Buon primo maggio

Viva il primo maggio
viva la storia del lavoro umano e non-umano

viva la dialettica della natura
viva la dialettica dello spirito

la vita non ha alcun significato ma solo direzione
e la direzione è
dalla dialettica al dialogo oltre la dialettica

che scompaia infine l'unico vero imperialismo
l'imperialismo del significato
prodotto dalla vecchia logica di separazione
tra ESSERE e COSCIENZA DI ESSERE




"In principio era il legame 
e questo legame era il Dio
e il Dio era questo legame

(tra l'uno e l'altro del discorso)"


(Giovanni Evangelista) 


 Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος,
καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,
καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.
οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν
(Giovanni Evangelista)






Il legame cioè il Logos 
ma non lo pseudo-logos
bensì il "Logos-che-era-in-principio"
la luce che brilla ancora nelle tenebre
della dimensione oggettuale e orizzontale dell'Essere.



καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει,
καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν
(Giovanni Evangelista)







La cicala di Alençon epistemologa e rivoluzionaria imboscata

Nel 1984 appare una pubblicazione dell'antropologa ed ex suora Ida Magli che tar l'altro è stata compagna di scuola al liceo di Silvia Montefoschi.
Il libro di cui stiamo parlando ha come titolo "Santa Teresa di Lisieux" e come sottotitolo "Una romantica ragazza dell'ottocento".



Perchè ho deciso di dedicare un articolo a questo testo?
Perchè la professoressa universitaria di antropologia culturale riconosce che Thérèse era una vera femminista: "Thérèse sapeva" dice ma "non ha fatto nulla" aggiunge e ne conclude "una vera femminista imboscata" dunque.

L'altro motivo riguarda proprio l'epistemologia teresiana dall'autrice criticata in nome di un realismo o di un oggettivismo a cui noi non possiamo in nessun modo aderire e che anzi ci conferma che Thérèse era nel giusto.
Ricordo che ne parlai con Silvia Montefoschi negli anni novanta quando iniziò la controrivoluzuione e io mi attaccai a Thérèse Martin come non avevo mai fatto prima perchè mi difendesse dagli scimpanzè.

Attenzione - Una nota per i miei lettori: il termine "scimpanzè" mi rendo conto che non è per niente una termininologia scientifica ma al massimo può definirsi solo una invettiva, magari giustificata ma che non ha nulla a che fare con un linguaggio scientifico perchè si tratta comunque di esseri umani magari appartenenti alla vecchia umanità ormai obsoleta e non dell'ultima generazione dei mutanti ma comunque non sono degli animali ma semmai un ponte tra l'animale e l'uomo, uomini e donne della comunicazione dunque, uomini e donne della noosfera e della infosfera e non certamente del sesto senso o nuova percezione ma comunque sempre della specie homo sapiens sapiens. In termini psicoanalistici sono uomini e donne SRI che dopo la nascita nel 1987 del prototipo dell'archetipo dell'ultima coniucntio GiovanniSilvia o SSR sono più solo ex-SRI e quindi neanche più SRI dato che il soggetto è uno solo per cui se il soggetto si sposta al livello riflessivo del SSR non c'è più al livello del SRI. Dunque costoro vivono più solo di rendita di quanto hanno pensato lungo la storia dell'evoluzione del SRI ma adesso quali ex-SRI non riescono più a prendere distanza dall'Io perchè è questa del prendere distanza dall'Io per non identificarvisi completamente la vera funzione del soggetto, dunque gli ex-SRI sono più solo delle maschere, impersonano più solo dei ruoli sociali, dei ruoli storici che se avevano una ragion d'essere prima del 1987 adesso invece hanno fatto il loro tempo.
Gli si chiedeva all'epistemologo Renè Thom: "Che cosa si deve fare dei vecchi scienziati rappresentanti dei vecchi paradigmi scientifici oggettivisti e positivisti?" e Renè Thom sconsolato rispondeva che non si poteva fare nulla se non aspettare pazientemente che crepassero tutti per fare posto a una nuova generazione di scienziati e quindi a  una nuova scienza.

Chiusa la parentesi sull'invettiva: quanno c'è vò c'è vò!


Riprendendo il discorso dicevamo dunque che erano gli anni novanta e esposi a Silvia Montefoschi qeul che ne diceva Ida Magli di THèrèse in quel suo libro e Silvia dopo avermi ascoltato concluse:

"Non l'ha capita, non l'ha capita, Tu invece l'hai capita."

E' proprio così: quando si ama veramente l'Altro, si riesce a capirlo. Non c'entra niente l'istruzione, le lauree, i dottorati e i master: l'amore è un motore che avvicina all'Altro.

La verità è proprio questa: che a me l'unica cosa che mi interessa è di capire Thérèse. La cosa mi appassiona così tanto che non me ne frega più nemmeno di capire me stesso: per me capire Lei è molto più importante.




Questo articolo che ho deciso di scrivere non è sempliec da scrivere per cui mi riservo in un secondo tempo di precisarlo meglio in una seconda versione per cui per adesso mi basta solo fissare alcuni punti di sviluppo dell'argomento.

Giusto per far capire di che cosa intendo trattare citerò il fatto che molti oggi dicono: Silvia Montefoschi che bella filosofia, io sono d'accordo, anche io sono montefoschiano o cose del genere ma poi anche aggiungono implicitamente o anche esplicitamente: "ma che c'entra la filosofia con al realtà?!" o anche "questa è la filosofia e siamo d'accordo ma la realtà è tutta un'altra cosa." Come dire: rivoluzionari part-time ovvero a tempo perso giusto per farsi qualche discussione con gli amici dopodichè conoscono benissimo la ragioneria e si dimenticano al filosofia.

Ecco per Teresina invece non esisteva alcuna soggettività ed è invece proprio questo che Ida Magli gli rimprovera: per Thèrèse il suo pensiero non era solo soggettivo ma proprio oggettivo.

Thèrèse era una epistemologa ma di tipo intuitivo, cioè intuiva ma non è che poi ci creava attorno dei sistemi teorici, un sistema di pensiero ben organizzato.
Thérèse sentiva ma non sapeva mi verrebbe da dire eppure quel sentire era anche un sapere che infatti guidava anche il suo agire.

E invece che dicono gli umani anche i più evoluti, perfino quelli più di buona volontà, al cossiddetta umanità con i piedi per terra ma che invece ci hanno la testa per terra, i cosiddetti  realisti o smaliziati?

"Si, si, di vero è vero, filosoficamente è vero ma SOLO filosoficamente."

