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Guarire o individuarsi?

La questione non è "guarire" ma superare la specie umana.

Superare la specie umana coincide con il "guarire".
Non si tratta di guarire "noi", "noi" non siamo "malati" ma più semplicemente siamo una specie che ha fatto il suo tempo.

Psicoanalisi universale

Il processo d'individuazione universale non è un processo artificiale inventato dagli psicoanalisti ma è un processo naturale, che avviene in natura, e che la psicoanalisi ha semplicemente scoperto riconoscendolo e nominandolo per la prima volta facendo consapevole così tutta l'umanità di una tale movimento sotterraneo, una vera e propria storia nella storia.
Tale processo coincide con la psicoanalisi universale. e questa psicoanalisi universale altro non è che quel processo di sintesi dei frammenti dell'Essere Uno primordiale messosi in moto già simultaneamente all'evento Big-Bang. Processo che si dà in natura a nostra insaputa quale progetto dell'inconscio universale base dell'inconscio collettivo e personale e che è simultaneamente un processo di convergenza, di consistenza e di soggettivazione e che più recentemente possiamo nominare anche "processo di transumanizzazione" per rendere ragione immediata già nel nome  della sua ultima meta quale sprint finale di questa lunga corsa che ha attraversato la storia delle forme discrete di quel continuum che è l'Essere Uno.
Non siamo noi ad individuarci ma è l'Essere Uno che procede naturalmente verso il suo individuarsi consapevolmente come Essere Uno, l'unico individuo e come tale indivisibile.
E' peraltro un processo a cui tutti devono sottostare con le buone ma molto spesso anche con le cattive.
Non si tratta di "malattia" ma di un ridisegnare la cartografia dei territori invisibili del pensiero che ci fanno da bussola nel nostro ulteriore procedere.
L'uomo è andato oltre l'uomo. Detto in altri termini oggi gli esseri umani che non hanno in sè, quali mutanti, un tale progetto di individuazione quale progetto di transumanizzazione starebbero bene solo in un museo di scienze naturali, di archeologia della vita o in qualche museo di reperti preistorici in buona compagnia dei dinosauri.

L'individuarsi dell'Essere quale Essere Uno

Non si tratta quindi di "guarire" noi ma di guarire l'Essere dalla sua preistoria che è tutto il tempo, la storia dell'Essere, nel quale l'Essere ha trattato sè fuori di sè come altro da sè. 
L'Essere non percependo più se stesso frammentato nei tanti individui necessariamente particolari, arriverebbe così infine a percepire sè stesso come l'unico individuo ed è questa la vera individuazione, il senso vero del concetto di individuo la cui etimologia significa "indivisibile" ma di indivisibile appunto c'è solo l'Essere Uno.
In questo senso questo concetto miliare della scienza moderna e introdotto da Jung quale processo psicologico ma naturale e non artificiale arriva veramente alla sua più scientifica formulazione soltanto con il Pensarsi dell'Essere nella psicoanalista Silvia Montefoschi e poi tutti gli altri a seguire che ripercorrono e proseguono il sentiero di pensiero da lei aperto.
Ogni individuarsi individuale è sempre l'individuarsi di un frammento sottratto all'unità del tutto in evoluzione convergente.
Solo questo Uno, questo Tutto può individuarsi come Uno come persona del Tutto.
Ogni identità particolare è condannata a difendersi e a creare attorno ai suoi confini finiti un sistema immunitario necessariamente paranoide e a coltivare un delirio di immortalità del frammento di Essere con cui ci si identifica.
Oggi anche le identità cosiddette forti che presumono la presenza nel sistema psichico di un Io forte in verità sono deboli per destino perchè solo l'identità che ripone la sua vera identità nell'Essere Uno e quindi nella Logica Unitaria e nel Pensiero Uno può veramente resistere a ogni catastrofe psicologica.
L'identità forte fondata su un Io forte è una identità che vive ancora nell'uni-verso ma l'uni-verso che prima c'era oggi non c'è più. Quello che oggi chiamiamo uni-verso non è più l'uni-verso che prima c'era come realtà consistente ma è solo la memoria dell'uni-verso divenuto quindi in quanto solo memoria e non più realtà reale, inconsistente, una realtà dai piedi di argilla. Oggi c'è solo l'Uno anche se ancora instabile per via di questa memoria.L'Io quindi per quanto sia forte oggi è un Io forte all'interno di una favola poichè che l'uni-verso continui ad essere una realtà è più solo una favola.
Noi non siamo più gli uomini che parlano dell'essere, cioè i filosofi, noi siamo già oltre la filosofia poichè il nostro dire è divenuto il dire dell'Essere stesso che attraverso gli uomini manifesta sè stesso, sì che il nostro dire coincide con il dirsi dell'Essere ma noi non siamo più la vecchia umanità antroporiferita ma una nuova umanità non più antroporiferita che ha accettato la ferita narcisistica dell'Ego e perciò si è messa da parte subordinandosi all'Essere stesso che diviene così il vero protagonista degli eventi.
Addivenire a non trattare più sè fuori di sè come altro da sè: questo era il progetto iniziale dopo la frammentazione susseguente al Big-Bang, questo era il lavoro, il vero lavoro di sintesi, questa era la meta e questa è finalmente la realtà di questo oggi post-apocalittico.

