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Cattivi maestri vogliosi (bisognosi) di pecore e psicoanalisti

Zarathustra un giorno radunò i suoi discepoli e così parlò loro:

"Io adesso mi allontanerò da voi.
Mi allontanerò da voi ma non vi abbandonerò.

Voi infatti trovaste me per il solo motivo che non trovaste voi
ecco perchè vale così poco la fede di tutti i credenti
la cui fede poggia su piedi di argilla.

Mi allontanerò da voi ordunque
perchè voi trovaste me solo perchè non trovaste voi
e solo quando voi vi ritroverete io ritornerò a voi
e vi amerò di nuovo amore."

Così parlò Zarathustra il profeta iraniano
Zarathustra il genio del cuore
che "fa ammutolire ogni voce troppo sonora"
il genio del cuore dal cui contatto ciascuno se ne va magari più fragile
ma anche più ricco di desideri
che ancora devono ricevere un nome.


(Brani ispirati e tratti da "Così parlò Zarathustra" e "Al di là del bene e del male" di Friedrich Nietzsche rivisitati e riadattati da Andrea Morelli)




Un ossimoro: il concetto di spontaneità riflessiva



Il sogno dell'evoluzione

L'evoluzione è un sogno e infatti parliamo anche di risveglio intendendo il risveglio proprio dla sogno dell'evoluzione.
A cosa è dovuto questo sogno?
E' causato dalla separazione tra i due livelli del reale in cui si svolge ciò che noi abbiamo denominato "evoluzionismo parallelo" nel noumenico e nel fenomenico.

Due tipologie di sindromi narcisistiche: narcisismo individuale  e narcisismo collettivo

A livello della storia evolutiva dell'anthropos tale separazione è dovuta proprio all'antroporiferimento che è un narcisismo che invece di essere un narcisismo della tipologia individuale è un narcisismo collettivo ovvero un narcisismo di specie.
Tale narcisismo collettivo produce proprio a livello di specie della nebbia impedendo di vedere chiaramente e inducendo il pensatore antroporiferito in errori di prospettiva.
Abbiamo ritenuto che tale narcisismo per quanto riguarda l'impostazione ontologica conduca naturalmente a un punto di vista ancora tolemaico auspicando quindi una rivoluzione copernicana come superamento di un tale antroporiferimento.

Una terapia universale in tre step by step: il racconto delle tre metamorfosi


"E un giorno la terra diverrà luogo di guarigione" (Friedrich Nietzsche)

Potremmo in conseguenza periodizzare il percorso fatto dall'essere in quel lungo periodo in cui, malgrado le tante mutazioni succedutesi nel corso dell'evoluzione, ha comunque sempre mantenuto invariabilmente questa separazione tra noumenico e fenomenico, in tre step by step:


  1. immediatezza irriflessiva (il cammello costretto a portare su di sè il peso della storia)
  2. mediazione riflessiva (il leone ovvero la critica dei fardelli ma appunto per ciò anche uomo re-attivo o interdipendente per dirla in linguaggio psicoanalitico)
  3. immediatezza riflessiva (il fanciullo o la nuova umanità non più re-attiva ma attiva ovvero il dialogo oltre la dialettica, la nuova umanità dialogica e attiva dopo la vecchia umanità dialettica e re-attiva)

Il dialogo oltre la dialettica e la nuova percezione oltre la comunicazione

Certamente il concetto di "immediatezza riflessiva" può sembrare un ossimoro perchè l'immediatezza proprio perchè immediatezza non può essere anche riflessiva dato che o è una cosa o è l'altra.
Questo modo di pensare è valido per tutto il corso della storia dell'universo dall'atomo fino all'anthropos ma non vale più al termine della storia dell'universo.


Dopo la teoria la parola alla prassi

Lo so è difficile crederci ed è per questo giunti a  questo momento omega dell'evoluzione che solo la prassi cioè l'esperienza ci può venire in aiuto.

Provare per credere!
Più che questo non possiamo dire: ora non si tratta più di credere o non credere, ora è l'esperienza a decidere cosa è vero.

Quest'ultima fase della storia dell'universo infatti non a caso si chiama processo di transumanizzazione. Si chiama così proprio perchè segue ed è altro dal processo di umanizzazione con il suo ideale umanistico rinascimentale di armonia quale farsi umano dell'uomo. Il nuovo e attualissimo processo di transumanizzazione invece non è più un umanismo ma una vera e propria  rivoluzione anti-umanista che non adotta più gli ideali rinascimentali: noi amiamo l'artificio e non la natura proprio perchè solo l'artificio ci può traghettare oltre il finito. Detto in altri termini: per noi il simbolico non è altro dal reale bensì coincide con il reale o per usare il linguaggio proprio alla programmazione neurolinguistica, per noi la mappa del territorio non è altro dal territorio ma coincide con il territorio o ancora per usare il linguaggio dell'epistemologia, per noi il pensiero non è rappresentazione della realtà bensì è creazione della stessa realtà.
Chiaro no?!

Il risveglio dal sogno dell'evoluzione

Il superamento dell'antroporiferimento coincide anche con il risveglio dal sogno dell'evoluzione.
Ci hanno abituato a pensare all'apocalisse come a cataclismi o a una sorta di disastri naturali che falcidierà gran parte dell'umanità ma l'apocalisse, la cui etimologia è "rivelazione", invece è come svegliarsi dopo aver dormito e sognato per anni, secoli e millenni.
Ci si risveglia e si esclama: ma allora la realtà è tutta un'altra cosa! Dunque ho solo sognato!
Ecco cos'è l'apocalisse; la rivelazione di come stanno veramente le cose e non uragani, terremoti, alluvioni universali o quant'altro, anche se a livello emotivo può essere simile ad una catastrofe se non peggio perchè è la fine comunque di un vecchio mondo a cui abbiamo prestato fede come se fosse il mondo reale e non un sogno che stavamo sognando.

Che resterà dopo l'apocalisse?

Resteranno i robot.
Botta e risposta, imput e output. Acting out a gogò insomma.
Robot cioè psicopatici.

Non sarà più nemmeno la vecchia umanità preistorica ovvero i vecchi padroni del significato che praticavano lo schiavismo del significato ma sarà peggio, molto peggio: l'ignoranza assoluta che la vita è solo la vita relazionale.

Resteranno i robot.
Botta e risposta, imput e output. Acting out a gogò insomma.
Robot cioè psicopatici.

In una parola: resteranno solo le tracce mnestiche di ciò che la vita è stata e non è più essendo la vita vera che è solo la vita relazionale emigrata in un oltre  l'uni-verso.
Qui non ci sarà più la vita relazionale ma più solo la vecchia dinamica transfert-controtransfert spinta per di più all'eccesso per cui il nichilismo quale malattia mortale del pensiero celebrerà il suo trionfo finale.

Il soggetto e la maschera

Del resto la psicoanalisi o almeno la psicoanalisi allo stato dell'arte ha dato un nome a quel momento finale in cui il processo di individuazione universale giunge a compimento e allora si darà più solo il processo di autodistruzione del vecchio soggetto riflessivo individuale (SRI) che non sarà più nemmeno soggetto riflessivo individuale in quanto il soggetto in tutto l'universo è sempre stato uno solo per cui se un tale unico soggetto ormai si trova al livello energetico del soggetto super-riflessivo (SSR o nuovo soggetto duale) al livello inferiore invece non c'è più alcun soggetto ma più solo un ego che non riesce più in alcun modo a prendere distanza da sè, distanza dalle istanze egoiche  in cui consiste proprio l'esser soggetti rispetto al  ruolo sociale che si impersona.
Così sarà un carnevale generalizzato e tutti in maschera diranno: "Lei non sa chi sono io!" e via con la terza guerra mondiale più o meno locale. 

I "mutanti" e gli "uomini e donne di buona volontà"

In verità Silvia Montefoschi nei suoi scritti finali sembra in parte ritornare sui suoi passi affermando che oltre ai "mutanti" ci sono comunque o sembrano esserci anche e ancora uomini  e donne di buona volontà.
Può essere che questa osservazione della biologa e psicoanalista  abbia un senso ma noi ci chiediamo dato che comunque l'evoluzione ogni giorno che passa si radicalizza sempre più: fino a quando questi ultimi uomini e donne di buona volontà riusciranno a mantenersi tali dato che lo scenario storico già post-apocalittico spinge sempre più verso un aut-aut?
Può essere che ci siano ancora uomini e donne di buona volontà, può essere ma resta il fatto che chi trascina in senso sempre più radicale lo scenario storico, i muli da soma per intenderci, sono i mutanti per i quali un tale aut-aut si configura come una scelta tra la vita e la morte per cui per loro non si tratta nemmeno di scegliere: loro sono proprio costretti.

