NOTE: "La storia vera di Thérèse Martin" sarà solo un capitolo integrato a "Storia e Relazione" dal titolo "La cicala di Alençon - Gli ultimi 18 mesi di Thérèse Martin"
La stessa cosa vale anche per: "Innamorato dalla nascita" che ha come sottotitolo "La storia vera di un alpinista alla conquista di una nuova identità puramente relazionale" che anch'essa sarà un capitolo di "Storia e Relazione", una sorta di presentazione dell'autore in quanto consisterebbe in una sorta di autobiografia psicoanalitica.
Perchè il titolo "Innamorato dalla nascita"?
Così come Silvia Montefoschi è stata soprannominata "La figlia di Hegel" dall'inconscio universale nel suo linguaggio onirico, a me invece sempre l'inconscio universale mi ha soprannominato "Innamorato dalla nascita".
Persino nei film lì dove riescono se riescono è solo per il senso della matematica e più c'è matematica e più c'è bellezza.
Che cos'è la bellezza?
E' matematica.
Cosa intendo per matematica?
Lo so per istinto. forse simmetricità, tempistica, probabilmente il senso del "kairos" ovvero del momento giusto.
Forse è sinonimo di "principio di sincronicità", di "necessità".
Certo è che i paradigmi con sui si declina la vita, con il tempo fanno il loro tempo e perdono la loro bellezza subentrando nuovi canoni di bellezsa ovvero nuovi paradigmi manifestazione di un ordine nuovo ancora più ordine. Ritroviamo qui la teoria della termodinamica entropia/negaentropia che noi interpretiamo anche in chiave estetica.
Per una nuova estetica rivoluzionaria dunque: non il significato ma la matematica.
Non esiste alcun significato ma solo direzione.
Non c'è alcun testo - diceva Nietzsche - ma solo interpretazioni e interpretazioni di interpretazioni.
Io non sono un matematico anzi forse sono negato per la matematica visto che sono un tipo del pensiero e non dell'intuizione (Carl Gustav Jung, "Tipi psicologici", 1921 - Silvia Montefoschi, "Essere nell'Essere", 1985), almeno credo eppure la matematica mi ha sempre affascinato proprio per la bellezza, l'eleganza, insomma per questioni estetiche.
Perfino quando vedo un palazzo, una piazza, una città è la matematica che mi affascina.
Questo vale anche per i discorsi: quanta matematica c'è in quel discorso? E' elegante?
Quando ero bambino i miei compagni mi prendevano in giro dicendo: "Non sa un tubo di matematica ma prende i bei voti solo perchè è il cocco (proprio così' dicevano) dell'insegnante di matematica."
Il caso vuole che il professore era proprio siciliano tral'altro e credo un ateo.
A me non me ne fregava assolutamente di fare le espressioni algebriche giuste, per me l'eleganza nel risolverle era più importante del risultato.
Perfino nello sport: benchè mi dedicassi più al gioco del calcio tuttavia ricordo che mi affascinava il salto in alto ma anche lì non mi interessava saltare tanto in alto ma l'eleganza e la bellezza del salto. Trovai infine che il salto alla ventrale era il più elegante. Mi sembrava di volare. Avrei voluto poter saltare all'allentatore.
In psicoanalisi si sà che i personaggi che appaiono in un sogno sono il sognatore stesso, aspetti diversi e talvolta anche antitetici della sua personalità: è sempre lui.
In letteratura si sa che i personaggi di un romanzo sono sempre aspetti diversi e anche qui talvolta antitetici del romanziere.
La psicoanalisi ha elaborato il concetto di "transfert" o "proiezione" perchè tutte le persone che noi incontriamo nel nostro percorso di vita siamo sempre noi fuori di noi.
Questo spiega anche certe psicopatologie a cui la psichiatria ha dato il nome di "schizofrenia".
Dio è sicuramente, o meglio è stato sicuramente, uno schizofrenico per avere otto miliardi di personalità. E pensare che c'è chi invece prega uno schizofrenico e gli chiede aiuto.
Un giorno mentre mi recavo in treno a Milano all'incontro psicoanalitico con Silvia Montefoschi, per ingannare il tempo avendone in quel momento anche l'ispirazione mi misi a scrivere una poesia dedicata a Thérèse Martin ma mentre componevo la poesia l'interlocutore a cui parlavo cambiò volto e non era più Thérèse ma Giovanni e poi ancora Giovanni cambiò volto e non era più Giovanni ma Silvia e poi ancora Silvia cambiò volto ed era di nuovo Thèrèse: eppure la poesia era la stessa.
Sceso alla Stazione Centrale di Milano turbato da quanto accadutomi mi ripromisi di chiedere a Silvia come si poteva interpretare psicoanaliticamente quanto occorsomi.
Giunto a casa di Silvia,. le raccontai e lei senza per nulla turbarsi e senza neanche a pensarci sù ma immediatamente applicando la sua "ermeneutica dell'Automaton" all'evento, esclamò:
Si tratta della vecchia spontaneità egoriferita e quindi asociale propria dei bambini e dei balordi o psicopatici.
2.
Mediazione riflessiva
L'attitudine alla mediazione riflessiva è propria delle personalità più mature, adulte o dei pensatori ma che noi definiamo la vecchia umanità preistorica in quanto comunque antroporiferita o ancora 'tolemaica', giusto per capirci meglio.
3.
