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Cattivi maestri vogliosi (bisognosi) di pecore e psicoanalisti

Zarathustra un giorno radunò i suoi discepoli e così parlò loro:

"Io adesso mi allontanerò da voi.
Mi allontanerò da voi ma non vi abbandonerò.

Voi infatti trovaste me per il solo motivo che non trovaste voi
ecco perchè vale così poco la fede di tutti i credenti
la cui fede poggia su piedi di argilla.

Mi allontanerò da voi ordunque
perchè voi trovaste me solo perchè non trovaste voi
e solo quando voi vi ritroverete io ritornerò a voi
e vi amerò di nuovo amore."

Così parlò Zarathustra il profeta iraniano
Zarathustra il genio del cuore
che "fa ammutolire ogni voce troppo sonora"
il genio del cuore dal cui contatto ciascuno se ne va magari più fragile
ma anche più ricco di desideri
che ancora devono ricevere un nome.


(Brani ispirati e tratti da "Così parlò Zarathustra" e "Al di là del bene e del male" di Friedrich Nietzsche rivisitati e riadattati da Andrea Morelli)




La vera direzione della storia universale: dall'elettrone (il quattro) al super-elettrone (il cinque)


Silvia Montefoschi (Rome  - Zurich 



Silvia Montefoschi est une médecin et psychanalyste italienne.

Biographie



Après avoir obtenu son diplôme en médecine et en biologie, son intérêt se tourne vers la psychologie analytique.
À la suite d'une formation avec Ernst Bernhard, elle devient une psychologue jungienne reconnue.
Elle dirige bientôt sa réflexion sur les questions de l'intersubjectivité, dans un projet unifié de lecture de l'histoire de la psychanalyse de Freud à Jung jusqu'à ce jour, en appliquant le "principe d'individuation" à la psychanalyse elle-même et à son histoire.

Bibliographie

  • L'uno e l'altro. Interdipendenza e intersoggettività nel rapporto psicoanalitico (1977)
  • La dialettica dell'inconscio (1980)
  • Al di là del tabù dell'incesto (1982)
  • Dall'uno all'Uno oltre l'universo (1997)
  • Come fu che dio divenne l'uomo e l'uomo divenne dio (1998)
  • L'avvento del regno specificamente umano. (2004

Anche Silvia Montefoschi ha avuto un analista didatta: Ernst Bernhard lo psicoanalista di Silvia Montefoschi


Silvia Montefoschi fu formata alla psicoanalisi dal medico berlinese Ernst Bernhard a sua volta formatosi da Rado e Fecnichel due allievi di Freud e poi da Jung stesso.
Bernhard pur essendo un junghiano non utilizzava per la sua psicoanalisi il termine invece usato da Jung di "psicologia analitica" bensì preferiva usare quello di "psicologia del processo dii individuazione" volendo così sottolineare il concetto di "processo" e quello di "individuazione".

Infine negli approdi ultimi dell'elaborazione psicoanalitica di Silvia Montefoschi si sostiene che oggi non c'è più alcuna individuazione per il semplice fatto che il processo di individuazione che per Silvia Montefoschi era il " processo di individuazione universale" sottolineando quindi il concetto di "universale" era definitivamente terminato ossia aveva raggiunto il suo capolinea e che oggi rimaneva più solo l'archetipo dell'ultima coniunctio.
Già da questo si può facilmente individuare chi sono oggi gli junghiani e chi invece i veri allievi e prosecutori del lavoro svolto da Silvia Montefoschi in psicoanalisi: e lo si vede dal fatto se parlano ancora di "processo di individuazione" o più solo dell'archetipo dell'ultima coniucntio.
Ernest Bernhard pur essendo un ebreo tedesco (fu internato nel lager italiano di Ferramonti dopo la pubblicazione del "Manifesto della razza") è considerato il padre della psicoanalisi italiana di orientamento junghiano ma malgrado ciò occorre dire che Jung pur riconoscendolo come suo allievo lo trattava con sufficienza, paradossale a dirsi (occorre ricordarsi in proposito che Jung si rinchiudeva nella sua Torre per parlare con gli spiriti e dove scriveva il Libro Rosso) per la sua troppa immaginazione e poco rigore scientifico-razionale rispetto invece ad altri noti junghiani internazionali più rigorosi (Bernhard infatti non scrisse nulla e ci rimane solo una raccolta di suoi appunti e annotazioni riuniti nel libro "mitobiografia" dai suoi allievi oltre alle le lettere scambiatisi negli anni con Jung.





