoanalista) 

Silvia Montefoschi che dopo Freud e Jung porta al capolinea non solo la storia della psicoanalisi quale ultima filosofia o megasintesi (la seconda dopo la megasintesi hegeliana parziale perchè ignorava la dialettica della natura cioè Darwin e Lamark) dell'intera storia della filosofia ma porta a compimento l'intera storia della medicina in quanto la storia del lavoro prima si manifesta come storia della tecnica (la funzione riflessiva rivolta al mondo esterno) e poi lentamente come storia della medicina (la funzione riflessiva comincia a rivolgersi sempre più dapprima anche verso il mondo cosiddetto interno e poi solo verso il mondo interno).
Così la storia del lavoro infine coincide nella sua essenza con la storia della medicina.

"Prendersi cura dell'Essere" (Martin Heidegger)
"E un giorno la terra diverrà luogo di guarigione" (Friedrih Nietzsche)

In definitiva un essere umano che non sia anche un guaritore non è degno del nome di essere umano ma attenzione a un possibile e madornale equivoco: non è che si deve curare tizio caio o sempronio (per quello c'è appositamente la scienza veterinaria) ma è l'Essere che si deve curare da quella malattia terminale che è il nichilismo.






Commentario


"[...] questa visione resta per lui un fatto solo soggettivo.
 Sicchè
[proprio perchè solo soggettivo] egli deve comunicarla [...]" 
(Silvia Montefoschi)

"Sicchè egli deve comunicarla all'altro soggetto umano, percepito necessariamente come altro da lui, stante che l'identità di ciascuno è ancora riferita alla individualità della forma corporea, come se dovesse trasmettere all'altro una conoscenza soltanto personale,  [...]" 
(Silvia Montefoschi)

Queste le tappe del processo evolutivo universale che si svolge sia a livello noumenico primariamente che fenomenico secondariamente, il che significa che i veri eventi storici si svolgono dapprima al livello energetico e di pensiero nel noumenico e solo secondariamente si manifestano anche nel fenomenico.
Per fare un esempio: il Pensiero Uno quale potenzialmente Unico Individuo (duale) concepisce l'idea del sistema conoscitivo atomico e immediatamente l'idea dell'atomo una volta concepita solo a livello del noumenico si manifesta anche concretamente cioè come oggetto concreto nel fenomenico cioè l'idea che era da presso il Pensante si autonomizza proprio come una sorta di "complesso autonomo" e si massifica e poi si materializza come oggetto concreto del soggetto unico duale (Dio il Pensiero Vivente o Unico Individuo che ancora non sà pienamente di sè e che quindi è inconscio poichè si vede ancora come soggetto singolare e non ancora come soggetto duale quindi pensa ma non può vedersi come pensante e in questo senso si dice che "nessuno ha mai visto Dio" e questo perchè Dio si può vedere solo in un'altro Dio. Ossia  Dio il Pensante unico si manifesta nei suoi pensati, le tante forme del pensiero, ma non può vedersi cioè percepirsi in quanto Dio cioè in quanto pensante che in un altro pensante ossia in un altro soggetto e non certamente in un oggetto perchè solo il soggetto è della sua stessa sostanza divina e non l'oggetto ma l'oggetto in verità è l'aspetto femminile ombroso di Dio ma Dio, in quanto soggetto ancora singolare ancora non lo sa perchè si riconosce solo nel suo aspetto luminoso.
Poi però nacque la psicoanalisi, la scienza suprema del fatto  relazionale, la più grande rivoluzione teologica mai accaduta e nacque il nuovo soggetto duale, il vero Dio.


  • evento Big Bang
  • reazione termonucleare
  • sintesi molecolare
  • sessualità
  • comunicazione
  • nuova percezione (il nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente)



"In principio era il Logos
e questo  Logos che era in principio
in principio non si era ancora autonomizzato dal Dio
come una sorta di complesso autonomo: pseudologos
ma in principio il Logos che era in principio stava ancora PRESSO il Dio
ovvero il DIO DEL TUTTO
in quanto era ancora il PRINCIPIO DIALOGICO
e non era ancora divenuto il PRINCIPIO DI OPPOSIZIONE 
ovvero  IL DIO DEL SOLO MONDO"

(Commentario di Andrea Morelli all'INNO AL LOGOS scritto da Giovanni Evangelista in co-riflessione con le sette comunità giovannee dell'Asia Minore) 





Questo il testo originale da me commentato:


Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος,

καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,

καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.

οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν.

L'Automaton nella vita umana gestisce e amministra la vita tutta



PRESENTAZIONE: Questo articolo è una bomba da far tremare gli edifici dell'universo.
Verrebbe proprio da presentarlo alla vecchia maniera ottocentesca come ai tempi delle prime rivolte contro gli effetti collaterali della prima rivoluzione industriale anche se noi, non essendo particolarmente legati alla nostra pellaccia, pur non essendo contro il progresso preferiamo dichiararci evoluzionisti e assolutamente non progressisti: l'evoluzione infatti è più del progresso. Anche altri sono contro il progresso ma a differenza di noi il motivo per cui non amano il progresso è che invece amano la vita pacifica: noi invece amiamo l'evoluzione anche a costo della morte:

Siam pronti alla morte sì
ma non per la patria
ma solo per Dio.
Dio è più della patria
Dio è il Pensiero Vivente
il Pensiero Vivente
che viene da lontano e lontano va
che tutto attraversa
che tutto assolve
tutto risolve
e infine tutto dissolve"

Uno spettro si aggira per l'universo
è lo spettro del dialogo oltre la dialettica

i filistei del sistema uomo
maschi o femmine che siano
sono atterriti e spaventati da un simile sconvolgimento della quiete pubblica
non sanno come difendersi
e scappano chi a destra chi a sinistra
in un si salvi chi può
ma non c'è più scampo
è proprio il pavimento questa volta che non c'è più
questa non è una rivoluzione come le altre
questa è l'ultima rivoluzione
ed è il pavimento che non c'è più.

Potrebbero scappare dal tetto
questo si
perchè dal tetto solo si potrebbe vedere il disegno del labirinto
ma non hanno le ali.

Come ai tempi ormai lontani del coronavirus
non si sono premuniti per tempo
non ci hanno pensato
così vivevano di memoria
ignari che oltre alla memoria
la vita è fatta anche di eccezioni.

Poveri loro
che cosa si inventeranno adesso
per superare un tale terremoto dei loro schemi mentali che se ne vanno in frantumi?
Protocolli cosiddetti scientifici supercollaudati questo sì
ma ormai inservibili.
Che potranno fare
che potranno ancora fare
visto che loro amano fare, fare, fare
nel nuovo scenario apocalittico?

Una bella rissa?
Una rissa mondiale?

SOMMARIO: dai vecchi cinque sensi come strumenti di orientamento nel discorso di verità al nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente




L'Automaton nella vita umana gestisce e amministra la vita tutta 

Noi pensiamo che si debba gestire la vita, la vita sociale, la vita umana ma l'Automaton gestisce nella vita umana tutta la vita.
Noi siamo il pensiero, la parola della vita tutta.
Noi crediamo di pensare in nome nostro ma in noi è la vita tutta, la vita tutta che pensa in noi.
Le galassie pensano ma non parlano.
Le stelle pensano ma non parlano.
Le piante pensano ma non parlano.
Gli animali pensano ma non parlano.
Eppure tutte queste forme della vita cioè forme del pensiero divenute statiche, cioè fermatasi in forme concluse, pensano invece e parlano in noi.
Siamo noi che gli doniamo non tanto il pensiero quanto piuttosto gli doniamo la parola.
Tutte queste forme del pensiero  e i noi che proseguono a pensare quel pensiero che in loro si interrompe.



Gli animali pensano
Gli esseri umani oltre a pensare sanno di pensare.
La nuova e vera umanità invece rispetto a queste precedenti forme del pensiero non solo pensano come gli animali, non solo oltre a pensare sanno anche di pensare proprio come la vecchia umanità dalla soggettività ancora individuale ma sanno anche di essere solo il pensiero e niente altro che il pensiero stesso che loro incarnano e che incarnano non nel senso di consustanziali al Dio ma nel senso di identici al Dio che è più che sostanziali: di une nuova  identità si tratta quindi, di una identità non più individuale.