Immediatezza riflessiva
Non deve scandalizzare l'uso di questa terminologia che a dire il vero può sembrare un ossimoro ma è invece la nuova spontaneità che nasce solo dopo due milioni di anni di esercizio quotidiano alla mediazione ovvero al capolinea del processo di umanizzazione quale farsi umano dell'uomo e quale capolinea della stessa storia del lavoro che pertanto dà inizio al nuovo processo di transumanizzazione attualmente in corso perchè è vero che con il tempo si danno delle mutazioni nei batteri o nei virus ma con il tempo si danno delle mutazioni anche negli umani ma mentre nei batteri e nei virus si danno mutazioni orizzontali che non sono vere e proprie mutazioni ma versioni diverse di una stessa forma base che è il modo di funzionare di un virus o di un batterio che rimane lo stesso essendo una forma compiuta, negli umani che non hanno mai raggiunto la forma compiuta, le mutazioni sono verticali e infatti questa ultima mutazione dà nascita a una vera novità che non appartiene nè alla biosfera ma neanche alla noosfera essendo la prima forma vivente non più materiale ma oltre lo spazio-tempo-massa e quindi oltre la stessa modalità di coniunctio superiore che fino ad oggi è stata la comunicazione oltre la sessualità. In passato avevamo trovato un esempio per meglio rendere l'idea di che si tratta non trovando di meglio e quindi vale quel che vale, così dicevamo: "E' vero che Picasso disegna come i bambini ma i bambini non disegnano come Picasso. Quale è la differenza? La differenza è che Picasso per imparare a disegnare come i bambini ha dovuto fare anni e anni di accademia di belle arti ovvero disciplina, disciplina e ancora disciplina. Similmente l'Antropos, l'animale-umano ha impiegato due milioni di anni di evoluzione non più biologica questa volta ma culturale per potersi liberare infine della prigione culturale."
Conclusioni
"Barbarie o civiltà?" (Sigmund Freud) Queste due uniche opzioni erano contemplate dal pessimista Sigmund Freud che invece si riteneva realista e in effetti facendo astrazione del concetto di evoluzione verticale (che è altro dal progresso) lo era veramente un realista. Bye bye Freud!
Il "Pensiero Uno oltre la psicoanalisi" postula accanto alle tradizionali quattro forze universali riconosciute dalla scienza ufficiale:
interazione forte
interazione debole
forza elettromagnetica
forza gravitazionale
anche una "quinta forza" che verrebbe a far sentire i suoi effetti nel momento del processo evolutivo in cui nascerebbe un nuovo soggetto altro dal vecchio soggetto riflessivo individuale (SRI) che a partire dall'atomo fino alla vecchia umanità è stato l'artefice e vero protagonista del divenire storico nel bene come nel male.
Di quale nuova tipologia di soggettività si tratta?
Trattasi del nuovo Soggetto Super-Riflessivo (SSR) di cui GiovanniSilvia sono solo il prototipo.
Ritornando al discorso sulla cosiddetta "quinta forza", questa "quinta forza" avrebbe il potere di destrutturare la materia, demassificando tutte le altre forme di energia per riportarla a quella originaria del Pensiero, l'energia pensante, in cui tutte le forze differenziatesi da essa possono infine riunificarsi.
Riferimenti:
- Silvia Montefoschi, "Storia della preistoria del Verbo - Il principio cosmico", 1987
La questione ontologica e il suo nucleo centrale: l'immagine trinitaria del pensiero Uno.
La teologia (ontologia o questione dell'Essere) e il suo nucleo centrale: la trinità di Dio (la trinità del Pensiero).
Natura trinitaria di Dio e natura trinitaria del Pensiero
- PENSARE (il femminile di Dio o potenzialità infinita del Pensiero)
- PENSANTE (il maschile di Dio in quanto padre o atto riflessivo)
- PENSATO (il maschile di Dio in quanto figlio o attuazione dell'atto riflessivo)
Pensiero astratto e pensiero concreto - Può sembrare questa questione dell'immagine trinitaria di Dio solo una questione astratta che esula dalla vita concreta di tutti i giorni intesa quest'ultima come la vera vita,mentre invece noi vogliamo sostenere non che è anch'essa concreta e a limitarci a sostenere questa tesi ma a sostenere invece che al contrario è proprio il caso opposto e cioè che questa astrazione è invece quanto di più concreto possa esserci ma ovviamente questo lo possono capire solo gli ultimi mutanti dato che per la vecchia umanità ciò che conta sono i particolari, il pragmatismo, l'utilitarismo.
Quando ci si scontra con dei problemi, qualsiasi problema, di qualsiasi ordine sia, ebbene è nella questione della trinità di Dio e della trinità del Pensiero che si può trovare la vera e definitiva soluzione poichè è in questa questione che tutte le problematiche di qualsiasi tipo hanno trovato la loro radice e origine e quindi qui potranno trovare anche la loro definitiva soluzione una volta per tutte.
Tutta qui è invece quindi la questione delle questioni: l'origine e anche la soluzione. Il mistero della questione della trinità di Dio tutt'uno con il mistero della trinità del Pensiero.
« [...] τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι.»
« [...] Infatti lo stesso è pensare ed essere.»
(Parmenide, "Il poema sulla natura, o Della natura")
La Nuova Percezione
Dai vecchi e preistorici cinque sensi attraverso i quali l'Essere conosce se stesso comunque sempre separato in conoscente e conosciuto, percipente e percepito in qualsiasi versione di conoscenza, fino al più evoluto nuovo sesto senso del Pensiero che Percepisce il Pensiero come realtà concreta e vivente: la Nuova Percezione.