Il pensiero e la realtà: eccolo qui il dualismo dello scimpanzè.



Thèrèse Martin, la cicala di Alençon donna del deserto e Dio-Donna

Noi non siamo pacifisti e non lo siamo perchè riteniamo che il male si può risolvere veramente solo alla radice e quindi è nel proseguire il divenire e non fermandolo in una delle sue tante tappe evolutive che si risolve la questione del male, dunque solo alla fine dei tempi perchè la rivoluzione o è rivoluzione permanente oppure non è rivoluzione ma solo foriera di nuovi conflitti futuri.
Non è più il tempo di perseguire il vecchio ideale rinascimentale e umanista dell'armonia: rivoluzione anti-umanista invece e proseguire il cammino infinito nella direzione dell'Oltre Uomo ovvero della nuova e vera umanità copernicana.


Se c'è ancora il male, se c'è il conflitto si vede che ci deve essere come quando si ha la febbre che se si ha la febbre si vede che dobbiamo avere la febbre, che è giusto avere la febbre.
Giusto cioè GIUSTIZIA.
E del resto cosa diceva Jung ai suoi pazienti?

"Non sei tu che devi guarire dalla nevrosi ma al contrario è proprio la nevrosi che ha il potere di guarirti."
(Carl Gustav Jung - già direttore dell'ospedale psichiatrico di Zurigo e poi psicoanalista )

Dal monoteismo dell'antico Egitto a quello ebraico fino al monoteismo trinitario cristiano: il reale è Uno perchè Uno è il Pensiero ma questo Uno è Due: potenza e atto del pensiero pensante ossia Pensiero Vivente quale infinitamente vivente, i due momenti di una unità processuale inseparabile nei suoi singoli momenti discreti, un continuum quindi.

Va da sè quindi che le forme del pensiero, le forme statiche del pensiero si scazzottino tra di loro, non vedo perchè scandalizzarsi e inneggiare al pacifismo e al vecchio ideale armonico e umanista rinascimentale.
Se le forme statiche del pensiero ovvero i pensati non vogliono passare l'intera loro esistenza a guerreggiare tra di loro non hanno che da fare una cosa: prendere distanza dai loro contenuti di pensiero e identificarsi con il Dio, il Pensante, e l'identicità con il Dio è ben altra cosa dalla consustanzialità con il Dio, predicata invece quest'ultima dai vecchi teologi del "figlio unigenito".
La verità è che i figli di Dio, per il Dio sono solo una palla al piede.
Certo che Dio ama i suoi figli, non è che può fare a meno di amarli dato che i figli di Dio sono il corpo di Dio dandosi l'evoluzione come evoluzione parallela nel noumenico primariamente per poi manifestarsi secondariamente anche nel fenomenico ma Dio è anche come una casalinga che per colpa dei suoi figli non può sentirsi una donna libera. Li ama, certo che li ama ma se potesse li ammazzerebbe e in certi casi alcune donne non si limitano ala fantasia ma passano dalla fantasia distruttiva anche all'azione distruttiva.

Liberiamo Dio dai suoi figli.
Liberiamo il pensante dai suoi pensati.
Questa è la nuova lotta partigiana.
Viva il movimento di liberazione del pensiero.
Viva Dio abbasso l'Anthropos.

"Essere o non essere questo è il problema" (William Shakespeare, "Amleto", 1609)



Quale era allora il segreto di Thérèse?

Thérèse amava sua madre. Queste sono infafti le ultime parole scritte da Thérèse prima di morire:

"Oh Maria se io fossi la regina del cielo e tu fossi Thèrèse
io vorrei essere Thérèse perchè tu potessi essere la regina del cielo."




Viva la monarchia!
Viva i "beati cittadini del Cielo"
Portare a compimento la rivoluzione copernicana, la rivoluzione anti-umanista portando fino in fondo una critica radicale dell'antroporiferimento.
Altro che pace!
Non ci sarà tregua alcuna invece!

"Il conflitto lo si può risolvere veramente solo alla radice" (Silvia Montefoschi)

E quale è la radice?
La divisione del lavoro
la divisione del lavoro tra uomini e donne
in una parola: l'identificazione ai ruoli maschili e femminili.



Mi sà che continuando così rischio una denuncia per vilipendio del capo dello stato e attentano alle istituzioni repubblicane nate dalla resistenza .

Chissà come finirà questo stranamore!


Differenze e unità processuale



  • Gli animali pensano
  • Gli esseri umani oltre a pensare sanno di pensare
  • La nuova e vera umanità oltre a pensare come gli animali e a sapere di pensare come la vecchia umanità sanno anche di essere il pensiero stesso che in loro si pensa



E' solo una questione di identità, come dire ed è la stessa cosa:

  • Sessualità
  • Comunicazione
  • Nuova percezione (sesto senso)




La morte della filosofia è anche la filosofia oltre la filosofia


"Non è l'anthropos che dice dell'Essere ma è l'Essere stesso che in prima persona manifesta sè stesso nel dire dell'antropos"
(Martin Heidegger)

"Noi ci poniamo su di un piano dove vi è essenzialmente l'Essere e non l'Anthropos."
(Martin Heidegger, "Risposta a 'Lettera sull'umanismo' di Jean-Paul Sartre, 1947)




Una forza gravitazionale di segno opposto alla massa presente nell'universo

Il Soggetto Riflessivo Individuale (SRI), (ma ormai non esiste più una tale soggettività, il cui posto reso vacante è stato preso degli automatismi egoici) si è ritagliato una identità estrapolando sè dalla totalità dell'essere e così afferma: "io sono questo e non sono quest'altro", "Io sono io  e non sono te", magari dando a questo genere di affermazioni una valenza positiva in quanto chiara dimostrazione del suo non essere simbiotico e quindi in grado di gestire una sana relazione.
Noi invece siamo questo e quello ma soprattutto siamo una locomotiva che traina tutto verso il punto omega dove è il grande crogiuolo alchemico dell'amore che tutto consuma e quindi che:

  1. tutto assolve
  2. tutto risolve
  3. tutto dissolve


Tutto risolve in sè infatti
il Grande Amore
Infinitamente Amore:
la relazione che era in principio
che era
che è
e che sempre sarà
la vita alla più alta potenza come non è mai stata nel corso della preistoria dell'Essere.

Purtroppo questo molti non lo capiscono
e non lo capiscono per via dei limiti dell'antroporiferimento
e non conoscono altra storia che la storia umana
ma la vita era già prima della specie umana
e sarà anche dopo
poichè la vita sono i due del Pensiero
che è il pensiero Vivente proprio perchè  infinitamente Pensante

E i Due dell'Uno vero sono proprio la potenza infinita e l'atto infinito di quella unità processuale che è proprio la vita del pensiero quale soggetto duale e non più singolare.

