Sei parole
solo sei parole
ma con queste sei parole
si può spiegare tutto
ma proprio tutto ciò che è,
incluso ogni evento
e ogni vicenda
perchè il resto sono solo particolari.
Spazio
Spazio è lo spazio che separa l'uno e l'altro dell'unico discorso
Tempo
Tempo è il tempo che occorre per colmare lo spazio che separa l'uno e l'altro dell'unico discorso.
Massa
Quello spazio-tempo altro non sono che massa ovvero massificazione dell'energia pensante.
"Verità è solo l'intero"
(Hegel, "Fenomenologia dello spirito", 1807)
"Unità è solo un divenire unità"
(Franz Rosenzweig, "La stella della redenzione", 1921)
"E infine saremo ciò che veramente siamo"
(La figlia di Hegel ovvero Silvia Montefoschi)
"Infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi"
(GiovanniSilvia prototipo del nuovo e ultimo archetipo, l'unico archetipo che sia ancora vivente e che è l'archetipo dell'ultima coniunctio)
In principio era la simbiosi assoluta (il sonno eterno dei due termini dell'unico Principio Dialogico: l'uno e l'altro dell'unico discorso. La relazione che era in principio e che pur essendo già tuttavia non era ancora)
In principio era l'intenzione (verso il primo risveglio)
In principio fu la distinzione - Distinzione che avrebbe dovuto essere la vera e fedele attuazione dell'intenzione (il primo risveglio)
LA PREISTORIA DELL'ESSERE (il sogno dell'evoluzione)
In principio fu la separazione - Ma invece accadde che la distinzione divenne separazione poichè i logos ovvero il riflettente del riflesso sua madre si autonomizzò dalla radice del logos (la cosiddetta ignoranza di Dio che crede presuntuosamente di essere l'unico Dio perchè non sa di averci anche una madre come viene attestato dalla letteratura prodotta dalle primitive comunità cristiane più di orientamento gnostico) producendo così i due eventi pressochè simultanei quale massificazione e poi materializzazione dell'energia pensante originaria:
il punto singolare originario (la singolarità di cui parlano gli astrofisici)
l'evento Big Bang della grande frammentazione che dà inizio alla storia del mondo
Una volta che con l'affermarsi della logica della separazione nasce il mondo in cui l'energia pensante si massifica e questa si materializza si dà la storia evolutiva della coscienza che comunque anch'essa rappresenta sì la luce ma la luce del mondo in quanto è proprio questa luce che produce l'ombra ma è proprio promuovendo l'evoluzione di questa luce che la coscienza infine si trasforma in presenza che dissolve sia la coscienza che la sua controparte che è l'inconscio uscendo così definitivamente dalla preistoria dell'Essere.
L'inconscio infatti in ultima analisi è solo un non-sapere ma un non-sapere dell'interdipendenza e non altro come invece molti credono perdendosi così in un labirinto infinito di particolari.
Non si tratta infatti di produrre più coscienza ma di trapassare dalla coscienza alla presenza perchè invece è proprio la coscienza che produce l'inconscio in un circolo vizioso interminabile proprio come è interminabile la dialettica della natura e poi della storia essendo proprio la tesi che produce l'antitesi e anche utopia illusoria, la cosiddetta sintesi che è un vero oppio del pensatore.
DARK AGE
particelle di materia e antimateria (coscienza virtuale)
polarizzazione delle particelle di materi in positive e negative (coscienza semplice)
il tripletto del protone (che è il mattone della materia dell'edificio universo)
il quattro ovvero l'elettrone (che è il mattone dello spirito dell'edificio universo)
Nasce qui il progetto del super-elettrone
La forza gravitazionale all'interno delle stelle aumenta sempre di più fino a che raggiunto un punto critico per non implodere la stella reagisce così l'universo per la priam volta si illumina.
FIAT LUX
Ma questa luce è ancora solo la luce del mondo.
καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει
καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν
(Giovanni Evangelista 1, 5-5)
Poi e infine con la psicoanalisi iniziò lo sprint finale e conclusivo della storia dell'universo.
Con la psicoanalisi, l'uomo-psicoanalista si mise in ascolto del femminile di Dio ovvero delle tenebre a cui diede valore ad esse di svolgere un discorso finora inascoltato sì che la donna che delle tenebre era la rappresentante antropomorfa fino all'avvento della psicoanalisi rimase sempre muta o in alternativa era liberissima di scimmiottare la unilaterale luce maschile a sua scelta filosofica, teologica oppure e più recentemente anche tecnico- scientifica.
IL SECONDO E VERO RISVEGLIO DAL SOGNO DELL'EVOLUZIONE
Terminata anche la preistoria della psicoanalisi e al culmine di questa centenaria ed eroica storia (1895-1987) tutti gli archetipi che hanno fatto la storia dell'universo muoiono nel senso che perdono di significatività parlando essi più solo del passato e nasce un nuovo archetipo, l'unico che sia ancora vivente e che è simultaneamente l'apocalisse, la fase post-apocalittica e anche l'oltre l'apocalisse.
Questo archetipo è l'archetipo dell'ultima coniunctio tra i due aspetti maschile e femminile, l'uomo e la donna, dell'unico Dio Vivente, l'Infinitamente Pensante.
L'uomo, la donna e la vita eterna.
Il REGNO (specificamente) UMANO.
La nuova polis: la Città di Dio.
Amen
Per riassumere il discorso qui svolto dal punto di vista del risultato
Dagli atomi agli atomi umani fino alla nuova persona duale che è il primo e vero individuo perchè l'etimologia della parola "individuo" significa "indivisibile" e dunque il vero individuo è proprio e solo l'Intero che è pertanto anche la verità.
"Vero è solo l'intero." (Hegel)
"E infine saremo ciò che veramente siamo." (Silvia Montefoschi)
La verità infatti non è questa o quella affermazione ma è proprio una forma biologica vivente, una nuova forma vivente e non una nuova affermazione e questa nuova forma vivente, la più evoluta, dice di sè e manifesta sè come la via, la verità e la vita.
Stiamo parlando del nuovo archetipo dell'ultima coniunctio il cui prototipo chiamiamo GiovanniSilvia ma a cui seguiranno anche tutti gli altri rappresentati dalla cifra simbolica di 144 mila ma che saranno comunque tutti GiovanniSilvia in quanto non si differenzieranno in quanto alla "Presenza" che è oltre quella dialettica Coscienza-Inconscio che ha fatto la preistoria dell'Essere.
"Solo gli identici possono congiungersi veramente e non i diversi." (Silvia Montefoschi)
Dall'Aldiquà ai vari pianeti dell'aldilà e poi ancora e infine dall'Aldilà all'Oltre.
Così và l'evoluzione della vita che poi altro non è che l'evoluzione del pensiero.
Che cosa significa pensare?
Attenzione però a non cadere nel tranello che il termine pensiero può suscitare in noi che crediamo di sapere cosa sia il pensiero ma non lo sappiamo affatto.
"E infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi" (Silvia Montefoschi)
Pensare è percepire dunque.