"E infine il Pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi" (Silvia Montefoschi)
Un esempio concreto di quanto teorizzato
Avevo sette anni infatti allorchè un bel mattino di buon'ora attraverso il cortile e appena fuori di casa mi dissi risolvendo così definitivamente una questione che i filosofi definirebbero "ontologica"o inerente "la questione dell'Essere": "Esistiamo solo io e Dio", proprio così risolsi.
Anni dopo in psicoanalisi raccontai l'evento occorsomi nell'infanzia a Silvia Montefoschi biologa e medico -psicoanalista già unita a Giovanni Evangelista in una sola persona duale che così commentarono:
"Avevi già capito tutto."
Il Padre & il Figlio ovvero il Pensante & il Pensato
Il Pensare ovvero il Femminile di Dio quale potenzialità infinita del Pensiero
Conclusioni
"La casa è dove è quella donna" (Cesare Pavese)
ovvero
L'uomo, la donna e la vita eterna (l'Essere vero)
Il nuovo scenario attuale non apocalittico ma già post-apocalittico
Così dicono GiovanniSilvia i primi mutanti:
“Sarà allora che si darà l’ultimo salto riflessivo del Soggetto Pensante Unico, il quale, non guardando più neppure a se stesso, non saprà più nemmeno di sapere del proprio esserci, ma sarà il solo vivente, che per esserci, di certo non si pensa ma si sente.
Quando ciò avverrà, avverrà sincronicamente il non esserci più delle forme corporee materiali dei soggetti umani che si riconoscono completamente in esso, e la materia del mondo svanirà, e l’unico Soggetto Vivente sarà, nel reciproco vedersi delle due presenze, nella sua assoluta compiutezza, infinitamente compiutibile, nel punto momento del suo perenne divenire.”
(Silvia Montefoschi, 2006)
“Sarà solo un istante e una luce abbagliante dissolverà la tenebra che ancora ottenebra la nostra mente e si udrà la voce dell’assoluto silenzio che dice la fine il fine l’infinito”
(Silvia Montefoschi, 2009)
“E le cose di prima sono passate”
(Apocalisse di Giovanni)
“E le cose di prima non sono mai state”
(Silvia Montefoschi, “L’essere vero”, 1996)
Una obiezione (resistenza) all'ultima rivoluzione
Si va bhè ma in soldoni quale sarebbe la buona novella?
Sarebbe che prima bisognava necessariamente comunicare il pensiero per dare ESISTENZA al pensiero mentre oggi non c'è più bisogno di comunicare.
Dalla sessualità alla comunicazione e dalla comunicazione alla Nuova percezione
che è come dire: "dalla dialettica al dialogo oltre la dialettica"
o ancora: "da una identità ancora storica a una nuova identità puramente relazionale".
Proprio in questo consiste il portare a compimento il "processo di disappropriazione" tutt'uno con il "processo di spersonalizzazione" che realizzano il "processo di transumanizzazione" vero capolinea della storia dell'universo e di 13,7 miliardi di storia del lavoro umano e non-umano.
Bibliografia
Silvia Montefoschi, "Il regno del figlio dell'uomo", 1997
Silvia Montefoschi, "Dall'uno all'uno oltre l'universo", 1998
Silvia Montefoschi, "L'avvento del Regno (specificamente) Umano", 2004
Questa scoperta della psicoanalisi quale legge dell'evoluzione costituisce anche la sua teoria epistemologica fondativa come vera scienza che non ha solo una funzione pragmatica come la scienza cosiddetta ufficiale ma una pura funzione di vera verità al di là di qualsiasi preoccupazione del tipo utilitaristico-funzionale. Il chè detto in altri termini: mentre la scienza serve a qualcosa e soprattutto la sua ancella la tecnica serve a qualcosa, la psicoanalisi invece non serve proprio a niente. La psicoanalisi infatti non è psicoterapia, non è psichiatria ma è solo una modalità relazionale e uno stile di vita coerente con questa modalità relazionale di tipo psicoanalitico.
Una modalità relazionale questa psicoanalitica, che non scopre la verità ma la produce la verità.
La verità sarà.
Prima/Dopo - Causa/Effetto
Questa verità Hegel la chiamava anche "il risultato" per indicare che non era prima ma sarà dopo e pur essendo dopo era anche già prima
Chiedeva Mosè al suo interlocutore: "Dimmi almeno il tuo nome affinchè io possa dire agli altri chi mi ha parlato."
E la voce rispose: "Io sarò quel che sarò."
IO SARO' QUEL CHE SARO'
(Ehyeh-Asher-Ehyeh )
in ebraico: אֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה
Esodo 3,13-15
"Vero è solo l'intero" (Hegel)
"E infine saremo ciò che veramente siamo" (Silvia Montefoschi)
"Un organismo vivente non coincide con la somma delle sue parti" (questo è un principio delle scienze biologiche)
Un uomo è un uomo
una donna è una donna
ma un uomo e una donna saldati in una sola persona del tipo duale sono una nuova specie vivente oltre l'anthropos.
La cosiddetta "mente isolata" o "mente irrelata" di certa psicologia o psichiatria, è solo un mito poichè nella realtà non esiste affatto una mente veramente irrelata dato che la vita è sempre relazione essendo proprio il fatto relazionale la sostanza del vivente.
"Nella realtà non esiste affatto alcuna soggettività ma sempre e solo intersoggettività" (Martin Buber)
Sembra impossibile che sia così facile e invece è proprio così anche se non è assolutamente facile. Tutti i problemi e intendiamo proprio tutti intendendo con quel "tutti" non solo i cosiddetti problemi di natura "psichica" ma anche quelli di natura "materiale" troverebbero così la loro soluzione non solo temporanea ma definitiva.