Il processo di transumanizzazione: l'ultimo nome del processo d'individuazione

Oggi il processo d'individuazione si chiama processo di transumanizzazione e con le buone e molto spesso anche con le cattive questo è l'ultimo sprint del processo evolutivo giunto ormai in dirittura di arrivo. Sta a noi dire il "Sì" finale: "fiat voluntas tua", "Sia fatta la tua volontà" accettando tutto ciò che comporta l'ultima metamorfosi.
E poi sarà la vita come non è mai stata: la vita alla più alta potenza poichè il processo d'individuazione in ultima analisi si è rivelato essere l'amore, ma non l'amore bensì l'Amore grande, la persona stessa dell'Amore e l'Amore quale volontà può esprimere se non la "Volontà di unione"?!
Poichè l'unione, questa è la potenza di una tale Volontà.



(Così scrivevo già nel 2010 - farà seguito una revisione sulla base delle nuove e più recenti consapevolezze)

Quale inconscio? Personale, collettivo o universale?



Oltre l'inconscio personale


"Come oltre l'individuo esiste una società
così oltre la nostra psiche personale
esiste una psiche collettiva
l'inconscio collettivo
che cela parimenti in sè grandi attrattive"

(Carl Gustav Jung)





Oltre l'inconscio collettivo


Poi venne l'ultima psicoanalista dopo il primo psicoanalista Sigmund Freud e Jung l'innovatore e quest'ultima elaborò e introdusse nella terminologia psicoanalitica il nuovo concetto di inconscio universale e così possiamo completare il discorso di Jung che a sua volta completava (completava e non negava ma superava il discorso freudiano):

così come esiste una psiche collettiva
l'inconscio collettivo
esiste parimenti una psiche universale
l'inconscio universale
che la comprende e la trascende
e  che come una matrice
anch'essa ha in sè grandi attrattive.







Archivio di documentazione per la pubblicazione dell'opus magnum


Documentazione






Il progetto


Alla ricerca delle radici dell'uno
- il mistero degli eterni amanti -

vol. 1  Storia e Relazione
vol. 2  Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni




NOTE: "La storia vera di Thérèse Martin" sarà solo un capitolo integrato a "Storia e Relazione" dal titolo "La cicala di Alençon - Gli ultimi 18 mesi di Thérèse Martin"
La stessa cosa vale anche per: "Innamorato dalla nascita" che ha come sottotitolo "La storia vera di un alpinista alla conquista di una nuova identità puramente relazionale" che anch'essa sarà un capitolo di "Storia e Relazione", una sorta di presentazione dell'autore in quanto consisterebbe in una sorta di autobiografia psicoanalitica.
Perchè il titolo "Innamorato dalla nascita"?
Così come Silvia Montefoschi è stata soprannominata "La figlia di Hegel" dall'inconscio universale nel suo linguaggio onirico, a me invece sempre l'inconscio universale mi ha soprannominato "Innamorato dalla nascita".

La vita di una perfetta eroina bergsoniana

Thérèse Martin infine decise di passare tutta la sua vita chiusa in un monastero di clausura abbandonando così il mondo.
Ne parlò a suo zio che Lei in seguito definì "un cristiano d'altri tempi". In proposito vien da pensare a questo punto alla definizione che Papa Pio X il papa della condanna, fino alla scomunica, dei preti modernisti del primo novecento e infatti definì Thérèse "La più grande santa dei tempi moderni".
Chissà che cosa ci avrà capito!
Voleva forse utilizzarla in chiave anti-modernista?
Sarebbe da approfondire questa lettura. Del resto nemmeno Teresina capiva se stessa come confessa nei suoi scritti autobiografici del 1895-1897.