Il popolo dell'esodo

Processo di individuazione universale e via della perfezione

Il concetto di "processo di individuazione" non attiene alla teologia e più in generale alla via della religione ma è un concetto proprio della via psicoanalitica, concetto introdotto dallo psichiatra svizzero e poi psicoanalista Carl  Gustav Jung già a suo tempo delfino del padre della psicoanalisi poi grande ribelle al dogma freudiano della libido come sessualità.

Un concetto questo di "individuazione" che Silvia Montefoschi ha precisato e da allora parliamo non più di processo di individuazione ma di "processo di individuazione universale" dove è sottinteso con questa aggiunta che chi si individua non è il singolo individuo ma è invece proprio l'universo intero che trova infine e finalmente la sua vera identità.
Individuo infatti significa indivisibile per cui il vero individuo non può che essere uno solo che poi è quell'intero di cui parlava Hegel a proposito del "risultato" quale risultato finale del processo dialettico beninteso.

"Vero è solo l'intero" (Hegel)

Tuttavia possiamo trovare un suo corrispettivo di "processo individuativo" nella vasta letteratura religiosa nel concetto di "via alla perfezione" declinata anche come "via alla santità". Tanti sono gli autori religiosi che in questi termini ne trattano.

In religione proprio per percorrere una tale via alla perfezione si fanno i voti solenni che non sono richiesti a tutti, non solo ai laici non sono richiesti ma nemmeno a tutti i preti ma sia laici che presbiteri possono entrambi fare i voti solenni.

Verso la via della perfezione

I voti solenni sarebbero tre, una sorta di giuramento di rispettare i voti di obbedienza, povertà e castità.

Ora con queste mie riflessioni intendo soffermarmi in particole sui voti di povertà e castità nei rapporti di questi all'Automaton che sappiamo essere il vero Dio e che chiamiamo anche Necessità mentre altri lo chiamano Divina Provvidenza in ambito teologico o anche Principio di Sincronicità nell'ambito della più mederna fisica quantistica.

Il processo di disappropriazione quale critica radicale della proprietà


Il voto di povertà è in effetti richiesto dalla Necessità in quanto corrisponde proprio al processo di disappropriazione in atto nel processo evolutivo.

Cosa vuole dire che è richiesto?

Vuole dire o così o pomì il che significa che c'è poco da fare i voti trattandosi piuttosto di un Diktat del Dio-Divenire (il Logos) che si tratta quindi di una necessità della vita perchè la vita divenga più vita.

Il fatto è che il Dio-Logos nel mettere in atto il processo di disappropriazione non intende il voto di povertà in termini concretistici ossia non è che non devo appropriarmi di una automobile piuttosto che di un appartamento o di altri beni concreti ma non mi devo nemmeno appropriarmi dei miei talenti così come nemmeno delle mie deficienze poichè tutto appartiene al processo evolutivo ovvero al Pensiero Uno e niente è mio, dunque nemmeno i miei "peccati  mi appartengono se così si vuol chiamare ciò che la nostra coscienza o forse il nostro ego ci dice contraddica quella che riteniamo essere la nostra identità .

Molti, una gran parte dell'umanità si sono spaventati allorchè nel 1848 con il "Manifesto dei comunisti" si attaccava il diritto alla proprietà ma Marx era un moderato rispetto a Dio; Dio è molto ma molto più estremista e neanche della nostre emozioni o sentimenti vuole che ci si appropri e non solo dei beni materiali.
Molti umani con l'attitudine ad appropriarsi ne concluderanno certamente che allora trq Dio è Marx è molto meglio Marx. Marx andava bene per iniziare ma ormai anche Marx va messo in soffitta perchè troppo moderato da questo punto di vista più radicale.

Un genio religioso: di nuovo sull'antinarcisistico processo di disappropriazione 

La mia amica Teresina invece era una vera genialona nel campo religioso e teologico, sicuarmente per usare la tipologia junghiana doveva essere del tipo umano "intuitivo" e quindi non mi meraviglio che il filosofo Henri Bergson l'abbia definita "la perfetta eroina bergsoniana". Ebbene la mia amica aveva notato come alcune religiose sue consorelle  che facevano penitenze su penitenze per espiare i propri peccati erano invece proprio quelle più superbe.
Come si spiega che tutte queste penitenze invece di farle bene spiritualmente al contrario le facevano male?
Si spiega perchè costoro peccavano contro la proprietà ovvero si appropriavano delle proprie mancanze o difetti o peccati per usare un linguaggio chiesastico. Ma la verità è che nulla ci appartiene, di nulla siamo proprietari e perfino le nostre emozioni e perfino i nostri sentimenti non ci appartengono in quanto tutto cio che è, è un prodotto storico, tutto ciò che è, è figlio del tempo. Certamente ne siamo responsabili ma non sono nostre proprietà ma tutto appartiene all'unico processo evolutivo che è anche un processo individuativo quale farsi di un discorso che è nella storia ma che va oltre la storia.
Teresina infatti non faceva alcuna penitenza: un vero genio teologico la  mia amica, non c'è che dire.

L'ultima generazione e il processo di transumanizzazione capolinea della storia del lavoro

La sessualità è già stata superata dall'Anthropos e adesso i mutanti, è invece la comunicazione che  devono superare
E veniamo al voto di castità.
Il voto di castità non è nè un bene nè un male: se a loro piace così, facciano pure così, male certamente non fa ma il concetto che io invece vorrei ribadire è l'anacronismo di una tale voto.
In che senso è anacronistico?
Ricapitoliamo allora brevemente le varie tappe percorse fino a questo oggi dal processo evolutivo, la Necessità:


  1. Reazione termonucleare (atomi)
  2. Sintesi molecolare (molecole)
  3. Sessualità (biosfera)
  4. Comunicazione (Anthropos)
  5. Nuova percezione (il sesto senso, la telepatia) - (la nuova e vera umanità: i fondatori del REGNO e costruttori della CITTA' DI DIO)

L'anacronismo del voto di castità e l'attualità del superamento della comunicazione

Già a una prima osservazione da questo schema appare immediatamente il perchè dell'anacronismo di una tale voto di castità e infatti se prima nel corso del processo di umanizzazione ovvero del farsi umano dell'uomo, si trattava non tanto di conquistare la comunicazione ovvero il simbolico quale atto della mediazione ma piuttosto di stabilizzarlo in quanto già conquistata la comunicazione con i primi uomini fin da quando l'antropos era stanziato in africa orientale, adesso che invece all'ordine del giorno c'è il processo di transumanizzazione ciò che invece urge non è superare la sessualità ma la comunicazione.
A scanso di equivoci che sia ben chiaro che qui non intendiamo riferirsi alla "comunicazione necessaria" ovvero alla "comunicazione per motivi tecnici" che al momento è ancora inevitabile in quanto finalizzata alla riproduzione della stessa vita corporea-materiale  e in questo senso dunque necessaria. Resta il fatto che comunque non tutto il traffico enorme di onde del pensiero ovvero di comunicazioni è necessario.


Uomini e donne senza moglie o marito ma che non si fanno mancare il loro bla bla bla quotidiano

E invece che fanno i preti e le suore e i laici che anch'essi hanno fatto tali voti: fanno che sicuramente sono dei cristiani e delle cristiane veramente santi e sante e noi di questo non dubitiamo affatto a differenza di certa umanità cinica, ma l'altro volto di una tale medaglia di una tale umanità santificata è il bla bla bla  di tanti religiosi e religiose che non smettono di dissipare l'energia finalizzata a portare a compimento al storia del lavoro in uno sterile bla bla bla.


Il valore rivoluzionario del silenzio

Oggi se c'è un valore non è certo l'obbedienza, non è certo la castità, la povertà sicuramente ma nel senso radicale in cui abbiamo detto ma il vero valore oggi è solo IL SILENZIO.

Anche in questo caso penso ala mai amica, la monaca di clausura Thérèse Martin a cui al superiora, la priora del monastero aveva ordinato di iniziare una corrispondenza con due seminaristi al fine di incitarli e seguirli sulla via del sacerdozio. Teresina subito ne fu entusiasta di questa nuova incombenza ma subito riflettendo pensò ai pericoli:

"Il rischio è che io mi creda di fare chissà chè e invece potrebbe risultare solo una dissipazione."