Un problema semplicemente identitario
Tutto infatti si può ridurre a un problema identitario e la soluzione in questa prospettiva che noi chiamiamo ancora "psicoanalitica" sarebbe in una mutazione identitaria da una vecchia identità ancora storica a una nuova identità puramente relazionale.
Noi i genialoni
Come abbiamo detto però non è assolutamente facile altrimenti i nostri antenati non avrebbero aspettato noi i genialoni.
Alcuni potrebbero realizzare una tale mutazione poichè hanno già in sè nel DNA le informazioni che spingono in questa direzione, altri invece non potrebbero anche perchè se non si è costretti a una tale mutazione non si fa nemmeno un primo passo in questa direzione trasformativa: è un po' come nelle rivoluzioni politiche per cui solo chi sta male in un determinato ordinamento sociale può essere interessato a realizzare una mutazione mentre chi sta bene non ci pensa nemmeno alla rivoluzione e anzi vi si opporrà con tutte le sue forze mettendo in atto una controrivoluzione.
Rivoluzione politica o rivoluzione identitaria?
In questo caso non "politico" ma "identitario" però gli stessi rivoluzionari sono anche controrivoluzionari in quanto la memoria della loro vecchia identità ancora storica mette in atto una resistenza alla trasformazione: ne nasce così un conflitto interno che però se il soggetto invece di potenziare la propria memoria ("si sa quel che si perde") potenzia invece il proprio progetto interno ("e non si sa quel che si trova") va sbiadendosi sempre di più proprio come una memoria che non si carica di energia (non si erotizza) fino a cancellarsi definitivamente eliminando il conflitto tra un sè rivoluzionario e un sè che fa resistenza a quel se stesso più rivoluzionario e quindi più favorevole al cambiamento.
Progressisti o evoluzionisti?
Tante e di vario genere sono le soluzioni possibili che l'umanità si è inventata per trovare soluzioni alle problematiche umane ma invece basterebbe una mutazione identitaria al posto di girare inutilmente attorno al problema e così lo si risolverebbe direttamente alla radice.
Ricordiamoci sempre che noi possiamo essere progressisti ma la natura pur non essendo contro il progressismo non è affatto progressista ma solo evoluzionista.
Dopo la nascita del prototipo la strada alla vetta della montagna è aperta
Oggi per la prima volta nella storia dell'universo grazie allo sprint finale realizzato dall'ultimo brano della storia dell'universo che è la storia del movimento psicoanalitico, oggi sappiamo e abbiamo la soluzione mentre i nostri antenati non hanno avuto la fortuna che noi contemporanei abbiamo, quindi loro non potevano risolvere tutti i problemi alla radice perchè questo sapere in loro era ancora solo un sapere inconscio e oggi invece è emerso finalmente alla coscienza grazie alla decifrazione completa del discorso dell'inconscio universale realizzato dalla ermeneutica psicoanalitica.
L'ultima resistenza al discorso dell'inconscio universale ormai già tutto decifrato
Si riuscirà infine a realizzare questa mutazione identitaria che risolverà così e infine tutti i problemi della vita?
La natura va comunque in questa direzione e per quanto la resistenza al suo realizzarsi possa essere forte, ogni resistenza verrà infine spazzata via dall'Essere stesso ossia dal Pensiero che è il vero Vivente che procede e continuerà a procedere come un bulldozer.
L'origine del male ma che in altre epoche precedenti è stato anche un bene
Qualsiasi problema noi si ha, e di qualsiasi natura essa sia, può essere ricondotta a una problematica identitaria di fondo, ovvero determinata dal fatto che si ha ancora una identità storica.
E pensare che c'è ancora chi va in psicoanalisi con il progetto di rafforzare la sua vecchia identità ancora storica che nel frattempo gli eventi di una vita hanno TRAMATO per indebolirla sempre più.
Abracadabra e il male non c'è più
In conclusione allora quale sarebbe questa soluzione magica a tutti i problemi della vita?
Una nuova identità puramente relazionale.
Il guaio è che molti vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca o se si tratta di donne il marito ubriaco il che tradotto significa che vorrebbero avere i benefici sia di una nuova identità puramente relazionale e senza però perdere i benefici di una vecchia identità ancora storica: mica scemi eh! ma non si può: aut aut.
La fortuna di vivere dopo il 1987: o la sfortuna?
In verità solo oggi ovvero solo dopo il 1987 e quindi a maggior ragione in questo 2020 si dà praticabile questa nuova identità puramente relazionale mentre non era praticabile prima e quindi coloro che coltivavano una identità storica lavoravano comunque ad avvicinare il momento della nascita del prototipo di identità puramente relazionale.
Oggi e solo oggi si può.
nel farttempo proprio a partire da quel 1987 è iniziato l'ultimo sprint di qeul processo che Jung e poi Silvia Monetfoschi hanno chiamto "processo di individuazioen universale" che prende oggi il nome di "processo di autodistruzione.
Cosa o chi si autodistrugge?
Il vecchio SRI (soggetto riflessivo individuale) ovvero di quel soggetto che ha fatto l'intera storia umana incluso quindi noi stessi uomini moderni e contemporanei che oggi e solo oggi con al nasciat di GioavnniSilvia (archetipo dell'ultiam coniucntio) è più solo l'ex-SRI.