"Esse est percipi" (George Berkeley)
La nuova percezione
Si tratta però e dunque di una nuova percezione basata non più sui vecchi cinque sensi utilitaristici e pragmatici che non ci parlano della verità vera ma del nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente il quale invece ci dice della verità vera.
1. Il vero vivente
Tutto si sta facendo sempre più chiaro. Questa è la teoria ma per passare alla classe superiore occorre fare in modo che questa teoria si faccia prassi. Solo allora arriverà una nuova teoria più evoluta ancora. Chiarezza si riferiva al fatto che capiamo sempre più che dopo l'umanità il nuovo vivente sarà il Pensiero stesso ma è già qui quel Pensiero e siamo noi. Ma noi continuiamo ad identificarci nel corpo.
2. Materia è memoria, abitudini, fissazioni Ad alcuni fa impressione parlare di fantasmi ma i fantasmi sono solo "fantasmi con il corpo di materia sottile" e fantasmi siamo noi "fantasmi con il corpo di materia pesante". "Materia sottile" detta anche "materia astrale" è la materia meno densa e quindi più legata al pensiero stesso mentre materia pesante è "la materia più materia" cioè più densa e quindi più autonoma dal pensiero stesso. Fantasma è quindi il Pensiero stesso.
3. Vivere già adesso come se si fosse nell'Oltre
Con il dolore l'evoluzione ci vuole spaventare. Anche le malattie sono un modo di spaventarci della natura in evoluzione: non si deve aspettare l'ultimo minuto per passare il testimone al Pensiero. Occorre già da adesso invece vivere nel Pensiero come se fossimo già morti prima ancora di morire veramente nel senso di morti concretamente, così non ci troveremo spaesati quando saremo solo Pensiero essendo già abituati a vivere come solo forme della vita pensanti e non forme della vita anche pensanti.
4. Pregiudizi Credere che senza il corpo non si possa più pensare è solo un pregiudizio. Bookmark (pagine facebook)
"Ciò fa sì che si verifichi un evento straordinario, che si potrebbe chiamare miracolo qualora noi non sapessimo che il miracolo non esiste, ma che viene chiamato tale ciò che non si spiega al livello di una logica, ma che diventa naturale al livello di una logica superiore.
E il miracolo consiste nel fatto che, pur percependoci nella dolorosità dell'esperienza del mondo materiale, compresa la nostra forma corporea, noi non ci sentiamo più da essa coinvolti, ed entriamo in una dimensione dell'essere totale , che noi stessi siamo ma che è anche oltre noi.
E al tempo stesso, come i due eterni amanti che vivono insieme la stessa esperienza, possiamo dirci:
'Toh! Guarda un po'! guarda come è assurda la materia che non ha altra finalità che la ripetizione di se stessa!'
[...]
Eppure tutto tutto ciò che percepiamo come fosse una realtà che ci costringe a essere ciò che non siamo, e ci mantiene come fossimo fuori di noi stessi, procurandoci il più grande dolore che la vita patisce, è invece noi stessi, perchè se noi siamo il punto d'arrivo del pensiero primo, che è il principio di tutto ciò che è, noi siamo la consapevolezza di tutto ciò che è.
[...]
...la vita vera sa di sè ormai soltanto in noi come l'amore che è tutto ciò che è, come di fatto quotidianamente viviamo e viviamo già l'unica e sola realtà di tutto ciò che è, che infine sarà solo se stessa."
Verso una logica superiore - I concetti di logica e logica superiore: è questa l'evoluzione perchè se come dice Giovanni evangelista "in principio era il logos" cioè la logica, il legame, il rapporto, beninteso la logica relazionale tra l'uno e l'altro dell'unico discorso (logos) allora la realtà in evoluzione altro non è che un trapasso da una logica relazionale a una logica relazionale superiore ovvero dall'interdipendenza tra l'uno e l'altro (sado-masochismo più o meno blando o più o meno feroce, quello che Hegel chiamava relazione servo-padrone) alla nuova logica intersoggettiva. Questo trapasso ai nostri occhi, cioè vedendo le cose dal basso o da una logica orizzontale ci appare un miracolo ma è solo un effetto della rivoluzione logica che è l'unica e vera rivoluzione anzi l'ultima rivoluzione, una vera e propria rivoluzione macro-evolutiva e non come certe rivoluzioncine che cambiano tutto per non cambiare niente in definitiva ma lasciando le cose nell'essenziale più o meno come erano.
Dio-Bestia - Le implicazioni di questo discorso possono però anche essere blasfeme poichè di solito ci si divide tra l'ipotesi che Dio esista veramente o che sia solo una favola non vedendo altra possibilità di concepire Dio mentre la verità è che che Dio esiste veramente ma è una bestia. Tuttavia questo Dio-bestia infine si è evoluto ( non ci si deve scandalizzare dal fatto che anche Dio come tutto si evolva dato che tutto è un prodotto della storia del lavoro umano e non-umano) per divenire infine il Dio-Duale cioè il Dio-Intero perchè è chiaro che Dio finchè è singolare non può che essere una bestia o un Dio-Padrone sarebbe meglio dire, che per riprodursi come Dio ha necessariamente bisogno di servi, schiavi ovvero di oggetti che rafforzino e stabilizzino il suo narcisismo. Ma questo non ci deve scandalizzare poichè "nessuno nasce imparato" e questo vale anche per Dio che da bestia infine si costituisce come il vero intero che per essere non ha bisogno di oggettivare l'altro poichè l'altro è Dio anch'esso, il simile, l'identico, il doppio, il gemello.