L'incipit autografo del suo ultimo scritto "il manoscritto C" del giugno 1897- morirà a settembre di quello stesso anno


Papa Pio X e il modernismo

Papa Pio X era terribile e quando penso alla sua condanna del modernismo mi vien da pensare proprio all'ordine religioso agostiniano in cui io ho passato quattro anni in un loro seminario: ebbene uno dei più importanti e conosciuti esponenti di questo ordine religioso (che tra l'altro passò gli ultimi anni della sua vita nel seminario dove io ho passato quattro anni della mia vita) essendo molto vicno ai modernisti ricevette un aut aut dal Papa.
Si trattava dell'abate Giuseppe Ricciotti : vedete come tutto si incastra? Uno inizia a parlare della vita di Thèrèse Martin donna dell'ottocento e questo mi porta in qualche modo a momenti della mia stessa vita uomo del novecento sia pure per altre vie. Insomma tutto in qualche modo si interseca.
L'abate Ricciotti grande studioso, docente universitario oltre a essere un archeologo che aveva partecipato anche a scavi archeologici, ebraista, biblista, di fronte al richiamo del Papa a ritornare alla dottrina ufficiale della Chiesa Cattolica si sottomise al Papa rinnegando certe sue posizioni vicine al modernismo ma non fece la stessa cosa il suo collega e amico Ernesto Buonaiuti anch'egli un grande studioso oltre che sacerdote egli stesso  che pertanto fu scomunicato e ridotto allo stato laicale per eresia.

Il permesso per ottenere l'ergastolo

Lo zio di Thèrèse era un farmacista, giornalista e antisemita e nemico giurato della massoneria però essendo il fratello di sua madre e nominato anche suo tutore era un autorità in famiglia e questi sapendo della sua intenzione di chiudersi in monastero disse che la vita monacale era roba da filosofi e che lei era solo una bambina e che acconsentendo a mandarla in monastero si faceva un offesa, un torto alla vita monacale. Quindi le negò il permesso.
Siccome poco dopo iniziò il suo famoso viaggio da Lisieux a Parigi  e poi da Parigi fino a Roma, una ipotesi è che si volle farle conoscere le bellezze del mondo per indurla a cambiare idea ma non ci fu nulla da fare: Teresina era una cocciuta e non cambiò idea.
Le bellezze dell'Italia le piacquero ma nulla di più.

Il capitalismo e il pensiero della morte assolutamente da rimuovere

Oggi il capitalismo ci vuole afr rimuovere l'idea della morte in modo da essere dei consumatori per bene e quindi più funzionali al capitalismo e alla sua logica ma se ci riesce con la maggioranza degli umani nulla può a convincere a una vita dissipativa e futile dedicata al consumo quando tenta persone come Thèrese Martin anzi per TM non ci fu nemmeno tentazione dato che a lei non glie ne fregava proprio nulla della vita mondana ma proprio niente. Come mai? Thérèse sapeva della morte, ma lo sapeva bene e non poteva rimuovere la morte. Sapendo della morte sapeva quindi anche della vita eterna.
Non ci fu quindi nulla da fare.
La logica nichilistica del capitale nulla potè con Lei e dovette rivolgersi ad altri tipi umani più propensi ad acconsentire a quel tipo di logica dissipativa.
Eppure appena riuscì a entrare nel monastero carmelitano di Lisieux a 15 anni, non passò nemmeno poco tempo che subito cominciò a pensare che non era quella la sua vocazione.
Infine superò questa fase e rimase in monastero ma a più riprese questa idea che non era quella la sua vocazione ritornò fino all'ultimo quando con la primavera del 1896 non si trattava più questa volta solo della tentazione di 'abbandonare il monastero ma addirittura la chiesa stessa e la religione. Insomma la scienza, la tecnica, il positivismo e il materialismo che erano nell'aria in quel fine secolo che innalzava la Tour Eiffel come emblema del trionfo della tecnica e quindi dell'illuminismo scientista sull'oscurantismo medioevale, erano entrati anche nel monastero e in Lei avevano fatto berccia in qualche modo e la convincevano sempre più che non c'era altro che la vita materiale e poi con la morte più solo il nulla.

"Ancora un poco e la scienza riuscirà a spiegare anche Dio" pensava.

Così passò i suoi ultimi 18 mesi di vita in un doppio calvario tra la tubercolosi che avanzava sempre più consumando il suo corpo materiale e un ateismo e materialismo incalzante a cui però non voleva credere resistendo così fino all'ultimo.
Morì a 24 anni
Che cosa ne rimase di Lei?.
Aveva messo su carta i suoi pensieri e i suoi ricordi che fecero presa su molti e questo la rese sempre più famosa ma questa sua fama era in gran parte basata su un equivoco prodotto da molti fattori tra cui il fatto che lei stessa non si capiva, che i suoi scritti originali furono alterati e solo dopo molti anni furono dati alle stampe gli originali. Inoltre fu cercato di darne una interpretazione riduttiva e più  funzionale alla dottrina ufficiale della chiesa.
Insomma per i suoi interpreti Teresina era veramente morta, non era un divenire e al sua vita finiva lì.
Di Lei rimanevano le immaginette e le statuette.