Il processo di umanizzazione ossia il pensiero in difesa della forma umana che ci ha condotto dalla vita nelle caverne alla vita nelle grandi metropoli è terminato definitivamente ed è iniziato il processo di transumanizzazione e mentre le galassie, le stelle, le piante e gli animali sono funzionali alla forma umana, ed è per questo che le vecchie forme del pensiero persistono ancora, cessano invece di essere funzionali alla nuova e vera umanità che vive più solo di relazione, dell'unica relazione tra Dio e l'Altro Dio consapevoli di essere i due aspetti dell'unico Dio Vivente che è il Pensiero quale infinitamente pensante.






Si dice che l'amore è l'amore per gli altri.
Non esiste altro ALTRO che la DONNA che è Dio ma la donna umana non è la donna vera: crediamo che questa sia la donna vera cioè la donna dio ma questa è solo il riflesso del suo riflesso di sè fuori di sè come altro da sè.
La donna vera non sta fuori, fuori c'è solo la donna preistorica, l'animale umano declinato al femminile.
Ma che cos'è l'animale umano declinato al femminile?
Altro non è che il passato evolutivo, la storia della Donna Dio.
L'uomo è una cosa, la donna è un'altra cosa, ma l'uomo e la donna uniti sono tutta un'altra cosa ancora, si tratta di un vero salto di qualità come insegnano le scienze biologiche: "Un organismo vivente non è la somma delle sue parti."
In questo senso un uomo+ una donna non fanno una coppia ma Dio stesso.
Un uomo solo è un dio declassato ossia solo in potenza.
Una donna sola anch'essa è un dio declassato ossia solo in potenza.

Dalle particelle instabili di materia-antimateria
 alle particelle stabili polarizzate positive-negative
fino al monopolo-dipolare dall'identità stabilissima cioè i gemelli.


Se sappiamo tutte queste cose.
Se siamo arrivati a capire tutte queste cose, lo dobbiamo principalmente al lavoro di Giovanni Evangelista che ha posto le basi teoriche con la sua concezione dell'archè, concezione che a sua volta lui deve in parte agli ebrei eterodossi della comune ebraica nata intorno ai rabbini madre e figlio Myriam-Jeschua di Nazareth e in parte ai greci.
Lavoro questo che ha attraversato tutta la storia del pensiero in questi ultimi duemila anni più o meno esotericamente o essotericamente per riemergere in tutta la sua potenza nel 1895 con il lavoro di Sigmund Freud e della storia centenaria della psicoanalisi sul transfert e la proiezione che ci ha liberato sia dalle filosofie non evoluzioniste, sia dal buonismo.
L'evoluzione non vuole farci divenire buoni ma è come una scuola per un divenire Dio.
Solo Dio è veramente buono mentre gli altri vogliono solo difendere il proprio orticello ma chi vuole difendere il proprio orticello è sempre un guerrafondaio più o meno in incognito.
Siccome però sono tanti quelli che vogliono difendere il proprio orticello ossia che non vogliono pensare perchè non credono che la vita è solo il pensiero, vengono in contrasto tra di loro dandosele di SANTA RAGIONE ossia l'AUTOMATON li costringe a pensare anche se non vogliono pensare ma vogliono solo difendere il proprio orticello e anche se si mette un coperchio sulla pentola che ribolle noi sappiamo che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
L'unico coperchio possibile è la conclusione NATURALE della guerra con la nascita della nuova e vera umanità.
Noi comunque non siamo come Gabriele d'Annunzio e i futuristi che enunciavano "Viva la guerra, igiene dell'umanità, viva il movimento, la velocità" dopodiche si immergevano nel dissidio.
Noi no siamo dialettici ma dialogici dunque non dobbiamo immergersi nel dissidio anche se questo ci coinvolge ma dobbiamo sottrarcisi tramite la fuga, l'esodo dall'universo.
Intendiamoci, non facciamoci illusioni: dal palazzo dello sport, come diceva un sogno e quindi nel linguaggio onirico, dal palazzo dello sport si può fuggire solo attraverso il tetto, in verticale.
Tutti verranno coinvolti e solo coloro che avranno iniziato a scappare già per tempo verso i confini estremi dell'universo forse, forse riusciranno a non essere coinvolti dalla grande esplosione che PROIETTERA' I SUOI F R A M M ENTI fin agli estremi confini dell'universo.
Poi ci sarà il silenzio.
E sarà un nuovo inizio.
Ma non lo stesso inizio poichè sarà solo la vita di Dio, la relazione pura, il pensiero puro.
La fine della dinamica proiezione-rimozione ossia la fine dei tre regni ancora materiali.
Dalla mediazione alla nuova immediatezza: l'immediatezza riflessiva o nuova spontaneità allorchè si sarà consumata ogni residuo di fantasia simbiotica.
Il due è due, irreversibilmente due dopo il peccato originale ma questo due è uno anzi è il vero uno e non il falso uno prodotto dalla coppia soggetto-oggetto.
La storia dell'universo? Dallo pseudo-uno cantato da quei (censura!) e tossicodipendenti dei cantanti e poeti al vero uno cantato da Freud, Jung e tutti gli altri ultimi rivoluzionari.