Il processo di spersonalizzazione - Un 'altro concetto importante che possiamo leggere in questo testo è quello di "processo di spersonalizzazione" ovvero che bisogna smettere di riporre la nostra vera identità nella nostra forma corporeo-materiale come invece il buon senso ci porterebbe a credere ma il buon senso ha solo un valore pragmatico e non un valore di verità. Lo ripetiamo: il pragmatismo è la filosofia dei ciechi, e con il pragmatismo anche lo strumentalismo è un modo di pensare basso molto basso per usare la ripartizione nietzschiana che al posto di parlare di verità ed errore preferiva parlare piuttosto di un pensare basso e plebeo e un pensare alto e aristocratico. Diceva il buon George Bekeley "Esse est percipi" ovvero "essere è percepire", noi dunque non siamo la nostra forma corporea ma la nostra percezione ma non nel senso che noi siamo il percipente e l'altro è il percepito dato che percipente e percepito sono una unità inseparabile per i quali il matrimonio è indissolubile per cui noi siamo sia il soggetto della percezione così come siamo anche ciò che percepiamo, l'oggetto della nostra percezione come ha chiarito ulteriormente la psicoanalisi con il concetto di "transfert" o "proiezione". Diceva il buon Georgy Luckacs in "Storia e coscienza di classe" del 1921: "Si percepisce sempre a partire da una teoria, da un a-priori" e quindi ciò che percepiamo è conseguente alla nostra aspettativa e questo vale anche per gli scienziati e per l'elaborazione delle teorie cosiddette scientifiche e quindi per i cosiddetti esperimenti scientifici e i vari protocolli scientifici tenuto conto come ci ha insegnato il fisico quantistico Werner Heisemberg che lo sperimentatore condiziona l'esperimento stesso e quindi anche il soggetto andrebbe incluso nell'esperimento come parte attiva perchè non è affatto neutrale come pretende di essere, concetto questo che lo si ritrova anche nel pensiero femminista che va sotto il nome di "filosofia della differenza sessuale" impegnato a demistificare il concetto di neutralità del concetto di "Uno" presente in tutta la filosofia occidentale che loro ritengono a ragione "maschilista" e niente affatto neutro come invece pretenderebbe di essere. Ma una tale concezione è presente anche nel pensiero di Martin Buber che nega perfino il concetto stesso di "soggettività": non esiste alcuna soggettività nella realtà vera, sostiene Martin Buber ma il concetto di soggettività è solo una astrazione poichè nella realtà vera si dà sempre e solo "intersoggettvità". Concetto questo ribadito anche dagli psicoanalisti intersoggettivisti statunitensi con la famosa formula del "mito della mente isolata" che afferma l'impossibilità assoluta della solitudine poichè la mente è sempre relazionata, di più, la mente è essa stessa relazione. Purtroppo questa verità non è stata fatta propria dagli stessi psicoanalisti e soprattutto dagli psichiatri e anche da coloro che invece la riconoscono una tale verità ma solo in teoria mentre nella pratica spingono il paziente o l'analizzato a confessare qualcosa che è solo nelle loro aspettattive teoriche pre-giudiziali e il paziente proprio come le streghe del medioevo infine confessa per compiacere le aspettative teoriche del padre-padrone ovvero dello psichiatra che si costituisce agli occhi del paziente o analizzato come il padrone del pensiero o padrone del significato ripetendo pertanto anche in quell'ambito cosiddetto "terapeutico" invece quello stesso modo di relazionarsi che fa la normalità per cui più che di terapia si dovrebbe più correttamente parlare di "normalizzazione" dei devianti. Percipente e percepito sono una unità indissolubile, il soggetto infatti non è singolare ma è duale ovvero noi percepiamo sempre noi stessi o se vogliamo possiamo dire che in ciò che percepiamo, noi ritroviamo sempre noi stessi ma questo significa solo che l'altro è di nuovo noi stessi ma questo accade non per un autismo universale insuperabile o un solipsismo universale del soggetto ma perchè noi siamo due, irreversibilmente due ma anche che questi due pur essendo irreversibilmente due sono anche irreversibilmente uno. La stessa distinzione intrapsichico e interpersonale non ha alcun senso poichè la nostra relazione con noi stessi coincide sempre con la nostra relazione con l'altro da noi e la relazione con l'altro da noi coincide con la relazione con la relazione di noi con noi stessi. Ed è questo il vero intero ben diverso dall'intero dell'individuo singolare che produce l'intero nel momento stesso che produce l'oggetto, il servo, lo schiavo. Il vero individuo è solo l'individuo duale e non l'individuo singolare. L'individuo singolare è solo il padrone che per poter essere necessita inevitabilmente e non per cattiva volontà di un servo oppure lo schiavo che anch'esso per essere necessita e anche qui non per masochismo di un padrone che lo faccia esistere.
L'anima è una persona reale in carne ed ossa e non una mera funzione psichica - Quanto precedente detto a proposito della percezione spiega anche la diversità radicale tra il concetto di "anima" nel pensiero psicoanalitico di Carl Gustav Jung e in Silvia Montefoschi perchè mentre in Jung l'anima è solo una funzione psichica per Silvia Montefoschi l'anima è proprio una vera persona reale in carne ed ossa. O meglio per Silvia Montefoschi occorrerebbe distinguere tra "pseudo-anima" intesa come proiezione o transfert ma che pur essendo un transfert è un transfert sì ma sempre dell'anima vera è un transfert che si distingue dall' "anima vera" propriamente detta a seconda se la vediamo fuori di noi come esterna a noi o siamo consapevoli che comunque siamo sempre noi ovvero il nostro essere irreversibilmente un individuo duale anche se questa dualità irreversibile ci è ancora inconscia non essendo ancora sufficientemente evoluti ma fortunatamente proprio grazie alla furbesca dinamica del transfert operata da quella volpe che è la natura si induce a fare figli ( ovvero nuovi operai per la vigna del Signore) in modo che una volta noi deceduti la nostra progenie comunque possa ereditare a loro volta la nostra problematica transferale ancora irrisolta e così farsene carico di padre in figlio o di madre in figlia fino a portarla di generazione in generazione al suo compimento e alla sua soluzione ("la soluzione del transfert" la chiamano gli psicoanalisti) che è il divenire conscio dell'inconscio che pone fine una volta per tutte alla dinamica transferale vera causa del conflitto secolare tra i sessi ponendo così fine anche a questo conflitto una volta per tutte e definitivamente. Infatti a differenza di noi che siamo mortali, la natura in perenne evoluzione non ha fretta alcuna e può aspettare pazientemente anche generazioni di generazioni di turni di lavoro psicoanalitico e del resto già sono passati due milioni di anni dai primi nostri progenitori africani Adamo ed Eva e la psicoanalisi continua imperterrita ma finalmente con GiovanniSilvia anche la psicoanalisi e quindi la storia (che è la storia della relazione) è terminata anche se loro costituiscono solo un primo prototipo della nuova e vera umanità, i fondatori del REGNO (specificamente) UMANO. Cosa resta dopo la storia della relazione? Resta la relazione ovvero un nuovo tipo di divenire, un nuovo divenire ma che questa volta non farà più storia essendo questa nuova tipologia di divenire, l'infinitamente presente.
La vita vera - In questo testo inoltre appare il concetto di "vita vera" che è fondamentale, un concetto fondamentale del nuovo e ultimo movimento rivoluzionario. E la vita vera altro non è che il miracolo della nuova logica intersoggettiva tra l'uno e l'altro dell'unico discorso.
Uno dei concetti più importanti del pensiero filosofico dell'evoluzionista ma non materialista Henri Bergson formulato alla fine del 1800 in pieno trionfo del pensiero positivista e scientista fattosi forte dalla conquiste della tecnica è quello di "abitudine" che rimanda in qualche modo a quell'altro concetto filosofico di "ripetizione" o a quello psicoanalitico di "acting out" .
La mistica e teologa francese Thérèse Martin era una cristiana o una bergsoniana senza sapere di esserlo? D'altronde hanno vissuto nella stessa epoca e i pensieri sono realtà concrete nel senso che sono nell'aria essendo i pensieri onde del pensiero captabili più o meno fedelmente da chi è in grado di sintonizzarsi su quelle specifiche frequenze. "La perfetta eroina bergsoniana" (Henri Bergson) Questo disse quasi sul finire della sua esistenza il filosofo evoluzionista ma non materialista Henri Bergson della sua conterranea cattolica ma senza grandi studi universitari Thérèse Martin. Bergson era un ebreo ma ormai era intenzionato a convertirsi al cattolicesimo.
