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Il nominante e il nominato nella logica dell'uno

SOMMARIO: La nuova parola: il nominante e il nominato nella logica dell'uno della nuova e vera umanità super-riflessiva

 (Solo questo titolo è del redattore mentre il testo che segue è di Silvia Montefoschi)


"Nasce così
la nuova parola
la parola del nuovo soggetto umano
il quale
nel nominare
la parola precedente
come quella che separa
arbitrariamente
il nominante dal nominato
svela la logica dell'Uno
tutt'uno
con l'Uno
che arriva infine
sempre nel nuovo uomo
a nominare
soltanto sé
nel dire di se stesso
in sé
"è ciò che é"
(Silvia Montefoschi, "Il bacio di Dio", 2000)

Commentario 


"[...] che separa arbitrariamente il nominante dal nominato [...]








Oltre la comunicazione 


Commentario

"[...] questa visione resta per lui un fatto solo soggettivo.
 Sicchè [proprio perchè solo soggettivo] egli deve comunicarla [...]" 

(Silvia Montefoschi)

  • evento Big Bang
  • reazione termonucleare
  • sintesi molecolare
  • sessualità
  • comunicazione
  • nuova percezione (il nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente)






Ciò che è

"Ciò che è è l'esserci della presenza al cospetto d'altra presenza quale è infinito della vita."
(Silvia Montefoschi, "L'ultimo tratto di percorso del Pensiero Uno", 2006)


Commentario 


Prima (la preistoria dell'Essere):

-  l'essere tratta sè fuori di sè come altro da sè.


Dopo (l'Essere vero):

- l'essere tratta sè come altro da sè ma non più fuori di sè.




"Trattare senza trattare tutto ciò che ancora tratta e fino a che tratta."
(Silvia Montefoschi)

Una rivoluzione puramente identitaria

Il rischio è di confondersi
e di non saper più di cosa si sta parlando
intrecciando nel nostro parlare le precedenti rivoluzioni
economiche, politiche, religiose
con l'ultima rivoluzione
che invece è solo biologica 
quindi ancora più radicale questo si
ma in che senso biologica?


L'ultima rivoluzione,
la Rivoluzione Logica
è una rivoluzione puramente identitaria:
il "ci sono" ,
il "ci siamo"
quale esserci della Relazione come pura Presenza oltre ogni storia
una nuova forma vivente insomma
un nuovo modo di sentire più che di pensare
la nuova vita oltre l'anthropos.
Basta con le bagatelle della Terra insomma!


L'ultima rivoluzione
perchè è così che va chiamata 
perchè questa sì che è una vera rivoluzione
non è altro che la nuova percezione:

"E infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi" (Silvia Montefoschi)

Più chiaro di così non ci si poteva esprimere!

Si tratta dunque dell'ultimo trapasso
il trapasso dell'unico individuo 
che è il Pensiero Vivente 
ovvero la Relazione che era in Principio
il quale pur essendo UNO è sempre stato Due
quale Pensante e quale Pensato
che non poteva sapere in nessun modo dell'Altro se non come un suo pensato
e non per cattiveria o cattiva volontà
ma per via della Preistoria dell'Essere
che è terminata solo
con la nascita di GiovanniSilvia gli identici in quanto entrambi pensanti
i quali proprio perchè pensati non si pensano ma si sentono

E proprio in questo consiste
dopo il vecchio trapasso dalla sessualità alla comunicazione
adesso il nuovo trapasso
dalla comunicazione alla pura presenza
ovvero dal pensarsi al sentirsi.

E mentre alcuni anacronisticamente
credendo di essere ancora nell'ottocento 
ripetono fino alla nausea le ormai vecchie litanie
inneggiando al superamento del capitalismo
noi ci facciamo sempre più consapevoli 
che invece è proprio l'antropos che va superato.
Come?
Portando a compimento una critica radicale dell'antroporiferimento.

Il comunismo?
Troppo poco
poteva andare bene per gli uomini dell'ottocento
oggi vogliamo la vita eterna.

Non ci interessa l'uguaglianza
ma l'identicità.

Ma come si fa?
Non si fa
è questione di DNA
rivoluzionari non si diventa 
si nasce.

Chi glielo ha detto alle generazioni precedenti di accumulare conoscenza?!
Era prevedibile che
produci conoscenza oggi
produci conoscenza domani
continuando di questo passo
sia pur con piccole modifiche del DNA
prima o dopo
doveva pur nascere una nuova forma vivente
una forma vivente che con il vecchio mondo non centra proprio nulla.