Purtroppo questo molti non lo capiscono
perchè il loro narcisismo di specie
molto più che il solo narcisismo individuale
gli vieta il trapasso dalle filosofie tolemaiche a quelle copernicane.
Non c'è cattiveria nè cattiva volontà
ma più semplicemente è così che funziona la mente:
il cui funzionamento si fonda proprio sull'identità.

Siamo giunti infine dopo 13,7 miliardi di anni al capolinea della storia universale
e si impone un aut aut:
o una ennesima identità ancora storica in una qualsiasi delle sue tante versioni
o il trapasso a una nuova identità puramente relazionale.

Ciò che si impone oggi
in questo ultimo scenario storico
non è più una ennesima rivoluzione politica o economica
ma una rivoluzione antropologica.
Che è come dire che non ci si può più accontentare dell'ordinaria ammistrazione del reale
dove il reale da amministrare sono proprio le vecchie identità umane ancora storiche
sempre in guerra l'un contro le altre per vari motivi
ma il vero motivo è che sono identità ancora storiche.

(da un mio articolo del 2010 aggiornato al 2020)




Note sul concetto di "amore" utilizzato in questo articolo


Oggi non uso più se non raramente il termine amore ma non ho voluto correggere perchè mi sembrava comunque poetica anche se non scientifica: oggi uso il termine "relazione" o "legame". Sigmund Freud considerava l'amore una psicopatologia, uno stato morboso della mente, noi da evoluzionisti preferiamo dire che l'amore appartiene ancora allo "psichismo" e non è un caso che la psicoanalista Silvia Montefoschi ritiene che James Hilmann non insegna bene quando dice che si deve "fare-anima" pena divenire psicopatici ma la biologa e psicoanalista insegna invece che si deve al contrario proprio "abbandonare l'anima" per superare lo psichismo essendo lo spirito invece la vera università della mente umana mentre lo psichismo è ancora un retaggio animale che è rimasto nella vecchia umanità e infatti per quanta buona volontà ci mette la vecchia umanità per superare i suoi limiti,  rimane guerrafondaia per natura. Non si tratta quindi di essere buoni o di divenire buoni: si tratta invece proprio di condurre in porto una vera rivoluzione antropologica di tipo radicale. Che anzi sono proprio i buoni che per poter sentirsi buoni non esiterebbero a fare la guerra magari giusto per poter così meritarsi e infine andare in paradiso di qualsiasi tipo sia questo paradiso: tecnologico, culinario, musicale, lussurioso, artistico, accademico, sportivo o altro. A ognuno il suo paradiso insomma visto che quello che piace a me magari non piace a te e viceversa: tanti infatti sono i paradisi nell'Aldilà ma non è l'Aldilà la nostra meta bensì l'Oltre, la consumazione di ogni pensato e di ogni identità storica a cui i pensati sono correlati. La meta infatti è la conquista di una radicalmente nuova identità puramente relazionale e non più storica.

"Non esiste l’amore per l’umanità, è necessario abbandonare il mondo perché amare l’umanità è ancora un’identità dell’io, è ancora un narcisismo, amare l’umanità è ancora un attributo dell’io, noi non amiamo l’umanità noi ci amiamo con tutti nella vita eterna, ma amiamo la vita eterna che siamo ancora noi, non amiamo una specificità.
Il blocco al salto ha come causa il personalismo."
(Silvia Montefoschi, resoconto di una intervista su "Relazione e evoluzione", 2003)



Note sui concetti di "SRI" e "SSR" utilizzati in questo articolo


Pensare ancora dal punto di vista individuale è ciò che costituisce il Soggetto Riflessivo Individuale (SRI) mentre pensare dal punto di vista universale è ciò che costituisce il Soggetto Super-Riflessivo (SSR).
Il Soggetto tuttavia è solo "Uno" così quando in un determinato momento storico nasce il nuovo SSR, il vecchio SRI non è più soggetto si che in un tale sistema conoscitivo rimane solo l'IO che è incapace di ripensarsi ovvero di prendere distanza da quanto pensa, sì che ripete la sua vecchia identità che ripropone la visione dell'essere separata e la logica della separazione che gli è inerente e la ripropone  fino alla consumazione ovvero fino all'apocalisse finale. 
La verità è che il soggetto ormai è più solo il SSR poichè è solo a questo livello di riflessione che il pensiero continua a pensarsi cioè ad amarsi mentre ai livelli inferiori vige solo la guerra degli "Io" cioè dei "Pensati".


Esperienza primaria e comportamento secondario

Il testo che segue è tratto da un mio articolo pubblicato su facebook nel marzo 2013. Ecco spiegato perchè comincia col voler giustificare perchè io non rispondevo mai ai commenti ai mie articoli dei miei lettori e follower.
In parte è un po' datato in quanto oggi che nel frattempo mi sono ulteriormente evoluto e quindi mi sono chiarito meglio le idee, non mi esprimerei usando la stessa terminologia o lo stesso frasario: per esempio non parlerei più del nuovo soggetto duale come la nuova coppia dato che la coppia è sempre la vecchia coppia ovvero trattasi sempre di due SRI maschile e femminile e non di un'unica persona ma di tipo duale.




Esperienza primaria e comportamento secondario


Innanzitutto preciso che non sono "risposte" poichè è contrario alla visione dell'essere di cui mi sono fatto paladino dare risposte ma semplicemente diciamo che dopo aver letto i commenti lascio che si dica in me quello che vuole dirsi. I lettori attenti dei miei articoli sanno che sono contrario per metodo ad ogni comunicazione orizzontale. Infatti non basta predicare bene, poi occorre anche razzolare bene anche se sono giunto alla conclusione che quel detto lì non è proprio corretto in quanto penso che se si razzola male non è perchè non si mette in pratica la teoria ma più probabilmente perchè nella stessa teoria (la predica) c'è qualcosa che non va e allora bisogna rivedere la teoria, approfondire la visione e precisarla. La tesi da cui parto è che l'esperienza è primaria e che il comportamento è solo secondario e automatico. Per esperienza intendo la visione che ci orienta e ci guida ovvero la teoria elaborata dalla nostra capacità riflessiva. Ecco perchè la psicoanalisi non è una pedagogia: la psicoanalisi non insegna niente ma si limita a trasformare solo l'esperienza e il resto va tutto in automatico.
Questo lungo preambolo è stato necessario poichè molti danno per scontato cose che non lo sono: la nuova logica unitaria del pensiero uno oltre la psicoanalisi non corrisponde affatto al senso comune, la doxa, ma non corrisponde neanche alla filosofia scientifica che altro non è che lo stesso senso comune ad un livello molto ma molto raffinato. Anche se la nuova fisica quantistica rompe con il senso comune o per lo mano fa fatica poi a ripristinarlo ed infatti la fisica quantistica ci è ausiliaria nella elaborazione della nuova teoria logica.