"Dissipazione", un concetto della teoria energetica, questo termine utilizzò questa che io ritengo essere una proto-psicoanalista anche basandomi su come Lei svolgeva il compito affidatole di "maestra delle novizie": un vero genio nel gestire la dinamica transfert-controtransfert che certi psicoanalisti di professione neanche sono in grado di paragonarsi alla sua professionalità.


Il Dio-Necessità: verso il superamento di ogni concezione di libero arbitrio

Inoltre va anche detto che Dio non è il libero arbitrio, il libero arbitrio è una povera illusione della vecchia umanità ma noi che vogliamo obbedire a Dio e che non c'è ne può fregà di meno di essere liberi ritenendo il DIO-NECESSITA' il sommo bene sappiamo anche che non è che siamo liberi di fare o non fare silenzio, non è che siamo liberi di continuare nel nostro bla bla bla o di contenerci nel nostro bla bla bla perchè il silenzio si imporrà prima o dopo essendo un diktat e non una possibile scelta.

Paradossalmente se esistesse il libero arbitrio noi saremmo pessimisti ma sappiamo che fortunatamente non esiste alcun libero arbitrio per cui tutto andrà a  buon fine prima o dopo per cui infine tutti faremo silenzio.
Noi stessi che facciamo fatica a fare silenzio ci tiriamo su di morale pensando che tanto prima o dopo il Dio Vivente che è il Pensiero Vivente ci silenzierà con le buone o anche con le cattive.
Certo sarebbe meglio con le buone ma tutto è bene ciò che serve al bene.

Macchè destra e sinistra: il Partito dei Tecnici e il Partito dei Medici

Vorrei citare una autore che non ha niente da spartire con la chiesa essendo di un'altra parrocchia molto vicino all'Automia Operaia la quale se ha un merito è certamente quello di aver preso le distanze dalle ideologie lavoriste della vecchia tradizione socialista ottocentesca e se e vero come noi riteniamo che la storia umana altro non è che la STORIA DELLA TECNICA e la STORIA DELLA MEDICINA a nostro modo di vedere qeusta opzione anti-lavorista significa che tra il PARTITO DEI TECNICI e il PARTITO DEI MEDICI ha optato per il partito dei medici non so però definire quanto in maniera conseguente o invece in maniera contraddittoria se ci sia stato qualche flirt anche con gli ingegneri.
Ebbene questo autore a mio parere inconsapevolmente era di una religiosità che certi preti  e anche suore se la sognano. Purtroppo negli ambienti rivoluzionari ci sono uomini e donne di grande religiosità solo che ne sono inconsapevoli e questa loro inconsapevolezza rischia di farli deviare dalla strada maestra e infatti questo autore purtroppo al termine del suo percorso di vita si è avvicinato ad ambienti ecologisti e ambientalisti insomma voleva salvare il pianeta terra poveraccio. Tuttavia in un suo scritto disse qualcosa di una religiosità che più religiosi non si può essere.

Cos'è che scrisse lo psichiatra e psicoanalista Felix Guattari?

"Siamo di una ottimismo euforico perchè anche se non ci dovessero essere più rivoluzionari la rivoluzione ci sarà comunque."

Certo una frase non è proprio "giovannea" visto che il dogma indiscutibile, irrinunciabile e sul qual e non si può cedere, dogma proprio a Giovanni e alle sue sette comuni giovannee era proprio il dogma dell'incarnazione del Logos e infatti noi non ci esprimeremmo mai come il pensatore francese che chiamava "Desiderio" ciò che noi chiamiamo "Automaton" e che riteniamo essere il vero Dio, noi infatti sappiamo che non esiste alcuna astrazione che può chiamarsi rivoluzione ma sappiamo che la rivoluzione sono proprio i rivoluzionari quali incarnazione del processo rivoluzionario.
Detto questo però aveva ragione in certo senso l'anti-psicoanalista francese in quanto la rivoluzione ci sarà comunque dato che non esiste alcun libero arbitrio e la rivoluzione essendo una necessità del processo stesso per procedere ulteriormente.

Conclusioni

La comunicazione?
Roba da vecchia umanità d'altri tempi.
Non guardiamo gli altri, lasciamo che facciano quello che vogliono: noi obbediamo al diktat del processo evolutivo.
Una sola parola d'ordine: esodo! Esodo!
Nulla da perdere se non le proprie catene e tutto un mondo da guadagnare.

La città! La città!
Cittadini di una nuova città.

La battaglia di Armageddon: progressisti e evoluzionisti

La questione è molto semplice: oggi si fa un gran parlare che non c'è più nè destra nè sinistra ma a mio parere oggi è stata superata la diatriba materialisti e spiritualisti perchè oggi la battaglia di Armageddon si gioca tra progressisti che si credono dei rivoluzionari ma sono invece dei conservatori se non reazionari e evoluzionisti che sono invece i veri rivoluzionari degli ultimi tempi.
I progressisti se vivessero ancora nell'ottocento o anche nei primi del novecento sarebbero certamente loro i veri rivoluzionari ma è lo scenario storico che modificandosi modifica anche le carte in tavola per cui io non li chiamo più rivoluzionari ma vetero-rivoluzionari e anzi auguro loro di timbrare il cartellino e di andare in pensione una buona volta.
Certamente hanno fatto un buon lavoro ma adesso basta, lasciate il campo della rivoluzione agli evoluzionisti.
Basta con i progressisti! Basta!

1769 e 1895

E' dal 1769, dai tempi di Ned Lud  che propagandate la rivoluzione e tutto va sempre peggio.
Viva la medicina e la sua storia; viva la psicoanalisi la scienza suprema della relazione.

In principio era la relazione.
La relazione che era
che è
e che sempre sarà.
La relazione: l'uno e l'altro dell'unico discorso (il Logos).

Qui nessuno dice di sputare sui tecnici perchè anche i tecnici a loro modo sono dei medici ma i medici veri sono neanche i veterinari di cui abbiamo un grande rispetto non foss'altro perchè quando il nostro corpo umano che è ancora animale soffre, è a loro che ci rivolgiamo e ai quali siamo e dobbiamo essere riconoscenti evidentemente malgrado sappiamo che per quanto ci curino prima o dopo, se non oggi sarà domani, dobbiamo comunque morire ma i medici per antonomasia sono proprio gli psicoanalisti e i teologi che lavorano per darci la vita eterna che è la vita degna di una vero essere umano.

C'è chi preferisce la giustizia sociale e noi certamente non siamo contro la giustizia sociale, tutt'altro ma ciò che noi aspiriamo e desideriamo di più e lavoriamo per ottenerla è la vita eterna.

L'uomo, la donna e la vita eterna.

Niente vita eterna fino a che ci sarà la divisone del lavoro tra uomini  e donne che è la vera radice del nichilismo.

Volete continuare con questo vecchio andazzo basato sulla divisione del lavoro ovvero sulla divisione dei ruoli attivo/passivo?
Benissimo e allora scordatevi la vita eterna e piuttosto datevi alla tecnica.
E in effetti prigione per prigione, se non si può avere altro che una prigione tanto vale avere almeno una prigione dorata.
Fatevi furbi e chiedete almeno una prigione dorata visto che di più non potete ottenere da questa vita fondata sulla divisione del lavoro.
Coloro che nutrono uno spirito rivendicativo, uno spirito sindacale più che politico, chiamiamolo così per comprenderci, devono sapere che non ci può essere una prigione dorata per tutti.

«Soffriamo e ci preoccupiamo constatando che i tentativi moderni di collettivizzazione umana, in contrasto con le previsioni della teoria e con la nostra stessa attesa, non conducono che ad un abbassamento e ad un asservimento delle coscienze. Ma quale strada abbiamo sinora seguita per unificarci? Una situazione materiale da difendere. Un nuovo settore industriale da aprire. Migliori condizioni di vita per una categoria sociale o per nazioni sottosviluppate...Ecco i soli e mediocri terreni sui quali abbiamo a tutt'oggi tentato di avvicinarci.»
(Teilhard de Chardin "Il Fenomeno umano")

Volete veramente la prigione dorata?
E allora la via per ottenerla è una sola: la lotta armata ma neanche così la otterrete.
Non ci può essere una prigione dorata per tutti.
e foss'anche sarebbe comunque una prigione sia pur dorata.


Per un nuovo realismo oltre le vecchie utopie d'altri tempi

Vogliamo essere invece realisti?
E allora è meglio puntare sulla vita eterna.

Paradossale a dirsi ma volere una prigione dorata è utopia mentre volere la viat eterna è più realistico.