La vita degli archetipi in noi e nella storia
Tutti gli archetipi che ritroviamo nelle nostre biografie, nelle opere letterarie, artistiche, nei miti, le opere teatrali e anche i film, sono tutti archetipi morti ovvero che parlano solo del passato e non dell'avvenire ovvero sono più totalmente insignificanti e solo il nuovo archetipo dell'ultima coniuntio nato nel 1987 è l'unico archetipo ancora vivente.
Tutti i romanzi, opere teatrali, film e le nostre stesse biografie sono ormai totalmente insignificanti: non c'è un romanzo, un lavoro artistico, un'opera teatrale, un film, uan viat ceh dica qualcosa di nuovo ma tutte qeuste opere parlano di un passato ormai morto e che sopravvive più solo coem memoria, coem ricordo. Quetso significa che oggi l'unico archetipo vviente sia il solo archetipo dlel'ultiam coniunctio ovvvero la'crhetipo dei gemmeli, degli identici, delal nuvo aperosan duale.
L'epoca storica anzi post-storica che oggi noi contemporanei viviamo è l'epoca dle divenire insignificante di tutto ciò che invece prima della nascita di GiovanniSilvia era significativo.
Cosa vuoel dire che un archetipo cessa di essere significativo?
Significa che non ha direzione, avvenire, che è morto ovvero che parla più solo di un passato che è stato ma che non è più.
Che cosa è un archetipo?
E' una gestalt, una forma, non è un contenuto, ma è un contenitore di forze cosmiche, un contenitore d'ordine che impedisce il caos.
Il nuovo processo di autodistruzione
"Quando quei due saranno uno solo nell'esterno come nell'interno e il maschio con la femmina non sarà nè maschio nè femmina"
(Citazione dagli scritti prodotti dalle comunità del cristianesimo primitivo delle origini più di orientamento gnostico)
Oggi è quindi più solo il processo di autodistruzione ovvero un divenir caos ed è questo il trionfo finale di quella malattia dello spirito che è il nichilismo ma proprio questo trionfo del nichilismo fa si che il nichilismo si manifesti chiaramente a tutti per quel che è, si che è più difficile ingannarsi sulle forze in campo nella battaglia di Armageddon e quindi è più facile prendere posizione. Progressisti o evoluzionisti?
Mi si potrà obiettare: ma i conservatori dove li metti?
I conservatori?
I conservatori sono proprio i progressisti che vogliono cambiare tutto per non cambiare niente.
"Il finito proprio perchè finito non può finire mai ma può solo scomparire
tuttavia quando scompare
scomparirà in assoluto per non più ritornare."
(Silvia Montefoschi)
Il nuovo processo di spersonalizzazione
Andrea Morelli (psicoanalista di Silvia): "Silvia, quindi se ho ben capito tu accetti il processo."
Silvia Montefoschi (psicoanalista di Andrea): "Io non accetto affatto il processo, IO SONO il processo."
Allora visto che così stanno le cose che cosa possiamo opporre al processo di autodistruzione ormai già avviatosi?
Possiamo opporre solo un nuovo processo anch'esso che è il processo di spersonalizzazione ovvero l'esodo dall'universo, che è abbandonare la nostra vecchia identità ancor astorica per una nuova identità puramente relazionale, che è un po' come dismettere un vecchio abito per uno nuovo più adeguato alla realtà dei nuovi tempi post-apocalittici.
Noi non siamo più la nostra storia ma più solo la nostra relazione, quella relazione che era in principio, l'uno e l'altro dell'unico discorso che era, che è e che sempre sarà il Dio Vivente ovvero l'Infinitamente Pensante.
E' finito quindi anche il tempo di ritenerci consustanziali al Dio per essere invece identici al Dio: gli umani infatti o meglio la nuova e vera umanità non è consustanziale a Dio ma è proprio Dio.
Il tramonto dell'occidente o piuttosto il tramonto dell'Anthropos?
E mentre una vecchia umanità in ultima analisi ancora individualista tramonta, una nuova umanità si pone al capolinea della storia universale come i fondatori del vero Regno Umano.
Oltre il male ovvero oltre la divisione del lavoro tra uomini e donne che si spartiscono più o meno in accordo o in guerra i ruoli di attivo e passivo nasce proprio al termine della storia dell'universo finalmente la città di Dio, la nuova polis.
Il male? Il bene?
Tutto è bene quel che finisce bene.
Tutto è bene. Tutto.
Freud docet: i limiti insuperabili della vecchia psicoanalisi
Freud in una delle sue ultime opere di teorizzazione della prassi psicoanalitica "Analisi terminabile e interminabile" del 1936 ci mette in guardia sui limiti della scienza psicoanalitica.
In questo scritto Freud dice a chiare lettere che c'è un muro insuperabile che pone un altolà e quindi fa resistenza a qualsivoglia tecnica psicoanalitica.
Questo muro invalicabile è costituito dalla biologia ovvero dai corpi umani materiali che non possono congiungersi veramente in una sola persona duale.
Quale sono le implicazioni ontologiche di una tale affermazione alquanto ragionevole?
Significa che la divisione del lavoro tra uomini e donne è una dato ineluttabile a cui bisogna piegare la testa come di fronte a un destino immodificabile: questo è il realismo psicoanalitico.
Il male dunque c'è e sempre ci sarà.
La biologa Silvia Montefoschi però di fronte a questo e altri scritti simili anche di altri autori anche di altre discipline non si è fermata ma è andata avanti sicura del fatto suo continuando ad ascoltare il discorso dell'inconscio universale così e infine oggi sappiamo che niente può imporre un altolà alla scienza delle scienze, la psicoanalisi.
Oggi sappiamo che si può.