Resta il fatto che comunque Benhard inviò Silvia Montefoschi da Roma a Milano con l'incarico di fare da punto di riferimento per l'analisi didattica dei psicoanalisti junghiani del nord italia.
Silvia Montefoschi era membro fondatore della associazione psicoanalitica junghiana italiana e anche membro della associazione internazionale di psicoanalisi junghiana prima del 1969 quando pubblicò il suo scritto "Al di là del principio di autorità" dimettendosi conseguentemente da entrambe le società di psicoanalisi.
Malgrado questi rapporti con Ernest Bernhard , il suo ex analista didatta ritorno dopo la prima fase di pubblicazioni di rifondazione epistemologica della psicoanalisi che da psicoanalisi relazionale si era fatta psicoanalisi intersoggettiva e Bernhard la incitò a procedere ancora ulteriormente in questa direzione con il famoso sogno in cui le diceva in tedesco "auf wiedersehen". Silvia dapprima rispose al saluto credendo fosse un saluto normale ma poi comprese e si trasformò in "donna del deserto" elaborando una teoria di psicoanalisi di gruppo di tipo verticale ("Essere nell'essere" del 1985) e del resto se gli atomi unendosi in orizzontale (cioè facendo gruppo o società di atomi) hanno prodotto la molecola, unendosi invece in verticale hanno prodotto la macromolecola del DNA ossia la vita, la biosfera che segue la litosfera, un vero salto evolutivo di tipo qualitativo e non meramente quantitativo.

Dalla psicoanalisi di gruppo alla comune psicoanalitica

"È l'estasi violenta che scuoterà la tomba quando il sudario allenterà la stretta e creature vestite di miracolo saliranno a due a due" (Emily Dickinson, 1865)


Dopo questa trasformazione in "donna del deserto" come testimonia sempre il testo "Essere nell'essere" del 1985, sempre nel 1985 si trasferì da Milano a Genova dove fondò una sorta di comune psicoanalitica, il "Laboratorio Ricerche Evolutive Silvia Montefoschi" che rieccheggiava la ricerca evolutiva dei maestri di meditazione Yoga, Sri Aurobindo e Mirra Alfassa.
Quì a Genova però iniziò a riscrivere la storia dell'universo rileggendo tutto il discorso scientifico svolto dalla scienza cosiddetta ufficiale: dell'astrofisica, della fisica, della chimica  e della biologia in chiave psicoanalitica e con questi scritti la nuova psicoanalisi intersoggettiva si radicalizzava ancora di più presentandosi infine come una psicoanalisi intersoggettiva radicale.

LA CENTENARIA STORIA DELLA PSICOANALISI


  • psicoanalisi istintuale 
  • psicoanalisi pulsionale
  • psicoanalisi relazionale
  • psicoanalisi intersoggettiva
  • psicoanalisi intersoggettiva radicale

Oltre il processo di individuazione il nuovo archetipo dell'ultima coniunctio

Io di solito uso dire, ma non so fino a che punto ho ragione nel dirlo, che è con Silvia Montefoschi che si fa un vero ritorno a Freud e non con Lacan.
Lacan, per Silvia Montefoschi ha fatto incetta di molti concetti junghiani riconoscendo quindi che non tutto Jung era da buttare, ma questo già Freud in parte l'aveva riconosciuto a partire dagli "Scritti sul narcisismo" del 1920, ma poi anche Lacan per la questione centrale dell'Edipo mantiene l'impostazione di Freud e infatti chiama "soluzione dell'Edipo" con il temine "castrazione" ovvero l'accettazione dell'ordine vecchio come unica via per procedere nel processo di soggettivazione inteso come processo di socializzazione.
Ovvero niente castrazione = niente socializzazione.
E ancora niente socializzazione = niente soggettivazione.
Cosa vuole dire?
Vuole dire che Jung anche dopo Lacan rimane la guida, il Giosuè dopo Mosè (Freud) ovvero la guida del popolo eletto (gli ultimi mutanti) verso la nuova Israele.

"Un giorno la terra diverrà luogo di guarigione" (Friedrich Nietzsche)

La verità a mio parere e anche alla luce della mia esperienza in psicoanalisi è che Jung supera Freud sì ma solo in teoria e non in pratica perchè poi gli junghiani sono junghiani solo a parole mentre nella pratica sono dei freudiani che certo vorrebbero essere junghiani e fanno tutti gli sforzi per esserlo avendo capito proprio grazie a Jung quale è la vera soluzione all'Edipo.



"Solo apparentemente il paziente va verso la madre perchè in verità proprio andando verso la madre vuole andare oltre la madre. " (Carl Gustav Jung)



Ma i freudiani cosa dicono? Dicono: "Tu ti vuoi inculare il Padre, la Legge Questa è la verità."

E così ritorna la questione delle questioni anche in psicoanalisi: la verità.