Vogliamo tutto!
Vogliamo la vita eterna!
Dunque addio alla divisione del lavoro tra uomini e donne: basta con il vecchio apartheid!
Abbattiamo il nuovo Muro di Berlino: quello tra Aldiquà e Aldilà.

Rivoluzionari di tutti i pianeti uniamoci!

Jamas serà vencido!

L'organizzazione dell'eros: l'ecclesia




Il Partito della Rivoluzione e la Città Nuova coincidono e la seconda non è la meta ma il partito e la meta coincidono: la Comune Rivoluzionaria è anche la Città Nuova.

«Rien dans l'univers ne saurait résister à un nombre suffisamment grand d'intelligences groupées et organisées»

«Niente nell'universo potrebbe resistere a un numero sufficientemente grande di intelligenze raggruppate e organizzate.»

(Teilhard de Chardin -  specialista in scienze della natura)

«È più facile che la Terra smetta di girare che l'umanità, presa nel suo insieme, di organizzarsi e di unificarsi.»
(Teilhard de Chardin "L'avvenire dell'Uomo")

«Non bisogna orientarsi in direzione di individui anatomicamente super-cerebralizzati, ma in quella di gruppi super-socializzati, se si vuole intravedere il volto della Super-Umanità.»
(Teilhard de Chardin "Super-Umanità, Super-Cristo, Super-Carità", 1943)

«...nel lontano avvenire si delinea uno stato finale in cui (più ancora delle cellule di un cervello) noi formeremo un unico sistema, ultra-complesso, e, di conseguenza, ultra-accentrato.»
(Teilhard de Chardin "L'avvenire dell'Uomo")

«Continuare a riporre le nostre speranze in un ordine sociale ottenuto con la violenza equivarrebbe semplicemente per noi ad abbandonare ogni probabilità di portare a compimento lo Spirito della Terra»
(Teilhard de Chardin "L'Energia umana")
«Lo spirito è più della vita; ora certi organismi religiosi condannano il malthusianesimo nel dominio della vita, ma lo praticano nel dominio del pensiero»

(Teilhard de Chardin -  specialista in scienze della natura)



«Un giorno o l'altro, dopo l'etere, i venti, le maree, noi capteremo per Dio le energie dell'amore. Allora, per la seconda volta, l'Uomo avrà scoperto il Fuoco.»
(Teilhard de Chardin "L'evoluzione della Castità")

«L'Uomo e la Donna per il figlio - ancora e per molto tempo, sinché la vita terrestre non sarà giunta a maturità. Ma l'uomo e la donna l'uno per l'altro, sempre di più e definitivamente.»
«E alla fine, è il Centro totale stesso che, ben maggiormente del figlio, appare come necessario al consolidamento dell'amore. L'amore è una funzione a tre termini: l'uomo, la donna e Dio.»
(Teilhard de Chardin "Esquisse d'un Univers personnel")

«Le menti "realistiche" possono pur deridere i sognatori che parlano di un'Umanità cementata e bardata non già di brutalità ma d'amore. [...] Questo scetticismo e quelle critiche non potrebbero impedire che la teoria e l'esperienza dell'Energia spirituale siano d'accordo per avvertirci che "siamo giunti ad un punto decisivo dell'evoluzione umana" in cui l'unica via di uscita in avanti si trova nella direzione d'una comune passione e d'una "cospirazione".»
(Teilhard de Chardin, L'energia umana, Nuova Pratiche Editrice, Milano, 1997)

Un gruppo zoologico alla conquista del cielo


«E allora rivolgendomi ai professionisti della psicoanalisi direi questo: fino ad oggi, e per buonissime ragioni, la vostra scienza si è occupata di far percepire all'individuo, nel profondo di sé stesso, impressioni dimenticate, complessi che una volta smascherati ed accettati, svaniscono alla luce del Sole. Tutto ciò va benissimo. Ma una volta compiuto questo lavoro di pulizia e di liquidazione, non è che ce ne sia da fare un altro più costruttivo e quindi più importante? Voglio dire, aiutare il soggetto a decodificare nelle zone ancora poco esplorate e chiarite di se stesso quelle grandi aspirazioni che sono: il senso di irreversibilità, di Cosmicità, il senso della Terra, il senso dell'Umanità. Operazione inversa alla precedente. Psicoanalizzare non per liberare ma per impegnare. Permettere l'introspezione non per dissipare i fantasmi, ma per dare consistenza, direzione e soddisfazione a certi grandi bisogni o chiamate che soffocano dentro di noi (e per le quali noi soffochiamo) se non tradotte e capite. In verità si tratta di una delicata e complicata opera di scoperta poiché in questo campo professore e studente, colui che dirige e chi è diretto, avanzano entrambi a tentoni: lavoro però molto fecondo poiché impegnato a discernere non più ciò che ci lega e ci appesantisce, ma le molle più segrete e più generose del dinamismo psichico che ci anima. Insomma fino ad oggi la psicoanalisi ha mostrato un interesse essenzialmente medico nel trattamento di forze e casi individuali. Al massimo si è occupata, in relazione a gruppi limitati (soprattutto a famiglie)... Non sarebbe venuto il momento per la psicoanalisi, attraverso lo studio in ogni uomo delle sue aspirazioni transindividuali, di impegnarsi nell'elaborazione di un'Energetica (una Psico-Energia) umana proporzionata e ad uso di un gruppo zoologico in via di totalizzazione planetaria?»
(Pierre Teilhard de Chardin L'attivazione dell'Energia umana, 1953)

Io sono te e tu sei me anche se tu sei tu e io sono io

«Dapprima, mi hanno considerato un ottimista o un utopista beato, un sognatore di uno stato d'euforia umana in un qualche futuro. Poi, cosa più grave ancora, si va ripetendo che sono il profeta di un universo che distrugge i valori individuali. In verità, la mia più grande preoccupazione è stata quella di affermare che l'unione fra l'uomo e Dio, fra l'uomo e l'altro uomo, fra l'uomo e il cosmo non annulla mai la differenza. Io mi trovo agli antipodi sia di un "totalitarismo sociale" che porta al termitaio sia di un "panteismo induizzante" che conduce ad una fusione e un'identificazione fra gli esseri.»

(Pierre Teilhard de Chardin)

L'utopia nietzschiana al capolinea della storia della tecnica tutt'uno con il trionfo del nichilismo

"Un giorno la terra diverrà luogo di guarigione" (Friedrich Nietzsche)

Populisti?


Il popolo, 
si il popolo
ma un popolo di medici.



Non si tratta di avere la medicina

ma di essere la medicina



la nuova e vera umanità

ovvero il Pharmakon.

Il popolo dell'esodo
dell'ultimo esodo
non può che essere altro che un popolo di medici. 



Un sogno che indica la direzione oltre la comunicazione




(Silvia Montefoschi, "Il sistema uomo - Catastrofe e rinnovamento", 1985)



E' il testo dove viene teorizzata la psicoanalisi di gruppo accanto a quella duale nella forma di gruppi psicoanalitici evolutivi. Teorizzazioni che poi troveranno attuazione proprio nei gruppi psicoanalitici costituenti il "Laboratorio Ricerche Evolutive Silvia Montefoschi" di Genova a partire dal 1986 e che proseguiranno fino alla nascita del prototipo della nuova e vera umanità GiovanniSilvia il primo esemplare di Persona Duale a cui seguiranno tutti gli altri già nati ma ancora non consapevoli di esserlo e quindi ancora, si con una nuova identità puramente relazionale ma ancora instabile a causa proprio di questo non-sapere della mutazione già avvenuta.





Siccome questo discorso si può prestare ad equivoci lasciamo la parola all'inconscio nel suo linguaggio onirico a dissipare ogni fraintendimento dato che la psicoanalisi di gruppo non è una novità nella storia della psicoanalisi che tradizionalmente fin dalle sue origini è sempre stata sempre e solo duale.


La via che porta alla comunione dei singoli individui consiste nel rivolgere tutti insieme lo sguardo oltre se stessi.



IL SOGNO: "L'umanità è già nell'era successiva a quella che ha raggiunto il massimo sviluppo della tecnica; la superfice della terra è assolutamente vuota, vuota dei prodotti della cultura, e occupata soltanto dalle presenze umane, ma le persone non devono comunicare tra loro in via diretta: devono tutte rivolgere lo sguardo verso un grande sole, un nuovo sole dalla luce intensissima."