  • Gli animali pensano
  • Gli esseri umani oltre a pensare sanno di pensare
  • La nuova e vera umanità pensano, sanno di pensare ma soprattutto ripongono la loro intera identità nel sapere di essere solo la persona del Pensiero stesso

Nessuno vuole negare che anche l'individuo singolare e la sua proprietà incluso lo spirito di competizione abbiano svolto una funzione evolutiva ma oggi lo scenario storico è cambiato e si può, per la prima volta nella storia  si può voltare pagina e cambiare musica. Oggi è in atto underground un processo di disappropriazione che è anche un processo di spersonalizzazione che darà nascita al vero individuo, l'unico individuo che pur avendo tanti nomi sarà sempre l'unico individuo,  che è l'intero perchè l'intero o è Due pur essendo Uno oppure non è l'intero vero.

Di sintesi in sintesi


  1. IN PRINCIPIO ERA L'INTENZIONE
  2. l'intenzione si attua e nasce simultaneamente sia l'Uno che il Due (SINGOLARITA' ORIGINARIA)
  3. segue l'evento BIG BANG della grande frammentazione (rimozione e nascita dell'inconscio universale)
  4. inizia il processo di sintetizzazione (dialettica dello spirito hegeliana nel noumenico e dialettica della natura engelsiana nel fenomenico) che è anche un processo di soggettivazione progressiva che frena soltanto ma non cambia la direzione esplosiva e espansiva dell'uni-verso: REAZIONE TERMONUCLEARE
  5. SINTESI MOLECOLARE
  6. SESSUALITA'
  7. COMUNICAZIONE (con la nascita della specie umana ovvero del primo simbolo che dà avvio al processo di simbolizzazione progressiva e quindi alla dialettica della storia la direzione esplosiva ed espansiva dell'universo non solo viene frenata ma viene addirittura invertita in senso implosivo)
  8. NUOVA PERCEZIONE (il nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente) - Infatti dopo Hegel e dopo il dopo Hegel (soprattutto la critica esistenzialista (da Marx Stirner a Kierkeggard e Nietzsche: critica all'hegelismo e al marxismo che è anch'esso una versione dell'hegelismo, in difesa invece delle ragioni dell'individuo e dopo anche la critica al pensiero forte svolta dal post moderno e dal cosiddetto pensiero debole alle grandi narrazioni come reazione salutare ai padroni del pensiero e ai totalitarismi) inizia con Sigmund Freud e la storia della psicoanalisi l'ultimo brano della storia dell'universo e il suo sprint finale della dialettica unitaria verso il dialogo oltre la dialettica ma Marx non può più muovere alla psicoanalisi lo stesso rimprovero da egli mosse a Hegel con le sue famose "Tesi su Feurebach" dove diceva "i filosofi finora hanno solo interpretato il mondo in modi diversi ma si tratta invece non di interpretarlo ma di trasformarlo" dato che la psicoanalisi è si teoria, la teoria del transfert, rimozione, ritorno del rimosso ma è anche prassi, una prassi che ha comunque fatto tesoro della lezione nietzschiana proprio sull'interpretazione:

"Non esiste affatto un testo ma solo interpretazioni e interpretazioni di interpretazioni" 
(Friedrich Nietzsche)

Dalla preistoria dell'Essere all'Essere Vero



Chiaro no il discorso?!
Dal vecchio archetipo obsoleto dell'eroe malato di protagonismo nella storia (il cristo in croce)
al nuovo archetipo dell'ultima coniunctio tra l'aspetto maschile e l'aspetto femminile dell'unico Dio Vivente, il Pensiero inteso come l'Infinitamente Pensante.