Non ci vuole tanto per i freudiani ad aver ragione: loro infatti sono realisti a differenza di Jung che invece incarnava l'utopia specifica della psicoanalisi già presente in Freud del resto il quale dopo aver parlato in un suo scritto del disagio della civiltà produttrice di nevrotici  a causa del dilemma tra civiltà o barbarie, concludeva con una sorta di preghiera laica inneggiando al Logos: "Non ci resta che sperare nel Logos" nel senso che sia capace il discorso stesso nel procedere nel suo sviluppo, infine di trovare da sè in maniera naturale una soluzione al grande dilemma apparentemente irrisolvibile in questo  momento storico se non restando in croce proprio come un eroe.



Solo con Silvia Montefoschi, ossia con la donna che avendo portato a compimento il processo di cristificazione del femminile di dio è andata oltre la croce, non si dà solo la buona volontà di superare l'impostazione freudiana dell'Edipo ma si riesce di fatto ovvero nella prassi a superare Freud non più solo come intuizione della possibilità di superare veramente l'Edipo e quindi una volta per tutte come fece Jung, ma di fatto.

Paradossalmente però proprio riuscendo a superare Freud si ritorna a Freud e si ritorna proprio ritenendo superato ormai il processo di individuazione per il solo archetipo ancora attuale invece: l'archetipo dell'ultima coniunctio.
In fondo la questione centrale della psicoanalisi è che una volta scoperta da parte di Freud la legge dell'evoluzione che è il tabù universale dell'incesto simbolico si pone la questione di come procedere rispetto a  questa legge che è la legge per antonomasia che di sè informa non solo le leggi della storia umana ma anche l'intera storia della natura dalle prime particelle di materia e antimateria fino alla forma umana e qui si danno le due soluzioni, quella freudiana (la castrazione) e quella junghiana (l'incesto) ma in Jung questa soluzione è solo teorica, ovvero un progetto prospettico ma nella pratica cioè nella realtà ci sono junghiani più freudiani degli stessi freudiani e questo si spiega perche la realtà è realtà e non semplice letteratura per cui dal punto di vista della realtà ha veramente ragione il pessimista Freud e non l'ottimista Jung.


Il processo di nominazione

Ma questo è accaduto non per colpa di Jung ma perchè Jung non aveva (proprio come Gesù-Giovanni) una donna alla sua stessa altezza,la donna cioè non parlava ancora a nome proprio ("IL NOME DELLA MADRE") ma ripeteva ancora "IL NOME DEL PADRE". E' invece storicamente necessario che così come Adamo diede nome a tutte le cose anche la donna dia un nome, un nome che sia il suo nome a  tutte le cose.
Non che la donna non fosse capace ma è che non si legittimava.
Jung fu costretto quindi proprio come Freud a fare il padre ma il padre non può avere una donna, al massimo può avere solo una figlia ma non una donna, cioè Dio-Donna.
Agli uomini costa caro voler fare il padre: moriranno padre.
La verità è che la donna non potendo legittimarsi di essere a somiglianza di Dio, Dio essa stessa (Dio-Donna) è condannata a morire figlia.
Padre-figlia: la preistoria dell'essere.
Se poi la figlia si ribella non fa altro che confermare ancora una volta e ancora meglio il suo ruolo di figlia nella divisione del lavoro (non "internazionale" come dicono gli economisti ma "universale" come dicono gli psicoanalisti)  che poi è questa divisione del lavoro la vera origine del Male che però da evoluzionisti non possiamo chiamarlo "male" perchè tutto ma proprio tutto e quindi anche il male coopera anche se inconsciamente a fare il bene.
Certo che esistono i burattinai come suggeriscono i complottisti ma esiste anche il Gran Burattinaio, la volpe che burattina i burattinai ovvero l'astuzia della storia. l'Automaton o Necessità, chiamata dai fisici quantistici "Principio di Sincronicità" e dai teologi "Divina Provvidenza": noi infatti crediamo ai miracoli.
Era tuttavia necessario che ci fosse Jung ovvero qualcuno in grado almeno di pensare la possibilità di un'altra soluzione e concepire il possibile è il primo passo che ci conduce già a metà strada.


La castrazione cioè l'archetipo dell'eroe: il maschio-crocefisso tra l'amore per il Padre (l'aspetto maschile e luminoso dell'unico Dio) e l'amore per la Madre (l'altro aspetto femminile e quindi più ombroso ma sempre dell'unico Dio) ovvero la preistoria dell'Essere
Il nuovo archetipo dell'ultima coniunctio oltre la legge del tabù universale dell'incesto simbolico: l'Essere oltre la preistoria dell'Essere

Giovanni Evangelista  (divenuto GiovanniSilvia) da duemila anni a oggi guida suprema del vero movimento rivoluzionario 



καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει,

καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν.