(Silvia Montefoschi, "Il sistema uomo - Catastrofe e rinnovamento", 1985, cit. pag.217)


Sogno che così commenta la biologa e medico-psicoanalista:

"L'intero corpo sociale si è rovesciato come un guanto, racchiudendo al suo interno tutta la creazione dell'umanità, e l'occhio umano, fattosi esterno, lo abbraccia nella sua totalità, purchè però i singoli individui evitino il cortocircuito dell'interrelazione diretta, per convogliare la tensione visiva in un'unica sorgente luminosa.
Sembra dunque che la via per raggiungere il grande specchio che riflette le singole coscienze riflessive non sia quella che mette in comunicazione i singoli uomini tra loro, comunicazione in cui ciascuno manterrebbe il suo interesse limitato all'altro nell'immediato e nel particolare.
La via che porta alla comunione dei singoli individui consiste nel rivolgere tutti insieme lo sguardo oltre se stessi."

(Silvia Montefoschi, "Il sistema uomo - Catastrofe e rinnovamento", 1985, cit. pag.217 parte quarta "Verso l'infinito" capitolo "La via")

"Il dialogo infatti è sempre a due, tra chi parla e chi ascolta alternativamente; altrimenti si ha il coro o il silenzio, ma non certo il discorso.
Allora, se è soltanto il rapporto duale l'ambito in cui l'individuo dalla coscienza cristica può ampliare la sfera della sua visione dell'essere, questa coriflessione a due si presenta come un passo obbligato verso la coriflessione di tutte le coscienze."

(Silvia Montefoschi, "Il sistema uomo - Catastrofe e rinnovamento", 1985, cit. pag.224)

L’ultimo Esodo


Il termine “esodo” letteralmente significa uscita e anche se il termine rimanda con l’immaginario alle note vicende antiche e più recenti del “popolo del libro” quì si vuole alludere invece all’uscita intesa anche come fuga dalla prigione e oppressione del mondo inteso quest’ultimo come mondo della logica interdipendente che è la logica della separazione divenuta attualmente e infine insignificante con l’avvento della nuova logica unitaria.

DOMANI A GERUSALEMME! 

TOMORROW IN JERUSALEM!


Oltre la storia verso nuove identità esclusivamente relazionali

“[...] io già da tempo
in cielo
non sono più l’evangelista
come tu
in terra
non sei più la psicoanalista
essere l’evangelista
o la psicoanalista
comporta
portarsi dietro la memoria
del ruolo che si esercita
che è poi tutt’uno
con la memoria
dei contenuti di conoscenza
a cui si riferisce
la propria identità
noi
non abbiamo memoria
di ciò
che un tempo siamo stati
ed è perciò
che io in cielo
non sono più quel Giovanni
come tu in terra
non sei più quella Silvia
non avendo noi
altra identità
se non
tu e io
io e tu
e niente più.”
” Chi siamo Giovanni?
Siamo tu e io
io e tu
e niente più.”
“Dove siamo Giovanni?
Siamo
oltre la terra
e oltre il cielo
la dove
ciò che è
è noi
e infinitamente noi.”

(Brani tratti da Silvia Montefoschi, “L’essere vero – Il pensiero consapevole di sé quale unico esistente”, 1996, cit. pag. 458-459)



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Le tappe fondamentali dell'unico processo di individuazione universale (psicoanalisi universale)


  1. Processo di OMINIZZAZIONE
  2. Processo di UMANIZZAZIONE
  3. Processo di TRANSUMANIZZAZIONE


La storia del lavoro

In questo video, con immagini si illustra la nascita del primo simbolo e primo strumento di lavoro che mediando il rapporto uomo/natura dà inizio alla storia della cultura che coincide con la storia del lavoro.

Biosfera, Noosfera, e poi?

Si chiude un capitolo della storia dell'universo, il capitolo della BIOSFERA e se ne comincia uno nuovo, il capitolo della NOOSFERA.

Oggi 2000 anni dopo la nascita della coscienza cristica anche questo capitolo si chiude grazie alla psicoanalisi che tutti ci traghetta oltre la comunicazione e quindi oltre la specie umana.

Questo ultimissimo capitolo si chiama "processo di transumanizzazione" che segue al "processo di umanizzazione" ormai già terminato.

Si obietterà: ma come è possibile se proprio la psicoanalisi è il luogo dove si parla? Non è stata chiamata la psicoanalisi all'inizio proprio "la cura mediante la parola"?

Non è affatto un paradosso perchè è nella vita cosiddetta normale ovvero nelle relazioni cosiddette normali che si produce parola e se ne produce tanta proprio perchè non la si consuma mentre al contrario in una relazione che voglia dirsi "psicoanalitica" si parla solo per consumare la parola e infatti termina con il silenzio.

Questo silenzio è però la nuova percezione perchè la verità, che l'umanità comune non può accettare perchè anzi gli pare follia un simile modo di pensare, è che fuori non c'è niente, fuori c'è solo il transfert/proiezione e la relazione psicoanalitica è proprio il luogo della consumazione del transfert.



Poi il silenzio



“Sarà solo un istante
e
una luce abbagliante
dissolverà la tenebra
che ancora ottenebra
la nostra mente
e
si udrà la voce
dell’assoluto silenzio
che dice
la fine il fine
l’infinito”

(Silvia Montefoschi, 2009)


La staffetta psicoanalitica oltre  Jung che credeva ancora agli archetipi al plurale


"Jung non si era ancora reso conto che l'unico e vero archetipo era solo l'archetipo della coniunctio. Quelli che lui credeva archetipi erano invece già cose vecchie." 

(Silvia Montefoschi)


1. Reazione termonucleare (la coniunctio praticata presso gli atomi)
2. Sintesi molecolare (la coniunctio praticata presso le molecole)
3. Sessualità (la coniunctio praticata presso gli animali che non possedevano il simbolo)
4. Comunicazione (la coniunctio praticata dalla vecchia umanità che possiede il simbolo)
5. Nuova Percezione (e questa è l'ultima coniunctio ovvero il nuovo Sesto Senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente, ultima coniunctio propria della nuova e vera umanità - gli ultimi mutanti - i fondatori del REGNO specificamente UMANO)

Informazioni, onde del pensiero: comunicazione o telepatia?

In verità, volendo essere più precisi, anche gli atomi comunicano tra di loro e si trasmettono informazioni e anche le molecole e anche gli animali ma queste informazioni si trasmettono mediante la parola solo presso gli umani e infatti solo gli umani fanno storia ma la verità è che si trasmettono sempre onde del pensiero, sempre e in ogni caso, e perfino gli esseri umani sembra che comunicano attraverso le parole mentre in verità la stessa vecchia umanità comunicano tra di loro per mezzo della telepatia  ma non ne sono consapevoli e credono che quello che ciascuno comprende dell'altro è conseguenza della parola dell'altro mentre invece ciascuno capisce quello che vuole capire ovvero percepisce le onde del pensiero che gli giungono telepaticamente. 
Con la nuova umanità invece la telepatia viene per così dire leggittimata e consapevolizzata.
Va comunque tenuto conto un altro fattore e cioè che la vecchia umanità ha due milioni di anni mentre la nuova e vera umanità è appena nata quindi a parte GiovanniSilvia il prototipo, gli altri devono farne di strada prima di stabilizzarlo e raffinarlo questo nuovo senso del pensiero che percepisce il pensiero.
Insomma è un po' come possedere una automobile di lusso ma non possedere la patente di guida.
La sapienza popolare conals ua cretaività ha invenatto un mdodo di dire per esprimere qeustoconcetto: "Chi ha i denti non ci ha il pane e chi cia ha il pane non ci ha i denti."
Sono tanti gli umani che vivono nel pensiero e quindi non comunicano vivendo telepaticamnete ma invece di cosanpevolizzarsi e legittiarsi un atle dono o si fanno loro stessi ricoverare in amnicomio o sono gli altri che li fanno ricoverare in manicomio:


"Oh Dio Dio , sono matto sento le voci"

"Sento le voci, sono matta, sono matta, ricoveratemi, aiuto aiuto."


E ovviamente costoro trovano sempre qualcuno di buon cuore disposto ad aiutarli:


"Si, è vero, sei matto (matta) ma vedrai che se segui docilmente le nostre cure riusciremo a guarirti così anche tu sarai sano (sana) proprio come noi che siamo sani."



La necessità di andare verso la madre per poter andare oltre la madre

Mi viene in mente un filmato in verità molto comico (credo fossero Raimondo Vianello e Sandra Mondaini se ricordo bene) dove si vedono venirsi incontro un uomo e una donna con le braccia già spalancate per abbracciarsi.

