Si tratta della vecchia spontaneità egoriferita e quindi asociale propria dei bambini e dei balordi o psicopatici.
2.
Mediazione riflessiva
L'attitudine alla mediazione riflessiva è propria delle personalità più mature, adulte o dei pensatori ma che noi definiamo la vecchia umanità preistorica in quanto comunque antroporiferita o ancora 'tolemaica', giusto per capirci meglio.
3.
Immediatezza riflessiva
Non deve scandalizzare l'uso di questa terminologia che a dire il vero può sembrare un ossimoro ma è invece la nuova spontaneità che nasce solo dopo due milioni di anni di esercizio quotidiano alla mediazione ovvero al capolinea del processo di umanizzazione quale farsi umano dell'uomo e quale capolinea della stessa storia del lavoro che pertanto dà inizio al nuovo processo di transumanizzazione attualmente in corso perchè è vero che con il tempo si danno delle mutazioni nei batteri o nei virus ma con il tempo si danno delle mutazioni anche negli umani ma mentre nei batteri e nei virus si danno mutazioni orizzontali che non sono vere e proprie mutazioni ma versioni diverse di una stessa forma base che è il modo di funzionare di un virus o di un batterio che rimane lo stesso essendo una forma compiuta, negli umani che non hanno mai raggiunto la forma compiuta, le mutazioni sono verticali e infatti questa ultima mutazione dà nascita a una vera novità che non appartiene nè alla biosfera ma neanche alla noosfera essendo la prima forma vivente non più materiale ma oltre lo spazio-tempo-massa e quindi oltre la stessa modalità di coniunctio superiore che fino ad oggi è stata la comunicazione oltre la sessualità. In passato avevamo trovato un esempio per meglio rendere l'idea di che si tratta non trovando di meglio e quindi vale quel che vale, così dicevamo: "E' vero che Picasso disegna come i bambini ma i bambini non disegnano come Picasso. Quale è la differenza? La differenza è che Picasso per imparare a disegnare come i bambini ha dovuto fare anni e anni di accademia di belle arti ovvero disciplina, disciplina e ancora disciplina. Similmente l'Antropos, l'animale-umano ha impiegato due milioni di anni di evoluzione non più biologica questa volta ma culturale per potersi liberare infine della prigione culturale."
Conclusioni
"Barbarie o civiltà?" (Sigmund Freud) Queste due uniche opzioni erano contemplate dal pessimista Sigmund Freud che invece si riteneva realista e in effetti facendo astrazione del concetto di evoluzione verticale (che è altro dal progresso) lo era veramente un realista. Bye bye Freud!
Anche Dio si evolve: dall'elettrone al super-elettrone
Raccontare la storia dell'uni-verso è semplicissimo perchè sono solo tre i grandi eventi altamente significativi e centrali che hanno fatto questa storia, la grande storia.
E' vero che tanti sono anche gli altri eventi occorsi tra l'uno e l'altro di questi grandi eventi e che anzi li hanno preparati come una lunga gestazione del vero natale, come tanti step micro-evoluti praticamente solo quantitativi che hanno fatto infine gli step macro-evolutivi, questi sì veramente qualitativi.
C'è infatti un detto che così recita: "Ci sono venti anni che valgono un giorno e giorni che da soli invece valgono venti anni."
Ecco dunque i tre eventi qualitativi:
Evento Big Bang
Elettrone (soggetto riflessivo individuale o soggetto singolare)
Super-Elettrone (nuovo soggetto super-riflessivo o nuovo soggetto duale)
Tutto il resto compreso Mazzini e Garibaldi sono solo normale amministrazione.
Il vero punto di arrivo dell’evoluzione è l’elettrone quindi è l’atomo, il sistema conoscitivo atomico.
Da allora si sono svolti alcuni percorsi evolutivi tutti rivelatisi fallimentari che una volta che l'Automaton o Necessità li riconosceva tali trapassava da una forma del pensiero a una nuova forma per proseguire nel suo divenire, così abbiamo:
Dall’atomo alle stelle
Dall’atomo alle molecole
Dall’atomo alla macromolecola del DNA
ma in ogni caso in tutto questo metamorfizzare di Dio, Dio ovvero il conoscente quale riflettente rispetto a un suo riflesso rimane sempre il SRI (soggetto riflessivo individuale che è un soggetto riflessivo ancora singolare).