La questione della relazione corpo-spirito
Henri Bergson, "Materia e memoria - Saggio sulla relazione tra il corpo e lo spirito", 1896
In quest'opera del 1896, che anticipa il dibattito contemporaneo sul cosiddetto "mind-body problem", il filosofo evoluzionista ma non materialista Henri Bergson (1859-1941) tratta di tale problematica.
La materia che sembra quanto di più solido e stabile vi sia nell'universo tanto da coincidere con la realtà stessa, invece difficile a crederci se ci si basa solo sui vecchi cinque sensi, è solo pensiero, o meglio pensiero oggettivato, pensiero statico, memoria appunto, semplice ricordo, passato, storia, solo storia dunque niente di veramente solido e immodificabile, in una parola "abitudine".
Mal si fa quindi a utilizzare per orientarci nel mondo del significato e della verità solo degli obsoleti cinque sensi attraverso i quali l’Essere tratta ancora sè non soltanto come altro da sè ma come esterno a sè.
Comunque soprattutto riferendoci a Giovanni abbiamo sempre sostenuto che "In principio era la relazione" per cui la memoria e quindi la storia altro non può essere che la storia della relazione, il passato della relazione, che pur non essendo più, permane per forza di inerzia come memoria e comunque anche se ridotta solo a pura memoria continua tuttavia a produrre effetti di realtà.
Noi con Giovanni Evangelista in primis ma non solo con Giovanni ma anche con Martin Buber riteniamo che “in principio era il Legame (Logos)” anche se l'ebreo Martin Buber dice solo che non esiste in alcun modo soggettività ma sempre e solo intersoggettività senza quindi farne, almeno esplicitamente, come invece fa l’ebreo-cristiano Giovanni, un principio ontologico.
E’ proprio questo che fa dire alla biologa e poi psicoanalista Silvia Montefoschi e in controtendenza alla maggioranza degli umani, che “chi ricorda è condannato a ripetere”.
Bergson con le sue elaborazioni sulla materia-memoria non fa quindi altro che porre al centro della riflessione la questione della “ripetizione” che in psicoanalisi con un termine inglese si fa chiamare “acting out” (azione coatta) per cui gli stessi umani in gran parte anche se alcuni di più e altri di meno sono solo dei robot, dei robot di carne, dei computer fatti di pelle. Ecco dunque perchè la questione della ripetizione è così importante per le sorti dell’evoluzione umana.
La vecchia specie umana invece cosa fa invece di concentrarsi sulla questione della ripetizione? Ritiene invece che il suo destino dipende solo dalla redistribuzione ugualitaria delle ricchezze.
Ma chi sono i padroni della relazione schiavo-padrone?
Sono proprio coloro che hanno più memoria di altri e quindi sono fatti più di altri di materia.
Alla luce di queste riflessioni acquista ancora più significato la tipologia elaborata dalle primitive comunità cristiane più di orientamento gnostico i quali suddividevano l’intera umanità in tre tipologie di umani:
materialisti
psichici (o animici)
spirituali
Cosa ha aggiunto allora l’elaborazione psicoanalitica evoluzionista di Silvia Montefoschi?
Ha aggiunto che ci ha edotti che anche gli spirituali hanno i loro limiti e che quindi noi che siamo l’ultima generazione “la generazione che non vacilla” come la chiamava Giovanni il Teologo ed evangelista, dobbiamo andare oltre la stessa noosfera che poi è la comunicazione dato che:
la sessualità caratterizza il relazionarsi degli animali
la comunicazione caratterizza il relazionarsi della vecchia umanità
il nuovo sesto senso è invece ciò che caratterizza il relazionarsi della nuova e vera umanità che poi sono anche i fondatori del vero REGNO (specificamente) UMANO
Ma che cos’è questo nuovo sesto senso?
Bergson l’avrebbe chiamato “intuizione” ma è meglio definirlo come il senso del pensiero che percepisce il pensiero non come astrazione ma come realtà concreta e vivente e che pertanto si affida ad esso e gli dà credito come il senso che solo è in grado di “vedere” il significato e la verità ma soprattutto è quel senso che supera la vecchia logica della separazione e pertanto ‘unico in grado di produrre la nuova Persona-Duale dell’Uno-Vero che solo permette l’ultimo esodo, l’esodo oltre l’uni-verso.
Questa è anche la nuova e ultima Arca di Noè e non c’è ne sono altre dopodichè:
“chi c’è c’è e chi non c’è non c’è”, dove questo “c’è” va inteso in senso ontologico: “Io sono IL VIVENTE: colui che era
che è.
Sono il LEGAME che era in principio.” e che sempre sarà.
L'esodo oltre l'abitudine, l'esodo oltre il trionfo del nichilismo
Non abbiamo scelta: l’ESSERE o il NULLA.
Avete capito allora perchè in questo fine della storia è nata la psicoanalisi? “Dov’è l’ARCA?” “E’ là!” Dicono gli psicoanalisti, ma solo gli ultimi psicoanalisti evidentemente. Ma in cosa consiste l’Arca in concreto? E’ proprio lo stesso sesto senso e infatti con i vecchi cinque sensi si può solo comunicare ma non salire sull’Arca della salvezza: ci sono i buttafuori infatti che non fanno salire nessuno vestito da arlecchino ma deve essere INTERO cioè Uno ma Uno vero cioè Uno-Duale. “Verità è solo l’intero” (Hegel, “Fenomenologia dello spirito”, 1807) “Unità è solo un divenire unità” (Franz Rosenzweig, “La stella della Redenzione”, 1921 )
Conclusione: oltre la comunicazione al capolinea della storia dell'universo
Questa della “ripetizione”, acting out o memoria è la vera questione da cui ci si deve redimere, da cui il PENSIERO VIVENTE che è “il legame” cioè “la relazione” si deve redimere poichè questo è il vero senso del concetto di “redenzione” e non esiste altro vero significato del concetto di "redenzione" se non questo liberarsi dalla vecchie "abitudini" relazionali e che altri chiamano "il tram tram della vita quotidiana" o "la crisi del settimo anno" e insomma ciò che segue alla fase dell'innamoramento ma non nel senso che bisogna inneggiare all'amore ma nel senso che "la pura relazione" è più dell'amore e anche qui non nel senso di una relazione de-sessualizzata ma nel senso di una relazione che non ha più bisogno cioè non necessita più di comunicazione. "E infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi." (Silvia Montefoschi" Insomma per dirla in una parola: se George Berkeley sosteneva che "Esse est percipi" allora si tratta più solo di passare a una "nuova percezione" dell'Altro in sè. Si potrà obiettare: ma dire "ci sei, ci siamo" non è anch'essa una ripetizione? All'apparenza sembra una ripetizione ma nei fatti non lo è una ripetizione poichè risulta sempre essere un nuovo "ci sei", un nuovo "ci siamo". La direzione della vita e dell'evoluzione: la vita eterna
Senza la vita eterna che unisce veramente ciò che nessuno può separare, l'uomo e la donna rimangono l'uomo e la donna e non possono in nessun modo trapassare nell'Uomo-Dio e la Donna-Dio che sono l'uomo e la donna uniti in una sola persona duale. Questo accade perchè l'uomo e la donna sono una cosa ma l'uomo e la donna uniti in una sola persona sono tutta un'altra cosa, si tratta di un vero salto di qualità, un salto macro-evolutivo, una nuova specie vivente oltre l'anthropos. Nessun prete nè sindaco è legittimato a celebrare matrimoni poichè solo la vita eterna ha questo potere. "Io sono perchè tu sei, io sono la domanda perchè tu sei la risposta e io sono la risposta perchè tu sei la domanda. Io sono perchè tu mi dici sì e tu sei perchè io ti dico sì, il sì perenne che è la vita eterna." (Silvia Montefoschi, 2002)
"[I fisici] ritengono che il fotone sia energia; in realtà nel fotone si deve dare una pur minima massa, proprio in quanto è già il ripiegamento della dinamica che vede se stessa [...]"