"Con un ardito volo spirituale, come un'aquila si è elevato al di sopra della rivelazione naturale e di quella scritturale per cogliere il Principio supremo di tutte le cose, la generazione del Verbo: il Logos che era in principio. 
Così l'evangelista Giovanni è divenuto più che uomo, Dio egli stesso."

(Giovanni Scoto Eriugenia - monaco irlandese dell'anno 800 che ovviamente parlando di Giovanni-Dio inevitabilmente fu tacciato di eresia dalle gerarchie della chiesa depositarie dell'ortodossia della dottrina - citazione non letterale in attesa di ritrovare il testo originale del monaco irlandese che più di ogni altro comprese l'ebreo-greco guida della setta ebraica dei nazareni  presenti nella città che fu di Eraclito anch'egli pensatore del Logos)

Il Dio vero non è il trascendente, qual Dio è ancora una alienazione di sè fuori di sè come altro da sè: il Dio vero è il Trascendente-Immanente.
Non si tratta quindi neanche della consustanzialità con il Dio ma della identicità con il Dio.

L'uomo, la donna e la vita eterna che non è altra da loro ma sono loro stessi, non un terzo ma l'Uno vero che è anche l'ultimo terzo.
E l'ultimo terzo è anch'esso una Legge ma è "la legge del sì", la nuova legge, la legge dell'eterno sì.
Termina così la preistoria dell'Essere e inizia la vita alla più alta potenza, la vita più vita a nega-entropia infinita, un ordine sempre più ordine, un ordine sempre nuovo del discorso.
Continuerà il divenire ma sarà un nuovo divenire che non farà più storia essendo un divenire oltre lo spazio-tempo-massa.
Il divenire dell'uno vero e non il vecchio divenire dell'uni-verso.
La relazione che era in principio oltre la storia della relazione ma vivente più solo in un infinitamente presente.

Ma le persone terra terra se la lettura di questo articolo non li ha annoiati visto che non lo possono capire comunque commenteranno:

"Si si abbiamo capito: sei solo uno sporcaccione." 

Nota: Mi chiedo: l'ho scritto io questo articolo o è stata la volpe che mi ha dettato quanto io ho semplicemente trasformato, con tutti i miei limiti, in parola scritta? Bhò! Non lo so nemmeno io.
Se fosse così allora come si conviene concludiamo in bellezza con la frase magica ovvero la firma dell'autore.


PAROLA DI DIO.




Storia del processo di socializzazione progressiva

Storia del processo di socializzazione progressiva: dal virus alla nuova persona duale


  •  macromolecola del DNA
  • virus
  • batteri (monocellulare: cellula procariote)

  • cellula eucariote
  • pluricellulare
  • piante e animali
  • evento KT (65 milioni di anni fa scompaiono i grandi rettili, dinosauri, così che i mammiferi possono cominciare a differenziarsi
  • circa 20 specie umane (homo erectus, homo abilis ecc...) 2 milioni di anni fa in Kenia
  • homo sapiens sapiens (100 mila anni fa nel Sud-Africa) il primo medico in quanto pratica la sepoltura dei morti segno di sviluppo dell'empatia ma che non è ancora l'intersoggettività

Storia del processo di socializzazione progressiva: l'empatia non è ancora l'intersoggettività

Mentre l'empatia sente l'altro in sè ed è questa che mette in moto quel processo che gli psicoanalisti chiamano "elaborazione del lutto", l'intersoggettività non si limita a sentire l'altro in sè ma sa che non è un semplice sentire ma che l'altro è proprio sè.
L'empatico è ancora animico cioè ancora intrappolato in un transfert mentre l'intersoggettività ha già risolto il transfert e non proietta più l'altro fuori di sè come altro da sè poichè sà non solo della distinzione dall'altro ma anche che l'atro non è fuori di sè ma è proprio sè ma non nel senso che tra l'uno è l'altro c'è solo un legame psichico ma c'è un legame concreto ossia sono un unico corpo duale: fuori non c'è niente, fuori c'è solo il transfert.
Le personalità narcisiste nel senso di psicopatiche hanno una deficienza di empatia ma le persone empatiche non sono affatto intersoggettive.
Diversamente le persone intersoggettive ovvero i mutanti sembrano narcisiste ma non lo sono perchè non amano sè ma l'altro in sè, non amano sè, amano sè come fosse l'altro ma è l'altro.
L'anima non è solo una funzione psichica come credevano Freud e Jung ma è una donna concreta in carne ed ossa: il simbolico è reale e il reale è simbolico.

Gli dissi in un momento di trasporto: "Silvia tu sei un simbolo vivente."
Silvia Montefoschi: "No, non un simbolo vivente ma un archetipo vivente."