Il vero fil rouge del divenire storico
Il vero fil rouge del divenire storico è la relazione, l'Io-Tu che era in principio, l'uno e l'altro dell'unico discorso ovvero l'intersoggettività che è e che sempre sarà la vita alla più alta potenza.
Non perdiamoci quindi nei labirinti della storia e manteniamo lo sguardo a fuoco sul vero fil rouge del divenire storico che in ultima analisi è solo al storia della relazione che diviene verso la definitiva emancipazione della relazione dalla storia della relazione.
La scienza della relazione e l'apocalisse
Cosa rimarrà dopo l'apocalisse o fine del mondo?
La relazione rimarrà, la pura relazione, l'uno e l'altro dell'unico discorso (il logos che è la scienza, sì la scienza, la vera scienza che è solo la scienza della relazione e che noi chiamiamo psicoanalisi anche se oggi la psicoanalisi morendo come ultima filosofia e ultimo brano della storia universale coincide con la vita stessa).
La psicoanalisi oltre la psicoanalisi ovvero il pensiero dal pensarsi al sentirsi
"E mentre la psicoanalisi muore come scienza analitica dell'umana esistenza, per trapassare nella conoscenza dell''Essere Vero', che è il 'Pensiero consapevole di sè come Unico Esistente', il Pensiero Uno, sapendo ormai di sè come 'il Vivente', cessa per sempre di pensare se stesso, perchè, come ogni vivente, per sapersi tale, di certo non si pensa. ma si sente."
(Silvia Montefoschi, "L'ultimo tratto di percorso del Pensiero Uno", 2006)
L'ultima rivoluzione
Ecco quindi il vero senso dell'ultima rivoluzione.
L'ultima rivoluzione è quel movimento di liberazione incarnato negli ultimi mutanti che promuove il liberarsi del divenire dalla sua storia per addivenire quindi ad un nuovo tipo di divenire che questa volta essendo oltre l'uni-verso ma nell'uno vero che è solo l'uno duale infine non farà più storia perchè sarà un divenire che non necessiterà più per proseguire in un suo ulteriore divenire di oggettivarsi nello spazio-tempo-massa ovvero non necessiterà più di memorizzare il suo percorso per riprenderlo e proseguire in quanto in quel presente in cui solo vive, quale infinito presente, contiene in sè non solo tutto il passato ma anche tutto il futuro. Non esiste infatti altra realtà che solo il presente mentre tutto il resto è solo memoria, tracce mnestiche e non vera realtà che è solo il presente l'hic et nunc.
Per un nuovo divenire che non farà più storia
Questo accade perchè l'essere, altro non è che il divenire e il divenire è il modo di essere dell'essere che pur essendo sempre uguale a se stesso purtuttavia diviene, infinitamente è, e infinitamente diviene, ed è proprio perchè diviene, proprio come un ciclista che per mantenersi in equilibrio e non cadere da una parte o dall'altra deve muoversi e solo muovendosi riesce a mantenere il suo equilibrio.
Bibliografia
Per quanto concerne la concezione dell’elettrone come Dio:
Paul Davies, “Dio e la nuova fisica”, 1983
Per quanto concerne la concezione del progetto evolutivo del super-elettrone:
Silvia Montefoschi, “Storia della preistoria del Verbo”, 1987
Si chiamava monsignor Alexandre Verde colui che era stato incaricato di impersonare la parte dell'avvocato del diavolo nel processo di canonizzazione di Thèrèse Martin nel 1914.
Ovviamente non lesinò le critiche alla mistica carmelitana:
infantile
puerile
non virile
persona iper-sensibile
la sua pietà era superficiale
inoltre, cosa ancora più grave non aveva un vero direttore spirituale ma si dirigeva da lei stessa quindi presuntuosa anche
in vita non godeva di alcuna fama di santità ma solo dopo morta si è cominciato a vociferare in tal senso e quindi molto probabilmente a causa dell'enorme propaganda e pubblicità svolta dalla sua famiglia in tal senso. Come dire: si tratta di vera santità o piuttosto solo di propaganda?
