Il mistero del tempo



Non esiste "domani"
non esiste "ieri"
esiste solo, non dico "oggi", ma "adesso"

Tutto il passato
ma anche tutto il futuro
è racchiuso in questo "adesso"

Hic et nunc?
Forse sarebbe più vero dire solo "nunc"
poichè il presente non è un luogo
un luogo è già storia
ma la storia è passato e anche futuro
non solo il presente

Ecco allora svelato cosa è la preistoria dell'essere
è lo spazio-tempo-massa

Già Bergson diceva che materia altro non è che memoria
memoria è il passato
memoria è anche il futuro
reale è solo il presente

Ecco anche perchè a differenza di molti che dicono 
Aldilà, Aldilà
noi diciamo solo Oltre e non più Aldilà
Oltre

Tutto è cominciato con Max Planck
e i nuovi fisici quantistici
e ringraziamo anche i filosofi del tempo
Agostino, Bergson e tanti altri
poi e infine venne la psicoanalisi e si comprese tutto

Ora al capolinea della storia universale 
attendiamo il segnale per la fine di tutto

Molti si attardano ancora con la politica e i suoi giochi
ma non hanno capito niente
gli ultimi ritardatari
un bel passatempo la politica non c'è che dire
sempre meglio che ubriacarsi comunque

E' come se nell'epoca di internet
altri usassero ancora i segnali di fumo per comunicare
oggi c'è il nuovo sesto senso 
ma non il sesto senso per vedere i fantasmi
il nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente

c'è poco da comunicare se non per motivi tecnici
fino a che si ha ancora una forma corporea-materiale
che deve proteggersi dalle intemperie, mangiare e dormire
più per mangiare che per dormire se si sogna anche  di giorno
ma i più avanzati di noi
ma io non lo sono
riescono a mangiare pochissimo anche
Silvia Montefoschi la compagna di Giovanni Evangelista
al mattino un caffè
all'ora di pranzo si fumava una sigaretta
e alla sera una insalatina o comunque una verdura
ed è morta a 84 anni
poveri chef stellati
diventeranno disoccupati

E' questa la psicoanalisi?
Anche questo fa parte del percorso
che prima o dopo si deve affrontare
lo psicoanalista infatti non è un intellettuale
Ma Lacan mangiava
Si Lacan era una buona forchetta
questa però non è una obiezione perchè anche le buone forchette si evolvono anche loro
ma si evolvono fino ad un certo punto
e infatti anche Lacan come Freud era un pessimista
Cosa vuole dire in psicoanalisi essere pessimista?
Significa riconoscere i propri limiti
Basta però riconoscere che quei limiti sono i propri limiti
e non quelli dell'intera specie
anche questo è essere intellettualmente onesti
Se tu non c'è la fai
fai bene ad ammetterlo
ma non estendere questi tuoi limiti all'intera specie
questo non è più onestà intellettuale.
Anzi fai di più
fai il tifo per chi si imbarca nell'impresa
e vuole provare a farcela
gridagli: "Forza sei tutti noi! Dai che c'è la puoi fare!"


Le particelle di materia e antimateria furono costrette a comunicare se non volevano morire
ma noi non temiamo più l'annichilimento
dall'incontro tra essere o esperienza e coscienza di essere quale sapere di essere.

Oggi non c'è più bisogno di comunicare
oggi non si muore più.
solo coloro che temono ancora la morte 
fanno bene a comunicare
anche se questo non li salverà certamente dalla morte
ma la accelererà
dato che comunicare produce entropia
ecco perchè noi ci professiamo uomini e donne d'ordine
ma non siamo conservatori 
anzi siamo i veri rivoluzionari
i militanti di un vero ordine nuovo
siamo i nuovi templari
anche noi monaci e guerrieri
ma i biologi ci definiscono meno poeticamente ma più scientificamente
con il nome di "mutanti"

hanno ragione i biologi 
ma se vogliamo dirla tutta
va precisato
che noi non siamo "mutanti" qualsiasi
ma gli ultimi mutanti
ecco
allora va bene
hanno ragione i biologi
noi siamo oltre
oltre il principio di opposizione.

Nessuna medaglia
è la natura
il risultato ultimo della dialettica della natura
da cui è emersa la dialettica della storia.

Ora è il dialogo e non più la dialettica
e il dialogo non conosce antitesi ma solo sintesi
e la megasintesi è Dio
la città di Dio
poichè pur avendo tanti nomi sono sempre e solo i due
i due che erano in principio e che erano uno
l'uno  e l'altro del Logos
la Scienza
la Scienza vera
proprio come quell'uno
che non è l'uno ma l'Uno vero che è solo l'Uno-Duale.