Il processo di socializzazione progressiva dopo la nascita dell'homo sapiens sapiens 


  • 60 mila anni fa: prime manifestazioni artistiche del solo homo sapiens sapiens e non delle altre 20 specie umane
  • 30 mila anni fa: termina lo sterminio da parte della specie homo sapiens sapiens di tutte le altre specie umane. In verità l'homo sapiens sapiens e l'uomo di Neandhertal si sono incrociati filiando ma mentre l'incrocio maschio sapiens e femmina neandhertal non producevano figli sapiens, l'incrocio femmina sapiens e maschio neandhertal producevano solo figli sapiens e non neandhertal quindi noi tutti siamo figli di una femmina sapiens. Sicchè in un certo senso possiamo dire che i figli sono sempre e solo i figli della femmina. Certe volte infatti mi chiedo come mai io sono così evoluto e la risposta credo che non vada ricercata nella genealogia paterna quanto piuttosto nella genealogia materna. L'uomo impedisce il caos a costo di alimentare un ordine ormai già vecchio e anacronistico ma è la donna che crea nuovi ordini: non esistono uomini rivoluzionari ma solo donne rivoluzionarie e se un uomo è un rivoluzionario è perchè è la donna che parla in questo uomo e lui anzichè farla tacere si pone in attento ascolto. E' dai mitocondri infatti ovvero dagli occhi della donna che viene l'energia che alimenta il sistema conoscitivo cellulare di sempre nuova energia.
Grotte dei Balzi Rossi - Mentone vicino a Ventimiglia

Lo stato e la psicoanalisi


  • l'istituzione statale (in tutte le sue versioni): evoluzione orizzontale della pulsione  sociale
  • la psicoanalisi: evoluzione verticale della pulsione sociale
In verità si dovrebbe dire che l'homo sapiens sapiens si evolve su due registri paralleli e non in contrapposizione:
  • La storia della tecnica
  • la storia della medicina
In fondo che cosa è lo stato? Una tecnica e infatti si usa dire anche "la macchina statale", una macchina molto utile a mantenere, difendere  e potenziare la pulsione sociale nell'attesa che la storia della medicina riesca a produrre il Pharmakon per antonomasia ossia quell'intero di cui il medico Hegel diceva nella "fenomenologia dello spirito del 1807 dopo aver analizzato la modalità relazionale schiavo-padrone cioè il sado-masochismo, che "la verità è solo l'intero".

L'ultimo conflitto edipico: Freud & Jung


E l'intero infine nacque al termine di 100 mila anni di storia della medicina a partire dai sacerdoti-stregoni del paleolitico fino agli psicoanalisti del 1900 dopo cristo.

Nacque così al termine della storia dell'universo, la nuova persona duale risultato ultimo dell'evoluzione verticale della pulsione sociale.

Terminata questa lunghissima parentesi che chiamiamo storia dell'universo, l'uni-verso scomparve e rimase l'uno che non andava più verso-l'uno essendo questi già l'uno.

Chi va verso l'uno è ancora uni-verso.
Chi non va verso l'uno invece ha già portato a compimento l'esodo oltre l'universo ovvero oltre lo spazi-tempo -massa lì dove non vi è più nè storia nè geografia.

La medicina non è un tecnica terapeutica ma è proprio una persona reale e concreta in carne ed ossa: la nuova persona duale, l'intero, la verità

Dall'uomo all''Uomo-Dio e dalla donna alla Donna-Dio ovvero il dialogo ontologico oltre la dialettica storica

Gli uccelli si sono sbagliati: non è così che si vola

Gli uccelli infatti al massimo raggiungono i 12 mila metri di altezza, praticamente come un aereo di linea e lì si fermano. Quello infatti è il loro capolinea.
Hanno fatto bene gli uomini e le donne sapiens sapiens nostri antenati a tentare un'altra via all'evoluzione e ci hanno azzeccato: è stato un colpo di fortuna o sapevano? Comunque bravi.


L'evoluzione dell'essere dal punto di vista energetico


Preistoria dell'essere

  1. materia e antimateria
  2. materia polarizzata


Oltre la preistoria dell'essere

    3. monopolo dipolare
I gemelli - disegno di Silvia Montefoschi
"Solo coloro che si fanno identici possono congiungersi veramente e non i diversi"

(Silvia Montefoschi)


Carl Gustav Jung superando l'impostazione pessimistica (altri direbbero "realistica") di Freud sulla soluzione del tabù universale dell'incesto simbolico, teorizzava la "coniunctio oppositorum" che non convinse veramente più di tanto come soluzione stabile e definitiva, invece come si vede la biologa oltre che psicoanalista Silvia Montefoschi non parla affatto di "congiunzione degli opposti"  ma di "congiunzione degli identici".