Papa Leone XIII e la questione sociale

Siccome nè suo papà Luis Martin nè soprattutto suo zio Isidore Guerin e neanche il vescovo della sua diocesi le volevano dare il permesso di andarsi a rinchiudere in quella prigione che è il monastero di clausura Thèrèse infine decise di andare fino a Roma a chedere il permesso al Papa in persona.
"Nessuno avrebbe potuto opporsi al volere del Papa" pensava.
Il vescovo poi più concreto e realista avezzo a trattare nel mondo diceva ai suoi ausiliari: "Già la gente vocifera. Figuriamoci che mando una bambina in convento! Eh che è?! Una succursale dell'isola di Lesbo?!"
In Vaticano in quel tempo regnava Leone XIII che aveva già le sue grane dato che Marx faceva proseliti nel nuovo scenario storico susseguente alla rivoluzione industriale e così la chiesa stava elaborando la sua risposta al capitalismo ovvero l'enciclica "Rerum novarum", una esposizione al popolo cristiano della nuova dottrina sociale della chiesa in risposta alle nuove idee socialiste  dell'ottocento che prenderanno ancora più piede nel novecento.
Il Papa che tralaltro non comprendeva bene il francese avendo bisogno di un traduittore accolse tra i pellegrini anche Thèrèse a cui però era stato detto di non rivolgersi al Papa ma lei disobbedì e uan volat giunto il suo turno cercò di spiegare a Leone XIII  che chiedeva il suo permesso per divenire monaca pur avendo solo 15 anni.
A mio parere Leone XIII non le poteva dare migliore risposta poichè in qualche modo le disse:
"Se l'Automaton lo vorrà lei entrerà" non le diede quindi il suo permesso nè glielò negò e certamente non utilizzò il termine "Automaton" ma semmai quello di "Divina Provvidenza" che per noi però è un sinonimo.
Teresina però non si accontentò e rimase lì attaccata al Papa sperando in un suo ordine che facesse cambiare idea a coloro che le impedivano di entrare in monastero, infine le guardie svizzere intervenirono e la portarono via di peso.

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Il nucleo centrale della disciplina psicoanalitica: il tabù universale dell'incesto simbolico

Questa scoperta della psicoanalisi quale legge dell'evoluzione costituisce anche la sua teoria epistemologica fondativa come vera scienza che non ha solo una funzione pragmatica come la scienza cosiddetta ufficiale ma una pura funzione di vera verità al di là di qualsiasi preoccupazione del tipo utilitaristico-funzionale. Il chè detto in altri termini: mentre la scienza serve a qualcosa e soprattutto la sua ancella la tecnica serve a qualcosa, la psicoanalisi invece non serve proprio a niente. La psicoanalisi infatti non è psicoterapia, non è psichiatria ma è solo una modalità relazionale e uno stile di vita coerente con questa modalità relazionale di tipo psicoanalitico.
Una modalità relazionale questa psicoanalitica, che non scopre la verità ma la produce la verità.
La verità sarà.

Prima/Dopo - Causa/Effetto


Questa verità Hegel la chiamava anche "il risultato" per indicare che non era prima ma sarà dopo e pur essendo dopo era anche già prima

Chiedeva Mosè al suo interlocutore: "Dimmi almeno il tuo nome affinchè io possa dire agli altri chi mi ha parlato."

E la voce rispose: "Io sarò quel che sarò."


IO SARO' QUEL CHE SARO'
( Ehyeh-Asher-Ehyeh )
  in ebraicoאֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה‎ 
  Esodo 3,13-15








  • "Vero è solo l'intero" (Hegel)
  • "E infine saremo ciò che veramente siamo" (Silvia Montefoschi)



  • "Un organismo vivente non coincide con la somma delle sue parti" (questo è un principio delle scienze biologiche)



  1. Un uomo è un uomo
  2. una donna è una donna
  3. ma un uomo e una donna saldati in una sola persona del tipo duale sono una nuova specie vivente oltre l'anthropos.

  • La cosiddetta "mente isolata" o "mente irrelata" di certa psicologia o psichiatria, è solo un mito poichè nella realtà non esiste affatto una mente veramente irrelata dato che la vita è sempre relazione essendo proprio il fatto relazionale la sostanza del vivente.