Così come Cristoforo Colombo ci ha insegnato che si può osare procedere fin oltre le colonne d'Ercole, ugualmente GiovanniSilvia ci hanno insegnato che si può e in quell'istante nasce una nuova posicoanalisi che poi è sempre la stessa psicoanalisi giunta al capolinea della sua centenaria storia che postasi all'inizio come meta la terapia delle nevrosi e delle psicosi ha invece creato la nuova persona duale, un nuovo archetipo, l'archetipo dell'ultima coniunctio e in quello stesso istante si dà l'apocalisse (apocalisse= rivelazione) e inizia una nuova epoca già post-apocalittica che è quella in cui stiamo vivendo oggi.
Cara Maria innazitutto vorrei sapere se tu sei l'originale o una copia
giusto per riprendere la lettura dell'albero genealogico della vita proposta dal filosofo greco Platone.
Mi sembra strano che tu sia l'originale Myriam di Nazareth
e per copia intendo una donna defunta che ha tanto amato la madonna in questa vita sulla terra che una volta morta e divenuta una extraterrestre abitante dell'Aldilà si è convinta di essere lei stessa la Madonna.
Questo dipinto del 1400 rappresenta una invasione aliena?
Poco male intendiamoci dato che in ogni caso di donne c'è n'è una sola.
Chiariamoci tu fai quello che vuoi perchè io non ti posso comandare
e me ne guardo bene
ma ciò che mi suscita perplessità dei tuoi messaggi
che invii ai terrestri a te più vicini e che tu ti sei scelta
è che sono molto rigidi: nero e bianco.
No io non sono cattivo come questo Papa cosiddetto "progressista"che ti ha definito "postina"
io ci credo che tu appari veramente ai veggenti fin dal 1981
non ho alcun problema a crederci
tuttavia mi viene da dirti:
Ma perchè non ti accontenti dei tuoi?
Perchè vuoi convertire tutti?
Salvare tutti?
Che ti frega degli altri?!
Hai visto che brutta fine che ha fatto tuo figlio che voleva salvare tutti.
Tu dirai che sei la mamma
ed è qui che volevo arrivare:
No Myriam
smettila di considerarti la mamma
tu sei la donna
sei Dio
salva te Myriam
salvati finchè sei ancora in tempo
se salvi te
salvi tutti
e io che già ti amo
ti amerò ancor di più.
Se tu sei la mamma
Myriam io non ti posso amare
ma se tu sei Dio cioè la donna allora sei proprio amabile.
Evolviti Myriam
Anni fa lessi questo libro che trovai molto interessante
Sappi che hai comunque la mia simpatia
e aldilà del fatto che tu sia la madonna originale o meno
sei comunque la donna
e quindi per me sei comunque Dio.
Tu mi dirai: ma perchè mi vuoi salvare?
Perchè in ogni caso mi sei simpatica.
Ciao Myriam originale o copia che tu sia.
Anche io sai brancolo nel buio con questa storia di originali e copie
certo che con tutte queste Marie c'è da diventare matti
in più altre non si chiamano Maria e sono Maria anch'esse
quindi un vero ginepraio.
Thérèse Martin invece a proposito della Madonna
"Questo
caro fanciullo vuole che tu sia l’esempio che lo cerca nella notte della fede... né estasi, né miracoli… Patire amando è la più pura delle gioie” (Poesia n. 34).
MIO COMMENTO
Vedete come è facile identificarsi con la madonna?
Qui TM si è identificata con la Madonna.
Era TM invece che viveva in verità la notte della fede, era Lei che pativa, era lei che diceva a sè stessa che non bisognava desiderare nè estasi nè miracoli. Insomma TM era tutto: era TM, era Gesù ed era anche la Madonna, tre persone in uno. Ed è proprio questo che gli ha rimproverato l'antropologa culturale Ida Magli.
Io ho cercato di difendere Thérèse e Silvia Montefoschi mi ha detto che io l'ho capita di più di Ida Magli che l'aveva definita "una romantica ragazza dell'ottocento".
Diceva Luigi Pirandello: uno nessuno e centomila.
Si dice anche che i personaggi di un romanzo o di un sogno sono sempre l'atore del romanzo stesso o aspetti diversi della personalità dell'autore del racconto.
L'ultimo scritto di TM
“Oh, Signora, se io fossi la Regina del Cielo e tu Teresa, io vorrei
diventare Teresa, perché tu possa diventare Regina del cielo”
(Thérèse Martin, 8 settembre 1897).
A proposito di donne sacerdote
“Come avrei voluto essere un sacerdote, per predicare sulla Beata
Vergine!
Un solo sermone sarebbe stato sufficiente per dire tutto quello che penso.
In
breve, nel mio cantico «Perché ti amo, Maria», ho detto tutto quello che avrei predicato su Maria”
(Thérèse Martin 21.8.3)
Thèrèse non è potuta diventare sacerdote ovviamente essendo una donna e non un uomo eppure è stata nei fatti il direttore spirituale di un sacerdote: Maurice Belliere.
Questa storia della relazione tra Thérèse e il Belliere è un vero mistero tanto che io gli ho detto a Thèrèse: Teresina ma che cosa gli hai insegnato al Belliere?!
Questo Belliere che con Thèrèse era di una umiltà addirittura eccessiva e che amava come se fosse Dio stesso in persona Thérèse ebbene una volta morta Thérèse fu nominato superiore del suo ordine anche se solo superiore locale ma dopo un po' fu denunciato dai suoi confratelli ai superiori dell'ordine perchè accusato di autoritarismo come se avesse avuto due personalità: tanto umile con Thérèse quanto autoritario con i suoi sottoposti. Ovviamente i superiori dopo indagini gli tolsero l'incarico. Mistero!