L'interpretazione dell'evoluzione della natura


1. E' chiaro che l'evoluzione rappresenta anche una gerarchia. Quindi ci sono speci superiori ad altre. La specie umana è la specie più evoluta che sia mai esistita ma il processo evolutivo non va mai in vacanza e quindi ha in progetto di creare dio. 
Questo Dio, dal nostro punto di vista ossia di chi scrive, è già nato ed è un umano-coppia e non più un umano-individuo.
Il prototipo di questa super-umanità o nuova umanità come la si preferisce chiamare sono GiovanniSilvia.
GiovanniSilvia si configurano pertanto come un archetipo, l'ultimo archetipo che sia ancora vivente e in grado di orientarci in un ulteriore cammino evolutivo.
Chi ha dei problemi a utilizzare concetti come "specie superiori" e concetti simili che implicano un giudizio di valore sono solo problemi suoi che se li deve risolvere tra sè e sè. Per quanto ci riguarda abbiamo detto che i fenomeni totalitari nascono dalla "proprietà" e quindi è ovvio che se tu ti appropri di quanto in te si pensa allora è ovvio che vivi nella paura di trasformarti in fascista e in nazista.
Chi non si appropria di niente può tranquillamente affermare di essere Dio e non è per niente nè egoriferito nè antroporiferito.

 2. Coloro che fanno di tutta un'erba un fascio e dicono che cani, gatti, pesci e lumache rappresentano evolutivamente lo stesso livello di evoluzione come quella umana dimostrano solo di non aver capito niente dell'evoluzione.
Capire l'evoluzione significa primo, riconoscere alla specie umana di essere la forma più evoluta e punto di partenza di un nuovo cammino.






Libertà e proprietà


3. Un'altra cosa importante è rinunciare al libero arbitrio: non esiste libero arbitrio ma solo l'automaton e la sincronicità. Riconoscere questa forza progettuale come motore dell'evoluzione è il primo passo per rinunciare ad ogni proprietà. E rinunciare alla proprietà dello stesso nostro pensiero che ci attraversa che quindi non è il "nostro" pensiero ma è semplicemente "il pensiero", l'unico pensiero, il dio vivente, è il primo passo per procedere lungo la via del processo progressivo di disappropriazione che coincide con il concetto elaborato dallo psicoanalista Jung di processo di individuazione precisato dalla psicoanalista Silvia Montefoschi in "processo di individuazione universale".
La proprietà quindi è il primo vero e serio ostacolo per il vero uomo e donna di conoscenza.



L'anima e lo spirito


4. L'evoluzione va da un pensiero materiale ad un pensiero psichico fino ad un pensiero spirituale e la psiche quindi cioè l'anima che anima piante e animali non è caratteristica umana bensì ancora animale.
I veri umani non hanno anima ma solo spirito.
Sono solo gli animali che hanno un'anima che appunto li anima.
Chi produce il movimento nei veri umani non è l'anima ossia la psiche ma lo spirito, la riflessione, solo ed esclusivamente l'attività riflessiva.
L'attività riflessiva è quella unica attività in grado di riflettere, trasformare e infine consumare la stessa anima che poi è la psiche, vale a dire emozioni e sentimenti.
La direzione dell'evoluzione pertanto non è quella di un andare verso un anima ma verso una colonizzazione di tutto l'essere da parte dello spirito.
Lo spirito non è un concetto soprannaturale ma più semplicemente è l'attitudine della stessa natura di riflettersi dandosi così nel riflettersi, una nuova forma che a sua volta fa da base per una ulteriore riflessione e così all'infinito.
La proprietà, ossia l'atto di appropriarsi da parte dell'Io del prodotto del lavoro riflessivo è contro l'evoluzione nel senso che costituisce resistenza ad un ulteriore divenire dell'essere.






Spirito è sessualità


Freud aveva ragione a parlare di "dogma della sessualità" per la psicoanalisi in quanto è proprio l'attività sessuale del congiungimento del maschile con il femminile di dio che rappresenta a livello simbolico ovviamente e non puramente concretistico, e in questo aveva ragione Jung, l'attività riflessiva stessa che altro non è che dio stessa che fa l'amore con dio.




La logica come nuova teologia


Ecco perchè diciamo che Giovanni conosceva veramente Dio: Dio infatti è Amore ma in questa visione Riflessione e Amore sono sinonimi. O meglio diciamo che Riflettere è il modo proprio a Dio di fare l'amore.

Onore a Giovanni e onore a Silvia.
Onore a GiovanniSilvia Dio Vivente e prototipo della nuova umanità.
L'archetipo che tutti gli ultimi mutanti orienta.
Noi siamo, come GiovanniSilvia dei pionieri e in quanto pionieri non possiamo conoscere la strada in quanto nessuno prima di noi l'ha percorsa. Siamo come i nuovi Cristoforo Colombo.
Avanti verso la nuova Terra.
Ma per noi questo avanti è uno stare fermi per muoversi solo ed esclusivamente in verticale.
Non si tratta di convincere gli altri: si nasce così, ossia mutanti.
Esistono degli umani che non sono degli umani "come si deve" infatti non sono umani affatto ma il loro vero nome è semmai "mutanti", "ultimi mutanti": essi sono l'embrione di Dio.
Non è una novità che la natura intera nel corso dei tempi universale venga attraversata da mutazioni nate apparentemente dal nulla ma che sono state invece concepite lungo i tempi universali come travaglio della vita unica universale.


Il femminile di Dio nella critica di Jung al monoteismo trinitario cristiano

Nei suoi scritti, il fondatore della Psicologia Analitica Carl Gustav Jung sostiene che nella concezione cristiana del Dio trinitario ci sia uno squilibrio interno a vantaggio dell'elemento maschile sull'elemento femminile.
In conseguenza di ciò Dio deve forzatamente proiettare fuori di sé gli elementi femminili, che egli non è in grado di accogliere in sé come parti di sé.
Jung sostiene perciò che l'immagine trinitaria di Dio sia incompleta e debba essere completata con una quarta persona.
Jung chiama questa persona rimossa l'"umbra trinitatis", l'ombra di questo Dio cristiano. Proprio in questi termini Jung spiega il simbolo dell'Anticristo, che urge per venire alla luce.