E pensare che io invece nei mie scritti più di una volta ho usato l'espressione un po' volgare a dire il vero riferita a TM che "ci ha due coglioni grossi così" e nelle mie poesie ho scritto: "Per me stare con te è come stare con un uomo pur sapendo che tu sei una donna".
Thérèse Martin proprio come Henri Bergson non credeva affatto alla realtà reale del tempo.
E da parte sua nel convertirsi dall'ebraismo al cattolicesimo il filosofo evoluzionista
la definì "La perfetta eroina bergsoniana"
Insomma per farla breve se fosse stato per monsignor Alexandre Verde la chiesa avrebbe respinto la richiesta di fare della monaca che viveva nascosta un modello di vita cristiana e quindi santa e poi addirittura "Dottore della Chiesa" accanto a dei giganti del pensiero teologico come Agostino e Tommaso.
Infine l'avvocato del diavolo non ancora soddisfatto muove l'ultimo attacco alla mistica francese trovandola anche presuntuosa quando ormai vicina a morire ha la certezza della sua salvezza e che quindi andrà sicuramente in Cielo.
Ma chi si crede di essere?!
Ci sono uomini e donne veramente santi che invece temono in punto di morte di andare all'inferno e invece questa si da l'assoluzione da se stessa?!
A conclusione della sua arringa la definisce veramente "puerile" nel conoscere questo aneddoto dell'allieva prediletta di Thérèse ovvero suor Maria della Trinità (al secolo Marie-Louise Castel) che in quel tempo portava ancora il velo bianco essendo solo una novizia: "Je me repentais amèrement d’une faute que j’avais commise.
Elle me dit :
“Prenez votre Crucifix et baisez-le”.
Je lui baisais les pieds.
“Est-ce ainsi qu’une enfant embrasse son Père? Bien vite, passez vos mains autour de son cou et baisez son visage…”
J’obéis.
“Ce n’est pas tout. Il faut se faire rendre ses caresses”.
Et je dus poser le crucifix sur chacune de mes joues ; alors elle me dit :
“C’est bien, maintenant tout est pardonné”
C'è chi legge questo aneddoto della vita della pensatrice d'oltralpe come roba da persone ingenue, una bambina grande di 24 anni ma rimasta una bambina in ultima analisi ma io sono un suo lettore particolare, io la amo e quindi il mio amore per lei mi dà l'energia per leggere anche tra le righe e io in queste righe capisco che Thèrèse era una allieva del filosofo Eraclito di Efeso perchè Thèrèse qui dimostra di avere compreso cosa significa che la sostanza dell'Essere è il fuoco.
E del resto, facendo un parallelo, come si potrebbe svolgere una psicoanalisi se tra l'analista e il suo allievo non ci fosse il crogiuolo alchemico?
Thérèse questo l'aveva capito, magari inconsciamente senza comprenderne tutte lle implicazioni ma l'aveva capito: il fuoco tutto consuma e la vita intera è consuamzioen dello spazio-tempo-massa.
Del resto Thèrèse non credeva ala realtà del tempo.
A ogni ciclo di questo eterno ritorno la memoria si consuma e infine si dissolve ma il fuoco dell'eros accelera questo processo ancora di più.
Conoscenza, la vera conoscenza non è addizione ma sottrazione.
Solo gettando i pensati a consumare nel crogiuolo alchemico (la risoluzione del transfert ovvero dell'interdipendenza tra l'uno e l'altro del Logos) il pensiero si purifica dei suoi pensati e ritorna Pensante cioè Pensiero Puro.
"L'unione differenzia" diceva lo scienziato evoluzionista Teilhard de Chardin.
Se Hegel allievo di Eraclito non avesse avuto il fuoco in sè non avrebbe potuto elaborare la sua megasintesi ma avrebbe fatto un mosaico e non una sintesi, una arlecchinata, un collage di storia di filosofie come molti professori di filosofia che non sono veri pensatori non possedendo il fuoco degli dei.