Fiorenza:"La faccia del fascio c'è l'ha"



Persino nei film lì dove riescono se riescono è solo per il senso della matematica e più c'è matematica e più c'è bellezza.
Che cos'è la bellezza?
E' matematica.
Cosa intendo per matematica?
Lo so per istinto. forse simmetricità, tempistica, probabilmente il senso del "kairos" ovvero del momento giusto.
Forse è sinonimo di "principio di sincronicità", di "necessità".
Certo è che i paradigmi con sui si declina la vita, con il tempo fanno il loro tempo e perdono la loro bellezza subentrando nuovi canoni di bellezsa ovvero nuovi paradigmi manifestazione di un ordine nuovo ancora più ordine. Ritroviamo qui la teoria della termodinamica entropia/negaentropia che noi interpretiamo anche in chiave estetica.

Per una nuova estetica rivoluzionaria dunque: non il significato ma la matematica.
Non esiste alcun significato ma solo direzione.
Non c'è alcun testo - diceva Nietzsche - ma solo interpretazioni e interpretazioni di interpretazioni.

Io non sono un matematico anzi forse sono negato per la matematica visto che sono un tipo del pensiero e non dell'intuizione (Carl Gustav Jung, "Tipi psicologici", 1921  - Silvia Montefoschi, "Essere nell'Essere", 1985), almeno credo eppure la matematica mi ha sempre affascinato proprio per la bellezza, l'eleganza, insomma per questioni estetiche.
Perfino quando vedo un palazzo, una piazza, una città è la matematica che mi affascina.
Questo vale anche per i discorsi: quanta matematica c'è in quel discorso? E' elegante?

Quando ero bambino i miei compagni mi prendevano in giro dicendo: "Non sa un tubo di matematica ma prende i bei voti solo perchè è il cocco (proprio così' dicevano) dell'insegnante di matematica."
Il caso vuole che il professore era proprio siciliano tral'altro e credo un ateo.
A me non me ne fregava assolutamente di fare le espressioni algebriche giuste, per me l'eleganza nel risolverle era più importante del risultato.

Perfino nello sport: benchè mi dedicassi più al gioco del calcio tuttavia ricordo che mi affascinava il salto in alto ma anche lì non mi interessava saltare tanto in alto ma l'eleganza e la bellezza del salto. Trovai infine che il salto alla ventrale era il più elegante. Mi sembrava di volare. Avrei voluto poter saltare all'allentatore. 

In psicoanalisi si sà che i personaggi che appaiono in un sogno sono il sognatore stesso, aspetti diversi e talvolta anche antitetici della sua personalità: è sempre lui.
In letteratura si sa che i personaggi di un romanzo sono sempre aspetti diversi e anche qui talvolta antitetici del romanziere.
La psicoanalisi ha elaborato il concetto di "transfert" o "proiezione" perchè tutte le persone che noi incontriamo nel nostro percorso di vita siamo sempre noi fuori di noi. 
Questo spiega anche certe psicopatologie a cui la psichiatria ha dato il nome di "schizofrenia".
Dio è sicuramente, o meglio è stato sicuramente, uno schizofrenico per avere otto miliardi di personalità. E pensare che c'è chi invece prega uno schizofrenico e gli chiede aiuto.

Un giorno mentre mi recavo in treno a Milano all'incontro psicoanalitico con Silvia Montefoschi, per ingannare il tempo avendone in quel momento anche l'ispirazione mi misi a scrivere una poesia dedicata a Thérèse Martin ma mentre componevo la poesia l'interlocutore a cui parlavo cambiò volto e non era più Thérèse ma Giovanni e poi ancora Giovanni cambiò volto e non era più Giovanni ma Silvia e poi ancora Silvia cambiò volto ed era di nuovo Thèrèse: eppure la poesia era la stessa.
Sceso alla Stazione Centrale di Milano turbato da quanto accadutomi mi ripromisi di chiedere a Silvia come si poteva interpretare psicoanaliticamente quanto occorsomi.
Giunto a casa di Silvia,. le raccontai e lei senza per nulla turbarsi e senza neanche a pensarci sù ma immediatamente applicando la sua "ermeneutica dell'Automaton" all'evento, esclamò:

"Per forza: siamo uno!"