Cosa significa?
Significa che solo coloro che sono capaci di farsi identici possono congiungersi veramente ossia non una tantum ma una volta per tutte costituendo pertanto la nuova persona duale o monopolo dipolare.
Si tratta quindi non di un "fare anima" ma di un "farsi identici" ovvero di un "divenir gemelli".
Anzi Silvia parla di "abbandonare l'anima" poichè l'anima è ancora una proiezione, ancora un transfert di sè fuori di sè come altro di sè.
Se per Jung infatti l'anima è solo una funzione dello psichismo per Silvia Montefoschi l'anima è invece una donna concreta in carne ed ossa sia che sia un/a terrestre, sia che sia un/a extraterrestre.

Per riassumere: se l'era della materia-antimateria e la nuova era della materia polarizzata che si manifestano nei tre regni materiali, minerale, vegetale e animale, esprimono la massificazione dell'energia pensante, 
il nuovo monopolo dipolare manifesta invece una inversione di tendenza del processo dialettico e  evolutivo dell'uni-verso ovvero non si tratta più del processo di massificazione (nichilismo) ma del nuovo processo di de-massificazione (oltre il nichilismo) già avviatosi con il primo esemplare della nuova e vera umanità GiovanniSilvia che costituiscono essi stessi l'Oltre da non confondere con l'Aldilà che invece è anch'esso nell'uni-verso (Aldiquà + Aldilà) in quanto i corpi dei cento miliardi di defunti terrestri che ora abitano altri pianeti (le "tante dimore del Padre" del vangelo di Giovanni) sono anch'essi ancora adesso di materia sia pur meno pesante.

C'est ne qu'un debut continuons le combat 


"E infine il Pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi" (Silvia Montefoschi)


  1. reazione termonucleare
  2. sintesi molecolare
  3. sessualità
  4. comunicazione
  5. nuova percezione (il nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente)

ovvero

  1. coscienza virtuale (materia-antimateria)
  2. coscienza semplice (soggetto/oggetto)
  3. soggetto riflessivo individuale (SRI o elettrone cioè l'atomo)
  4. soggetto riflessivo super-individuale primo (artisti, poeti. letterati, filosofi, teologi, psicoanalisti)
  5. soggetto riflessivo super-individuale secondo (Giovanni Evangelista)
  6. soggetto super-riflessivo primo (Silvia Montefoschi e Giovanni Evangelista)
  7. soggetto super-riflessivo secondo (GiovanniSilvia il prototipo)
  8. soggetto super-riflessivo ultimo (il coro o "gruppo-individuo duale" dei "144 mila" umani mutanti che saranno comunque sempre GiovanniSilvia che a loro volta non saranno più neanche GiovanniSilvia ma anch'essi solo l'uno e l'altro dell'unico discorso)

Elettrone e super-elettrone

Otto momenti della storia evolutiva dell'Essere quale movimento di sintesi dei tanti frammenti dell'Essere che è simultaneamente Uno e Duale ma che fondamentalmente due sono i momenti principali di questa evoluzione del Pensiero Uno: l'elettrone e il trapasso evolutivo dall'elettrone che è il quarto elemento di un sistema conoscitivo atomico al nuovo super-elettrone che è invece il quinto elemento.

Se il corpo è già coscienza (in quanto prodotto dalla dialettica della natura) e l'io è coscienza della coscienza corporea, il soggetto che è latro dall'Io è la coscienza della coscienza (l'Io) della coscienza (il corpo).

- Gli animali pensano.
- Gli umani pensano e oltre a ciò sanno anche di pensare
- Gli dei (la nuova e vera umanità) pensano come gli animali, sanno di pensare come gli umani appartenenti alla vecchia umanità ma in più sanno anche di essere solo pensiero.


"Il finito proprio perchè finito non può mai finire ma può solo scomparire
tuttavia quando scompare, scomparirà in assoluto per non più ritornare."

(Silvia Montefoschi)


"E le cose di prima sono passate" (Apocalisse di Giovanni)
"E le cose di prima non sono mai state" (Nuova apocalisse di GiovanniSilvia)

L'Edipo: la vulgata e la vera interpretazione psicoanalitica

La vulgata della psicoanalisi sull'Edipo e la vera interpretazione del conflitto edipico.


"il bambino vuole farsi la madre e far fuori il padre"


In questi termini va per la maggiore tra il volgo la teoria psicoanalitica dell'Edipo ma noi che non apparteniamo più alla preistoria della psicoanalisi ma alla psicoanalisi allo stato dell'arte traduciamo:

il bambino (o comunque l'uomo adulto o la donna adulta, perchè poi l'Edipo nel maschio come nella femmina non è che si differenzia poi molto) per poter unirsi a sè deve rimuovere ciò che in sè lo separa da sè.