  • "Nella realtà non esiste affatto alcuna soggettività ma sempre  e solo intersoggettività" (Martin Buber)



Realtà corpuscolare e realtà ondulatoria

Onde
onde del pensiero
un enorme traffico di onde del pensiero è l'uni-verso intero

Puoi trovare sempre un angelo che poi ti salverà
da questo labirinto da cui non si può fuggire
data la forza di gravità
l'imbuto einsteiniano 
e non l'attrazione newtoniana




un angelo che ci indica la linea di fuga
un angelo che ci guida alla città di Dio
e questo angelo è l'anima

ma beninteso l'anima e non la pseudo-anima
la realtà vera e non il transfert
la conoscenza e non l'ignoranza

solo la scienza ci può condurre
quella unica Polis
che è oltre lo spazio
oltre il tempo
oltre la massa

Il pensiero oltre il labirinto

non la scienza dell'uno ma la scienza dell'uno vero
la scienza dell'uno-duale
la scienza delle scienze
la scienza della relazione
la scienza del legame che lega l'uno all'altro

"In principio era il legame" (Giovanni Evangelista)

la scienza vera
e non la pseudo-scienza
in una parola: la psicoanalisi.


"E infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi" (Silvia Montefoschi)


L'ultima psicoanalisi infatti, la psicoanalisi allo stato dell'arte supera perfino il concetto di "processo di individuazione" perchè al termine della storia della psicoanalisi che fa terminare anche la stessa storia dell'universo resta più solo quello di "coniunctio" anzi "ultima coniunctio" che è l'ultimo archetipo che sia ancora vivente essendo in questo oggi morti tutti gli altri archetipi che oggi parlano più solo del passato della vita.

La soluzione magica a tutti i problemi della vita

Sembra impossibile che sia così facile e invece è proprio così anche se non è assolutamente facile.
Tutti i problemi e intendiamo proprio tutti intendendo con quel "tutti" non solo i cosiddetti problemi di natura "psichica" ma anche quelli di natura "materiale" troverebbero così la loro soluzione non solo temporanea ma definitiva.


Un problema semplicemente identitario

Tutto infatti si può ridurre a un problema identitario e la soluzione in questa prospettiva che noi chiamiamo ancora "psicoanalitica" sarebbe in una mutazione identitaria da una vecchia identità ancora storica a una nuova identità puramente relazionale.


Noi i genialoni

Come abbiamo detto però non è assolutamente facile altrimenti i nostri antenati non avrebbero aspettato noi i genialoni.
Alcuni potrebbero realizzare una tale mutazione poichè hanno già in sè nel DNA le informazioni che spingono in questa direzione, altri invece non potrebbero anche perchè se non si è costretti a una tale mutazione non si fa nemmeno un primo passo in questa direzione trasformativa: è un po' come nelle rivoluzioni politiche per cui solo chi sta male in un determinato ordinamento sociale può essere interessato a realizzare una mutazione mentre chi sta bene non ci pensa nemmeno alla rivoluzione e anzi vi si opporrà con tutte le sue forze mettendo in atto una controrivoluzione.


Rivoluzione politica o rivoluzione identitaria?

In questo caso non "politico" ma "identitario" però gli stessi rivoluzionari sono anche controrivoluzionari in quanto la memoria della loro vecchia identità ancora storica mette in atto una resistenza alla trasformazione: ne nasce così un conflitto interno che però se il soggetto invece di potenziare la propria memoria ("si sa quel che si perde") potenzia invece il proprio progetto interno ("e non si sa quel che si trova") va sbiadendosi sempre di più proprio come una memoria che non si carica di energia (non si erotizza) fino a cancellarsi definitivamente eliminando il conflitto tra un sè rivoluzionario e un sè che fa resistenza a quel se stesso più rivoluzionario e quindi più favorevole al cambiamento.


Progressisti o evoluzionisti?

Tante e di vario genere sono le soluzioni possibili che l'umanità si è inventata per trovare soluzioni alle problematiche umane ma invece basterebbe una mutazione identitaria al posto di girare inutilmente attorno al problema e così lo si risolverebbe direttamente alla radice.
Ricordiamoci sempre che noi possiamo essere progressisti ma la natura pur non essendo contro il progressismo non è affatto progressista ma solo evoluzionista.


Dopo la nascita del prototipo la strada alla vetta della montagna è aperta

Oggi per la prima volta nella storia dell'universo grazie allo sprint finale realizzato dall'ultimo brano della storia dell'universo che è la storia del movimento psicoanalitico, oggi sappiamo e abbiamo la soluzione mentre i nostri antenati non hanno avuto la fortuna che noi contemporanei abbiamo, quindi loro non potevano risolvere tutti i problemi alla radice perchè questo sapere in loro era ancora solo un sapere inconscio e oggi invece è emerso finalmente alla coscienza grazie alla decifrazione completa del discorso dell'inconscio universale realizzato dalla ermeneutica psicoanalitica.