Bibliografia

  • Carl Gustav Jung, "Tipi psicologici", 1921
  • Silvia Montefoschi, "Essere nell'Essere", 1985

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Dall'Aldiquà ai vari pianeti dell'Aldilà e poi ancora e infine dall'Aldilà all'Oltre

Dall'Aldiquà ai vari pianeti dell'aldilà e poi ancora e infine dall'Aldilà all'Oltre.

Così và l'evoluzione della vita che poi altro non è che l'evoluzione del pensiero.

Che cosa significa pensare?

Attenzione però a non cadere nel tranello che il termine pensiero può suscitare in noi che crediamo di sapere cosa sia il pensiero ma non lo sappiamo affatto.

"E infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi" (Silvia Montefoschi)

Pensare è percepire dunque.

"Esse est percipi" (George Berkeley)

La nuova percezione


Si tratta però e dunque di una nuova percezione basata non più sui vecchi cinque sensi utilitaristici e pragmatici che non ci parlano della verità vera ma del nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente il quale invece ci dice della verità vera.

1. Il vero vivente

Tutto si sta facendo sempre più chiaro. Questa è la teoria ma per passare alla classe superiore occorre fare in modo che questa teoria si faccia prassi. Solo allora arriverà una nuova teoria più evoluta ancora. Chiarezza si riferiva al fatto che capiamo sempre più che dopo l'umanità il nuovo vivente sarà il Pensiero stesso ma è già qui quel Pensiero e siamo noi. Ma noi continuiamo ad identificarci nel corpo.

2. Materia è memoria, abitudini, fissazioni

Ad alcuni fa impressione parlare di fantasmi ma i fantasmi sono solo "fantasmi con il corpo di materia sottile" e fantasmi siamo noi "fantasmi con il corpo di materia pesante". 
"Materia sottile" detta anche "materia astrale" è la materia meno densa e quindi più legata al pensiero stesso mentre materia pesante è "la materia più materia" cioè più densa e quindi più autonoma dal pensiero stesso. Fantasma è quindi il Pensiero stesso.




3. Vivere già adesso come se si fosse nell'Oltre


Con il dolore l'evoluzione ci vuole spaventare. Anche le malattie sono un modo di spaventarci della natura in evoluzione: non si deve aspettare l'ultimo minuto per passare il testimone al Pensiero. Occorre già da adesso invece vivere nel Pensiero come se fossimo già morti prima ancora di morire veramente nel senso di morti concretamente, così non ci troveremo spaesati quando saremo solo Pensiero essendo già abituati a vivere come solo forme della vita pensanti e non forme della vita anche pensanti.

4. Pregiudizi

Credere che senza il corpo non si possa più pensare è solo un pregiudizio.



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Una delle tante possibili spiegazioni di questa immagine



AndreaThérèse uniti trattano dall'alto della loro unione sia Andrea Morelli che Thérèse Martin ancora separati dallo spazio-tempo-massa cioè ancora separati dalla sola dimensione oggettuale, psichica e corporea dell'Essere Uno.
Dimensione questa che poi è la loro comune storia ossia la stessa storia dell'uni-verso che infine atomo dopo atomo, vivente dopo vivente infine li ha prodotti portando così a termine con questa ultima generazione la storia dell'universo.
Di fatto sono già uniti oltre l'universo ma in realtà rimane in loro ancora la memoria di quando si vivevano ancora separati. 


Innamorato dalla nascita

In realtà sono sempre stati uniti e Andrea infatti ha ricevuto dall'Inconscio universale nel suo linguaggio onirico un nuovo nome "innamorato dalla nascita" 
ma siccome
"L'ESSERE E' COSI' COME SI VEDE E SI VEDE COSI' COME E'" (Silvia Montefoschi)
essi vedendosi separati erano di fatto separati.

Il simbolico  e il reale


E' un errore epistemologico infatti continuare a credere che il pensiero rappresenti la realtà: il pensiero non rappresenta affatto la realtà ma la crea proprio.


Il territorio e la mappa del territorio

Per usare la terminologia che è propria alla programmazione neurolinguistica potremmo dire che sbaglia chi crede che il "territorio" e la "mappa del territorio" sia due cose diverse perchè invece coincidono: "l'essere è così come si vede" che detto in altri termini significa che "il reale e il simbolico coincidono".