Simone Weil nel 1936 a Barcellona miliziana volontaria nella guerra di Spagna
Non c'è da meravigliarsi di tali critiche da parte cattolica: la stessa mistica cristiana ma di formazione marxista Simone Weil che fu anche sindacalista e anarco-comunista la definiva puerile e troppo infantile: "una figlia di papà" praticamente.
Perfino una delle sue sorelle Leonie Martin disse in proposito:
"Si Teresina era indubbiamente una persona veramente educata e gentile, questo sì ma che fosse anche una santa, questo poi non me lo sarei mai aspettato."
Anche l'antropologa Ida Magli fa le veci di un avvocato del diavolo ma l'ex suora la critica da un punto di vista laico
Da parte mia scrivevo invece anni fa quando ero ancora uno dei tanti redattori di wikipedia:
"Thérèse Martin usava paragonarsi ad una cicala che passa il suo tempo a cantare. In un'epoca, la sua epoca di fine ottocento dove il positivismo in filosofia e nella scienza dettano le nuove leggi più conformi all'apoteosi, l'apologia e il trionfo della tecnica, Lei intende anche irridere al produttivismo insensato e vanitoso del mondo: tutto è vanità nient'altro che vanità coem le aveva insegnato il suo maestro il Re di Israele Salomone autore del "Libro della sapienza" .
Ma è solo il progresso che irride Thérèse Martin e non l'evoluzione ma lei questo non lo sapeva e credeva che criticando il progresso criticava anche l'evoluzione così credeva che "di questo passo un giorno la scienza riuscirà a spiegare perfino Dio".
E allora?
Quale è il problema se Dio è morto, e morto perchè la scienza l'ha ucciso cioè gli uomini l'hanno ucciso? Che problema c'è?
Nella sua stessa epoca Nietzsche che in quel periodo viveva in Italia a Genova presso una locanda di Piazza Portello e conosciuto come "il professore tedesco in pensione", invece più smaliziato di Thèrèse nel regno dei concetti chiariva come la buona novella della "morte di dio" coincideva anche con la morte dell'anthropos.
Questo Thèrèse non lo sapeva .
Non sapeva che l'antropos è più solo una resistenza all'Infinitamente Vivente che è proprio il Pensiero Pensante che lei chiamava Dio come da tradizione.
Teresina non aveva la stessa formazione del filologo Nietzsche eppure aveva intuito, aiutata dall'ormai extraterrestre Archimede allievo del grande Pitagora, lo stesso "archetipo dell'ultima coniuntio" della nuova e vera psicoanalisi di fine novecento. Tuttavia non basta l'intuizione poi occorre utilizzare anche l'altra gamba del pensiero che è la riflessione poichè il pensiero cammina su due gambe e non con una sola gamba: intuizione e riflessione.
«Datemi un punto d'appoggio e solleverò la terra.» (Archimede allievo di Pitagora)
E per Thérèse che non era affatto una bigotta come alcuni la descrivono ma invece alquanto disinvolta sul piano del pensiero, quanto detto da Archimede era da Lei vissuto come un faro che le indicava il cammino evolutivo al pari di altri libri sacri.
Pitagora il maestro e gli allievi e allieve della sua società segreta: la comune pitagorica
Un saluto a tutti gli extraterrestri ovviamente solo ai più evoluti come al solito perchè non ho tempo da perdere con i grigi, gli omini verdi e compagnia bella, quindi i saluti vanno solo a quelli che abitano nei pianeti più distanti dal pianeta terra. non quindi a quelli che sono solo al di sopra della bagatelle della Terra ma solo a quelli che sono molto ma molto al di sopra delle bagatelle della Terra ovvero che hanno ben altro a cui pensare che mettersi a polemizzare bisticciare e competere come è uso per lo più invece quì su questo pianeta Terra da due milioni di anni a questa parte. Onore a voi. Quì sul pianeta Terra nulla di nuovo perchè vogliono stare tutti bene e vivere felici. e solo a questo sono interessati il nichilismo insomma avanza e fa proseliti questa malattia dello spirito Da parte mia non vedo l'ora di incontrarvi così da vivere tutti insieme per sempre. Del destino del Pianeta Terra chi se ne frega, che crepino. Vi voglio tanto bene. Siete stati grandi e lo siete tuttora, cercherò di essere alla vostra altezza. Un saluto in particolare a quel giovanneo di Isaac Newton Nietzsche Hegel Spinoza ovviamente senza dimenticare Pitagora il grande?!
