Il nucleo centrale della disciplina psicoanalitica: il tabù universale dell'incesto simbolico

Questa scoperta della psicoanalisi quale legge dell'evoluzione costituisce anche la sua teoria epistemologica fondativa come vera scienza che non ha solo una funzione pragmatica come la scienza cosiddetta ufficiale ma una pura funzione di vera verità al di là di qualsiasi preoccupazione del tipo utilitaristico-funzionale. Il chè detto in altri termini: mentre la scienza serve a qualcosa e soprattutto la sua ancella la tecnica serve a qualcosa, la psicoanalisi invece non serve proprio a niente. La psicoanalisi infatti non è psicoterapia, non è psichiatria ma è solo una modalità relazionale e uno stile di vita coerente con questa modalità relazionale di tipo psicoanalitico.
Una modalità relazionale questa psicoanalitica, che non scopre la verità ma la produce la verità.
La verità sarà.

Prima/Dopo - Causa/Effetto


Questa verità Hegel la chiamava anche "il risultato" per indicare che non era prima ma sarà dopo e pur essendo dopo era anche già prima

Chiedeva Mosè al suo interlocutore: "Dimmi almeno il tuo nome affinchè io possa dire agli altri chi mi ha parlato."

E la voce rispose: "Io sarò quel che sarò."


IO SARO' QUEL CHE SARO'
( Ehyeh-Asher-Ehyeh )
  in ebraicoאֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה‎ 
  Esodo 3,13-15








  • "Vero è solo l'intero" (Hegel)
  • "E infine saremo ciò che veramente siamo" (Silvia Montefoschi)



  • "Un organismo vivente non coincide con la somma delle sue parti" (questo è un principio delle scienze biologiche)



  1. Un uomo è un uomo
  2. una donna è una donna
  3. ma un uomo e una donna saldati in una sola persona del tipo duale sono una nuova specie vivente oltre l'anthropos.

  • La cosiddetta "mente isolata" o "mente irrelata" di certa psicologia o psichiatria, è solo un mito poichè nella realtà non esiste affatto una mente veramente irrelata dato che la vita è sempre relazione essendo proprio il fatto relazionale la sostanza del vivente.

  • "Nella realtà non esiste affatto alcuna soggettività ma sempre  e solo intersoggettività" (Martin Buber)



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