Se poi quanto detto si traduce, nei termini della vulgata a livello concreto, è perchè il soggetto non conoscendo i veri termini della questione edipica (è con Freud che la specie umana comincia appena appena a chiarificarli) proietta questa problematica universale fuori di sè ma in realtà è una problematica tutta interiore.

L'Edipo non è una malattia mentale o un complesso, il complesso edipico per usare la terminologia junghiana, ma è semmai un momento dell'evoluzione che interessa non solo la specie umana ma la stessa fisica nucleare.

Le particelle di materia e antimateria infatti non hanno nessun "terzo" e infatti non avendo nessun ostacolo alla coniunctio si annichiliscono nell'amplesso e non a caso chiamiamo la loro coscienza "coscienza virtuale" che precede, nella storia dell'evoluzione della coscienza, la "coscienza semplice" seguita a sua volta dall'autocoscienza per finire con il SRI (soggetto riflessivo individuale).

Solo con il passaggio dalla opposizione materia-antimateria dove non c'è alcuna forza repulsiva alla polarizzazione dei due del'uno nelle polarità negativa-positiva per cui si dà una prima forza di repulsione rappresentata dall'autocoscienza che fa da terzo tra soggetto e oggetto ovvero il "quark u"  che distingue i "quark d1" e il "quark d2" facendo da "padre".

Siccome però i due vogliono assolutamente unirsi, la tensione che si produce da un tale desiderio, a sua volta produce l'elettrone ovvero il quarto che però non potendosi vedere in quanto necessiterebbe di un quindo, ma potendo vedere solo il terzo, stabilizza il terzo creando così il mattone di tutto l'edificio materiale dell'universo.

Non c'è quindi da meravigliarsi se il fisico quantistico Paul Davis afferma che l'elettrone è Dio, noi diremmo il Logos,  in quanto è il mattone di tutto lo spirito dell'universo.

Questa storia prosegue fino alla specie umana e pur dandosi anche nella specie umana tuttavia nella specie umana il medesimo conflitto edipico si dà a un livello di consapevolezza maggiore tantè che è al livello della sola specie umana che lo si risolve con la nascita di un quinto livello energetico quale super-elettrone.

Quindi quelli che dicono: è guarito dall'Edipo, ha superato l'Edipo o cose simili dicono solo delle fregnacce perchè se l'elettrone è Dio e produce l'Edipo solo un altro Dio può guarire dall'Edipo ovvero solo un super-elettrone.

In questo senso Martin Heidegger non si sbagliava per niente intuendo che "solo un Dio ci può salvare" dal nichilismo come destino.

Quelli che si sentono o di cui si dice che non hanno Edipo o che è guarito dall'Edipo significa più solo che ha dato il culo al Padre ossia al terzo è ha rinunciato ad unirsi alla madre (la "castrazione " lacaniana) ma quella non è guarigione cioè non è vero superamento dell'Edipo ma semmai il lacanismo è una scuola per nuovi padroncini anche perchè non basta dare il culo al padre una volta sola: troppo comodo! lo devi dare il culo per tutta la vita fino alla morte. E' quì che nasce il pessimismo del freudismo e del lacanismo per cui per loro non si può dare in alcun modo alcuna vera redenzione dalla dinamica edipica ma più preti dei preti affermano anch'essi che occorre accettare che la vita è mancanza e chiamano ciò "principio di realtà" mentre invece ciò conferma il loro concretismo a sua volta causato dal loro antroporiferimento.

Teniamo presente quindi che la problematica dell'Edipo non ha nulla a che fare con la sessualità ma piuttosto con l'energia e infatti è dalla tensione edipica che nasce l'energetica dell'universo.

Che cos'è infatti energia?

E' tensione e la tensione è la vita. come già insegnava il filosofo del divenire e della dialettica Eraclito.

La devono finire quei psicoanalisti che di psicoanalisi non ne capiscono un tubo a mettere in giro simili interpretazioni riduttive dell'Edipo che risalgono ancora alla fase preistorica dello sviluppo della scienza psicoanalitica quale scienza suprema della relazione.



In principio non è il conflitto edipico

in principio è il desiderio incestuoso
solo dopo che l'uno del discorso è impossibilitato a riconoscersi interamente nell'altro del discorso perchè una sorta di muro di Berlino di vario genere fa da ostacolo a una tale coniunctio
allora si dà il conflitto edipico 
dopo di chè ci sono le disavventure del conflitto edipico cioè la storia
e infine al capolinea della storia vien meno ogni muro di Berlino e si dà la coniunctio tra l'uno e l'altro del discorso
ma questo accade solo negli ultimi tempi apocalittici
non è che uno va dallo psichiatra e con due gocce di psicofarmaco risolve l'Edipo
e si che tu risolvi l'Edipo e gli altri no
o lo si risolve tutti o non lo risolve nessuno



Non si può guarire dall'Edipo ma si può guarire dalla incarnazione materiale del soggetto pensante.