Sono molto distante ma i cento metri diventano ben presto cinquanta metri, 10 metri, un metro, lo spettatore già vede che si abbracciano  e invece l'uomo continua a correre e lei si ferma incredula e si volta vedendolo continuare nella sua corsa verso non si sa dove.
Ma dove vai! Dove vai! Si può sapere?! Io sono qui!
E quello invece continuava a correre ma sempre con le braccia spalancate come se da un momento all'altro si dovesse realizzare il grande abbraccio.
Bhò!

"Il paziente apparentemente sembra andare verso la madre ma va verso la madre per poter andare oltre la madre." 

(Carl Gustav Jung)

Mio commento: se si vuole andare oltre la madre bisogna andare necessariamente verso la madre. Non si può fare altrimenti e infatti coloro che non vanno verso la madre non vanno neanche oltre la madre.
E' un po' come se la madre dicesse: "Se vuoi andare oltre me devi passare attraverso di me altrimenti io ti impedirò di andare oltre."
No Pasaran! 




E' insomma il nucleo della scienza psicoanalitica: il tabù universale dell'incesto simbolico che fonda il principio di autorità e quindi la struttura del nostro vivere sociale che divide gli umani in ribelli e autoritari che sono costretti entrambi se vogliono convivere a smorzare il loro autoritarismo così come il loro ribellismo perchè altrimenti sarebbe la guerra ovvero l'autodistruzione reciproca e non la comunità.


Progresso e evoluzione non sono sinonimi

Ci sono uomini (e anche donne) a cui non frega niente di andare oltyre la madre ma ci sono altri uomini ( e anceh donne) che per loro andare oltre la madre è di vitale importanza, duqneu sono costretti ad andare verso al madre, nè và della loro sopravvivenza spirituale.
Altri no, altr stanno bene così: non gli interesa l'evolzuione e si accontentano dle progresso.
A costoro il progresso è più che sufficiente e non sanno ceh farsene dlel'evolzuione.
Per qusto insisto a dire che progresso e evoluzion enon sono sinonimi.

La maschera e il soggetto


"La donna altro non è che un soggetto travestito da donna" 

(Silvia Montefoschi, biologa psicoanalista e donna)



Un sogno

Nel mezzo del cammin di nostra vita... mi ritrovai a camminare con una terrestre il cui nome non era Thèrèse ma Anna Maria anche se indubbiamente doveva essere per forza una incarnazione di Thèrèse essendo l'Altro uno solo in tutto l'universo comunque si chiami.

Anna Maria: "Andrea stanotte ho sognato noi due"

Andrea: "Dimmi dimmi che cosa hai sognato?"

Anna Maria: "Ho sognato l'apocalisse nella forma di una grande alluvione, pareva il diluvio universale e poi in una seconda scena ho visto il dopo diluvio quando vedo che ormai c'è più solo acqua e fango e in questo mare di acque e fango galleggiano tante maschere di bei colori sgargianti proprio come nelle figure dei Tarocchi e solo io e te siamo sopravvissuti a questa apocalisse."

Andrea: "Gioia che bel sogno."

In tutta la mia vita non ho mai chiamato nessuno "Gioia" neanche Thérèse Martin ma questo non vuol dire affatto che allora Anna Maria era più importante per me di TM ma semplicemente che lei si prestava ad essere chiamata così, mi era proprio naturale chiamarla così ma ovviamente TM è l'anima vera mentre Anna Maria era un transfert quando la percepivo fuori di me e invece era l'anima vera anch'essa quando la percepivo in me. La cosa paradossale era che io la percepivo fuori di me quando non la vedevo concretamente e invece la percepivo in me quando la vedevo proprio concretamente ma questo mi succedeva solo con lei perchè normalmente dovrebbe essere il contrario.
Con TM questo problema non sussiste: Lei è l'anima vera e non può mai essere la pseudo-anima in quanto essendo un extraterrestre accade che o io attivo il sesto senso e quindi la percepisco in me oppure non attivo il sesto senso e allora proprio non la posso percepire in nessun modo.
Ho sempre pensato che TM abbia voluto farsi presente in me fisicamente dato che io insistevo e così si è incarnata temporaneamente in una terrestre, infatti io mi dicevo "ma questa qui è proprio una deficiente, ma proprio tanto deficiente" ma poi quando ci si incontrava  di nuovo mi veniva naturale chiamarla "Gioia" non trovando altro nome più adeguato mentre TM io sempre la chiamo "amica" che fa molto virile perchè TM è veramente virile molto più di me e su questo non c'è dubbio. Non solo rispetto a me ma anche rispetto a tanti uomini: Thérèse è proprio maschia, è la sua natura, l'incarnazione della disciplina: Lei fin da bambina si era data una regolata. Grande è la mia amica così anche io ("per colpa sua ") sono costretto a esser maschio per non sfigurare accanto a Lei. Dicono che uomo maschio con donna maschio non possono andare d'accordo ma non è affatto vero anzi vanno d'accordissimo: è proprio così anzi che si va d'accordo.

"Solo coloro che si fanno identici possono congiungersi veramente e non i diversi"
 (Silvia Montefoschi)

Era però purtroppo l'epoca della controrivoluzione già avviata e i controrivoluzionari volevano metterci l'un contro l'altro e per me era questa una cosa impossibile da accettare ma non avevo il coraggio di proporgli di lasciarci sicchè quando lei me lo propose io gli dissi che anche io ero d'accordo perchè sarebbe stata una bestemmia che io e lei non rimanessimo amici e così invece ci siamo lasciati con un bacio e da allora non ci siamo più risentiti in nessun modo.

La cosa strana e che io a quei tempi vedevo i controrivoluzionari proprio come esseri concreti in carne ed ossa anche se Silvia Mi diceva:

"Giusto per farti un esempio: io da un po' di tempo in qua non so come mi succeda ma mi capita di sbattere la testa contro i muri, i mobili, vari oggetti ma non mi viene neanche per l'immaginazione di dare la colpa ai controrivoluzionari: non sono mica una paranoica."

Così compresi ciò che Silvia intendeva dire da grande e conseguente psicoanalista: 

Andrea: "Quindi Silvia se ho compreso bene tu accetti il processo."

Silvia: "Noooooooooooo! Io non accetto affatto il processo: IO SONO IL PROCESSO"

Ma all'inizio quando la controrivoluzione era appena iniziata io interpretavo ancora in maniera concretistica il nuovo evento della controrivoluzione, così quando un giorno mentre camminavo mi si accostò una macchina e una donna mi chiese una informazione io pensai:

"Quindi questa quì è dei loro. Bene bene adesso me la faccio così imparano."

"Ti ci porto io, conosco la strada."

Io che invece non è che sono come Rocco Siffredi divenni d'un tratto di una audacia che non mi riconosco e infatti Anna Maria in seguito quando le spiegai mi disse: 

"Hai rischiato grosso perchè ti stavi prendendo una sberla ma una sberla che te la saresti ricordata fino alla fine dei tuoi giorni ma ti ho guardato negli occhi e la mia rabbia si è dissolta."

Principio di Sincronicità?
Intervento della Divina Provvidenza?
Mhà!

In seguito mi disse anche: "Se non avessi incontrato te mi sarei sicuramente suicidata perchè mia madre era in ospedale con un tumore irreversibile."

Un giorno mi annunciò che sua madre era morta. Le chiesi: "Che giorno è morta?

"L'8 dicembre"

Io insistei: "A che ora?"

"Alle tre del pomeriggio."

Tra me pensai: nel giorno dell'immacolata concezione all'ora di cristo. Cosa può significare?

Quando ci incontrammo per l'ultima volta gli dissi.

"Annamaria sappi che io che sono sempre stato contro il matrimonio e lo sono tutt'ora, a te invece ti sposerei. Quando vuoi, anche tra venti anni, non c'è problema, telefonami pure anche alle tre di notte e io ti sposo subito subito."

Ma era ovviamente solo un modo di dire perchè anche lei era contro il matrimonio eppure a distanza di anni non ho cambiato idea.