(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni", 1a ediz. 2010)




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Il mistero dei misteri: l'enigma del tempo (pagina facebook)

Giovanni Evangelista

"Tutti gli uomini, tranne Giovanni, hanno portato avanti il pensiero come altro dalla loro realtà vivente, che per loro era quella corporeo-materiale."
(Silvia Montefoschi, "Dall'uno all'uno oltre l'universo", 1998, cit. pag. 219)

27 Dicembre 2019



Il 27 dicembre ricorre per tradizione la festa di Giovanni Evangelista l'ebreo-greco teologo del messia-logos e per questo chiamato anche Giovanni il teologo per antonomasia.
Fu nel corso dei tempi storici chiamato anche in tanti altri modi: l'aquila spirituale, il quarto evangelista, l'intimo del Rabbi di Nazareth, l'immortale e in altri modi ancora.
Giovanni che prima di seguire la coppia di rabbini eterodossi madre-figlio Myriam-Jeshuà era stato discepolo di Giovanni il Battista, era nato a Betsaida una località della Galilea sul Lago di Genezareth ed era figlio di Zebedeo un ricco armatore di imbarcazioni per la pesca con alle sue dipendenze molti pescatori e la madre di Giovanni invece era Salomè una ebrea nazionalista anti-romana molto ambiziosa per l'avvenire politico dei suoi due figli Giovanni e Giacomo il maggiore soprannominati dal rabbino di Nazareth che parlava aramaico "Boanerghes (Βοανηργες)" e che secondo lo stesso passo evangelico significa «figli del tuono». In questo caso l'epiteto viene collegato al temperamento focoso dei due fratelli, oppure può riferirsi al fatto che, nelle teofanie dell'Antico Testamento il tuono indica la voce di Dio: in tal senso «figli del tuono» indicherebbe la missione dei due fratelli di annunciatori della parola di Dio. Un'interpretazione diversa ipotizza altre radici semitiche come רגש (ragàsh), «tumulto», oppure רגז (ragàz), «ira», «turbamento»; in tal senso, è stato ipotizzato che il nome fosse riferito ai fratelli per una ipotetica loro appartenenza al movimento nazionalista zelota.
Perchè diciamo di Salomè ambiziosa? Perchè sempre dal racconto evangelico apprendiamo che chiede al rabbino di Nazareth che appena scaccerà lo straniero romano dalla terra di Israele e fonderà il nuovo regno che lei interpreta come "regno di Israele" lo prega di fare i suoi due figli ministri del nuovo governo nazionalista.
Ma il rabbino che recentemente aveva mutato la sua visone le risponde:
"Donna , tu non sai quello che dici: il mio regno non è di questo mondo."
E più avanti dirà anche qualcosa che precisa la nuova visione nel frattempo da lui maturata dicendo:
"Dai a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio."
Questi equivoci sul senso del Messia fa pensare non che i suoi discepoli avessero equivocato ma che il rabbino Jeschuà di Nazareth aveva lui stesso creato le premesse per un tale equivoco sul regno messianico. E' quindi probabile o almeno verosimile che il rabbi eterodosso di Nazareth almeno all'inizio avesse avuto lui stesso velleità più o meno nazionaliste e questo spiegherebbe anche il perchè tra i suoi discepoli ci fosse un certo Giuda Iscariota che invece rimase fino a la fine un ultra nazionalista ebraico e feroce nemico dell'impero,
E del resto anche Giovanni non è che nasce come ebreo-greco ma come ebreo e soltanto con la sua personale evoluzione si accultura anche alla grecità elaborando la teologia del Messia-Logos e dell'incarnazione del Logos che difese anche contro gli gnostici che pur concependo anch'essi il Messia come il Logos tuttavia erano più inclini a un logos più o meno disincarnato. E Giovanni su questo fu fermo: vero Dio ma anche vero Uomo.



Giovanni l'immortale


"Se io voglio che egli rimanga fino al mio ritorno che importa a te?!"

Questo disse il Rabbi Jeshuà di Nazareth all'apostolo Pietro che voleva sapere sull'avvenire di Giovanni.