(Silvia Montefoschi, dialogo con il pubblico dopo una conferenza tenuta a Sarzana nel 1988 e pubblicato con il titolo "Un incontro con il pensiero nuovo")
SOMMARIO: Questa è la storia dell'UNO e l'ALTRO del DISCORSO (logos, scienza) costretti al peso e alla forza gravitazionale della loro storia fino alla fine dei tempi quale esodo dall'uni-verso per cui una volta situatisi nell'Uno vero quale Uno-Duale e dimentichi della loro storia accadrà quanto profetizzato:
Che ne sarà allora della CROCE DELL'UNI-VERSO, l'albero biblico del vecchio e nuovo testamento ovvero dell'albero genealogico quale albero della conoscenza del bene e del male ma che era anche l'albero della vita? Che ne sarà dell'amore per la madre quale amore per le radici una volta portato a compimento la trasformazione della madre nella donna oltre il tabù universale dell'incesto simbolico, cioè l'infrazione non più una tantum ma stabile e definitiva della LEGGE?
"E le cose di prima sono passate" (Apocalisse di Giovanni Evangelista)
"E le cose di prima non sono mai state" (Nuova apocalisse di Giovanni Silvia)
Cittadini di una nuovo mondo finalmente nella nuova città che è la città di Dio.
Questo è ciò che accade una volta che il femminile di Dio, l'aspetto ombroso e oscuro dell'unico Dio Vivente, viene liberato per sempre dal suo ruolo materno.
Che ne sarà della donna? Quale l'avvenire della donna ancora umana (SRI)?
Sarà Dio-Donna: questo sarà ma già è.
Dopo il natale del Dio-Uomo è già il nuovo natale di Dio-Donna.
"Uno spettro si aggira per l'universo è lo spettro del Dio-Donna un terremoto di incalcolabili proporzioni scuote i centri religiosi del pianeta che disperano di porvi un rimedio. Non c'è rimedio nel momento che nasce Dio-Donna tutto ciò che è stato diviene obsoleto. E' proprio la fine del mondo."
(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e Canzoni", 1a ediz. 2010)
LA STORIA DEL PENSIERO VIVENTE DAL PENSARSI AL SENTIRSI
Evento Big Bang
Reazione termonucleare
Sintesi molecolare
Sessualità
Comunicazione
Nuova percezione (sesto senso)
Evento Big Crash
In principio prima del principio
- Punto singolare detto anche "singolarità"originaria.
- Precede lo stesso momento "alfa" della storia dell'uni-verso.
- Si tratta dell'UNO ma dell'Uno originario e non ancora dell'Uno finale poichè in questo Uno originario i due termini della relazione ovvero i due termini del principio Dialogico sono si in relazione ma in una relazione simbiotica ma questa simbiosi è diversa dalla simbiosi prodotta all'interno della storia dell'universo dove al simbiosi è prodotta dalla £rimozione di un sapere quale sapere di essere due, qui invece tale sapere non c'è ancora per cui la simbiosi è assoluta.
L'inconscio infatti anche se la preistoria della psicoanalisi andava a rovistare nei segreti degli individui, in verità è solo la rimozione di un sapere che è il sapere del due se si ha una nevrosi o psicosi di tipo isterico o il sapere dell'uno se si ha invece una nevrosi o psicosi di tipo ossessivo.
L'inconscio stesso quale inconscio universale e non meramente personale o collettivo più che un non-sapere è la rimozione di un sapere. Ciò che infatti si è rimosso è il sapere dell'irreversibilità di essere uno e dell'irreversibilità dell'essere due, dove la parola "irreversibilità" è ciò che mette in atto quel meccanismo di difesa dell'Io quale identità individuale e quindi storica che si chiama rimozione.
IL PRINCIPIO
- Evento Big Bang della Grande Frammentazione (13,7 miliardi di anni fa).
"E i due si cercano per ripristinare l'unità originaria" (Platone)
LO STADIO EVOLUTIVO FUSIONALE: DAL BIG BANG ALL'ATOMO
LO SPAZIO-TEMPO-MASSA
Con la grande frammentazione il Pensiero Vivente si oggettivizza e oggettivizzandosi si massifica tutta l'energia pensante manifestandosi così più solo con le quattro forze universali e come spazio-tempo-massa.
Le quattro forze universali:
Forza gravitazionale (Newton e poi Einstein)
Forza elettromagnetica
Interazione forte (attrattiva)
interazione debole (repulsiva)
Ma cosè il tempo?
E' una realtà ontologica o solo una realtà storica e quindi solo una impressione dovuta proprio all'evento della grande frammentazione dell'intero?
DARK AGE
- Le particelle instabili di materia e antimateria (prima coscienza: coscienza virtuale)
- Le particelle stabili di materia polarizzate positive e negative (seconda coscienza: coscienza semplice)
DALL'ELETTRONE (il sistema conoscitivo atomico) AL SUPER-ELETTRONE (GiovanniSilvia)
- L'elettrone ovvero l'atomo (primo soggetto riflessivo individuale)
- Evoluzione stellare
- Evento dell'esplosione di quella stella della tipologia "supernova" ovvero avente una massa almeno otto volte più della nostra stella Sole che ha dato così nascita al pianeta Terra e poi alla vita sul pianeta Terra.
LO STADIO EVOLUTIVO RELAZIONALE: LA SINTESI MOLECOLARE
LITOSFERA(le forme materiali del Pensiero)
Quasi 5 miliardi di anni fa nasce il pianeta Terra.