Speriamo bene. (anno domini 2010 - brano tratto da un mio vecchio post su facebook)
«Rien dans l'univers ne saurait résister à un nombre suffisamment grand d'intelligences groupées et organisées»
«Niente nell'universo potrebbe resistere a un numero sufficientemente grande di intelligenze raggruppate e organizzate.»
(Teilhard de Chardin - teologo e scienziato della natura)
Teilhard è convinto che la sua visione della nascita della Super-Umanità sia già in qualche modo destinata a realizzarsi poiché
«È più facile che la Terra smetta di girare che l'umanità, presa nel suo insieme, di organizzarsi e di unificarsi.»
(Teilhard de Chardin "L'avvenire dell'Uomo")
«Non bisogna orientarsi in direzione di individui anatomicamente super-cerebralizzati, ma in quella di gruppi super-socializzati, se si vuole intravedere il volto della Super-Umanità.»
(Teilhard de Chardin "Super-Umanità, Super-Cristo, Super-Carità", 1943)
«...nel lontano avvenire si delinea uno stato finale in cui (più ancora delle cellule di un cervello) noi formeremo un unico sistema, ultra-complesso, e, di conseguenza, ultra-accentrato.»
(Teilhard de Chardin "L'avvenire dell'Uomo")
«Continuare a riporre le nostre speranze in un ordine sociale ottenuto con la violenza equivarrebbe semplicemente per noi ad abbandonare ogni probabilità di portare a compimento lo Spirito della Terra»
(Teilhard de Chardin "L'Energia umana")
«Soffriamo e ci preoccupiamo constatando che i tentativi moderni di collettivizzazione umana, in contrasto con le previsioni della teoria e con la nostra stessa attesa, non conducono che ad un abbassamento e ad un asservimento delle coscienze. Ma quale strada abbiamo sinora seguita per unificarci? Una situazione materiale da difendere. Un nuovo settore industriale da aprire. Migliori condizioni di vita per una categoria sociale o per nazioni sottosviluppate...Ecco i soli e mediocri terreni sui quali abbiamo a tutt'oggi tentato di avvicinarci.»
(Teilhard de Chardin "Il Fenomeno umano")
Premesso che a differenza del teologo e scienziato della natura TdC che parla di "super-umanità" mentre la psicoanalista e anch'essa scienziata della natura Silvia Montefoschi parla più moderatamente di "nuova e vera umanità" anche se il significato è lo stesso di TdC, va precisato però che qui in questo contesto sempre teologico o più precisamente ontologico ma che tiene più conto degli apporti della scienza psicoanalitica, stiamo parlando non di una rivoluzione meramente politica ma dell'ultima rivoluzione che è una rivoluzione ontologica: la rivoluzione innescata da quella scintilla scaturita dalla mente del neurologo viennese Sigmund Freud nel 1895 e propagatasi a livello mondiale come "storia della teoria e del movimento psicoanalitico".
L'ottimismo evoluzionista
Niente poteva scalfire l'ottimismo evoluzionista del teologo Teilhard de Chardin come in seguito anche della psicoanalista Silvia Montefoschi ma a mio parere perchè non erano ancora incappati nella inevitabile contro-rivoluzione e questo li lasciava ancora nella loro ingenuità di uomini e donne di buona volontà.
Questo non significa che con il dispiegarsi di una contro-rivoluzione condotta in maniera scientifica sarebbero diventati pessimisti ma piuttosto intendiamo dire che non era così semplice come loro pensavano all'inizio mossi dal loro ingenuo entusiasmo rivoluzionario.
Ma allora una volta che entrambi conobbero anche la contro-rivoluzione come reagirono?
