Un ossimoro: il concetto di spontaneità riflessiva



Il sogno dell'evoluzione

L'evoluzione è un sogno e infatti parliamo anche di risveglio intendendo il risveglio proprio dla sogno dell'evoluzione.
A cosa è dovuto questo sogno?
E' causato dalla separazione tra i due livelli del reale in cui si svolge ciò che noi abbiamo denominato "evoluzionismo parallelo" nel noumenico e nel fenomenico.

Due tipologie di sindromi narcisistiche: narcisismo individuale  e narcisismo collettivo

A livello della storia evolutiva dell'anthropos tale separazione è dovuta proprio all'antroporiferimento che è un narcisismo che invece di essere un narcisismo della tipologia individuale è un narcisismo collettivo ovvero un narcisismo di specie.
Tale narcisismo collettivo produce proprio a livello di specie della nebbia impedendo di vedere chiaramente e inducendo il pensatore antroporiferito in errori di prospettiva.
Abbiamo ritenuto che tale narcisismo per quanto riguarda l'impostazione ontologica conduca naturalmente a un punto di vista ancora tolemaico auspicando quindi una rivoluzione copernicana come superamento di un tale antroporiferimento.

Una terapia universale in tre step by step: il racconto delle tre metamorfosi


"E un giorno la terra diverrà luogo di guarigione" (Friedrich Nietzsche)

Potremmo in conseguenza periodizzare il percorso fatto dall'essere in quel lungo periodo in cui, malgrado le tante mutazioni succedutesi nel corso dell'evoluzione, ha comunque sempre mantenuto invariabilmente questa separazione tra noumenico e fenomenico, in tre step by step:


  1. immediatezza irriflessiva (il cammello costretto a portare su di sè il peso della storia)
  2. mediazione riflessiva (il leone ovvero la critica dei fardelli ma appunto per ciò anche uomo re-attivo o interdipendente per dirla in linguaggio psicoanalitico)
  3. immediatezza riflessiva (il fanciullo o la nuova umanità non più re-attiva ma attiva ovvero il dialogo oltre la dialettica, la nuova umanità dialogica e attiva dopo la vecchia umanità dialettica e re-attiva)

Il dialogo oltre la dialettica e la nuova percezione oltre la comunicazione

Certamente il concetto di "immediatezza riflessiva" può sembrare un ossimoro perchè l'immediatezza proprio perchè immediatezza non può essere anche riflessiva dato che o è una cosa o è l'altra.
Questo modo di pensare è valido per tutto il corso della storia dell'universo dall'atomo fino all'anthropos ma non vale più al termine della storia dell'universo.


Dopo la teoria la parola alla prassi

Lo so è difficile crederci ed è per questo giunti a  questo momento omega dell'evoluzione che solo la prassi cioè l'esperienza ci può venire in aiuto.

Provare per credere!
Più che questo non possiamo dire: ora non si tratta più di credere o non credere, ora è l'esperienza a decidere cosa è vero.

Quest'ultima fase della storia dell'universo infatti non a caso si chiama processo di transumanizzazione. Si chiama così proprio perchè segue ed è altro dal processo di umanizzazione con il suo ideale umanistico rinascimentale di armonia quale farsi umano dell'uomo. Il nuovo e attualissimo processo di transumanizzazione invece non è più un umanismo ma una vera e propria  rivoluzione anti-umanista che non adotta più gli ideali rinascimentali: noi amiamo l'artificio e non la natura proprio perchè solo l'artificio ci può traghettare oltre il finito. Detto in altri termini: per noi il simbolico non è altro dal reale bensì coincide con il reale o per usare il linguaggio proprio alla programmazione neurolinguistica, per noi la mappa del territorio non è altro dal territorio ma coincide con il territorio o ancora per usare il linguaggio dell'epistemologia, per noi il pensiero non è rappresentazione della realtà bensì è creazione della stessa realtà.
Chiaro no?!