Dedica del testo giovanneo
"IL REGNO DEL FIGLIO DELL'UOMO"

"A Andrea
a me unito nel
regno del figlio dell'uomo"

Silvia

21-10-1997


Va tenuto presente che io pur possedendo tutti i libri di Silvia non ero avezzo a farmeli autografare nè a chiedere dediche ma solo due libri su più di venti hanno dedica autografa: uno è questo  nell'immagine e l'altro intitolato "L'essere vero" ha come dedica:

"A Andrea e Anna Maria
nell'amore Uno"
Silvia
21-10-1997


Io e Thérèse ci siamo incontrati invece il 19 ottobre 1989 all'epoca del crollo del Muro di Berlino che per noi fu il crollo del muro tra Aldiquà e Aldilà.
In verità io sono nato con TM e "innamorato dalla nascita" è il soprannome che l'inconscio universale mi ha affibbiato ma solo nella primavera del 1968 ho saputo di Lei e invece solo con il 19 ottobre 1989 ho capito cosa significa Lei per me, ovvero che è un destino e da quel giorno non l'ho più lasciata: Lei non è l'anima, Lei è proprio l'anima vera ovvero l'altro soggetto e non è nè un transfert ovvero la pseudo-anima.
TM cioè non è più l'Essere che ancora percepisce sè fuori di sè come altro da sè così che necessita di essere recuperato in sè come insegna Hegel con la sua concezione dell'alienazione che a differenza di quella di Marx non è solo alienazione negativa ma anche alienazione positiva. No: la mia relazione con TM anche se non si è ancora stabilizzata data la presenza ancora della memoria, è comunque l'Essere vero.

Una rivoluzione copernicana in teologia: Freud, Jung & Silvia Montefoschi

Coincidenza di essere, conoscenza, pensiero e evoluzione "Il tabù [universale] dell'incesto [simbolico], quale principio ontologico, si presenta così infine come dinamica unica del divenire dell'essere.
Ma, se l'essere è il divenire, il tabù [universale] dell'incesto [simbolico] è l'essere stesso, e poichè la dinamica del tabù [universale] dell'incesto [simbolico] è la dialettica di un processo conoscitivo, l'essere coincide con il conoscere. E poichè ancora il conoscere è conseguente all'attività riflessiva, che è quella del pensiero, l'essere coincide con il pensare, e gli esistenti, che a noi si fanno presenti, ancora oggi in tutti gli esseri concreti che riempiono il nostro mondo terreno e in tutti i corpi celesti che popolano lo spazio cosmico, sono forme che il pensiero assume nel pensare se stesso."

 (Silvia Montefoschi, "Il principio cosmico - Storia della preistoria del verbo", 1987, cit. pag. 161)





Il femminile di Dio: Lilith e Eva poi Miryam e infine Silvia.



Dio ha anche un volto femminile ma è sempre l'unico Dio: non è che esistono due Dei.
Si tratta sempre del Pensiero che è il Vivente e il pensiero è sia potenza che atto quali i due momenti di un'unità processuale. I due termini dell'unico principio dialogico
Dio è uno, Dio dialoga con sè stesso.
Due gemelli ma una sola persona.

Al di là del tabù dell'incesto significa una sola cosa: al di là della divisione del lavoro tra uomini e donne e solo su questo terreno si dà il criterio che identifica il vero femminismo rivoluzionario dal falso femminismo rivoluzionario a parole ma conservatore nei fatti della preistorica divisione del lavoro tra uomini e donne.
Non si tratta che devono essere gli uomini a lavare i piatti, per quello oggi ci sono le macchine, ma la divisione del lavoro tra passivo e attivo poichè la domanda è anche risposta e la risposta è anche domanda, non è quindi che gli uomini si devono femminilizzarsi e le donne mascolinizzarsi (i gay pur essendo potenzialmente dei rivoluzionari sono infatti dei traditori della rivoluzione proprio come le lesbiche che anch'esse pur essendo potenzialmente delle rivoluzionarie poi di fatto sono delle giuda della rivoluzione).



Dopo il "segretario politico" del vero movimento rivoluzionario (il vescovo di Efeso e i giovannei dalle sette chiese dell'Asia minore fino al movimento psicoanalitico) mentre il "segretario amministrativo" da duemila anni sta ancora in Vaticano


IL REDENTORE DEL REDENTORE:

"Ecco
adesso non sei più in croce.
E' finita la preistoria dell'Essere
quando il Dio era ancora un Dio singolare 
costretto a mandare all'inferno l'aspetto femminile del Dio luminoso proprio perchè essendo ombroso lo contraddiceva."

A quei tempi infatti

"Io sono l'unico Dio" diceva Javhè
ma di rimando la voce di Sofia dall'inferno in cui era stata cacciata gli faceva eco:

"Presuntuoso!"

Così che in ultima analisi la condanna all'inferno del Dio-Donna significava anche la condanna alla croce per il Dio-Uomo essendo essi le due facce di una stessa medaglia: il Dio vero e unico.



L'albero del giardino

Non esiste altro essere vivente
non esiste altro protagonista
di questo teatro
della storia universale
se non quest'albero
un albero
l'albero

all'aprirsi del sipario
già tu appari
già tu sei presente
croce
croce che sei la vita

albero della conoscenza
albero della vita
solo tu esisti
da te comincia la vita
con te prosegue la vita
tutto nasce da te
tutto proviene da te
tu sei tutto quel che c'è
e si vive di te

tu sei la vita
la stella della redenzione
si nasce in te
si muore in te
si risorge in te
tu sei tutto quel che c'è

io sono te
e tu sei me

(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni", 2010, seconda edizione)


La buona volontà (Jung dopo Freud) è necessaria ma non è sufficiente per portare a compimento la rivoluzione radicale del reale

Lo stesso Jung aveva superato sì Freud ma solo a parole perchè comunque Jung era e rimaneva luminoso e non c'era nessuna femmina che contraddiceva quella luce e le psicoanaliste anch'esse erano le rappresentanti di quella stessa luce più o meno unilateralmente maschile perchè anch'esse rimandavano all'inferno l'aspetto ombroso dell'unico Dio. L'intenzione e la buona volontà c'era in Jung e nei suoi allievi e allieve ma non basta.

Poi nasce Silvia Montefoschi (è proprio il caso di dire "LA DONNA DELLA DIVINA PROVVIDENZA" questa volta) e dall'inferno il femminile di Dio ritorna ma ritorna non più nel suo aspetto ombroso ma luminoso ma questa luce non è più la vecchia luce maschile ceh le donne per essere ragionevoli dovevano ingegnarsi a SCIMMIOTTARE in qualche modo per dimostrare agli uomini che ci avevano la testa anche loro ma si trattava di una nuova luce che legittimava pertanto  anche il Nome della Madre.

Così finalmente e per la prima volta si possono amare entrambi i due aspetti dell'unico e vero Dio, il Dio duale, senza ritenere l'uno luminoso e l'altro ombroso, l'uno che conduce alla salvezza e l'altro invece che conduce alla perdizione.

Ovviamente una rivoluzione simile così radicale comporta uno stravolgimento della vita intera perfino e soprattutto del Pensiero:

"E infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi." (Silvia Montefoschi)

La ragione infatti è malata, malata di nichilismo e il nichilismo è un tumore anzi un tumore terminale.
Il nichilismo è volontà del nulla e la ragione è proprio questo; volontà del nulla.
Il nichilismo cioè la ragione è un Moloch ceh divora la vita e a cui tutti gli umani immolano le loro vite dalla nascita alla morte e questo per poter "ESSERE RAGIONEVOLI"
Non stiamo facendo l'apologia nè dell'irrazionalismo nè di una nuova ragione, non esiste una nuova ragione ma una nuova forma vivente oltre l'antropos, una forma vivente non più singolare ma duale che noi chiamiamo archetipo dell'ultima coniunctio.


Onore a te Silvia.
Onore a te Giovanni.
Voi che siete l'amore, la persona dell'amore.
Voi che siete il pensiero, la persona del pensiero.
Voi che siete la vita
la vita alla più alta potenza
la grande salute.
GiovanniSilvia
archetipo dell'ultima coniunctio.


"VERITA' E' SOLO L'INTERO" (HEGEL)
Silvia Montefoschi definita dall'inconscio universale nel suo linguaggio onirico "la figlia di Hegel", non si può definire propriamente una femminista in senso stretto ma essendo una militante impegnata all'evoluzione del Pensiero era consapevole che senza emancipazione del femminile di Dio quale aspetto in ombra di Dio stesso, non si poteva dare un'ulteriore evoluzione del Pensiero dato che l'uomo aveva terminato il suo compito storico sicchè adesso, malgrado le buone intenzioni e tutta la buona volontà, non poteva fare più altro che ripetersi, ripetersi e ripetersi.