Non divennero affatto pessimisti ma per esempio nel caso di Silvia Montefoschi non ebbe alcun problema a fare un'auto-critica e denunciò il suo errore nella sua opera "La rivoluzione radicale del reale" del 1995 in cui ammetteva che all'inizio pensava che tutti gli umani avrebbero partecipato prima o dopo alla rivoluzione mentre poi si rese conto che perfino tra le file rivoluzionarie c'erano coloro che non avevano capito o comunque avevano equivocato il vero senso del discorso e che quindi la rivoluzione riguardava più solo una minoranza degli otto miliardi attuali di umani, il che era in accordo anche con l'economia del processo evolutivo.
TdC nelle vesti di paleontologo in Cina negli anni trenta con altri ricercatori della preistoria della specie umana
Cinquanta anni prima comunque anche Teilhard de Chardin dovette smorzare il suo entusiasmo rivoluzionario perchè presumibilmente sia pur in altre forme anch'egli dovette percepire una sorta di "resistenza" dell'umanità al suo discorso evoluzionista ma che non era nè materialista e neanche positivista. E' questo quello che ci sembra di capire visto che Teilhard in un suo scritto pare chiamare ciò che noi abbiamo definito "umanità contro-rivoluzionaria" o anche "vecchia umanità" con il termine di "menti realistiche" il che ci fa pensare che queste cosiddette "menti realistiche" se la ridacchiavano della teologia innovativa di Teilhard de Chardin e come capita spesso quando un rivoluzionario si sente isolato e ostracizzato inizia a minacciare con la prospettiva di guerre atomiche per forzare gli altri a prenderlo sul serio:
«Le menti "realistiche" possono pur deridere i sognatori che parlano di un'Umanità cementata e bardata non già di brutalità ma d'amore. [...] Questo scetticismo e quelle critiche non potrebbero impedire che la teoria e l'esperienza dell'Energia spirituale siano d'accordo per avvertirci che "siamo giunti ad un punto decisivo dell'evoluzione umana" in cui l'unica via di uscita in avanti si trova nella direzione d'una comune passione e d'una "cospirazione".»
(Teilhard de Chardin, L'energia umana, )
Qui Teilhard intende dire che la voce dell'amore universale che due millenni fa ha parlato con tono pacato: "amatevi gli uni gli altri" e che era stata assunta dall'umanità più religiosa come un codice di perfezione morale e dai più laici comunque come un metodo pratico per ridurre quanto più è possibile gli attriti e le sofferenze della vita terrestre, a detta di Teilhard sembra allo stato attuale dell'evoluzione farsi minacciosa introducendo l'elemento dell'annichilimento tipico della nuova era della guerra atomica.
Siccome la mia amica intima ha intitolato i suoi scritti (anzi adesso che ci penso è stato "il clan Martin" a dare questo titolo nel 1898 ai suoi scritti manomessi e "corretti" da loro mentre oggi dai critici sono stati riintitolati semplicemente "scritti autobiografici" ) con "Storia di un'anima" ho voluto alludere a Lei con il titolo "Percorsi di un'anima" anche se io non sono un'anima ma un soggetto dato che al mia anima è proprio Thérèse anzi Lei è l'anima vera cioè non è un transfert mentre la pseudo-anima che è sempre fuori di noi, quello sì che è un transfert.
Per fare un esempio: la psicoanalista che ebbi prima di iniziare il percorso con Silvia, una allieva di Silvia, lei sì che era l'anima cioè un transfert anche se in verità era anche lei era Thèrèse Martin ma vista fuori di me come altra da me mentre Silvia non ,o era affatto e infatti della mai relazione con Silvia ho scritto:
"Quando mi parlava Silvia ero io stesso che parlavo con me."
In ogni caso non è così semplice descrivere tali relazioni in quanto si rischia di essere schematici perchè poi lì c'è un miscuglio di tanti fattori, per esempio la mia ex psicoanalista non era sempre fuori di me e quindi in quei casi non era un transfert e del resto se Silvia ad un certo punto dell'analisi ha sentito la necessità di scusarsi con me dicendomi:
"Scusami Andrea ma io di te non ho capito niente"
significa solo che anche con Silvia almeno limitatamente solo agli inizi dei nostri incontri la fenomenologia del transfert ha giocato brutti scherzi. Silvia però ha saputo risolvere al meglio la questione ma Silvia è Silvia e la sua allieva poverina non è che si può pretendere che sia all'altezza di GiovanniSilvia.