LO STADIO EVOLUTIVO DEL VIVENTE: DALLA MACROMOLECOLA DEL DNA ALL'UMANITA'
BIOSFERA (la sessualità e lo psichismo)
MICROBIOLOGIA
Virus
Batteri (cellula procariota senza nucleo, organismi monocellulari)
Cellula eucariota con nucleo (è questo nuovo tipo di cellula con nucleo che permette la nascita di organismi pluricellulari)
Alghe azzurre (realizzando la fotosintesi clorofilliana hanno permesso il costituirsi di una atmosfera terrestre di ossigeno)
organismi pluricellulari (500 milioni di anni fa)
- IL REGNO VEGETALE
- IL REGNO ANIMALE
Invertebrati
Vertebrati
Pesci (500 milioni di anni fa)
Anfibi
Rettili (---->grandi rettili: Dinosauri)
Uccelli
Mammiferi
- Evento K-T (cretaceo-terziario) avvenuto 65 milioni di anni fa (un grande meteorite precipitato nel golfo del Messico) che sterminando i dinosauri che in quel momento dell'evoluzione animale erano divenuti i più grandi predatori del regno animale e che ha permesso in positivo l'evoluzione ulteriore di una nuova e più recente tipologia di animali, i mammiferi (100 milioni di anni fa), da cui infine nascono le scimmie antropomorfe, gli ominidi ovvero le venti specie circa di homo erectus (2 milioni di anni fa nella regione africana intorno al Lago Vittoria nell'attuale Kenia)) e infine l'homo sapiens sapiens (100-150 mila anni fa in Sud-africa) .
LO STADIO EVOLUTIVO DEL VIVENTE UMANO E L'EVOLUZIONE VERSO UN OLTRE-UMANO
- UN EVENTO MACRO-EVOLUTIVO: L'ANIMALE-UMANO - Il processo di ominizzazione
Proscimmie
Scimmie (35 milioni di anni fa)
Scimmie antropomorfe (20 milioni)
Homo Erectus (4 milioni)
Homo Habilis (2 milioni) (il primo strumento di lavoro che è anche il primo simbolo che danno inizio alla storia del lavoro umano e al processo di simbolizzazione progressivo. A questo livello dell'evoluzione umana la funzione riflessiva si limita a riflettere ancora solo il mondo esterno.
Titolo del video: "Dalla scimmia all'australopiteco (scimmia antropomorfa o ominide)"
NOOSFERA (verso il superamento dello psichismo: la cultura o le forme immateriali del Pensiero)
Il nuovo processo di umanizzazione dopo il processo di ominizzazione
- Dalla pietra rozza alla pietra levigata fino alla pietra bifacciale e poi ancora fino alla prima rivoluzione industriale (1769): la storia della tecnica quale primo modo e quindi più primitivo di utilizzare la funzione riflessiva applicata al solo mondo esterno.
100/150 mila anni fa in Sud-Africa fa nasce una ventesima specie umana, l'homo sapiens sapiens che è l'uomo attuale e termina definitivamente l'evoluzione hardware umana ma non l'evoluzione umana che continua per così dire solo come evoluzione software ovvero solo culturale ma il corpo materiale non subisce più modifiche.
Una caratteristica molto significativa di questa specie oltre ad aver dato origine all'arte (60 mila anni fa) ma fin dall'inizio pratica la sepoltura dei defunti, una vera novità per la specie umana in due milioni di anni, segno questo evidente che la funzione riflessiva non è più solo tecnica ma già comincia a curvarsi e a riflettere il mondo anche interno: non siamo evidentemente ai livelli della psicoanalisi che chiude la storia dell'uni-verso ma è qui che ha i suoi inizi l'approfondimento della visione interiore.
30 mila anni fa circa l'homo sapiens sapiens risulta unica specie umana sopravvissuta delle venti specie umane che la natura aveva prodotto in quei due milioni di anni dal primo uomo.
9 mila anni av. C. inizia la rivoluzione agricola e l'inizio del passaggio dal nomadismo al sedentarismo ovvero al conseguente processo di urbanizzazione che raggiungerà il suo apice con le megalopoli moderne. La nascita e lo sviluppo del pensiero religioso e filosofico
- Civilità dell'antico Egitto: monoteismo concretistico del Dio Aton del faraone Akhenaton e della regina Nefertiti. Per meglio rendersi conto, la nostra stella Sole che dava vita e prosperità alla civiltà dell'antico Egitto pur essendo solo una stella media e non grande può contenere un milione di pianeti grandi come il pianeta Terra.
- Mosè aristocratico egiziano e il monoteismo più astratto del monoteismo della stella Sole: il monoteismo dell'Ebraismo.
Quando Mosè chiede a Yavhè:
"Dimmi il tuo nome così posa riferire al mio popolo"
Yavhè rispose:
"Io sarò ciò che sarò"
La prima incarnazione di Dio l'infinitamente vivente: la coscienza della consustazialità tra Dio e l'Antropos
- i due rabbini madre e figlio (Jeshuà e Myriam) fautori di una riforma dell'ebraismo tradizionale.
- Ieshuà di Nazareth il messia o redentore
Il progetto del trapasso dalla consustanzialità con Dio alla stessa piena identicità con Dio
- Giovanni Evangelista l'ebreo-greco (il redentore del redentore)
- L'incarnazione del Logos che era in principio: "et verbum carum factum est"
1 Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος,
καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,
καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.
2 οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν.
3 πάντα δι' αὐτοῦ ἐγένετο,
καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο
οὐδὲ ἕν. ὃ γέγονεν
4 ἐν αὐτῷ ζωὴ ἦν,
καὶ ἡ ζωὴ ἦν τὸ φῶς τῶν ἀνθρώπων·
5 καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει,
καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν.
(Giovanni 1,1-5)
1 In principio erano l'uno e l'altro del discorso
(λόγος: discorso, scienza, la dinamica o dynamis dell'Essere, i due termini del Principio Dialogico, la relazione che era in principio)
2 e questa relazione che era in principio,
in principio era ancora presso Il Dio
(cioè non si era ancora autonomizzata ovvero separata dal Dio)
e il Dio era questa relazione che era in principio.
3 Tutto ciò che è venuto ad Essere
è venuto a Essere per mezzo di questa relazione che era in principio
e senza questa relazione che era in principio
nulla sarebbe venuto a essere di ciò che è venuto a essere
4 In questa relazione era la vita,
e questa vita era la vera luce degli uomini
5 e questa luce della vita della relazione tra l'uno e l'altro del discorso (Logos, Scienza) che era in principio
splende ancora nelle tenebre,
poichè le tenebre non sono mai riuscite in nessun modo
a offuscarla (opacizzarla) in maniera definitiva.
(Giovanni 1,1-5)
- Hegel (teologo cristiano giovanneo)
- Il dopo Hegel: la critica a Hegel quale reazione degli esistenti (le ragioni dell'individuo singolare all'astrattezza dell'hegelismo che culmina da una parte con la nascita del femminismo e dell'esistenzialismo e dall'altra con lo sviluppo del positivismo e del capitalismo che si trasforma infine nel più feroce imperialismo predatore)
IL RITORNO DEL FEMMINILE DI DIO DALL'INFERNO DOVE ERA STATA CACCIATA DAL MASCHILE LUMINOSO
Ecco: vengo presto [...] io sono l'Alfa e e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che poss[ono] [...] entrare attraverso le porte nella città. Fuori restano [...] chiunque ama agire secondo menzogna.
"Vieni o Signore Gesù."
[...]
Io sono la radice, la stirpe di David, la stella lucente del mattino.
E lo Spirito e la Sposa dicono: "Vieni!"
Così chi ascolta dica : "Vieni!"
[...]
"Si, vengo presto!"
Amen. Vieni , o Signore Gesù!