Silvia Montefoschi commenta la Bibbia: l'albero del giardino dell'Eden


"... Tornando allora al nostro discorso sull'avvento di un'era in cui l'umanità deve farsi imperitura, possiamo forse dire che, se finora l'evolversi conoscitivo dell'universo, a partire dal primo elettrone, ha proceduto grazie al formarsi di sistemi sempre più complessi attraverso il ripetuto infrangersi dei sistemi stessi e quindi attraverso ripetuti incesti, oggi sembra essersi fatto essenziale per l'economia dell'universo che il compiersi dell'incesto contempli una presenza che, in quanto soggetto riflessivo, rispecchi l'evento incestuoso, cioè il destrutturarsi e il ricrearsi della forma dell'essere; perché soltanto in questo modo l'universo potrà rispecchiare a se stesso il proprio grandioso mutamento, e diventare consapevole della propria continuità nella trasformazione, cioè consapevole di portare perennemente con sé, nel suo stesso esistere, la sua non esistenza.

Perché ciò sia possibile l'uomo deve dunque arrivare a far coincidere la propria identità con quella dell'intero sistema umano, il che a sua volta è possibile solo se l'uomo arriva a perdere di vista il corpo particolare che egli è, per allargare la sua visione ad una dimensione spazio-temporale che abbracci il corpo dell'universo umano.

 Ma il corpo, in quanto oggetto di un soggetto, si costituisce a quest'ultimo in quanto visto da lui.

 Come può l'uomo distogliere la vista dall'individualità che egli è?

 Il sacrificio cristiano ci ha già insegnato a non riferire più il senso del nostro essere al mondo alla percezione immediata che abbiamo di noi come enti particolari, che per sopravvivere come tali devono appagare bisogni e desideri personali. E pertanto ci ha già insegnato a riconoscerci portatori in prima persona di un movimento realizzativo dell'essere, che è la volontà di Dio per ciascuno di noi, e quindi a riconoscerci in Dio.

 Qual è il passo ulteriore che bisogna fare?

 Si tratta ancora di un sacrificio. E questo nuovo sacrificio è il passo che porta forse a compimento quel processo di trasformazione della coscienza che il secondo peccato ha messo in movimento e che si presenta come nuovo atto redentivo nei confronti del nuovo peccato originale.

 Ciò che oggi si deve sacrificare è proprio la privatezza del discorso con Dio, l'appropriazione da parte del singolo uomo cristiano del rapporto diretto che la sua coscienza cristica instaura con la dimensione universale dell'essere che gli si rivela dall'inconscio.

 E ciò perché il suo terzo occhio non potrà mai realizzare la visione del "tutto" fintanto che la sua visione passa attraverso il raggio dell'occhio del singolo soggetto conoscente. E fintanto che l'uomo avrà una visione parziale di quel continuum psichico che è l'inconscio umano, e che possiamo considerare il codice genetico dell'umanità quale organismo totale, egli non potrà arrivare a conoscere l'organismo umano come un tutto. E in tal modo l'uomo non arriverà mai a riconoscere esperienzialmente nel suo interno ciò che è il suo esterno nella totalità, cioè il sistema conoscitivo che struttura il corpo dell'umanità; e tanto meno arriverà a riconoscere che l'esterno verso il quale guarda il suo occhio è ancora un interno, l'interno dell'organismo sociale.

 E' vero che l'uomo cristiano vede intuitivamente se stesso come partecipe dell'universale e vede anche, sempre grazie all'occhio della rivelazione, che il mondo a lui esterno è l'interno di un più ampio sistema. Ma in questo interno egli vede se stesso ancora come corpo individuale. Egli sa, sempre intuitivamente, di essere un elemento di una più ampia corporeità, una cellula del corpo di Dio. Ma questo corpo egli non può vederlo nella sua totalità, proprio perché resta al suo interno.

 La situazione che si verrebbe a creare nell'organismo sociale, se questa rimanesse la sola visione dell'uomo, è simile a quella che si verificherebbe nel singolo organismo umano se ciascuno degli elementi cellulari che lo compongono, portatore in sé della conoscenza del tutto, rivolgesse soltanto all'interno il suo sguardo, non riconoscendo come altrettanto essenziali alla sopravvivenza del tutto gli elementi che lo circondano.

