Il processo evolutivo universale tra piacere e dispiacere

Il processo evolutivo è un processo autoconoscitivo attraverso il quale l'Essere conosce sè stesso.

Jung chiamava un tale processo con il nome di "processo di individuazione" che con Silvia Montefoschi è stato ribattezzato "processo di individuazione universale", processo questo coincidente quindi con la stessa intera storia dell'uni-verso.

Durante un incontro avuto ai tempi della mia analisi con Silvia Montefoschi io gli chiesi:

Andrea Morelli: “Quindi, se ho ben compreso, tu accetti il processo?”

Ma Silvia repentinamente e con un tono di voce che sembrava voler dire "Ma allora non hai capito niente del salto macro-evolutivo che si sta attuando e che già si è attuato al livello del pensiero":

Silvia Montefoschi:    “Io non accetto il processo: io sono il processo.”



Una simile risposta non può che rimandarci a quanto già nel Nuovo Testamento si era intuito: non si tratta più di sapere solo della consustanzialità con il Dio e di limitarsi a questo sapere ormai patrimonio già da duemila anni della coscienza cristica ma si tratta adesso di sapere della stessa identicità con il Dio.

Trapasso questo dalla consustanzialità alla identicità già intuito in un brano dei vecchi vangeli in cui un discepolo chiede a Jeshuà di Nazareth:

"Tu parli sempre di questo fantomatico e misterioso Padre, ebbene faccelo conoscere questo Padre di cui tu parli."

E il rabbino eterodosso di Nazareth gli risponde:

"Proprio tu che è da molto che mi conosci mi domandi di fartelo conoscere? Io sono nel Padre e il Padre è in me, ciò che io vi dico non viene dalla mia mente ma il Padre che è in me esprime il suo pensiero."



Quanto detto ci permette di comprendere meglio come si deve intendere correttamente il concetto di "Automaton": l'Automaton ovvero il Principio di Sincronicità o Divina Provvidenza, o fato, destino, kairos ecc... ecc... come lo si voglia chiamare, non è altro da noi ma è noi stessi. Quanto ci va accadendo, gli eventi che vanno componendo il nostro destino, il destino, siamo noi stessi. Noi non siamo solo l'Io ma siamo la coppia Io-Tu.

Proprio questo si intende quando diciamo che finalità di una psicoanalisi, fondamentalmente  è una trasformazione identitaria: da una vecchia identità ancora storica e quindi ancora individuale a una nuova identità puramente relazionale e quindi non più individuale ma duale.

Quanto detto è comunque difficile da comprendere se non impossibile da chi non ha ancora portato a compimento il "processo di spersonalizzazione" ed è ancor convinto di essere un Io ovvero un individuo singolare tra tanti individui anch'essi singolari.

la verità invece è che come suggerisce al stessa etimologia della parola "individuo" che vuole dire "indivisibile", è che di individui veri c'è n'è solo uno mentre di solito con il termine "individuo" si intende delle astrazioni, ovvero momenti particolari estratti da un continuum.

Che cosa è allora il "processo di spersonalizzazione"?

Non è un divenire schizofrenici ma semmai proprio un divenire l'intero: il processo di spersonalizzazione è la morte dell'Antropos e la conseguente nascita della nuova e vera umanità, i fondatori del vero Regno (specificamente) Umano.

"Il massimo di spersonalizzazione coincide con il massimo di personalizzazione" 
(Silvia Montefoschi)

Conclusioni

Il processo evolutivo universale è un processo autoconoscitivo dell'Essere che di piacere e in dispiacere infine giunge a sapere di sè non come Uno ma come Uno-Duale e questa è la vera redenzione dell'Essere dallo spazio-tempo-massa.

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