Il risveglio dal sogno dell'evoluzione

Il superamento dell'antroporiferimento coincide anche con il risveglio dal sogno dell'evoluzione.
Ci hanno abituato a pensare all'apocalisse come a cataclismi o a una sorta di disastri naturali che falcidierà gran parte dell'umanità ma l'apocalisse, la cui etimologia è "rivelazione", invece è come svegliarsi dopo aver dormito e sognato per anni, secoli e millenni.
Ci si risveglia e si esclama: ma allora la realtà è tutta un'altra cosa! Dunque ho solo sognato!
Ecco cos'è l'apocalisse; la rivelazione di come stanno veramente le cose e non uragani, terremoti, alluvioni universali o quant'altro, anche se a livello emotivo può essere simile ad una catastrofe se non peggio perchè è la fine comunque di un vecchio mondo a cui abbiamo prestato fede come se fosse il mondo reale e non un sogno che stavamo sognando.

Che resterà dopo l'apocalisse?

Resteranno i robot.
Botta e risposta, imput e output. Acting out a gogò insomma.
Robot cioè psicopatici.

Non sarà più nemmeno la vecchia umanità preistorica ovvero i vecchi padroni del significato che praticavano lo schiavismo del significato ma sarà peggio, molto peggio: l'ignoranza assoluta che la vita è solo la vita relazionale.

Resteranno i robot.
Botta e risposta, imput e output. Acting out a gogò insomma.
Robot cioè psicopatici.

In una parola: resteranno solo le tracce mnestiche di ciò che la vita è stata e non è più essendo la vita vera che è solo la vita relazionale emigrata in un oltre  l'uni-verso.
Qui non ci sarà più la vita relazionale ma più solo la vecchia dinamica transfert-controtransfert spinta per di più all'eccesso per cui il nichilismo quale malattia mortale del pensiero celebrerà il suo trionfo finale.

Il soggetto e la maschera

Del resto la psicoanalisi o almeno la psicoanalisi allo stato dell'arte ha dato un nome a quel momento finale in cui il processo di individuazione universale giunge a compimento e allora si darà più solo il processo di autodistruzione del vecchio soggetto riflessivo individuale (SRI) che non sarà più nemmeno soggetto riflessivo individuale in quanto il soggetto in tutto l'universo è sempre stato uno solo per cui se un tale unico soggetto ormai si trova al livello energetico del soggetto super-riflessivo (SSR o nuovo soggetto duale) al livello inferiore invece non c'è più alcun soggetto ma più solo un ego che non riesce più in alcun modo a prendere distanza da sè, distanza dalle istanze egoiche  in cui consiste proprio l'esser soggetti rispetto al  ruolo sociale che si impersona.
Così sarà un carnevale generalizzato e tutti in maschera diranno: "Lei non sa chi sono io!" e via con la terza guerra mondiale più o meno locale. 

I "mutanti" e gli "uomini e donne di buona volontà"

In verità Silvia Montefoschi nei suoi scritti finali sembra in parte ritornare sui suoi passi affermando che oltre ai "mutanti" ci sono comunque o sembrano esserci anche e ancora uomini  e donne di buona volontà.
Può essere che questa osservazione della biologa e psicoanalista  abbia un senso ma noi ci chiediamo dato che comunque l'evoluzione ogni giorno che passa si radicalizza sempre più: fino a quando questi ultimi uomini e donne di buona volontà riusciranno a mantenersi tali dato che lo scenario storico già post-apocalittico spinge sempre più verso un aut-aut?
Può essere che ci siano ancora uomini e donne di buona volontà, può essere ma resta il fatto che chi trascina in senso sempre più radicale lo scenario storico, i muli da soma per intenderci, sono i mutanti per i quali un tale aut-aut si configura come una scelta tra la vita e la morte per cui per loro non si tratta nemmeno di scegliere: loro sono proprio costretti.

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