L'ultima resistenza al discorso dell'inconscio universale ormai già tutto decifrato

Si riuscirà infine a realizzare questa mutazione identitaria che risolverà così e infine tutti i problemi della vita?
La natura va comunque in questa direzione e per quanto la resistenza al suo realizzarsi possa essere forte, ogni resistenza verrà infine spazzata via dall'Essere stesso ossia dal Pensiero che è il vero Vivente che procede e continuerà a procedere come un bulldozer.

L'origine del male ma che in altre epoche precedenti è stato anche un bene

Qualsiasi problema noi si ha, e di qualsiasi natura essa sia, può essere ricondotta a una problematica identitaria di fondo, ovvero determinata dal fatto che si ha ancora una identità storica.
E pensare che c'è ancora chi va in psicoanalisi con il progetto di rafforzare la sua vecchia identità ancora storica che nel frattempo gli eventi di una vita hanno TRAMATO per indebolirla sempre più.


Abracadabra e il male non c'è più

In conclusione allora quale sarebbe questa soluzione magica a tutti i problemi della vita?
Una nuova identità puramente relazionale.
Il guaio è che molti vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca o se si tratta di donne il marito ubriaco il che tradotto significa che vorrebbero avere i benefici sia di una nuova identità puramente relazionale e senza però perdere i benefici di una vecchia identità ancora storica: mica scemi eh! ma non si può: aut aut.


La fortuna di vivere dopo il 1987: o la sfortuna?

In verità solo oggi ovvero solo dopo il 1987 e quindi a maggior ragione in questo 2020 si dà praticabile questa nuova identità puramente relazionale mentre non era praticabile prima e quindi coloro che coltivavano una identità storica lavoravano comunque ad avvicinare il momento della nascita del prototipo di identità puramente relazionale. 
Oggi e solo oggi si può.
nel farttempo proprio a partire da quel 1987 è iniziato l'ultimo sprint di qeul processo che Jung e poi Silvia Monetfoschi hanno chiamto "processo di individuazioen universale" che prende oggi il nome di "processo di autodistruzione.
Cosa o chi si autodistrugge?
Il vecchio SRI (soggetto riflessivo individuale) ovvero di quel soggetto che ha fatto l'intera storia umana incluso quindi noi stessi uomini moderni e contemporanei che oggi e solo oggi con al nasciat di GioavnniSilvia (archetipo dell'ultiam coniucntio) è più solo l'ex-SRI.


La vita degli archetipi in noi e nella storia

Tutti gli archetipi che ritroviamo nelle nostre biografie, nelle opere letterarie, artistiche, nei miti, le opere teatrali e anche i film, sono tutti archetipi morti ovvero che parlano solo del passato e non dell'avvenire ovvero sono più totalmente insignificanti e solo il nuovo archetipo dell'ultima coniuntio nato nel 1987 è l'unico archetipo ancora vivente.
Tutti i romanzi, opere teatrali, film e le nostre stesse biografie sono ormai totalmente insignificanti: non c'è un romanzo, un lavoro artistico, un'opera teatrale, un film, uan viat ceh dica qualcosa di nuovo ma tutte qeuste opere parlano di un passato ormai morto e che sopravvive più solo coem memoria, coem ricordo. Quetso significa che oggi l'unico archetipo vviente sia il solo archetipo dlel'ultiam coniunctio ovvvero la'crhetipo dei gemmeli, degli identici, delal nuvo aperosan duale.
L'epoca storica anzi post-storica che oggi noi contemporanei viviamo è l'epoca dle divenire insignificante di tutto ciò che invece prima della nascita di GiovanniSilvia era significativo.
Cosa vuoel dire che un archetipo cessa di essere significativo?
Significa che non ha direzione, avvenire, che è morto ovvero che parla più solo di un passato che è stato ma che non è più.
Che cosa è un archetipo?
E' una gestalt, una forma, non è un contenuto, ma è un contenitore di forze cosmiche, un contenitore d'ordine che impedisce il caos.

Il nuovo processo di autodistruzione

"Quando quei due saranno uno solo nell'esterno come nell'interno e il maschio con la femmina non sarà nè maschio nè femmina"

(Citazione dagli scritti prodotti dalle comunità del cristianesimo primitivo delle origini più di orientamento gnostico)

Oggi è quindi più solo il processo di autodistruzione ovvero un divenir caos ed è questo il trionfo finale di quella malattia dello spirito che è il nichilismo ma proprio questo trionfo del nichilismo fa si che il nichilismo si manifesti chiaramente a tutti per quel che è, si che è più difficile ingannarsi sulle forze in campo nella battaglia di Armageddon e quindi è più facile prendere posizione. Progressisti o evoluzionisti? 
Mi si potrà obiettare: ma i conservatori dove li metti?
I conservatori?
I conservatori sono proprio i progressisti che vogliono cambiare tutto per non cambiare niente.