(Apocalisse di Giovanni 22, 13-20)
L'intuizione di una dialettica ovvero di un "discorso" presente anche nella natura (Friedrich Engels) e non soltanto nella storia (Hegel-Marx)
OLTRE HEGEL (dal soggetto singolare hegeliano al nuovo soggetto duale psicoanalitico)
1895: nasce la psicoanalisi ad opera di Sigmund Freud e questa intuizione di una dialettica presente nella natura, la psicoanalisi la chiamerà "dialettica dell'inconscio".
"E' nell'inconscio che si forgia il simbolo" (Silvia Montefoschi)
Simbolo che poi quale dialettica del solo spirito o dialettica della sola coscienza farà la dialettica della storia.
"Hegel non conosceva l'evoluzione" (Silvia Montefoschi)
- La psicoanalisi quale ascolto del femminile di Dio ovvero l'incoscio universale, ultima filosofia e ultimo brano della storia dell'universo: lo sprint finale della storia dell'uni-verso verso il suo capolinea.
Nell'immagine la prima cellula psicoanalitica di uomini e donne medici filosofi e letterati o internazionale della psicoanalisi che va dalla Russia agli Stati Uniti. Al centro della cellula l'ebreo discendente di rabbini, il neurologo Sigmund Freud di Vienna e il cristiano figlio di un prete lo psichiatra Carl Gustav Jung di Zurigo.
- La follia comprensibile femminista e la follia incomprensibile dell'ultimo capitalismo quale apocalisse finale che però dà inizio al nuovo processo di transumanizzazione: il superamento dell'antroporiferimento quale narcisismo non più individuale ma di specie e il compimento della rivoluzione copernicana dopo lo stesso Copernico, poi Darwin e infine Freud.
L'ultimo conflitto edipico (Freud e Jung)
e la nascita dell'ultimo psicoanalista che non poteva essere evidentemente che una donna: la biologa specializzata in genetica e medico-psicoanalista Silvia Montefoschi
Dopo il natale di Dio-Uomo, un secondo natale: Dio-Donna
Nell'immagine Mary Daly docente di teologia al Boston College, università cattolica dell'ordine dei gesuiti
«Una donna che chiedesse la parità nella Chiesa potrebbe essere paragonata a un nero che chiedesse la parità nel Ku Klux Klan»
(Mary Daly, La Chiesa e il secondo sesso, prefazione alla 2ª edizione, 1975)
Mary Daly (1928-2010) teologa statunitense di origini irlandese e docente di teologia presso una università cattolica americana dell'ordine dei gesuiti. Nel 1965 partecipa come osservatrice ad alcune sedute del concilio vaticano II di cui osserva:
«C'era un esuberante senso di speranza. La maggior parte di noi pensava ciò significasse che c'era speranza per la chiesa». A San Pietro, seduta nel settore riservato alla stampa, osservò a distanza il gran numero di cardinali e vescovi, «uomini anziani in vesti color cremisi» e, in un altro settore, gli uditori, tra i quali «alcune donne cattoliche, per lo più suore con lunghe vesti nere e il capo velato. Il contrasto tra il portamento arrogante e l'abbigliamento vistoso di quei "principi della chiesa" e l'atteggiamento umile, dimesso e le vesti scure di quelle pochissime donne suscitava sgomento». Solo discorsi di uomini, «voci senili, fesse, lagnose»: le poche donne «sedevano docilmente, ascoltando la lettura in latino di documenti che né loro né i lettori sembravano comprendere». Il messaggio di quella scena «s'impresse profondamente nella mia coscienza a caratteri di fuoco. Nessun film di Fellini avrebbe potuto superare quell'involontaria autoparodia del cattolicesimo.»
Dopo la pubblicazione del suo libro "La chiesa e il secondo sesso" nel 1969 venne licenziata dall'università cattolica dove insegnava teologia ma per le proteste studentesche e dei media venne riammessa all'insegnamento ma nel 1999 venne licenziata nuovamente e definitivamente.
«i giudici del mio libro non avevano mai scritto un libro né capito il mio. Sedendo in giudizio per condannare il mio insegnamento, avevano però paura del corpo studentesco che non sapeva che farsene del loro insegnamento [...] mi apparivano sempre più chiari gli stretti legami tra le strutture oppressive di una società patriarcale e la dinamica distruttiva che esse generano nelle loro vittime»
(Mary Daly)
In "La chiesa e il secondo sesso" del 1969, titolo che rimanda alle analisi di Simone de Beauvoir in "Il secondo sesso del 1948, Mary Daly sostiene che il cristianesimo ha contribuito a mantenere l'oppressione delle donne, e afferma la necessità che laChiesa cattolicasi rinnovi profondamente per superare la sua visione conservatrice della società e delle relazioni umane.
In una successiva edizione del libro, ha espresso la sua completa sfiducia nella possibilità che la Chiesa riveda sostanzialmente le sue posizioni. Il suo libro successivo, Beyond God the Father. Toward a Philosophy of Women's Liberation (1973) rappresenta la fondazione di una teologia femminista che interpreta l'androcentrismo dell'ebraismo e del cristianesimo, affermando la tesi che la visione sessista della Chiesa sia connaturata alle sue premesse teologiche fondamentali: «Se Dio è maschio, allora il maschio è Dio».
I miti della creazione e della caduta narrati nel Genesi rappresentano l'espressione riflessa della subordinazione e dell'oppressione della donna vigente nella società patriarcale: che la donna Eva possa essere creata dall'uomo Adamo sarebbe in sé un puro controsenso logico, se non avesse la sua giustificazione ideologica nella volontà di affermare la priorità maschile, tanto quanto la responsabilità del peccato originale fatta ricadere primariamente su Eva è la volontà di indicare nella donna il «capro espiatorio primordiale», che legittima il disprezzo maschile nei confronti della donna e l'autosvalutazione di sé della donna a causa dell'introiezione del senso di colpa derivato.
Cacciate nella società patriarcale nel ruolo subordinato di serve dell'uomo, «le donne sono state condizionate a considerare riprovevole ogni atto che affermi il valore dell'ego femminile. L'ambizione femminile può passare solo quando viene diluita nell'ambizione vicaria tramite il maschio o per conto di valori patriarcali». [6] In quest'ultimo caso la donna è «buona», esprime valori positivi poiché mette al centro della propria vita il marito e i figli: altrimenti torna ad essere una scomoda figlia di Eva, un nemico, una donna ambigua e perversa che pretende di affermare la propria immagine uscendo dal suo ruolo di subordinazione.
Evadere dalla condizione di essere subordinato significa affermare il proprio potere: «le streghe furono persone realmente esistenti condannate dalla gerarchia ecclesiastica che si sentiva minacciata dal loro potere. Infatti potere è una parola chiave per capire perché furono scelte per questo orribile fato certe donne e non altre. Gli autori del Malleus Maleficarum asserirono che, tra le donne, le levatrici sorpassavano in malvagità tutte le altre. Come evidenzia Michelet, c'è ragione di credere che le levatrici e le guaritrici fossero grandemente temute dalla Chiesa perché il loro potere minacciava la supremazia del clero».