In ogni caso tutto è bene quel che finisce bene dato che nell'anno duemila, casualmente proprio nell'anno in cui GiovanniSilvia davano alle stampe il libro di poesie "Il bacio di Dio", io e l'allieva di Silvia, incontratici per caso, abitiamo entrambi a Genova, ci siamo abbracciati e baciati (che bella guancia liscia che ci aveva) come nulla fosse accaduto tra di noi: amici come prima e adesso andiamo d'accordissimo, lei a casa sua e io a casa mia. Dunque non mi resta che augurargli tutto il bene di questo mondo dato che non penso che lei creda all'Oltre, forse all'Aldilà, chissà ma non all'Oltre.
Detto questo come premessa, andiamo avanti.
Quello che segue sono miei scritti pubblicati nell'anno 2011.
1. La gabbia - Facebook mi fa sentire come in gabbia: non posso scrivere ciò che voglio.
2. Ciò che dico a Lei solo Lei può capirlo - Già lo sapevo da parecchio ma oggi parlando con TM me ne sono reso nuovamente conto. Non posso riportare il mio vero pensiero. A essere sincero però a distanza di tempo non me lo ricordo più e ormai non scrivo più ciò che dico a lei per cui non ho nemmeno appunti.
3. Solo la verità ritorna - Le cose importanti, ciò che conta veramente non si dimenticano per cui ritorneranno i pensieri se sono veramente importanti come credo.
4. Fuori non c'è niente - Diciamo che su FB mi contengo molto e non esprimo veramente il mio pensiero che è molto più "estremista" e cerco di farlo sembrare più "ragionevole".
5. Fuori non c'è niente - In effetti mi rendo conto che necessiterebbe di una maggiore elaborazione resta il fatto che c'è il rischio del tradimento del vero pensiero che è veramente "inaccettabile".
6. Fuori non c'è niente - E' inaccettabile se ci si muove ad un livello basso, livello che appare basso a chi si muove in alto ma che è invece il livello della vita. Perchè oggi la vita è bassa molto bassa ma se è così bassa una ragione c'è. Tra cui anche coloro che tradiscono il livello alto della vita per non "scandalizzare" per "socializzare".
7. Fuori non c'è niente - Chi è grande deve fare il grande costi quello che costi e non tradire il grande. Bisogna fregarsene se si dà scandalo o di perdere le amicizie. Testimoniare il livello alto della vita.
8. Che cosa significa pensare? - Quando io penso veramente e io penso veramente solo quando penso insieme a TM sono il primo a scandalizzarmi di ciò che penso e a non essere d'accordo con me. Iniziamo bene...
9. Non credevo di essere così evoluto - Quando vedo il pensiero fuori di me, quasi sempre lo vedo pensare bassamente e anche in ciò che apparentemente è pensiero alto rispetto al pensiero che in me si pensa è basso ancora molto basso. Non credevo di essere così grande e mi meraviglio di me stesso. Devo quindi fare molta attenzione a non andare fuori di testa.
10. Verso una nuova socialità - Già questa mia preoccupazione del rischio che corro di andare fuori di testa è un pensiero basso molto basso.
11. Verso la nuova città - Sono costretto a pensare bassamente per assomigliare agli altri e per non allontanarmi troppo dalla società e dalla storia: già sono già fin troppo distante. Io non capisco gli altri e gli altri non capiscono me. Io capisco solo TM: questa è la verità.
12. Eppure sei tu che sei tutto Cara amica mia - oggi glie l'ho detto - non posso parlare di te, lo sai che non posso parlare troppo di te. Non posso esagerare. Lo sai che la verità è che io sono un fanatico della tua persona, un esagitato, una testa calda, che non me ne frega proprio di morire, ma devo contenermi. Posso parlare di Silvia, di Giovanni e anche di loro senza esagerare troppo ma non di te. Eppure sei tu che sei tutto. Solo tu.