"Il finito proprio perchè finito non può finire mai ma può solo scomparire
tuttavia quando scompare
scomparirà in assoluto per non più ritornare."

(Silvia Montefoschi)

Il nuovo processo di spersonalizzazione

Andrea Morelli (psicoanalista di Silvia): "Silvia, quindi se ho ben capito tu accetti il processo."
Silvia Montefoschi (psicoanalista di Andrea): "Io non accetto affatto il processo, IO SONO il processo."

Allora visto che così stanno le cose che cosa possiamo opporre al processo di autodistruzione ormai già avviatosi?
Possiamo opporre solo un nuovo processo anch'esso che è il processo di spersonalizzazione ovvero l'esodo dall'universo, che è abbandonare la nostra vecchia identità ancor astorica per una nuova identità puramente relazionale, che è un po' come dismettere un vecchio abito per uno nuovo più adeguato alla realtà dei nuovi tempi post-apocalittici.
Noi non siamo più la nostra storia ma più solo la nostra relazione, quella relazione che era in principio, l'uno e l'altro dell'unico discorso che era, che è  e che sempre sarà il Dio Vivente ovvero l'Infinitamente Pensante.
E' finito quindi anche il tempo di ritenerci consustanziali al Dio per essere invece identici al Dio: gli umani infatti o meglio la nuova e vera umanità non è consustanziale a Dio ma è proprio Dio.

Il tramonto dell'occidente o piuttosto il tramonto dell'Anthropos?

E mentre una vecchia umanità in ultima analisi ancora individualista tramonta, una nuova umanità si pone al capolinea della storia universale come i fondatori del vero Regno Umano.
Oltre il male ovvero oltre la divisione del lavoro tra uomini e donne che si spartiscono più o meno in accordo o in guerra i ruoli di attivo e passivo nasce proprio al termine della storia dell'universo finalmente la città di Dio, la nuova polis.

Il male? Il bene?

Tutto è bene quel che finisce bene.

Tutto è bene. Tutto.

Freud docet: i limiti insuperabili della vecchia psicoanalisi

Freud in una delle sue ultime opere di teorizzazione della prassi psicoanalitica "Analisi terminabile e interminabile" del 1936 ci mette in guardia sui limiti della scienza psicoanalitica.
In questo scritto Freud dice a chiare lettere che c'è un muro insuperabile che pone un altolà e quindi fa resistenza a qualsivoglia tecnica psicoanalitica.
Questo muro invalicabile è costituito  dalla biologia ovvero dai corpi umani materiali che non possono congiungersi veramente in una sola persona duale.
Quale sono le implicazioni ontologiche di una tale affermazione alquanto ragionevole?
Significa che la divisione del lavoro tra uomini e donne è una dato ineluttabile a cui bisogna piegare la testa come di fronte a un destino immodificabile: questo è il realismo psicoanalitico.
Il male dunque c'è e sempre ci sarà.

La biologa Silvia Montefoschi però di fronte a questo e altri scritti simili anche di altri autori anche di altre discipline non si è fermata ma è andata avanti sicura del fatto suo continuando ad ascoltare il discorso dell'inconscio universale così e infine oggi sappiamo che niente può imporre un altolà alla scienza delle scienze, la psicoanalisi.
Oggi sappiamo che si può.
Così come Cristoforo Colombo ci ha insegnato che si può osare procedere fin oltre le colonne d'Ercole, ugualmente GiovanniSilvia ci hanno insegnato che si può e in quell'istante nasce una nuova posicoanalisi che poi è sempre la stessa psicoanalisi giunta al capolinea della sua centenaria storia che postasi all'inizio come meta la terapia delle nevrosi e delle psicosi ha invece creato la nuova persona duale, un nuovo archetipo, l'archetipo dell'ultima coniunctio e in quello stesso istante si dà l'apocalisse (apocalisse= rivelazione) e inizia una nuova epoca già post-apocalittica che è quella in cui stiamo vivendo oggi.

Fare anima o divenire identici?