Quando apparvero queste tesi un famoso scrittore italiano Alberto Moravia sia era recato in svizzera a Zurigo a intervistare il grande psicoanalista, intervista poi pubblicata il 5 dicembre 1948 in un noto settimanale italiano "L'europeo"con il titolo “The Psychoanalyst Jung Teaches How to Tame the Devil” .

"Sto andando a visitare CG Jung in una delle periferie di Zurigo.
Ecco le lussuose ville della borghesia bancaria e commerciale, circondate da vasti giardini.
Hanno i loro uffici in edifici moderni, austeri e spogli nel centro della città.
Alla ricerca della villa di Jung lungo la via principale, sotto la pioggia battente, mi viene in mente il romanziere americano Scott Fitzgerald, scrittore di un'altra generazione del dopoguerra. In uno dei suoi bellissimi romanzi, descrive alla perfezione l'ambiente psicoanalitico di Zurigo: un milionario americano, molto turbato dallo stato d'animo di sua figlia, la porta a Zurigo in una delle cliniche psichiatriche più famose e costose. Lì si scopre semplicemente che la figlia, all'età di quindici anni, era stata sedotta da quel padre amorevole.
Si innamora del suo medico, che la cura, lo sposa e va a vivere con lui in Riviera...
Ma qui, finalmente, c'è il n. 228 Seestrasse, la strada del lago.
La pioggia sta precipitando sulle foglie gialle del viale alberato, al termine del quale si può vedere l'ingresso di una villa.
Suono il campanello e la segretaria di Jung apre la porta.
In pochi minuti Jung stesso mi introduce nella sala d'aspetto nel suo studio.
Jung è un uomo anziano (ha 74 anni), di corporatura robusta, con un viso forte arrossato dalle fiamme continue di un allegro camino.
Ha i baffi bianchi, gli occhi penetranti e i capelli bianchi, arruffati.
Un uomo di aspetto borghese, vestito con abiti sportivi di lana ruvida, che respira un po 'faticosamente, robusto e con una pipa in mano.
Mi chiede di sedermi su una poltrona, davanti a una lampada luminosa che quasi mi acceca.
Invece, forse perché è l'abitudine di uno psicoanalista, si siede di fronte a me, il suo volto in ombra come se volesse studiarmi senza essere esaminato da solo.
Quindi, con il mio viso illuminato e il suo nell'oscurità, iniziamo la nostra conversazione.
Parliamo in francese, di cui Jung parla fluentemente nonostante un accento tedesco un po 'aspro.
Le prime domande e risposte sono imbarazzanti.
Quindi, senza dubbio perché il suo esame del mio viso gli ha dato un'impressione favorevole, Jung si riscalda e inizia a parlare con maggiore facilità.
Naturalmente la discussione ruota attorno alle sue teorie e libri, che conosco solo superficialmente, e in particolare alla teoria esposta nel suo ultimo libro, Symbolik des Geistes.
A volte divagando, Jung mi spiega alcune delle idee di questo ultimo lavoro e della sua connessione con la teoria che gli ha dato fama.
Nel nuovo libro, la parte più importante apparentemente si concentra su un "tentativo di spiegazione psicologica del dogma della Trinità".
Questo libro ha suscitato molti discorsi in Svizzera, proprio a causa della sua interpretazione della Trinità cristiana.
In breve, secondo Jung, il dogma cristiano rappresenta un simbolo per la psiche collettiva; il Padre simboleggia una fase primitiva; il Figlio una fase intermedia e riflessiva; e lo Spirito una terza fase in cui si ritorna alla fase originale, pur arricchendola attraverso le riflessioni intermedie.
Jung vorrebbe aggiungere a quella Trinità una quarta figura in modo da trasformare il tutto in, per così dire, una Quaternità.
Questa quarta figura è l'antitesi diretta alla funzione chiara e cosciente delle prime tre: avrebbe una funzione oscura e subconscia e rappresenterebbe - secondo Jung - il diavolo.
Per rendere comprensibile questa idea di Quaternità, Jung la collega alla sua ben nota teoria della psicologia dell'inconscio.
Ragiona approssimativamente come segue: Nei tempi antichi il diavolo, cioè l'inconscio, esisteva in relazione diretta con lo spirito o il conscio.
Questa relazione è stata di grande beneficio; il conscio nutriva con la sua luce le ombre dell'inconscio; con la sua positività la negatività dell'inconscio; con la sua razionalità l'istintualità dell'inconscio.
Le antiche religioni erano consapevoli delle relazioni tra conscio e inconscio; e per di più, li hanno incoraggiati.
Il Signore, per esempio, non era solo Dio ma anche il Diavolo.
Tuttavia, a partire dal cristianesimo e in particolare dalla Riforma, l'inconscio, vale a dire il diavolo, è stato sempre più contrastato, soppresso, dimenticato, cancellato.
Con l'orgoglio di Lucifero il Nordic Protestant crede di poter fare a meno del diavolo.
E così, acquisendo forza in proporzione diretta a quell'eccesso di repressione, l'inconscio esplode improvvisamente in modo catastrofico in vari modi diabolici e distruttivi, Jung spiega che così si può capire la tendenza chiaramente demoniaca e suicida della civiltà europea alle soglie della prima guerra mondiale .
A quel tempo il diavolo, cioè l'inconscio, per troppo tempo represso e persino dimenticato, si vendicò spingendo gli uomini a guardare con gioia sensuale la distruzione e la morte.
A questo punto Jung evoca graficamente l'immagine di treni pieni di soldati esuberanti, le locomotive piene di fiori, lasciando Berlino per il fronte nel 1914, e spiega questa gioia all'imminente massacro con la gioia di un'unione finalmente raggiunta con il sangue e la morte, cioè l'inconscio.
Jung propone la stessa spiegazione per la mostruosa e automatica crudeltà dei nazisti durante il secondo. Dice che questa volta ancora una volta la guerra mondiale.
Dice che in questo momento ancora una volta l'assenza di una sana relazione con il diavolo ha dato origine a un'esplosione di furia senza precedenti e distruttiva.
Conclude che è necessario ripristinare quanto prima queste relazioni: e, se necessario, creare precisamente quella Quaternità.
Su questa strana previsione, molto in sintonia con l'atmosfera faustiana, lascio Jung.
Fuori continua a piovere. Attraverso la pioggia torno a Zurigo."
 