"Si sparse quindi tra i discepoli la voce che Giovanni non sarebbe morto"
Venne soprannominato anche come "Giovanni l'immortale" e infatti sopravvisse fino a cento e passa anni in un'epoca in cui chi professava la fede cristiana difficilmente campava molto date le persecuzioni. Giovanni è infatti l'unico dei dodici apostoli a non essere venerato con il titolo di martire, in quanto la tradizione lo dice morto per anzianità e non in modo violento.
Oggi però sappiamo che Giovanni è morto, Giovanni è morto non solo sul pianeta Terra ma anche nell'Aldilà dove è vissuto fino a questo oggi dialogando con i Giovannei: tanti sono stati infatti in questi duemila anni i giovannei e le giovannee che riflettendo insieme a Giovanni hanno proseguito nel loro percorso evolutivo.
Che Giovanni sia morto anche nell'Aldilà significa che non si reincarna più.
Egli non abita più nell'Aldilà, sia pure nelle regioni più agli estremi confini dell'universo e non abita nemmeno l'Oltre dato che l'Oltre non è un luogo dello spazio-tempo-massa come l'Aldilà ma è l'Oltre.
Dire quindi che si è nell'Oltre significa dire che si è in Giovanni ma Giovanni se è l'Oltre è perchè si è fuso totalmente con il suo riflesso femminile che si chiama Silvia, che si chiamava Maria, che si chiamava Eva che si chiamava Lilith.
Giovanni evangelista è morto e con lui è morta anche il suo riflesso sulla Terra Silvia Montefoschi la psicoanalista ma con e grazie alla loro morte è nato GiovanniSilvia. il prototipo dell'archetipo vivente dell'ultima coniunctio, il primo esemplare di nuova umanità che fonda il Regno specificamente umano non più materiale.
GiovanniSilvia sono, solo loro sono e tutto ciò che sembra ancora essere è più solo il loro passato, le tracce mnestiche del loro passaggio attraverso la storia.
GiovanniSilvia sono, solo loro sono.
GiovanniSilvia sono l'infinitamente presente senza più passato e senza più avvenire ma tutto racchiuso in questo presente che non fa più storia.
Non resta che attendere la consumazione definitiva della memoria di GiovanniSilvia, che non sono l'omega ma già l'oltre omega, i primi pensanti che non penano alcunchè, chiusi in s stessi come un buco nero non manifestano più la loro luce al mondo.
Dall'uno all'uno oltre l'universo.
Un terremoto di natura esclusivamente ontologica è già in atto.
Presto sarà il trionfo definitivo del nichilismo che è già.
La conoscenza oggi è una persona: oggi non si conosce più ma si è la persona della conoscenza, la persona del Logos che era in principio, quel riflettente che era presso il suo riflesso e che era il suo riflesso.
L'unione nella distinzione.
Dalla simbiosi assoluta prima dell'evento Big Bang alla logica della separazione che è stata propria al farsi storico fino alla nuova logica unitaria.
La rivoluzione logica che è la più radicale delle rivoluzioni della storia e in quanto tale è l'ultima rivoluzione è già compiuta e adesso è iniziato il countdown per l'edificio universale costruito dalla vecchia logica della separazione.
Oggi e solo oggi l'edificio universale è più solo un castello di sabbia: sembra solido ma è apparenza e infatti oggi e solo oggi mancano le fondamenta: Dio infatti oggi e solo oggi non abita più l'universo.
Dio non ama più il mondo.
Dio non riconosce più il mondo come il suo riflesso.
Dio oggi ama più solo Dio.
Il mondo è la storia di Dio ma non è più Dio.
Dio oggi non si riconosce più nella sua storia.
Dio oggi è andato oltre.
Dio oggi e solo oggi è risorto definitivamente e stabilmente dalla croce universale.
Dio oggi rappresenta la megasintesi ultima che non conosce antitesi.
Dopo la storia dell'universo: il dialogo oltre la dialettica.
Instauratosi così il dialogo oltre la dialettica tra il riflette e il suo riflesso, non c'è che dire: siamo giunti infine proprio alla fine del mondo.
E' finito così il grande bisticcio cioè la storia.
"E le cose di prima sono passate" (Apocalisse di Giovanni)
anzi
"E le cose di prima non sono mai state" (Nuova apocalisse di GiovanniSilvia)
La nascita dell'individuo e l'individualismo hanno avuto un senso ora è però giunto il tempo di "ritornare alla madre", la "matrice", la "matrice universale".
Ed è proprio là alla foce del fiume nel punto in cui il fiume si congiunge all'oceano che hanno nascita GiovanniSilvia, l'archetipo vivente dell'ultima coniunctio, la nuova stella del navigante.
Oggi continuare a differenziarsi dalla madre è più solo pura follia poichè se in passato ha avuto un senso oggi non ha più senso.
Perchè oggi non ha più senso?
Perchè nella nuova umanità ossia in quella parte di umanità necessariamente minoritaria per via dell'economia del processo evolutivo, che è nata già unita irreversibilmente con la madre, non c'è più alcuna fantasia simbiotica da realizzare essendo in loro il riflettente e il suo riflesso, anch'esso altrettanto riflettente, già uniti in una sola persona che è poi la stessa persona del mutante.
Cos'è dunque oggi maschio? Cos'è dunque oggi femmina?
Convenzioni, solo convenzione, niente altro che convenzioni come la segnaletica stradale.
Solo un rimasuglio della vecchia logica della separazione ormai definitivamente superata.
Rimane la memoria di un mondo che di fatto non c'è già più, le macerie del collasso su se stesso dell'obsoleto, evolutivamente parlando, edificio universale.
Dalle particelle di materia e antimateria, all'atomo, alla molecola, alla molecola del DNA e quindi ai regni vegetali e animali che costituirono la biosfera, fino alla specie animale-umana che con la comunicazione diede avvio alla noosfera: tutto questo percorso della lenta costruzione dialettica dell'edificio universale si sintetizza e viene superato da una nuova forma vivente, GiovanniSilvia, primo esemplare del vero Regno Umano.