"Fare anima" (James Hilman)

"Cento anni di psicoanalisi e il mondo va sempre peggio" ( James Hilman)

"Abbandonare l'anima e poi abbandonare anche il corpo" (Silvia Montefoschi)

Questo il concetto di "esodo dal mondo" della biologa e psicoanalista  Silvia Montefoschi che sfocia dal punto di vista della prassi rivoluzionaria propria al movimento di pensiero psicoanalitico nell'abbandonare il mondo al suo ineluttabile destino di autodistruzione e infatti chiama "processo di autodistruzione" lo sprint finale di ciò che Jung a suo tempo aveva denominato con il termine "processo di individuazione" esteso all'universo intero da Silvia Montefoschi come "processo di individuazione universale" proprio perchè chi è alla ricerca della sua vera identità non è il singolo individuo ma è l'Essere stesso.

Quale la proposta dell'ultima psicoanalisi oltre la preistoria della psicoanalisi?
La nuova psicoanalisi quale psicoanalisi allo stato dell'arte?
La psicoanalisi oltre la psicoanalisi?

"Divenire identici" (Silvia Montefoschi)

"Solo gli identici possono congiungersi veramente." (Silvia Montefoschi)

Di maschi, intendo di maschi veri c'è nè solo uno rispetto al quale siamo tutti femmine dato che è anche Dio, intendo il vero Dio, "la relazione che era in principio", l'uno  e l'altro dell'unico discorso.

Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος  (Giovanni evangelista)

Questo unico maschio è l'Automaton, il fato, il destino, la Divina Provvidenza, il Principio di Sincronicità.


Ci conviene quindi essere tutt'uno con Dio, ossia non solo consustanziali al Dio ma identici a Dio.

"Solo gli identici possono congiungersi veramente." (Silvia Montefoschi)

Non basta nascere identici ma poi bisogna anche "divenire identici".

Come si fa a divenire identici?

Con il lavoro. Il lavoro di simbolizzazione progressiva ovvero con la psicoanalisi che sposta l'identità dai pensati che ci differenziano gli uni dagli altri alla funzione pensante pura che ci unisce in un unico individuo duale che poi è il Logos che era in principio, che era, è e sempre sarà il vero Vivente.

Maschio e femmina ovvero il vero Dio oltre l'Anthropos ancora preistorico e preistorico in quanto al suo sistema conoscitivo che  è il SRI che sostanzialmente dai tempi dell'avvento dell'atomo fino alla nascita della vecchia umanità due milioni di anni fa, è sempre lo stesso cioè sempre l'Essere che tratta e continua ancora a trattare sè fuori di sè come altro da sè dove solo "il trattare come altro da sè" è anche del nuovo SSR ma ciò che fa l'alienazione è invece proprio quel "fuori di sè" che produce il transfert o proiezione e che quindi prima o dopo va recuperata a sè ma quest'ultimo lavoro del "ricupero" detto anche nel gergo psicoanalitico "ritorno del rimosso" paragonabile al "superamento dialettico" hegeliano, è un lavoro che solo la nuova e vera umanità può fare fino in fondo ovvero fino all'ultima proiezione che fa trapassare al vita tutta dell'essere dalla ancora preistorica dianmica dialettica alla nuova dinamica dialogica che non contempla più il vecchio movimento a tre in quanto coloro che sono già Uno ma anche Due in partenza non hanno bisogno di un terzo per riconoscersi Uno o Due a seconda se scelgono il meccanismo di difesa isterico o ossessivo.

Ecco perchè definiamo la psicoanalisi anche come l'ultima rivoluzione poichè dopo non c'è ne sarà più bisogno di rivoluzioni in quanto con il passaggio dalla dialettica al dialogo oltre la dialettica la rivoluzione che è stata necessaria in tempo di dialettica sarà invece rivoluzione permanente ovvero non si avrà più necessità nè delle "armi della critica" ma neanche e a maggior ragione della "critica delle armi".
La psicoanalisi oltre la preistoria dunque.

Storia delle modalità del relazionarsi dell'uno all'altro del discorso nei tempi lunghi dell'evoluzione del Pensiero Uno.

1. Reazione termonucleare
2, Sintesi molecolare
3, Sessualità
4. Comunicazione
5. Nuova Percezione (o sesto senso)
Conclusioni: non vedo l'ora di laurearmi in "SCIENZA DELLA RELAZIONE" cioè in quella Teologia che tutte le scienze abbraccia (la psicoanalisi), sì perchè da grande voglio fare il meccanico.



Chi nasce prima? L'uovo o la gallina?

Chi nasce prima? La risposta o la domanda?

La risposta in verità è una domanda proprio così come la domanda che in verità anche se sembra una domanda in verità è una risposta.

«C'è un concetto che corrompe e altera tutti gli altri. Non parlo del Male, il cui limitato impero è l'etica; parlo dell'Infinito.» 
(Jorge Luis Borges)

Della serie "transfert & controtransfert".