Più recentemente una psicoanalista italiana Silvia Montefoschi ha ripreso le tesi trinitarie del maestro e pioniere della prima psicoanalisi del novecento e le ha sviluppate con altri esiti.
Tali tesi sono pubblicate in "Il vivente" opera del 1988 e ulteriormente riprese e sviluppate  anche in una seconda opera del 1997 avente per titolo "Il regno del figlio dell'uomo" .
Ma a differenza di Jung, Silvia Montefoschi psicoanalista solo di formazione junghiana ma oltre Jung, ritiene che nella immagine trinitaria del Dio cristiano la componente femminile di Dio sia già compresa in questa stessa trinità e più precisamente nella persona dello Spirito Santo.
Lo Spirito, quale dialettica erotica Madre-Figlia, completa cosi l'altra dialettica, la dialettica spirituale Padre-Figlio.



Non c'è quindi affatto bisogno di evocare una quaternità come invece sosteneva lo stesso Jung, per avere una immagine completa del Dio vero ma è sufficiente consapevolizzarci del valore del "legame" e valorizzare questo "legame" che lega i momenti processuali del discorso come esso stesso una persona dell'unica persona.
Questa persona che "lega" è proprio l'aspetto femminile del Dio, il Dio nascosto, il suo aspetto ancora in ombra e in ombra perchè non riconosciuto totalmente ossia come persona essa stessa.
Il legame infatti è proprio una persona.
Eros è persona proprio come logos che anch'esso è persona e non pura astrazione.
Logos e Eros sono la stessa unica persona: una valorizzata e in luce mentre l'altra è svalorizzata e quindi in ombra.
La prima portatrice di ordine mentre la seconda ritenuta portatrice di disordine, caos e anarchia.
Il fatto è che Dio e il Diavolo sono due aspetti di un'unica persona: questa è la verità.
In questo senso la psicoanalisi si che è cura ma è cura della teologia: è essa stessa la nuova teologia.

«Una donna che chiedesse la parità nella Chiesa potrebbe essere paragonata a un nero che chiedesse la parità nel Ku Klux Klan»
(Mary Daly, "La Chiesa e il secondo sesso", 1975)



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Due tipologie di umani ma non sono più i fascisti e gli antifascisti: lo scenario storico è cambiato

Presso le primitive comunità cristiane più di orientamento gnostico si usava suddividere l'intera umanità in tre tipologie:


  1. materialisti
  2. psichici (detti anche "animici")
  3. spirituali (detti anche "pneumatici")

Io oggi invece mi rendo sempre più conto che gli spirituali non esistono affatto o meglio esistono ma esistono come un impasto anch'essi di psichismo e materialismo e non perchè hanno un corpo e una emotività ancora legata troppo al corpo e non invece legata allo spirito ma perchè pur avendo raggiunto il livello dello spirito sono rimasti tolemaici e non sono approdati alla rivoluzione copernicana.

E' tutto quì, me ne rendo sempre più conto: lo spartiacque oggi è Tolomeo e Copernico ovvero per chiarirci meglio, tra coloro che pur essendo si evoluti più di altri sono comunque rimasti antroporiferiti e altri (spero che ci siano e me tra questi ma sicuramente almeno GiovanniSilvia sono i primi tra questi) che invece hanno saputo condurre o conducono tutt'ora una critica di tipo radicale dell'antroporiferimento.

Non mi parlate più quindi di rossi e neri perchè tanto per me oggi sono tutti fascisti, e non li sto accusando di cattiveria ma perchè è così che funziona il pensiero e non c'è niente d fare: se si è antroporiferiti si è fascisti volenti o nolenti.
Sicuramente tra questi fascisti, a mio parere tra i fascisti rossi, ci sono persone più di buona volontà (ricordiamoci che magari non Lenin ma sicuramente Stalin era un ex seminarista destinato a diventare un prete ortodosso e non lo Zar Rosso di tutte le Russie, gli stessi i capi delle BR venivano dall'azione cattolica per non parlare del massimo teorico dell'autonomia operaia che era addirittura un dirigente dell'azione cattolica e infatti nel tempo è stato coniato anche il termine di "cattocomunista": trattasi quindi del vecchio comandamento dell'amore del prossimo e in fondo il comunismo ateo altro non è che una versione laica del cristianesimo e non c'è da meravigliarsi dato che il cristianesimo è la religione e la filosofia insuperabile almeno da duemila anni a questa parte, il pensiero più evoluto e più lontano dalle origini scimmiesche dell'animale-umano e infatti Benedetto Croce ne ha scritto addirittura un libro dal titolo significativo "Perchè non possiamo non dirci cristiani" per non parlare del teologo cattolico Karl Ranher che ha elaborato il concetto di "cristiani anonimi" includendo così anche gli atei tra i cristiani.

In termini psicoanalitici potremmo dire che è tutta colpa o meglio causata dalla via crucis e dal conseguente archetipo dell'eroe ovvero l'archetipo del salvatore, del redentore.

Ma poi c'è stata anche la via lucis grazie al redentore del redentore (Giovanni evangelista l'ebreo -greco con la sua dottrina dell'incarnazione del logos che era in principio) che ci ha salvato infine dal vecchio archetipo anacronistico dell'eroe per cui oggi per la prima volta nella storia non c'è più bisogno di eroi ovvero di agnelli e capri espiatori che si immolino perchè si dia comunque un ordine sociale senza il quale la vita non può nè darsi nè proseguire.

Progressismo e evoluzionismo non sono sinonimi


Chiariamoci a scanso di equivoci: noi non siamo in nessun modo progressisti.
La storia avanza fortunatamente e avanza non come progresso ma come evoluzione, non solo orizzontalmente ma anche verticalmente, così oggi con la psicoanalisi anche il cristianesimo è stato superato e con il cristianesimo anche il comunismo quindi, dato che sono al stessa cosa in ultima analisi.

Costoro quindi vorrebbero superare l'antroporiferimento ma non ci riescono, non ci riescono o non possono, e non servono le buone intenzioni ma ci vuole proprio la scienza: il corpo pesa, non solo il corpo materiale ma anche il corpo psichico e anche il corpo dei pensati pesano e quindi non possono correre proprio come persone obese.

In cosa consiste quindi l''esodo?
Consiste proprio nel superare l'antroporiferimento.
E come si fa a superare l'antroporiferimento?
Conducendo fino in fondo una critica radicale dell'antroporiferimento in modo da non farsi più abbindolare dalle varie versioni di antroporiferimento che circolano sul pianeta terra. 