Mi diceva Silvia Montefoschi in uno dei tanti incontri psicoanalitici
a Genova, Milano o Sarzana
dato che io la seguivo dappertutto:

"Ma io non centro nulla con questo mondo
io non ci voglio stare in questo mondo.
Non significa più niente per me essere in questo mondo."

Fuori dall'Egitto schiavista dunque
a noi le favole non c'è le raccontano più
noi sappiamo che il programma rivoluzionario 
oggi e solo oggi beninteso
si sintetizza con una sola parola:

ESODO!







Archivio di documentazione per la pubblicazione dell'opus magnum


Documentazione






Il progetto


Alla ricerca delle radici dell'uno
- il mistero degli eterni amanti -

vol. 1  Storia e Relazione
vol. 2  Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni




NOTE: "La storia vera di Thérèse Martin" sarà solo un capitolo integrato a "Storia e Relazione" dal titolo "La cicala di Alençon - Gli ultimi 18 mesi di Thérèse Martin"
La stessa cosa vale anche per: "Innamorato dalla nascita" che ha come sottotitolo "La storia vera di un alpinista alla conquista di una nuova identità puramente relazionale" che anch'essa sarà un capitolo di "Storia e Relazione", una sorta di presentazione dell'autore in quanto consisterebbe in una sorta di autobiografia psicoanalitica.
Perchè il titolo "Innamorato dalla nascita"?
Così come Silvia Montefoschi è stata soprannominata "La figlia di Hegel" dall'inconscio universale nel suo linguaggio onirico, a me invece sempre l'inconscio universale mi ha soprannominato "Innamorato dalla nascita".

Sul nulla di giornate vuote

"[...] la fattività ormai senza senso del sistema uomo [...] come non ci deve angosciare altresì il nulla di giornate vuote, che non dobbiamo riempire con il fare, ma soltanto con il percepire al nostro cospetto il pensiero dell'altro, impegnato nello stesso nostro lavoro di sempre maggiore distacco, sia dal pieno senza senso, sia dal vuoto senza rimedio."

(Silvia Montefoschi, 2002)


Infine oltre il tempo, oltre lo spazio, oltre la materia

"[...] distanza che dobbiamo costantemente mantenere dalla 'fattività', pena ricadere nell'assenza della presenza a noi stessi, ovvero nella dimenticanza di noi facendoci tutt'uno con il fare.

Grande fatica questa, perchè è proprio il perderci nella 'fattività' che nel 'farci passare il tempo' (come suol dirsi) ci allevia dalla dolorosa sensazione del tempo finito che sembra non passare mai.
Sensazione che ci viene proprio dalla discontinuità con il quale funziona il sistema sensoriale; discontinuità a sua volta conseguente al pensarsi del pensiero nella successione dei pensati, intervallati da quell'attimo di assenza  del pensiero stesso a se stesso in cui esso, il pensiero si intende, vede sè nel pensato.

Cosa questa che crea il tempo, lo spazio, la materia."

(Silvia Montefoschi, 2002)



Questa canzone sembra contraddire anche se solo in parte la precedente canzone ma non è così





Diceva la mia amica del cuore, la mistica cattolica Thérèse Martin ormai rassegnatasi fin dall'infanzia dopo la morte di sua madre Zelie Guerin che l'aveva fatta precipitare in una psicosi che la lasciò a lungo nevrotica per poi rialzarsi e procedere in "una corsa da gigante che terminò solo con la sua morte (TM, "Manoscritti autobiografici", 1895-1897).


"La vita è una continua separazione" (TM, "Manoscritti autobiografici", 1895-1897)


No, amica, non separazione ma  "distinzione",
distinzione e non separazione: distinzione.
Ed è proprio la distinzione che invece unisce anzichè dividere.

Cara amica ormai io e te siamo vaccinati grazie all'immane  lavoro svolto in questi duemila anni da GiovanniSilvia e nessuno ci può più raccontare la favola romantica dell'Uno, dato che noi sappiamo che l'uno vero è solo l'Uno-Duale.
Ha fatto bene il grande Giovanni a smettere di inneggiare all'amore: la relazione è più dell'amore, molto  di più e io infatti non ti chiamo amore, non ti ho mai chiamato amore ma amica, mi viene più naturale e poi mi eccita molto ma molto di più.

Amica amica amica.
Quando ti chiamo amica
è come stare con un uomo
pur sapendo che invece sei una donna
ma è come stare con un uomo
anzi di più
perchè tu non annoi
bla bla bla
e bla bla bla
no, tu non annoi mai

comunque tu sia
tu non mi annoi mai
mai mai mai.

(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni", 1a ediz. 2010)