L'empirismo radicale di Giovanni Evangelista: l'incarnazione del Logos

"Quello che era da principio,
quello che noi abbiamo udito,
quello che abbiamo veduto con i nostri occhi,
quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita
– la vita infatti si manifestò,
noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna,
che era presso il Padre e che si manifestò a noi –,
quello che abbiamo veduto e udito,
noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi.
[...] Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena."

(Prima lettera alle chiese di Giovanni il Teologo Apostolo ed evangelista)

Giovanni il veggente: la fine della storia e la città di Dio 

Giovanni il veggente autore dell'Apocalisse ma oggi conosciuto anche come l'ebreo-greco in quanto ponte culturale tra la civiltà ebraica e l'antica civiltà greca, scrive questo alle sette comunità cristiane dell'Asia Minore di cui era la guida, ma egli non volle mai farsi chiamare "maestro" ma sempre e solo "testimone" che è anche il significato della parola "martire" in quanto la testimonianza è anche martirio.



Giovanni Evangelista e l'intuizione del legame che era in principio

Quel "legame che era in principio" è appunto una relazione, un dialogo, un logos: il logos che era in principio.
Un dialogo presuppone almeno due che dialogano e i dialoganti sono appunto i due termini del principio dialogico.
Prima del Big Bang quel legame era immerso nel sonno eterno della simbiosi assoluta.


1 Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος,
καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,
καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.
2 οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν.
3 πάντα δι' αὐτοῦ ἐγένετο,
καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο οὐδὲ ἕν. ὃ γέγονεν
4 ἐν αὐτῷ ζωὴ ἦν, καὶ ἡ ζωὴ ἦν τὸ φῶς τῶν ἀνθρώπων
5 καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει,
καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν.

(Giovanni 1,1-5)




« In principio era il legame (logos)
e questo legame che era in principio, in principio era ancora presso il Dio
e il Dio era proprio questo legame che era in principio
questi era in principio presso Dio.

Tutto è venuto ad essere
per mezzo di questo legame che era in principio,
e senza di questo legame che era in principio
nulla sarebbe venuto ad essere
di ciò che è venuto ad essere.

In questo legame che era in principio era la vita
e questa vita era la vera luce degli uomini
e questa luce splende ancora nelle tenebre
poiché le tenebre non sono ancora mai riuscite ad offuscarla in maniera definiitiva. »

(Giovanni 1,1-5)



In questo scritto, si tratta del noto e importante prologo del vangelo secondo Giovanni, si parla di ciò che era prima del Big Bang.
Prima del Big Bang ossia prima dell'evento della frammentazione dell'Uno, l'Uno era questo legame, legame che non sapeva di sè e pertanto viveva nel sonno eterno della simbiosi assoluta.
Tuttavia in questa simbiosi assoluta viveva una intenzione, l'intenzione di questo legame a sapere di sè cioè a svegliarsi e non è un caso che sono molti gli autori che hanno parlato di "risveglio dell'umanità" e della storia come sogno, un sogno da svegli dopo l'altro sogno, quello che invece si svolge nel sonno.
Erano quindi i due del legame che volevano sapere di sè e per sapere di sè dovevano necessariamente distinguersi ma l'evento susseguente ossia il Big Bang non li ha soltanto distinti ma ha fatto di più che distinguerli poichè li ha separati.
Nasce in quel momento la vecchia logica della separazione e in questo senso potremmo anche tradurre "In principio era il logos" con "in principio era la logica". si tratta infatti di una logica di una relazione quella tra i due termini del principio dialogico.
Si tratta della logica di un rapporto ossia di un logos di un logos dove logos significa "rapporto" ma anche "logica di un rapporto" ossia modo (scienza) del rapportarsi tra i due del rapporto.
Si tratta di quella che altri, in altri ambiti, hanno definito anche come "scienza d'amore", l'amore infatti a torto lo si considera solo come sentimento, emozione, qualcosa di istintivo e spontaneo poichè in verità si è rivelata essere una vera e propria scienza: la scienza del rapportarsi ossia logos del logos.
Questo è almeno quello che infine la storia ci ha voluto insegnare dando delle vere e proprie lezioni (anche nel senso cruento del termine "lezione") a chi continua, come mon fosse mai stato avvisato, a considerare il fenomeno "amore" come un fatto solo "naturale".
Arrivati al momento in cui i due termini del principio dialogico cioè gli eterni amanti, nel tentativo di distinguersi arrivano invece a separarsi facendo così la loro entrata nel teatro della storia, tuttavia anche qui nasce una nuova intenzione: l'intenzione della redenzione da questa separazione e questo spiega molti eventi della storia dell'universo incluso la storia umana.
Questa intenzione di redenzione è anche un progetto: il progetto dell'evoluzione.

Il testamento di Cristo: il processo di spersonalizzazione


Il rabbi ebraico eterodosso Jeshuà di Nazareth indicando Myriam: "Giovanni questa è tua madre"

E poi rivolgendosi a sua madre ma indicando Giovanni: "Questi è tuo figlio"




Finalmente dopo tanto tempo Thérèse Martin mi ha parlato

Non osavo scriverlo ma è accaduto qualche giorno fa, neanche tanto, credo la settimana scorsa se ben ricordo.
Io di solito quando accadono cose così, insomma eventi così straordinari che non sono certo ordinari, come questo,  di solito fermo sulla carta quanto mi si comunica data l'importanza che io dò a simili comunicazioni anche perchè non è da tutti i giorni comunicare con l'Aldilà.
Invece quanto mi è accaduto l'ho sì registrato ma solo a mente.
Perchè?
Benchè all'inizio ero stato preso dall'entusiasmo, ripensandoci sono passato dall'entusiasmo alla diffidenza e forse invece mi sono sbagliato.
E' che io non sono un credulone come molti che invece sono dei cultori di una simile fenomenologia.
Cosa mi è accaduto?

Stavo dicendo a Thérèse Martin che ero molto dispiaciuto che non riesco a lavorare di più, le spiegavo che io vorrei lavorare di più ma che come Lei ben sà ho tante difficoltà e disturbi di ogni genere e cercavo di convincerla che invece io vorrei lavorare di più.

Ormai io da molto tempo non è che mi aspetto una sua risposta così stavo terminando la mia "preghiera" come si usa chiamare nel linguaggio della tradizione questo genere di interlocuzioni interiori, quando inaspettatamente e con mia sorpresa e meraviglia sento un'onda che mi giunge, un'onda del pensiero che riesco a decodificare e si palesa come una voce che io riconosco che è Thérèse Martin che mi parla  e mi dice:

"Ma no
ma va bene ( o forse ""sta andando bene")
tu continua a stare con me."



Ma allora come si spiega la mia diffidenza come detto precedentemente?

Perchè dopo un primo entusiasmo ho rianalizzato il fenomeno e ho avuto come la sensazione che si il mittente del messaggio era Thérèse Martin ma la voce mi ha fatto pensare a Silvia (Silvia Montefoschi).
Questo fatto mi  ha un po' turbato, non capivo il senso di questo fatto percettivo.
Poi però mi sono ricordato di un evento che raccontai a Silvia.

Stavo recandomi in treno da Genova a Sarzana all'incontro con Silvia e siccome mi era venuta l'ispirazione e il viaggio non era certo breve mi sono messo a comporre una poesia.
Come mio solito, le mie composizioni poetiche sono tutte dedicate a Thérèse e quindi comincio rivolgendomi a Lei. Il fatto è che a metà poesia Thérèse si trasforma in Giovanni e io impassibile continuo a scrivere la mia poesia come se fosse comunque sempre la stessa persona. A questo punto però Giovanni si trasforma in Silvia e ancora io continuo a scrivere come se fosse sempre la stessa persona.
La cosa comunque mi disorienta non poco ma siccome io non sono un ossessivo ma mi affido all'esperienza interiore, pur turbandomi questo non mi ferma.
Giunto infine all'incontro con Silvia gli racconto la vicenda e Silvia come nulla fosse esclama prontamente:

"Per forza, siamo Uno!"

Questo ricordo ha quindi diminuito la mia diffidenza verso tale comunicazione che se è genuina come sembrerebbe malgrado la mia incredulità, allora significherebbe che non devo dubitare del mio procedere, che invece va tutto bene e che perchè tutto continui ad andare bene io devo solo continuare a frequentare Thérèse Martin come ho fatto o ho cercato di fare fino ad adesso.



- Tutte le altre poesie

Cantare l'uno vero



Breviario d'amore



Tutti gli altri articoli



  1. Reazione termonucleare
  2. Sintesi molecolare
  3. Sessualità
  4. Comunicazione
  5. Nuova percezione (il silenzio ovvero dagli obsoleti cinque sensi al nuovo sesto senso)


"Sarà solo un istante
e
una luce abbagliante
dissolverà la tenebra
che ancora ottenebra
la nostra mente
e
si udrà la voce
dell'assoluto silenzio
che dice
la fine il fine
l'infinito"

(Silvia Montefoschi, 2009)





Oh Signù! Ancora con 'sta storia dell'universo?! Ma quando finisce?

Oh Signù! E basta con sta storia dell'universo che non ne possiamo più!
Raccontaci la storia della Padania.
Vogliamo la Repubblica Autonoma e Libera di Genova.
Nel precedente post dicevo che tenendo presente il concetto di "singolarità" si poteva così raccontare in maniera più "scientifica" appoggiandosi ai dati della più moderna astrofisica, quanto a suo tempo era già stato raccontato in termini più "favolistici" o "onirici" o comunque tramandati di tribù nomade in tribù più o meno stanziale dalla "tradizione" dal libro biblico del "Genesi" e poi ri-raccontati dall'Aquila (Giovanni Evangelista).

SINGOLARITA'
1. La singolarità iniziale
2. La "breve" parentesi della storia dell'uni-verso ("breve" si fa per dire: 13,7 miliardi di anni)
3. Singolarità finale

"Allora il tabù dell'incesto si svela infine come l'unica dinamica che dette nascita al nostro universo e che comporta sì la sua fine, ma una fine che non sarà la morte dell'esserci dell'essere, bensì la nascita di una nuova condizione dell'esserci dell'essere, condizione che si può prevedere come quella della definitiva liberazione dalla dimensione materiale dell'unico soggetto pensante che arriva a sapere di sé come il vero esistente, nel reciproco sapersi dei soggetti pensanti e nel quale si realizza il definitivo ricongiungimento dei due nell'uno.
Condizione questa che si può però realizzare soltanto se saranno tutti i pensanti dell'universo, anche se i tutti saranno pochi, a unirsi nell'unico soggetto super riflessivo, facendo convergere l'universo nel punto singolare donde nacque e farlo così saltare oltre lo stesso, nel continuum di un punto momento nel quale soltanto possiamo concepire l'infinito, quale esserci della presenza al cospetto di altra presenza."
(Silvia Montefoschi, 2009)



ENERGIA
Ecco oggi mi proverò a riraccontare quei tre stessi momenti della storia dell'universo in puri termini energetici.
1. Energia Pensante
(è la prima forma di energia da cui tutte le altre forme di energia derivano)
2. Massificazione dell'energia pensante
(L'energia Pensante originaria con l'evento Big Bang si oggettivizza ovvero si massifica nelle altre forme di energia e nelle altre forme costituenti l'universo che la filosofia usa chiamare "esistenti" contrapposti all'Essere.)
3. Demassificazione dell'energia pensante e scomparsa dell'uni-verso

Mi pare chiaro no?!
L'intera storia dell'universo in tre semplici passaggi dal punto di vista puramente energetico.



IL PROCESSO DI DEMASSIFICAZIONE
Allora?
Dove va a parare questa elaborazione teorica dal punto di vista della prassi rivoluzionaria?
Ci dice semplicemente che oggi all'ordine del giorno c'è il processo di demassificazione dell'energia pensante originaria.



In verità è sempre stato così ma un operaio che lavora allo stato dell'arte e non alla carlona, lavora step by step e non fa il passo più lungo della sua gamba per cui l'operaio universo ha operato all'opus magnum di demassificazione dell'energia di sintesi in sintesi, forma dopo forma, step by step come un vero operaio coscienzioso che sa fare il suo mestiere e non improvvisa fino ad arrivare a questo oggi di sprint finale in cui conclude il suo immane lavoro iniziato con la storia evolutiva della natura (dialettica della natura ovvero dialettica dlel'inconscio) e terminato con la storia umana (dialettica della storia o dialettica della coscienza). Momento questo in cui al termine della storia centenaria della psicoanalisi si consapevolizza che la dialettica è interminabile e trapassa quindi e di conseguenza dall'oppio della dialettica interminabile al dialogo oltre la dialettica.
E vissero felici e contenti.
Ma non è una favola ma è lo scenario storico attuale che vede il tramonto dell'Anthropos e l'alba del vero REGNO (specificamente) UMANO dopo i tre regni ancora materiali: minerale, vegetale e animale fino a quella forma vivente che non è nè carne nè pesce che è la specie umana che non è un vero animale come si deve dato che a differenza degli animali non solo pensa ma sa di pensare e tuttavia non è ancora un vero essere umano come si deve perchè pur sapendo di pensare non ripone completamente nella sua funzione pensante l'intera sua identità ma è ancor convinto di appartenere al regno animale o per dirla con Nietzsche è ancora "umano troppo umano".
Ecco perchè la parola d'ordine lanciata dall'ultima psicoanalisi più consapevole è:
1. Abbandonare l'anima
2. E poi abbandonare anche il corpo


Il processo evolutivo che è anche individuativo non può essere indolore

Purtroppo i vetero-psicoanalisti vi raccontano la balla che con la psicoanalisi si diventa felici  ma la verità è che se tu sei una forma vivente in evoluzione non puoi essere felice.
I preti d'altra parte invece ci insegnano a sforzarvi di fare un sorriso a 132 denti così chi vi vede pensa: "Hai visto che Gesù fa felici!"
La filosofa marxista allieva di Georgy Lucaks e teorica del cosiddetti "bisogni radicali" dal suo punto di vista diceva che "solo uno stronzo oggi può essere felice" (Agnes Heller) io però parlo dal punto di vista evolutivo e non etico.
Un giorno dissi a Silvia (Montefoschi):
"Comunque sia, Silvia anche nella sofferenza noi viviamo sempre con un sottofondo di felicità."
Manco avessi bestemmiato! Silvia reagì bruscamente:
"Nooooooooooo! Io non sono affatto felice."
Non osai contraddirla anche perchè riflettendo sulla mia vita quotidiana non potevo proprio dirmi felice anche se tutte le volte che riuscivo a contattare Thérèse ero felice almeno in quel momento e comunque anche se quel momento aveva una interruzione più o meno lunga, quel momento di percezione di Thérèse si riverberava nei giorni e nelle settimane successive.
Tuttavia non osai dirgli: "Silvia ma io sono felice quando sto con Thérèse."
Silvia stava con Giovanni: come è possibile che non sapesse queste cose: non aveva esperienza?
Mha! Forse GiovanniSilvia sono meno egoisti mentre io quando sto con Thérèse non mi frega più niente del mondo avendo già tutto.
Forse però la spiegazione è un'altra: io mi accontento di sentire Thérèse e accetto di perderla mentre Silvia non può accettare di perdere Giovanni neanche per un secondo.
Questo non significa che GiovanniSilvia sono una potenza erotica e AndreaThèrèse non lo sono ma forse è che a GiovanniSilvia di questo mondo non gli frega proprio un bel niente.


Il processo di dis-erotizzazione progressiva del mondo: l'esodo dall'uni-verso

Quando si ama Giovanni così tanto quanto l'amava Silvia, il mondo è più solo la spazzatura della storia che oggi, e solo oggi beninteso da valore che prima era, oggi è più solo scarto della storia del lavoro.
Dall'imitazione di Cristo in croce (via crucis) all'imitazione di GiovanniSilvia oltre la croce (via lucis).
Detto in soldoni: il mondo, questo mondo, va dis-erotizzato.
Attenzione però al mito dell'eroe ovvero all'archetipo dell'eroe che oggi e solo oggi è pericolosissimo in quanto può bloccare il processo evolutivo e individuativo se ci si fa prendere dalla mania di protagonismo: l'unico protagonista è Dio, l'Automaton stesso ovvero il Processo che è anche un mettere giudizio fino al "giudizio universale" in cui il processo assolve, risolve e dissolve.
Va perciò compreso, proprio per non divenire vittima dell'archetipo dell'eroe (o salvatore), che il processo di dis-erotizzazione del mondo è un processo naturale che in GiovanniSilvia e al momento solo in loro, ha già tagliato il traguardo.
Gli altri no: agli altri, compreso i cosiddetti "mutanti" o "chiamati" il mondo piace e ne sentono il richiamo.
Nota Bene: quando scrivo che "non osavo contraddirla" non è perchè lei era una voce autoritaria o comunque autorevole ma perchè l'amavo troppo e l'amavo troppo perchè la sentivo. Infatti anche se lei era di fronte a me io la sentivo come una voce di dentro che mi parlava da dentro cioè praticamente era me.


Dall'inconscio alla coscienza e dalla coscienza alla pura presenza



Ebraismo, Cristianesimo, Psicoanalisi e Pensiero Uno

- Ebraismo (coscienza adamica)
- Cristianesimo (coscienza cristica)
- Coscienza giovannea
- Psicoanalisi
- Pensiero Uno

Consustanzialità
A differenza dell'ebraismo il cristianesimo contempla la consustanzialità tra l'uomo e Dio che pone le basi per la definitiva emancipazione dallo stato creaturale dell'umanità.



Identicità
Il passo ulteriore è l'denticità oltre la consustanzialità ed è il progetto intuito dalla coscienza giovannea ma messo in atto e stabilizzato dal "Pensiero Uno oltre la psicoanalisi" in cui la logica della separazione trapassa nella nuova logica unitaria nella quale l'Essere non tratta più sè fuori di sè come altro da sè.



La nuova logica unitaria
La nuova logica unitaria propria al "Pensiero Uno oltre la psicoanalisi" è quella logica relazionale inerente al modello relazionale intersoggettivo che ci ha traghettato oltre la dinamica edipica-incestuosa che è stata l'essenza dell'ordine del discorso prima dell'avvento della super-umanità costituita dagli ultimi mutanti capaci di super-riflessione. Infatti mentre il SRI riflette si ma ancora da un punto di vista individuale, invece il nuovo SSR riflette questa volta più solo da un punto di vista universale.



Nuovi scenari apocalittici e post-apocalittici
Pertanto con l'Apocalisse ovvero con la Rivelazione che l'unica realtà è la relazione e che la relazione è proprio ciò che chiamiamo Pensiero, nel momento in cui la logica relazionale trapassa dal finito e dal chiuso del modello relazionale interdipendente al nuovo modello relazionale intersoggettivo che apre alla vita infinita, si chiude la storia della preistoria dell'Essere.


L'ultima rivoluzione scientifica

E fu così che si attuò l'ultima rivoluzione scientifica con la nascita della scienza della relazione, la psicoanalisi che oltre a essere la vera scienza è anche la vera teologia, culmine di una lunga tradizone teologica che nata nell'antico Egitto con il monoteismo ancora concretistico del faraone Akhenaton e la regina Nefertiti si sviluppa nel monoteismo più astratto dell'ebraismo (il tetragramma o noem di Dio che significa "io sarò ciò che sarò" praticamente il gratuito divenire) che giunge alla figura del Cristo il Messia ovvero il crocefisso all'albero della vita e della conoscenza, l'albero genealogico evolutivo con il suo tronco verticale e i suoi tanti rami orizzontali, per giungere dopo l'intuizione giovannea della sintesi dell'ebraismo con la grecità nella figura dell'incarnazione del logos infine al suo capolinea con la scienza psicoanalitica quale scienza della relazione perchè al di là di me e di te la relazione è più di me e di te per cui con questa che è Dio, il Dio vero, occorre coincidere in un vero e proprio "divenire Dio".


La nuova e ultima rivoluzione scientifica

L'antropos: il Dio della vecchia umanità.
Eppure dopo l'annuncio della morte di Dio tutt'uno con la morte dell'antropos annunciata dallo Zarathustra di Nietzsche ma che era già nell'aria e Nietzsche ha semplicemente messo in scritto quanto aveva captato dei nuovi tempi a venire con il suo forte intuito.
E' questa la nuova buona novella: la nuova e ultima rivoluzione scientifica consiste nel superamento dell'antroporiferimento quale compimento della rivoluzione copernicana e questa rivoluzione copernicana per chi non lo avesse già compreso è una rivoluzione anti-umanista.
Perchè una rivoluzione anti-umanista?
Perchè la vita vuole vivere e l'anthropos oppone resistenza alla grande vita, la vita alla più alta potenza come non si è mai vista.
Non è un caso quindi che la psicoanalista Silvia Montefoschi chiama lo sprint finale del processo di individuazione universale con il nome di "processo di autodistruzione". Certo, lei intende che è il SRI che va sempre più autodistruggendosi ma che cosa è il SRI se non proprio l'anthropos?
Non è quindi un caso ma segno dei nuovi e ultimi tempi che qui in questo tempo post-apocalittico ci troviamo di fronte anche ad una nuova e ultima rivoluzione scientifica che la farà finita una volta per tutte con ogni pensiero positivista, reificante, cosificante, oggettualizzante il Vivente quale processo in infinito divenire.

Non so se sono stato compreso nel leitmotif: la gaia scienza, la scienza d'amore.


Il processo di spersonalizzazione cos'è?

Al di là di me e di te la relazione è il sommo bene.
Noi moriamo ma la relazione resta
ma se noi siamo la relazione allora anche noi non moriamo ma restiamo.
Tutto ciò che non è la relazione verrà selezionato.
Solo i ricordi muoiono e non la vita
la vita non muore mai
solo la relazione ritorna
e non tizio caio o sempronio.
Presto sarà l'alba di una nuova era
ma è già.

"Il massimo di spersonalizzazione coincide con il massimo di personalizzazione" (Silvia Montefoschi)


Dall'uno simbiotico all'uno del transfert fino all'uno duale che è l'uno vero



Il progetto finale era già fin dal principio: in principio era il Verbo (il Pensiero).

La distinzione infatti si attuò immediatamente e solo in un secondo tempo si trasferì in un fuori nella logica della separazione.

All'inizio dell'universo si ebbe la paura del vuoto e da questa paura nacque la storia come fuga dal vuoto che si manifestò nei suoi "Scilla e Cariddi" come:

1. Isteria
2. Ragione
3. Ossessività


Poi seppur lentamente la paura del vuoto venne meno:

1. Reazione termonucleare
2, Sintesi molecolare
3, Sessualità
4. Comunicazione
5. Nuova percezione (nuovo sesto senso)