Perchè parlo di fascisti rossi e neri?
Perchè la dialettica servo-padrone è proprio questo il fascismo sia che si faccia il servo che il padrone ma il servo anche se sta male sta al gioco e sta al gioco non per cattiveria ma per ignoranza ma non perchè non ha fatto l'università ma perchè certe cose, la lotta di liberazione solo la psicoanalisi può insegnarla: la rivoluzione e intendo l'ultima rivoluzione (e non certamente i singoli moti di ribellioni  che lasciano il tempo che trovano come i bisticci tra moglie e marito, per il resto se la vedano tra di loro i fascisti rossi e neri) non consiste nel prendere il potere ma proprio nella linea di fuga.

Chi ben inizia è già a metà strada


Ma come si fa a fuggire dal mondo?
Ossia dalla dialettica servo-padrone, l'interdipendenza universale?
Si può, si può, step by step e chi ben inizia è già a metà strada: non siamo noi a fare la rivoluzione ma è l'Automaton, noi possiamo soltanto liberare la strada dalle resistenze a quel buldozer che è l'Automaton che poi è il Principio di Sincronicità. Pensare di essere noi a fare la rivoluzione è roba da megalomani: la rivoluzione si fa da sè e malgrado ciò siamo noi gli artefici. Dio infatti, il vero Dio non è il Trascendente ma è il Trascendente-Immanente. Il Trascendente lo lasciamo a chi ha bisogno di un'autorità, una guida esterna che lo orienti in ciò che è bene e ciò che è male visto che ci tiene così tanto al dualismo bene-male. Insomma se non può vivere senza i concetti di bene e male fa bene a cercarsi una autorità che gli dica ciò che è bene e ciò che è male. Il male non esiste ma tutto è Uno e quindi neanche il bene esiste: noi ci limitiamo a praticare una ermeneutica dell'automaton e sembrerebbe che proprio questo ci preserva dall'imperialismo del significato.

"Si nasce mutanti ma non è sufficiente, poi è necessario anche lavorare alla mutazione"
(Silvia Montefoschi)



Sarà solo un attimo e poi THE END.

E sarà un nuovo inizio oltre la preistoria dell'Essere.

Non crediamo più alle favole ragionevoli del mondo: la loro ragionevolezza è la ragionevolezza dell'uomo preistorico. Non hanno affatto la testa sulle spalle ma per terra.
Non facciamo abbindolare dai paroloni e dai titoli universitari: il FUHRER non sono i capi di stato ma l'uomo e la donna che erano in principio, che sono e che sempre saranno. 

Nella misura che il processo rivoluzionario avanzerà, la vita dei rivoluzionari non diventerà sempre più facile ma al contrario diventerà sempre più difficile, sempre più difficile, sempre più difficile sempre più difficile fino al momento in cui si raggiungerà un punto critico e sarà il THE END. Forse che la navicella degli astronauti nel fuggire la forza gravitazionale del pianeta terra non si scalda fino ad arroventarsi per l'attrito con l'atmosfera mettendo a repentaglio la vita degli stessi astronauti?! D'altronde prima o dopo occorre fare i conti con quella che è una delle quattro forze universali: la forza gravitazionale.

Finito e infinito


L'alternativa non è capitalismo o comunismo. Quella era l'alternativa nell'ottocento e nel novecento ma Paganini non ripete si sà e come un professore aristocratico che non ripete la lezione per i somari  oggi l'astuzia della storia ovvero la volpe, con l'inizio del terzo millennio la nuova alternativa ceh ci propone è più solo un'altra: finito o infinito.

Ecco perchè dico che avremo di fronte una vita sempre più difficile:

"Il finito proprio perchè finito non può finire mai ma può solo scomparire
tuttavia quando scompare
scompare in assoluto per non più ritornare"
(Silvia Montefoschi)

Riasumendo:

  • intrapredenre la via dell'esodo
  • superare l'antroporiferimento 
  • non illudersi con false speranze ma abbandonare ogni speranza: il finito non può finire mai. Da questa prigione non si può in alcun modo scappare ma semplicemente un bel giorno senza che si debba scappare la prigione scompare. Immaginatevi un galeotto condannato all'ergastolo murato vivo e un bel giorno non è che arriva un secondino che gli dice: sei libero ma semplicemnte scompare prigione e secondino, tutto scompare perchè la verità è che fuori non c'è niente e perfino la prigione è solo un transfert, ovvero non è fatta di mattoni ma di pensiero. Ma questo solo la psicoanalisi può insegnarlo e non certamente il Das Kapital e nememno i Grundisse. Questa però non è una apologia della passività o della rassegnazione: quel che si può fare per rendere la galera meno dolorosa si deve fare, non si deve essere dei masochisti,  ma evitare per quanto possibile la sofferenza e il dolore senza abbracciare in nessun modo le varie versioni di filosofie antroporiferite, roba per umanità d'altri tempi. Dopo l'avvento di Freud, Jung e Silvia Montefoschi non si torna indietro: ormai sappiamo e la psicoanalisi ci ha vaccinato da ogni versione di filosofie antroporiferite.  
Eh sì occorrerebbe aggiornare certi inni ai tempi attuali, un inno alla scienza, alla scienza delle rivoluzione, la scienza della psicoanalisi quale scienza suprema della relazione, scienza dell'uno-duale cantata dai combattenti rivoluzionari, i militanti della scienza psicoanalitica, non solo terrestri beninteso ma anche extraterrestri che pertanto non può essere internazionale ma più che galattica abbracciando tutte le galassie essendo "tante le dimore del Padre mio" dove il padre, il Logos è il Pensiero Uno, il Pensiero Vivente che non è solo padre ma anche potenza infinita del pensiero oltre che atto infinito del pensiero.


Viva quindi il REGNO ma il REGNO (specificamente) UMANO beninteso e quindi non del cristo in croce ma del solo Cristo risorto, risorto quindi ovvero liberatosi dall'archetipo dell'eroe perchè quando si vuole liberare tutti, poi proprio i tutti sono quelli che ti ammazzano e ti rendono difficile la vita inneggiando a  Barabba.
Viva dunque i "beati cittadini del cielo" nostri amici che lottano insieme a noi.
Non è che l'inizio, continuiamo la lotta.


Una sola parola d'ordine: FUORI DALL'EGITTO!

Viva il popolo certo ma il POPOLO DELL'ESODO.

Ecco in cosa consiste la vera messa e la vera eucarestia:
nella pratica quotidiana e radicale  di un nomadismo.
Mai piantare le tende: viva la lunga marcia.