L'abbè Maurice Belliere
In principio il giardino dell'Eden, poi la grande nostalgia che in ultima analisi ha fatto l'intera storia
Già al filosofo evoluzionista-intuizionista Henri Bergson era accaduto di commentare come in natura la vita sia più reale degli stessi viventi che infatti passano ma la vita resta. Con lo stesso significato ma con un'altra terminologia "la vita che non passa" è identificata dallo scienziato della natura e teologo Teilhard de Chardin con lo spirito: «Lo spirito è più della vita» (Teilhard de Chardin)
L'impegno a portare avanti il processo di spersonalizzazione non significa affatto schizofrenizzarsi in modo da minare una identità centrata sull'Io ma al contrario significa solo rinunciare e sacrificare la propria identità singolare e individuale per riconoscersi solo ed esclusivamente nella relazione.
Il filosofo Martin Buber esprimeva ciò dicendo che non esiste affatto alcuna soggettività e che la soggettività è solo una illusione, una sorta di allucinazione, uno scherzo della mente perchè in realtà esiste solo "intersoggettività" ossia in natura si dà sempre e solo un Io-Tu e non un Io.
Tenuto conto di quanto detto dunque il processo di spersonalizzazione è necessario proprio per procedere nel processo di individuazione che è il termine psicoanalitico per indicare quello che in biologia viene chiamato processo evolutivo.
Non si è soli, non si può mai essere soli neanche se ci si va a nascondere in una grotta a centinaia di metri sotto terra, si è sempre almeno in due.
Non esiste una mente irrelata: la mente isolata è solo un mito ma non è reale.
Credere di essere un singolo è solo una illusione dell'Io e una difesa della vecchia e preistorica identità ancora individuale, anzi una vera e propria resistenza alla nuova identità puramente relazionale che è la caratteristica della nuova e vera umanità dell'avvenire.
Non osavo scriverlo ma è accaduto qualche giorno fa, neanche tanto, credo la settimana scorsa se ben ricordo.
Io di solito quando accadono cose così, insomma eventi così straordinari che non sono certo ordinari, come questo, di solito fermo sulla carta quanto mi si comunica data l'importanza che io dò a simili comunicazioni anche perchè non è da tutti i giorni comunicare con l'Aldilà.
Invece quanto mi è accaduto l'ho sì registrato ma solo a mente.
Perchè?
Benchè all'inizio ero stato preso dall'entusiasmo, ripensandoci sono passato dall'entusiasmo alla diffidenza e forse invece mi sono sbagliato.
E' che io non sono un credulone come molti che invece sono dei cultori di una simile fenomenologia.
Cosa mi è accaduto?
Stavo dicendo a Thérèse Martin che ero molto dispiaciuto che non riesco a lavorare di più, le spiegavo che io vorrei lavorare di più ma che come Lei ben sà ho tante difficoltà e disturbi di ogni genere e cercavo di convincerla che invece io vorrei lavorare di più.
Ormai io da molto tempo non è che mi aspetto una sua risposta così stavo terminando la mia "preghiera" come si usa chiamare nel linguaggio della tradizione questo genere di interlocuzioni interiori, quando inaspettatamente e con mia sorpresa e meraviglia sento un'onda che mi giunge, un'onda del pensiero che riesco a decodificare e si palesa come una voce che io riconosco che è Thérèse Martin che mi parla e mi dice:
"Ma no
ma va bene ( o forse ""sta andando bene")
tu continua a stare con me."
Ma allora come si spiega la mia diffidenza come detto precedentemente?
Perchè dopo un primo entusiasmo ho rianalizzato il fenomeno e ho avuto come la sensazione che si il mittente del messaggio era Thérèse Martin ma la voce mi ha fatto pensare a Silvia (Silvia Montefoschi).
Questo fatto mi ha un po' turbato, non capivo il senso di questo fatto percettivo.
Poi però mi sono ricordato di un evento che raccontai a Silvia.
Stavo recandomi in treno da Genova a Sarzana all'incontro con Silvia e siccome mi era venuta l'ispirazione e il viaggio non era certo breve mi sono messo a comporre una poesia.
Come mio solito, le mie composizioni poetiche sono tutte dedicate a Thérèse e quindi comincio rivolgendomi a Lei. Il fatto è che a metà poesia Thérèse si trasforma in Giovanni e io impassibile continuo a scrivere la mia poesia come se fosse comunque sempre la stessa persona. A questo punto però Giovanni si trasforma in Silvia e ancora io continuo a scrivere come se fosse sempre la stessa persona.
La cosa comunque mi disorienta non poco ma siccome io non sono un ossessivo ma mi affido all'esperienza interiore, pur turbandomi questo non mi ferma.
Giunto infine all'incontro con Silvia gli racconto la vicenda e Silvia come nulla fosse esclama prontamente:
"Per forza, siamo Uno!"
Questo ricordo ha quindi diminuito la mia diffidenza verso tale comunicazione che se è genuina come sembrerebbe malgrado la mia incredulità, allora significherebbe che non devo dubitare del mio procedere, che invece va tutto bene e che perchè tutto continui ad andare bene io devo solo continuare a frequentare Thérèse Martin come ho fatto o ho cercato di fare fino ad adesso.
L'antropos: il Dio della vecchia umanità.
Eppure dopo l'annuncio della morte di Dio tutt'uno con la morte dell'antropos annunciata dallo Zarathustra di Nietzsche ma che era già nell'aria e Nietzsche ha semplicemente messo in scritto quanto aveva captato dei nuovi tempi a venire con il suo forte intuito.
E' questa la nuova buona novella: la nuova e ultima rivoluzione scientifica consiste nel superamento dell'antroporiferimento quale compimento della rivoluzione copernicana e questa rivoluzione copernicana per chi non lo avesse già compreso è una rivoluzione anti-umanista.
Perchè una rivoluzione anti-umanista?
Perchè la vita vuole vivere e l'anthropos oppone resistenza alla grande vita, la vita alla più alta potenza come non si è mai vista.
Non è un caso quindi che la psicoanalista Silvia Montefoschi chiama lo sprint finale del processo di individuazione universale con il nome di "processo di autodistruzione". Certo, lei intende che è il SRI che va sempre più autodistruggendosi ma che cosa è il SRI se non proprio l'anthropos?
Non è quindi un caso ma segno dei nuovi e ultimi tempi che qui in questo tempo post-apocalittico ci troviamo di fronte anche ad una nuova e ultima rivoluzione scientifica che la farà finita una volta per tutte con ogni pensiero positivista, reificante, cosificante, oggettualizzante il Vivente quale processo in infinito divenire.
Non so se sono stato compreso nel leitmotif: la gaia scienza, la scienza d'amore.
Il processo di spersonalizzazione cos'è?
Al di là di me e di te la relazione è il sommo bene.
Noi moriamo ma la relazione resta
ma se noi siamo la relazione allora anche noi non moriamo ma restiamo.
Tutto ciò che non è la relazione verrà selezionato.
Solo i ricordi muoiono e non la vita
la vita non muore mai
solo la relazione ritorna
e non tizio caio o sempronio.
Presto sarà l'alba di una nuova era
ma è già.
"Il massimo di spersonalizzazione coincide con il massimo di personalizzazione" (Silvia Montefoschi)
Ogni tanto mi accade di tornare a ri-capire qualcosa che avevo già capito in passato ma che si vede che richiede da me di voler essere ri-capito o presumibilmente di ri-capire meglio. come infatti dice il detto "capire è bene ma capire meglio è meglio".
E però più probabile invece che non ne avevo capito solo alcune conseguenze o implicazioni che ne derivavano da ciò che mi sembrava di aver già capito.
Sto parlando del "processo di spersonalizzazione".
Pensavo che fosse una pagina come tante altre che ho creato e che anzi ho meno curato e invece forse è la pagina più importante tra tutte quelle da me create.
Processo di spersonalizzazione è infatti il culmine del processo evolutivo universale.
Processo di spersonalizzazione coincide con lo stesso ultimo "processo di transumanizzazione" che segue al vecchio processo di umanizzazione in cui coincide la storia della vecchia umanità che a sua volta era stata preceduta dal "processo di ominizzazione" ovvero la lenta evoluzione dalla scimmia antropomorfa all'homo habilis che già è umanità ma non ancora homo sapiens sapiens con cui invece termina l'evoluzione hardware pur continuando l'evoluzione ma solo come evoluzione culturale.
Processo di spersonalizzazione inoltre coincide con la metamorfosi identitaria finale da una vecchia identità ancora storica a una nuova identità puramente relazionale.
E ancora processo di spersonalizzazione coincide con l'ultima mutazione, ultima mutazione che è trapasso coscienziale dalla coscienza cristica che è ancora la coscienza della semplice consustanzialità con Dio alla nuova coscienza unitaria che invece è la piena identicità con il Dio.
Una volta portato a compimento il processo di spersonalizzazione si cessa di essere i figli di Dio come nella religione tradizionale per essere Dio stesso.
Cosa intendiamo con Dio?
intendiamo il Dio vero cioè il Pensiero Vivente, il trascendente.immanente, l'automaton. il principio di sincronicità, la Divina Provvidenza, il fato, il destino, l'attuazione di quel progetto elaborato già con l'evento Big Bang e non il Dio Onnipotente e Onnisciente poichè perfino Dio impara dall'esperienza e infatti all'inizio il Pensiero Vivente quale Infinitamente Pensante si dà forma in una molteplicità di forme viventi finite per arrivare infine sempre alla ricerca della sua vera identità (che guardacaso è la stessa motivazione per cui la gente in preda all'ansia o all'angoscia va dallo psichiatra, dallo psicoanalista o dal prete) alla sola "ultima umanità" perchè nel frattempo aveva imparato come procedere.
Il processo di spersonalizzazione è quindi smettere la vecchia abitudine ormai consolidata di considerarsi tizio, caio o sempronio per essere più solo il pensiero cioè tutto pur mantenendo il proprio nome che però cessa di identificare una forma particolare del pensiero ma più solo la coscienza del Pensiero Vivente totale nella sua potenzialità infinita e nel suo infinitamente attuarsi.
Questo portare a compimento l'ultimo lavoro che chiude la storia del lavoro dell'universo e nell'uni-verso che è proprio il processo di spersonalizzazione coincide anche con la vera redenzione dell'infinitamente vivente dalla sua finitudine.
La specie umana se infine al termine della centenaria e gloriosa storia della psicoanalisi con i suoi eroismi, i suoi caduti e le sue vittime è giunta a capire questo, significa più solo una cosa: che la fine del mondo non è da venire ma è già un evento del passato. Apocalisse infatti significa "rivelazione" e l'ascolto centenario della voce dell'inconscio universale infine ci ha rivelato l'ultimo step by step del processo evolutivo universale dall'atomo (primo SRI) fino al processo di spersonalizzazione (SSR).