Voglio essere più chiaro: quando muori guarisci dall'Edipo.

Non ti piace?

E allora fatti inculare che il padre se tu obbedisci ti da il lavoro, la casa, da mangiare, ti fa anche scopare con le femmine per bene, ti dà le ferie, la macchina, la carta di credito etc... etc...

Qui non si sta dicendo che occorre ribellarsi perchè la ribellione è proprio questo l'Edipo che conferma la dipendenza (non a caso le femministe non vanno da nessuna parte) : la soluzione si chiama solo "esodo" e chi inizia è già a metà strada.

Solo con le nomadi il nomade può congiungersi: solo con loro perchè ogni altra unione è contro natura.

Edipo diventa cieco proprio perchè  è solo il padre che ha gli occhi: ricordiamoci del sogno fatto da Silvia Montefoschi in cui vede Hegel che gli regala i suoi occhi e Silvia viene soprannominata dall'inconscio nel suo linguaggio onirico "la figlia di Hegel".

E con questi occhi di colui che aveva visto la dialettica la figlia di Hegel procede oltre dalla dialettica al dialogo oltre la dialettica.


In sintesi possiamo dire che rispetto all'Edipo ci sono tre posizioni:


1. colui che si adegua: i ripetitori
2. coloro che si ribellano ma così confermano la loro dipendenza a una istanza paterna altra da loro 
3, coloro che non si adeguano alla tradizione ma partendo comunque da questa portano avanti il discorso invece di fermarlo e così chiuderlo


Ognuna di queste scelte (che poi non sono scelte ma si nasce così) ha delle implicazioni diverse che anch'esse andrebbero chiarite e esplicitate. 

  "Eloi Eloi lama sabactani"




In verità il rabbino di Nazareth ama la madre sua la rabbina Miryam di Nazareth ma l'attazione per sua madre Myriam è talmente elevata che ha bisogno di inventarsi un padre che non esiste se non nella sua testa, dunque esiste veramanente.
In verità il padre esiste in Myriam stessa ed è lei il padre ma Jeshuà non lo sa e non lo sa proprio perchè al stessa Myriam non lo sa che è lei il padre e non lo sa o non lo vuole sapere non per cattiva volontà ma per la sua sottomisione alle convenzioni sociali del tempo per cui questa sua mancata consapevolezza la paga il figlio che non può rinunciare a unirsi al femminile di Dio ma nemmeno alla forza di repulsione che gli permette di non soccombere ala forza gravitazionale della madre.

Egli è quindi l' "agnus Dei qui tollis peccata mundi" e paga quale capro espiatorio anche per la rimozione della madre che non si legittima la sua funzione anche paterna oltre che materna.

Ma Gesù prima di morire dice al Gesù che rimane in terra ("se io voglio che egli rimanga fino al mio ritorno che importa a te?") cioè a Giovanni Evangelista che Myriam è anche sua madre e a sua madre che Giovanni è anche suo figlio e così il lavoro verso il superamento dell'Edipo procede da GeùMyriam a GiovanniMyriam che poi sono sempre l'uomo e la donna poichè di fatto esiste un solo uomo, una sola donna e un solo Dio e la molteplicità è solo la storia di questo trio che poi è uno ma un uno-duale.

Riassumendo e  in conclusione

1. Desiderio incestuoso
2. Conflitto edipico
3. Le disavventure del conflitto edipico (la storia dell'universo)
4. La fine della dinamica transfert-controtransfert
5. Nascita della nuova Persona Duale al capolinea della storia dell'universo


Ci si sbaglia dunque se si pensa che a Edipo interessi veramente metter il suo uccello nella fica della madre: Edipo invece vuole sentirsi Uno con la Madre vuole che la madre sia sua.
A Edipo come al rabbino Ieshuà di Nazareth interessa SENTIRE che l'uno e l'altro siano l'uno e l'altro di un unico discorso.
Ed è invece nell'interpretare questo "sentire" che si casca nell'errore della sessualizzazione del conflitto. La verità è che a Edipo come a Gesù la fica non interessa proprio ma neanche minimamente sicchè la fica è solo un abbaglio ermeneutico dovuto alla incarnazione dei due termini del Principio Dialogico che detto in altri termini significa che l'uno e l'altro è vero che sono l'uno e l'altro ma in questo momento storico-evolutivo l'uno e l'altro si danno nelle forme corporee dell'uomo e della donna con tutto ciò che comporta una tale incarnazione, materializzazione e massificazione dell'Io-Tu.