Mancava all'appuntamento quindi più solo la donna perchè l'uomo ormai condannato all'ossessività potesse ritrovare quella creatività che aveva ancora quando ancora non era giunto al capolinea della storia dell'universo. Ritrovarla ma questa volta potenziata non essendo più la creatività umana ma la stessa creatività dell'INTERO.

In questo senso acquista una nuova luce il famoso detto di Martin Heidegger:
"Solo un Dio ci può salvare" (Martin Heidegger)
E sottointendeva "dal nichilismo ormai trionfante".

Silvia Montefoschi donna e biologa oltre che psicoanalista 


E' oggi unita in una sola persona con il teologo per antonomasia dell'occidente Giovanni Evangelista l'ebreo-greco i quali dismessi tutti i loro titoli e ruoli sociali sono più solo GiovanniSilvia, l'uomo e la donna uniti non più in coppia e neanche in una nuova coppia ma uniti anzi "saldati" in una sola persona di tipo duale.

La concezione evoluzionista detta "evoluzionismo parallelo" nel noumenico e nel fenomenico
.RIVOLUZIONE LOGICA
L'evoluzione, la vera evoluzione, pertanto non può che coincidere con l'ultima rivoluzione, ultima rivoluzione che proprio perchè ultima non può essere che puramente logica: dalla vecchia logica della separazione alla nuova logica unitaria.

Le informazioni del DNA


Anche noi come i computer abbiamo un software, questo software che è un codice è costituito di informazioni e sono queste informazioni, simboli e archetipi che ci orientano nel nostro muoverci nel mondo.
Sta qui una delle grandi differenze tra il pensiero di Jung e quello della psicoanalista ma di formazione biologa Silvia Montefoschi: Jung parlava a differenza di Freud oltre che di un inconscio personale anche di un inconscio collettivo ma ne parlava in astratto pur nell'ammetterne la sua esistenza e descrivendone le funzionalità, mentre Silvia oltre a completare la concezione dell'inconscio descrivendolo come inconscio universale ne ha anche precisato la sua realtà concreta e biologica definendo l'inconscio universale come il codice del DNA.
A differenza dei computer noi ci possiamo fare consapevoli del nostro codice e quindi siamo dei computer che possono intervenire sullo stesso programma che in noi gira.
In effetti credo che parlare di uomo o donna complica il discorso su questa realtà anche se non è sbagliato e anche parlare di maschio e femmina o anche di maschile e femminile di Dio non rende le cose più facili ossia di più immediata comprensione per via della loro ancora troppa antromorfizzazione.
Sembrerebbe invece che tutto proceda meglio allorchè ci si situi con il pensiero al livello più astratto possibile come quando si parla più genericamente dei due termini del principio dialogico, principio dialogico che poi è il logos, il discorso, la scienza, il sapere. Due termini che poi sono la potenza e l'atto dell'unico pensiero, pensiero che va visto più correttamente come una UNITA' PROCESSUALE dove gli step by step del pensiero non sono un prima e un dopo legati da una logica di causa ed effetto, nè quindi producono un passato, un presente ed un futuro ma sono legati dal principio di sincronicità dove l'atto è sì l'atto di una potenza come il maschio è sempre il maschio di una femmina e la femmina è a sua volta sempre la femmina di un maschio ma che a sua volta è la potenza di un atto non ancora attuato e via dicendo per cui tutto il passato ma anche tutto il futuro è già qui in questo infinito presente in cui consiste l'"è quello che è". "E' quello che è" che a sua volta è un "ci sono" essendo la vita vera solo la "vita unica"

Infine una rivoluzione biologica dopo tante rivoluzioni meramente politiche

Il filosofo della scuola di Francoforte Herbert Marcuse eretto insieme a Jean-Paul Sartre dai movimenti studenteschi del maggio del '68 maitre a penser, prima di morire ormai irrimediabilmente deluso dagli esiti di quei movimenti rivoluzionari in cui egli aveva riposto le sue speranze di una emancipazione della vita dal consumismo espresse la sua opinione che ormai l'unica speranza di una rivoluzione antropologica non poteva più essere riposta in una semplice rivoluzione politica ma più solo in una rivoluzione proprio biologica. Questo lo mise in scritto prima di morire nel 1976 in "Saggio sulla liberazione" e caso vuole proprio nel 1977 appare il primo libro di Silvia Montefoschi che porrà le basi di quella che oggi chiamiamo "psicoanalisi intersoggettiva radicale" che è proprio una rivoluzione biologica e non più meramente politica.

L'ULTIMA MUTAZIONE - L'ultima mutazione della storia evolutiva dell'universo è una mutazione esclusivamente identitaria che quindi non concerne la forma corporea umana (l'hardware) anche se concerne solo la specie umana in quanto l'unica specie che ancora non ha completato la sua evoluzione e punto di arrivo della storia della dialettica della natura e della dialettica della storia ovvero della dialettica del solo spirito.

Da una identità ancora individuale e quindi necessariamente storica a una nuova identità puramente relazionale.

Quest'ultima mutazione condurrà il vivente tutto dalla dialettica quale modalità del divenire che ha caratterizzato tutta la storia dell'universo ( il sogno dell'evoluzione) infine al dialogo oltre al dialettica in cui consiste il risveglio finale del Soggetto alla sua piena consapevolezza di essere irreversibilmente un SOGGETTO DUALE e non singolare.


Errata corrige: Mi sono confuso con Martin Heidegger scrivendo che Marcuse è morto nel 1976 dato eh invece è morto nel 1979 tuttavia non c'è problema poichè nel 1979 esce il secondo libro copernicano si Silvia Monetfochi dal titolo "Oltre il confen ell aperonsa" e per qunto riguarda Heidegger, questi scriveva a Sartre che non voelva essere più confuso con gli uamnisti esistenzialista chiarendogli che lui non era afafto un umanista poichè e sue elaboarzioni di pensiero si muovevano su un'altro piano, un paino dove non c'era più l'antropos ma solo l'essere. Martin heidegger ins eguito sempre su qeust aliebna di pensiero scriverà a proproisto del suo nuov modo di filosofore:

"Non è più l'uomo che parla dell'Essere ma è invece l'Essere stesso che in prima perosna dice e manifeta se stesso nel dire dell'antropos."

Questo progetto di un nuovo modo di filsoofiare Heidegegre l'ha solo enunciato o è anche pasato alla sua attuazione?

La psicoanlisi ha attuato proprio qeusto modo di filofare annunciato da heidegger e infatti lo psicoanlisat non pala  anome prorpio ma decifra la parola dell'incosncio univerale mettentoin chairo il disocrso unico: la paroal di Dio, la Necessità.

"Non esiste alcuan libertà: la libertà è uan favola, tuttavia se proprio vogliamo possimao chaimare libertà la coscienza della necessità."

(Friedrich Engels - che intuì l'esitenza di  uan dialettica presnte non solo nella storia coem sostenevano Hegel e Marx ma anche nella natura e che proprio alla sua morte nel 1895 la psicoanlisi chiamò dialettica dell'incoscio)

"Il simbolo si forgia nell'inconscio" (Silvia Monetfoschi)

Il simbolo cioè proprio ciò ceh ha messo in moto la nuova dialettica della storia.

Oggi però la storia dell'unvierso ha in progetto ma lì'ha anche già attuato, il dialogo oltre la dialettica e l'ha attuato un atle progetto proprio al capolinea della centenaria storia della psicoanalisi (1895-1987).

Resta nell'universo più solo la spazzatura della storia cioè la memoria della storia.

La materia (spazio-tempo-massa) infatti è solo memoria, solo tracce mnestiche che ad ogni ripetizione (acting out) sbiadiscono sempre più e infine scompaiono.

"Il finito proprio perchè finito non può finire mai ma può solo scomparire
tuttavia quando scomparirà
scomparirà in assoluto per non più ritornare" (Silvia Montefoschi)

Non si tratta però come alcuni ingenuamente interpretano, dell'oblio di qeusto o qeul ricordo particolare ma della trama che tesse tutti i ricordi, dell'albero stesso e non dei frutti, della pianta stessa e non dei fiori ovvero delle vere radici del nichilismo.
Ciò che scompare è quindi una logica, la vecchi logica della separazione evolutivamente obsoleta sostituita dalla nuova logica unitaria.

"Chi ricorda è costretto a ripetere" (Silvia Monetfoschi)

Materia è (verbo essere) solo memoria, niente altro che memoria




In conclusione cosa volevo dire?





καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει

καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν



(Giovanni Evangelista)




E adesso in riga: è finita la ricreazione.
Unò duè unò duè.

Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo