La Bibbia che da da pensare agli storici evoluzionisti alla ricerca dell'anello mancante

«In quel tempo c'erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi.»


(Genesi 6:4)


Un commento del filosofo e teologo Agostino

«Anche i Settanta li hanno denominati angeli di Dio e figli di Dio, ma non tutti i testi hanno la duplice denominazione, alcuni hanno soltanto figli di Dio. Aquila il traduttore, che i Giudei preferiscono, non ha tradotto né angeli di Dio né figli di Dio, ma figli degli dèi.
Le due versioni sono vere. Infatti erano figli di Dio e in lui Padre erano anche fratelli dei padri, erano inoltre figli degli dèi perché generati da dèi, in quanto con loro anche essi erano dèi, secondo la frase del Salmo: "Io ho detto: Siete dèi e figli dell’Eccelso tutti ."
Giustamente quindi si ritiene che i Settanta hanno avuto un’ispirazione profetica in modo che se col suo influsso modicavano qualcosa usando parole diverse da quelle che traducevano, non si deve dubitare che anche questo testo è di derivazione divina.
Però si presenta come incerto che per il testo ebraico fosse possibile tradurre i figli di Dio con i figli degli dèi.»

(S. Agostino - La città di Dio)


Agostino parla di "Aquila il traduttore":

"Aquila di Sinope (Ponto in Anatolia, ...II secolo – ...) attorno al 130 tradusse in greco, in maniera estremamente letterale, la Bibbia ebraica.
Era un proselita dell'Ebraismo, Tanna e discepolo di Rabbi Akiba (m. 135 circa).
Si dice che la versione di Aquila fosse usata nelle sinagoghe al posto della Septuaginta. "

(Wikipedia)


LA BIBBIA DEI SETTANTA

La bibbia dei settanta traduceva eliminado il plurale "dei" a favore del singolare e Agostino optò per questa traduzione ritenendo dubbiosa la traduzione di Aquila.

L'avvenire della via di conoscenza psicoanalitica

Il medico specialista in neurologia Sigmund Freud ben presto dovette ricredersi su cosa andava lentamente creando: non si trattava di una nuova tecnica psicoterapica molto innovativa rispetto ai trattamenti tradizionali di quell'epoca ma di una vera e propria nuova psicologia generale anzi di una nuova via di conoscenza che esulava l'ambito della medicina e della psicopatologia ma che coinvolgeva anche quella che fino ad allora era considerata normalità.

Malgrado ciò Freud non volle rimarcare le distanze dai paradigmi scientifici positivisti del tempo almeno nella teoria ma proseguendo nella pratica sulla sua strada innovativa.Jung da parte sua a differenza di Freud non ebbe scrupoli a riconoscersi invece nella ricerca filosofica ma è solo con Silvia Montefoschi che la ricerca psicoanalitica ormai giunta a maturazione dopo cento anni di teoria e prassi quotidiana nell'ascolto dei messaggi dell'inconscio universale sganciandola definitivamente dall'essere succube dell'obsoleto paradigma cosiddetto scientifico che diviene nel suo linguaggio al pari della Bibbia ebraico-cristiana, "metafora scientifica" e annunciando la "morte della filosofia" costituendo la via di conoscenza psicoanalitica come ontologia, una nuova ontologia che pertanto non può più chiamarsi "filosofia" essendo la filosofia come già annunciato anche se solo programmaticamente da Heideggere senza svilupparlo, "il discorso che l'uomo ha fatto sull'essere" mentre il discorso ontologico che nasce alla fine del persorso psicoanalitico quale ultima filosofia e ultimo brano della storia dell'uni-verso è "il discorso che l'essere stesso in prima persona fa su se stesso".

E' così che avviene il grande trapasso dalla psicoanalisi al Nuovo Pensiero: il Pensiero Uno oltre la psicoanalisi.

Una lettura psicoanalitica della figura di Myriam di Nazareth


  • Il femminile di Dio
  • Eva e Maria: la madre del corpo materiale e la madre dello spirito
  • coscienza adamica e coscienza cristica
  • il serpente
  • l'anima non è l'anima ma è una persona reale e concreta: è la donna
  • Il prossimo step del processo evolutivo che darà nascita (ma è già) alla nuova e vera umanità, i fondatori del REGNO (specificamente) UMANO: il trapasso dalla consustanzialità con Dio alla identicità con Dio.
  • ATTENZIONE: è arrivati a questo momento finale ella storia dell'universo che molti hanno equivocato ma non si tratta affatto di abbassare Dio all'Anthropos ma al contrario si tratta invece di innalzare l'Anthropos a Dio.



"Così Maria, promotrice essa stessa del salto evolutivo della coscienza adamica, che è quella limitatamente individuale, alla coscienza cristica, che è quella sovra-individuale che riconosce in sè l'universale, torna ad essere relegata, stando sempre all'interpretazione del cristianesimo istituzionalizzato, nel ruolo di madre solamente, come lo era stata Eva anche se, a differenza di Eva viene riconosciuta come madre dello spirito dell'uomo e non del corpo solamente.

E anche a lei, come a Eva, viene imposto di schiacciare la testa del serpente ad evitare di esserne ancora fecondata e di portare ulteriormente avanti il processo evolutivo della coscienza cristica che doveva viceversa essere stabilizzato.

Ma il fatto di riconoscersi ella stessa, e di essere riconosciuta dall'uomo, come madre dello spirito, fa sì che l'uomo, a partire da Gesù, riconosca nel femminile la matrice del suo spirito anche se lo riconosce come una realtà a lui interiore come fosse una caratteristica propria del pensiero maschile che egli porta in sè, come la sua anima che lo mette in relazione con dio.

Questo evento tuttavia da inizio a una nuova era, l'era lungo la quale la donna stessa raggiunge la consapevolezza d'essere anch'essa figlia di dio e a lui consustanziale.

Ma anche lungo questa era, che è quella che si dà dall'avvento della coscieza cristica a tutt'oggi, dio resta ancora soltanto maschio anche agli occhi della donna che si sa simile a lui ma soltanto sul piano del pensiero, come l'uomo del resto che resta pertanto inchiodato sulla croce della separazione tra l'anima e il corpo ovvero tra lo spirito e la materia."


(Silvia Montefoschi, 2009 - cit. pag. 285-286)

Il tronco verticale è la madre del ramo

"La pianta che cresce mette un germoglio sulla destra, e quando  quest’ultimo s’è formato completamente, la spinta naturale della  crescita non continua ad avanzare nella gemma, ma rifluisce nel tronco,  nella madre del ramo, e si apre una via incerta nell’oscurità e  attraverso il tronco per trovare infine il punto giusto, a sinistra,  dove mettere un nuovo germoglio. Questa nuova direzione della crescita è  però completamente opposta alla precedente. E tuttavia la pianta cresce  in questo modo armonioso, senza tensione eccessiva o disturbo  dell’equilibrio."

 "Il Libro Rosso" di Jung

Il continuo presente

 "L’intenzione limita, anzi esclude, la vita. […] Ma da dove traggo la  mia meta? La traggo da ciò che mi è noto nel momento presente. Metto  quindi il presente al posto del futuro. In questo modo non posso  raggiungere il futuro, ma creo artificialmente un continuo presente.  Avverto come un disturbo tutto ciò che vorrebbe interrompere questo  presente e cerco di rimuoverlo, affinché la mia intenzione possa  permanere."

 ("Il Libro Rosso" di Jung) 

The Red Book - Il libro Rosso - di Carl Gustav Jung

"Il Libro Rosso" aveva come titolo originale "Liber Novus" ed è stato composto sia per quanto riguarda i testi che per le numerose illustrazioni dallo psicoanalista Carl Gustav Jung tra gli anni 1914  e il 1928.
Dopo la rottura con il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, Jung riprende come non mai il suo confronto con l'inconscio di cui questo scritto testimonia.
Gli eredi di Jung si erano sempre opposti alla pubblicazione di questi quaderni e soltanto il 2009 per la prima ne vide la pubblicazione ed è già considerata uno dei lavori più importanti del filosofo e psicoanalista svizzero.