"Siamo nati in questo mondo ma non apparteniamo a  questo mondo."
 (vangelo del rabbino eterodosso Ieshuà  e di sua madre la rabbina Myriam)


"Noi non siamo esseri umani che vivono una esperienza spirituale,
noi siamo esseri spirituali che vivono una esperienza umana."

 (Teilhard de Chardin - teologo e specialista in scienze della natura)


Riferimenti e ulteriore documentazione 

Esiste veramente la solitudine?


Consigli per il periodo di quarantena e altri pensieri

"Chiama amici e familiari per sentire una voce amica. Fai videochiamate per sentire i tuoi cari vicino a te quando non siete insieme."
Questo è il consiglio del ministero della salute ai cittadini ma si sà che i governi e loro vari ministeri hanno come problema principale da risolvere sempre quello primariamente dell'ordine pubblico, dunque da questo punto di vista è comprensibile e non è criticabile. Anche l'ordine pubblico infatti è una tecnica come altre tecniche ma non certamente scienza e del resto anche la tecnica di come mantenere l'ordine pubblico ha servito al vita perchè non finisse prima di avere raggiunto il traguardo: la gente in fondo perchè fa i figli prima di morire? C'è ne sono volute tante  ma proprio tante di generazioni prima di conquistare infine la vita eterna.




Consiglio che va benissimo, niente da dire per carità,  e certamente per molti sarà utile ma non può valere per me e per chi come me prepara...l'insurrezione? No, non l'insurrezione ma la scomparsa definitiva del SRI (soggetto riflessivo individuale).
Per correttezza e rigore di linguaggio andrebbe detto che oggi dopo l'evento del 1987 (la nascita del SSR) non esiste più il SRI ma più solo l'ex-SRI che non è in alcun modo più un soggetto ma più solo una traccia mnestica di ciò che è stato il SRI e che non è più: praticamente oggi l'ex-SRI vive di rendita di ciò che il SRI ha pensato lungo i tempi storici ma oggi non pensa più perchè il pensiero, il pensiero vero non c'è più nell'uni-verso essendo già migrato in un Oltre l'universo ed essendo trapassato dal pensarsi al sentirsi.

Quindi un tale consiglio va benissimo per coloro che non sono destinati a intraprendere l'esodo perchè certamente mitigherà, o per lo meno glielo auguro dato che non auguro a nessuno sofferenza nè a me ne a nessuno per cui se si riesce a trovare il modo di non soffrire o soffrire di meno tanto meglio dato che la sofferenza non è lavoro ma per quanto mi riguarda se io dessi retta a quei consigli sentirei sicuramente la voce della mia amica TM che mi direbbe: 


"Va bhè guarda se ti piace così tanto il mondo stattene nel mondo ma a me non mi cercare più. Ma scherziamo davvero?! Aho! Ma per chi mi hai preso?! E' vero che io sono una cicala, la cicala di Alençon come tu mi hai soprannominata giustamente, ma proprio perchè sono cicala, che fa sì che io sia  anche una vera operaia degli ultimi tempi."

Teresina era una monaca di clausura e tantè non gli bastava e un giorno scrisse che avrebbe desiderato tanto un monastero con lei sola come abitante. 
Lei infatti non era mai sola ma sempre in compagnia dei "beati cittadini del cielo" come lei chiamava quelli della sua compagnia. 
Lei voleva frequentare solo loro poichè si trovava bene con loro.
In effetti lei racconta che a quindici anni desiderava tanti rinchiudersi in un monastero di clausura e per riuscirsi intraprese un viaggio fino a Roma dal nord della Francia dove abitava per chiedere il permesso al Papa Leone XIII ma una volta che riuscì ad entrarvi nel monastero di Lisieux immediatamente le venne il desiderio di uscirne e se vi rimase a mio parere è soprattutto perchè vi era una monaca, la fondatrice di quel monastero al secolo Claire Bertrand che riconobbe come una sua simile.
In effetti io mi sono meravigliato non poco quando la chiesa cattolica romana ha fatto santi i genitori di TM e non la fondatrice del monastero carmelitano di Lisieux.
Claire Bertrand  partita giovanissima con alcune sue amiche nel 1838 dalla città di  Poitier sua città natale per recarsi a Lisieux per fondarvi quella casa, quel monastero di donne che avrebbe accolto cinquanta anni dopo nel 1889 la mia amica TM.
Il monastero, il silenzio, non è un luogo ma sono delle persone che anche se parlano è come se facessero silenzio, altre invece anche se fanno silenzio è come se facessero caos, disordine.
Del resto Teresina era una tipa strana fin da bambina: nell'età in cui le bambine giocano con le bambole lei invece con la sua cuginetta Marie Guerin giocava "al gioco dell'eremita".
Per usare la tipologia dello psicoanalista Carl Gustav Jung sono giunto alla conclusione che era del tipo "intuitivo" e infatti non è un caso che il filosofo evoluzionista Henri Bergson la definì "la perfetta eroina bergsoniana".


La cella della mia amica



ESSE EST PERCIPI


Oh amica amica
cerco solo te amica
solo te io cerco
come potrei vivere senza di te?!

Come potrei?!
Tu sei la vita
e voglio giocare con te anche io al gioco dell'eremita
tutte e due in silenzio
non mi interessa parlare con te
non ho niente da dirti 
niente da comunicarti
a me basta percepirti
percepire la tua vicinanza
ma se puoi Teresina 
stammi ancora più vicino

Lo so lo so tu mi sei già vicina
e sta a me avvicinarmi a te
abbandonando il mondo al suo destino autodistruttivo

Lo so Teresina
è proprio questa la direzione

Che fortuna amica
averti infine incontrato
Ma come ho fatto a vivere prima senza te?
Come ho fatto?
E' inconcepibile una vita senza te
dunque tu stavi già con me fin dalla mia nascita 
ma io non lo sapevo

Non ti lascerò mai 
mai mai
Amica amica
che sei la vita
non esiste la vita
amica
la vita sei tu amica
solo tu sei la vita
e non c'è vita senza di te

Nel mondo si dice che le donne producono la vita
no Teresina
le donne non producono la vita
non producono affatto la vita
questo è solo un luogo comune
un luogo comune che va per la maggiore
un pensato non più ripensato dal pensante
come tanti altri pensati non più ripensati
e pertanto divenuti pre-giudizio
ma la verità amica
la verità è che
la donna è la vita
e non ha bisogno di produrre la vita
è lei la vita.

Anima 
anima mia
fermo al mio posto di combattimento fino alla morte.
Per te questo e altro.





RIFERIMENTI E ULTERIORE DOCUMENTAZIONE