13. TM essendo socialità salva dalla schizofrenia ovvero dai neologismi - Devo ammettere ad essere sincero però che un po' è vero, un po' per far bella figura con lei, un po' che c'è ancora qualche residuo del mito romantico dell'eroe, non dell'eroe incompreso però, a me l'ultima cosa che mi può interessare è di essere compreso: se io miei amici fossero tutti inglesi andrebbe bene lo stesso anzi meglio così scrivo quello che cazzo voglio.
14. Non basta essere il guidatore (dux) del corpo ma occorre essere anche il guidatore del guidatore (sacer dux) - Pensare alto apparentemente non serve a niente. Eppure io che mi lamento che sono cieco, che non vedo abbastanza, si vede che invece vedo bene o forse credo di vedere ciò che altri non vedono. Non basta vedere bisogna sapere che si sta vedendo e bisogna credere a ciò che si vede. Ecco la necessità e anche la potenza del'azione rispetto alla semplice teoria.
15. Giunti al capolinea non si può andare avanti ma solo stabilizzare il capolinea - Pensare alto serve a stabilizzare in alto la visione. Ecco a cosa serve. Solo a questo e non è poco. Pensare alto in effetti non cambia niente della realtà. Ma pensare alto aiuta a pensare nuovamente alto in un circolo virtuoso nega-entropico fino all'exitus finale.
Ebraismo, Cristianesimo, Psicoanalisi e Pensiero Uno
- Ebraismo (coscienza adamica)
- Cristianesimo (coscienza cristica)
- Coscienza giovannea
- Psicoanalisi
- Pensiero Uno
Consustanzialità
A differenza dell'ebraismo il cristianesimo contempla la consustanzialità tra l'uomo e Dio che pone le basi per la definitiva emancipazione dallo stato creaturale dell'umanità.
Identicità
Il passo ulteriore è l'denticità oltre la consustanzialità ed è il progetto intuito dalla coscienza giovannea ma messo in atto e stabilizzato dal "Pensiero Uno oltre la psicoanalisi" in cui la logica della separazione trapassa nella nuova logica unitaria nella quale l'Essere non tratta più sè fuori di sè come altro da sè.
La nuova logica unitaria
La nuova logica unitaria propria al "Pensiero Uno oltre la psicoanalisi" è quella logica relazionale inerente al modello relazionale intersoggettivo che ci ha traghettato oltre la dinamica edipica-incestuosa che è stata l'essenza dell'ordine del discorso prima dell'avvento della super-umanità costituita dagli ultimi mutanti capaci di super-riflessione. Infatti mentre il SRI riflette si ma ancora da un punto di vista individuale, invece il nuovo SSR riflette questa volta più solo da un punto di vista universale.
Nuovi scenari apocalittici e post-apocalittici
Pertanto con l'Apocalisse ovvero con la Rivelazione che l'unica realtà è la relazione e che la relazione è proprio ciò che chiamiamo Pensiero, nel momento in cui la logica relazionale trapassa dal finito e dal chiuso del modello relazionale interdipendente al nuovo modello relazionale intersoggettivo che apre alla vita infinita, si chiude la storia della preistoria dell'Essere.
L'ultima rivoluzione scientifica
E fu così che si attuò l'ultima rivoluzione scientifica con la nascita della scienza della relazione, la psicoanalisi che oltre a essere la vera scienza è anche la vera teologia, culmine di una lunga tradizone teologica che nata nell'antico Egitto con il monoteismo ancora concretistico del faraone Akhenaton e la regina Nefertiti si sviluppa nel monoteismo più astratto dell'ebraismo (il tetragramma o noem di Dio che significa "io sarò ciò che sarò" praticamente il gratuito divenire) che giunge alla figura del Cristo il Messia ovvero il crocefisso all'albero della vita e della conoscenza, l'albero genealogico evolutivo con il suo tronco verticale e i suoi tanti rami orizzontali, per giungere dopo l'intuizione giovannea della sintesi dell'ebraismo con la grecità nella figura dell'incarnazione del logos infine al suo capolineacon la scienza psicoanalitica quale scienza della relazione perchè al di là di me e di te la relazione è più di me e di te per cui con questa che è Dio, il Dio vero, occorre coincidere in un vero e proprio "divenire Dio".