 Gli elementi cellulari cesserebbero così di riconoscersi a vicenda come ugualmente partecipi al funzionamento di quella totalità individualizzata da un sistema di conoscenza unitario che è appunto l'individuo umano. E cesserebbero anche di scambiarsi reciprocamente le informazioni e di partecipare alla consapevolezza della totalità.

 In tal modo l'individuo umano, come sistema di conoscenza, non potrebbe mai realizzare la coscienza di sé, cioè proprio quel soggetto cosciente che noi siamo, punto di convergenza della conoscenza degli elementi che compongono il tutto, che si fa occhio che guarda all'esterno e dall'esterno guarda a se stesso come totalità.

 Qual è allora il nuovo sacrificio che il Dio profondità, tramite l'uomo, si accinge a fare?





 Sembra che ciò che si deve sacrificare sia proprio la coscienza cristica. Ma la coscienza cristica è il nuovo sistema di conoscenza che Gesù, salendo sulla croce, ha proposto all'uomo di realizzare attraverso l'imitazione, affinché l'uomo, nell'imitarlo, si facesse anch'egli un Cristo crocefisso.

 È allora proprio il Cristo crocefisso, testimone di una sacrificalità ancora soltanto individuale, che va offerto sull'altare di un ulteriore divenire.

 (...) E sembra che proprio questo secondo sacrificio, il sacrificio di Gesù che già sacrifica se stesso facendosi Cristo, ci faccia trapassare ad una nuova condizione d'esistenza, il cui tempo verrà scandito dal ritmo delle morti e delle nascite individuali, e in cui l'uomo arriverà a vedere la propria età nel succedersi delle generazioni, come il geologo vede nel succedersi delle ere l'età della terra.

 È sempre l'inconscio a confermare questa ipotesi, servendosi dei sogni della gente. Esso avverte che Cristo ha dovuto sacrificare la propria corporeità perché viveva in un'epoca mortale, mentre oggi si va verso l'immortalità.

 C'è un altro messaggio che si fa sempre più frequente e sempre più esplicito circa il senso del transitus che Cristo rappresenta. Messaggio che l'inconscio ha già avanzato e che l'uomo ha espresso con la sua arte figurativa, raffigurando il Cristo appeso all'albero della vita.

 Ma, cosa veramente stupefacente, l'albero della vita che compare nei sogni è spesso il melograno, che è anche l'albero su cui Cristo è crocefisso in un dipinto di Giotto.

 Appare allora chiaro che chi deve compiere il sacrificio questa volta non è Gesù, e per lui l'uomo adamico che accettando la lacerazione della contraddizione trapassa in Cristo, cioè nell'uomo cristico che accoglie nella propria individualità l'universale, ma è proprio l'individualità. L'uomo cristico, cioè colui che ha raggiunto la totalità dialettica della personalità individuale, deve rinunciare al possesso personale della sua visione, alla privatezza del suo dialogo interiore, per unirsi, come totalità egli stesso, ad altre totalità in una totalità più ampia, che il frutto del melograno simboleggia.

 L'albero del melograno infatti sembra proprio riferirsi a quel nuovo piano dell'essere sul quale Cristo stesso si sacrifica e sul quale risorge come nuovo organismo vivente; organismo che a sua volta si presenta come l'insieme di più organismi in un tutto, come i grani dentro il frutto del melograno e come i frutti del melograno sulla pianta che, essendo l'albero della vita eterna, non può che riprodurli all'infinito.

 L'uomo di scienza ha imparato presto a vedere in queste sintesi di elementi semplici in elementi sempre più complessi le tappe dell'evoluzione della vita fino alla specie umana.

Ma, sempre a causa di quella distinzione sostanziale che l'essere umano si è abituato a fare tra la sua coscienza e il resto del reale, egli ha trascurato, o forse evitato, di considerare il fatto che la sua stessa coscienza sarebbe stata un giorno coinvolta nella dinamica dell'evoluzione.


 Quel giorno sembra stia per sorgere, proprio ad oriente del giardino di Eden."


(Silvia Montefoschi, "Il sistema uomo. Catastrofe e rinnovamento",  1985)