Mary Daly non semplicemente femminista ma femminista teologa e teologa critica sembrava dunque destinata lei avendone tutti i requisiti, scrive Silvia Montefoschi, a divenire il prototipo di Dio-Donna ma purtroppo così non è andata e questo destino cadde in sorte non a una teologa ma proprio all'ultima psicoanalista ovvero a Silvia Montefoschi stessa.
Mary Daly e Silvia Montefoschi: pensatrici e teologhe
La mancata nascita di Dio-Donna
La mia impressione è che Silvia Montefoschi abbia molto amato Mary Daly che definisce "ardita pensatrice" ma amava molto di più la verità tantè che imputa proprio a lei che invece più ci si era avvicinata, anche la mancata nascita di Dio Donna.
Dalla lettura femminista delle sacre scritture alla polemica religiosa femminista con le sacre scritture
Mary Daly docente universitaria di teologia presso un collegio di gesuiti si colloca nella linea del femminismo cristiano dando avvio ad un nuovo femminismo post-cristiano ossia non più legato al tentativo di ritradurre in termini femministi le sacre scritture ma polemizzando apertamente con le stesse sacre scritture pur mantenendosi in una visione religiosa.
Il suo obiettivo principale che prende di mira è la stessa figura del "divino patriarca", Dio Padre.
L'analisi della violenza in Silvia Montefoschi e Mary Daly
Silvia Montefoschi però ritiene che il suo pensiero ha semplicemente rovesciato al femminista il discorso maschilista ma così facendo "l'opera di questa ardita pensatrice; opera che mirava proprio a recuperare la soggettività della donna" giunge invece al fallimento".
In particolare Silvia Montefoschi critica Mary Daly per la sua analisi del fenomeno della violenza che la Daly usa chiamare "stupro collettivo sia delle menti che dei corpi".
Silvia Montefoschi a proposito della riflessione della Daly sulla violenza dice chiaramente che questa pensatrice purtroppo non si lascia nemmeno sfiorare "dal pensiero che la violenza possa far parte del dramma universale quale necessità inerente alla evoluzione storica dell'esserci dell'essere, ne esime il soggetto umano di sesso femminile e riconosce soltanto alle donne il diritto e il dovere di ribellarsi all'idolatrato padrone, unendosi fra di loro in una sorta di collettivo delle oppresse che è la "sorellanza" o "sororità"."
La Daly invece "posseduta dallo spirito di rivolta contro la millenaria oppressione delle donne, attribuisce al soggetto umano soltanto maschile la responsabilità" di questo scenario di violenza.
Da Mary Daly teologa a Silvia Montefoschi Dio-Donna
Concludiamo dicendo che là dove Mary Daly ha fallito non prima però di aver messo all'ordine del giorno la nascita di Dio Donna, qualcun'altro è riuscito sia pur solo molto tempo dopo perchè in teoria Mary Daly avrebbe potuto essere lei, se non fosse stata così unilaterale, il prototipo di Dio donna.
Nel 1987 nasce comunque dopo tante tribolazione Dio Donna, il prototipo, ed è Silvia Montefoschi.
IN FINE
Il super-elettrone oltre la comunicazione (oltre la noosfera, l'infosfera e la cultura)
"E il pensiero infine cessa di pensarsi per più solo sentirsi"
(Silvia Montefoschi)
IL NUOVO REGNO (SPECIFICAMENTE) UMANO: LA NUOVA E VERA UMANITA' NON PIU' PARANOICA
In questa ultimo scenario storico già post-apocalittico nasce e comincia a vivere il nuovo soggetto super-riflessivo che segue al'obsoleto SRI: la nuova e vera umanità che segue la obsoleta vecchia umanità guerrafondaia e paranoica: dalla città degli uomini alla città di Dio.
IL NUOVO SESTO SENSO DEL PENSIERO CHE PERCEPISCE IL PENSIERO COME REALTA' CONCRETA E VIVENTE E LA FINE DELLA COMUNICAZIONE
- Il nuovo scenario già post-apocalittico: dalla dialettica al dialogo oltre la dialettica (la nascita del prototipo della nuova persona duale: i gemelli GiovanniSilvia a cui seguono tutti gli altri prototipi)
Le conseguenze radicali e irreversibili della nascita del nuovo SSR si manifestano come l'inizio di quel processo di destabilizzazione dell'obsoleto SRI fino alla sua scomparsa.
"Il finito proprio perchè finito non può mai finire ma può solo scomparire. Tuttavia quando scompare scompare in assoluto per non più ritornare" (Silvia Montefoschi)
IN CONCLUSIONE E PER FARLA BREVE SENZA TROPPO PERDERSI NEI PARTICOLARI STORICI
Ciò che va messo in evidenza e compreso di questa lunag storia durata ormai 13,7 milardi di anni è che l'unico vero grande evento storico è la nascita dell'atomo che è i primo soggetto riflessivo individuale dopo di chè l'altro evento storico di una simile grande portata è la nascita del nuovo soggetto super-riflessivo mentre tutto ciò che sta tra questi due macro.eventi anche se ai nostri occhi sono anch'essi importanti sono solo più o meno solo normale amministrazione del soggetto riflessivo individuale che fa la sua vita e il suo corso vitale.
Tutto qui.
Attenzione quindi a non farsi impapocchiare dai particolari, paragonabili, ma forse stiamo esagerando per farci meglio comprendere, a pettegolezzi che nulla aggiungono alla grande storia nelle sue linee essenziali.
0 - Big Bang
1 - SRI
2 - SSR cioè Big Cranch e conseguente fine del mondo
o se vogliamo per essere ancora più chiari:
0 - Big Bang
1 - Atomo di idrogeno (che è il primo atomo e il primo SRI)
2 - GiovanniSilvia (che sono il prototipo del SSR e primo esemplare della nuova e vera umanità)
La vita è una sola e non c'è ne sono altre di vite
La vita è una sola perchè è la vita dell'unico individuo e questo unico individuo è un individuo-duale e siccome "individuo" significa "indivisibile" possiamo legittimamente chiamare "individuo" solo il vero individuo che è solo l'Intero.
"Vero è solo l'Intero"
(Hegel)
"E infine saremo ciò che veramente siamo"
(Silvia Montefoschi soprannominata dall'inconscio universale nel suo linguaggio onirico anche come "la figlia di Hegel")
Di vita c'è n'è una sola ma questa unica vita è infinita ed è infinita perche è la vita dell'infinitamente vivente che è infinitamente vivente perchè infinitamente pensante.
L'infinitamente pensante non è una astrazione ma è una persona, una persona-duale, essendo il pensiero sia la potenza del pensiero che l'atto del pensiero i quali costituiscono insieme i due momenti inseparabili ovvero il continuum di quella unità processuale che è il Pensiero Vivente.
Ed è proprio la visone discreta di questo continuum che frammenta e separa la realtà del pensiero vivente creando la massa sia materiale che immateriale che ha fatto la storia dell'uni-verso. Ma ormai il più è passato e si volta pagina oltre che cambiare musica.