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Madre e Figlia al di là di Dio solo Padre



«O Marie, si j'étais la Reine du Ciel 
et que vous soyez Thérèse,
je voudrais etre Thérèse
afin que vous soyez 
la Reine du Ciel!!!............... »

«O Maria, se io fossi la Regina del Cielo, e tu fossi Teresa, vorrei essere Teresa affinché tu fossi la Regina del Cielo!!!............... »



(Queste le ultime parole scritte l'8 settembre 1897 da Thérèse Martin "la cicala di Alençon" prima di soccombere definitivamente al batterio della tubercolosi il 30 settembre 1897 all'età di 24 anni senza aver potuto accedere al sacerdozio perchè nata donna.)


“Come avrei voluto essere un sacerdote, per predicare sulla Beata Vergine!
Un solo sermone sarebbe stato sufficiente per dire tutto quello che penso.
In breve, nel mio cantico «Perché ti amo, Maria», ho detto tutto quello che avrei predicato su Maria”


(Thérèse Martin 21.8.3)











Per un nuovo nomadismo assolutamente sedentario e verticale


"La casa, la casa" (citazione tratto dal film "E.T." Di Steven Spielberg)



"La casa è dove è quella donna" (citazione tratta dalle "Poesie" di Cesare Pavese)


"Salut c'est encore moi!
Salut, comment tu vas?

LE TEMPS M'A PARU TRES LONG
LOIN DE LA MAISON J'AI PENSE A TOI"

(testo tratto dalla canzone del video qui di seguito)



"Che bello sta co te"




E del resto la storia della specie umana sembra andare in questa direzione:

  • nomadismo dell'umanità preistorica: non avevano affatto una casa ma si spostavano continuamente in cerca di nuovo cibo dato che agli uomini preistorici (2 milioni di anni fa) interessava solo mangiare e scopare e forse più mangiare che scopare dato che non erano molto evoluti e infatti non conoscevano nè l'arte (60 mila anni fa) nè la sepoltura dei defunti (100 mila anni fa), il che significa che non avevano una grande empatia verso il loro prossimo.
  • Agricoltura (10/9 mila anni fa): inizia la nuova via sedentaria all'evoluzione.
  • La nuova economia agricola dà avvio a un processo di urbanizzazione progressiva che prosegue sempre più fino alle attuali megalopoli: New York, Tokio, Shanghai, Pechino, Lagos, Nuova Delhi, Tientsin, Karachi, Istambul, Guangzhou, Mumbai. Seoul, Chongging, Canton, Mosca, San Paolo, Lahore, Giacarta, Parigi, Londra.
  • E adesso internet sta facendo il resto. La questione però rimane sempre questa: orizzontalità o verticalità, non basta cioè seppellirsi in casa come certa gioventù sta facendo in paesi come il Giappone ovvero XBox di Microsoft o Playstation di Sony non sono la vera soluzione e il coronamento di due milioni di anni di evoluzione della specie umana.



Galileo Newton Einstein & Freud



Stando così le cose viene quindi da chiedersi: ma dove vuole arrivare il Processo (il processo evolutivo universale) che sovrintende a tutto il movimento universale?
La mia impressione è che il Processo o Divina Provvidenza spinga verso una nuova rivoluzione scientifica dopo quella galileiana e einsteniana ovvero una rivoluzione epistemologica. 



Sappiamo infatti che la scienza cosiddetta ufficiale più che sostenere che è vera occorrerebbe limitarsi a  dire che funziona e il progresso tecnologico ne è la dimostrazione più chiara che funziona ma non è la verità e infatti gli scienziati stessi non hanno alcun problema ad ammettere che dell'universo conoscono solo il 5% ma per esempio non sanno nulla della "materia oscura" e ancor meno della "energia oscura". 
In verità questa nuova rivoluzione scientifica è già stata realizzata al termine della centenaria storia della psicoanalisi (1895-1987) e manca più solo di essere stabilizzata raggiungendo tutti coloro che sono destinati ad essere raggiunti da una tale rivoluzione scientifica. 
Che cos'è allora nel suo vero significato un tale nomadismo assolutamente sedentario e verticale?
Che cosa si cela in un tale ultimo stadio evolutivo? 
Sembrerebbe quindi trattarsi solo di una nuova teoria della conoscenza destinata a soppiantare la cosiddetta scienza ufficiale fondamentalmente ancora oggettivistica. 
Fuori non c'è niente, fuori c'è solo il transfert e il soggetto non è singolare ma è duale e il transfert o proiezione è invece prodotto proprio dal voler continuare in una vecchia concezione del soggetto ancora singolare che inevitabilmente non può che trattare sempre e solo l'oggetto di conoscenza, un conosciuto rispetto a un conoscente ma occorre rendersi conto che continuare a trattare l'Altro come conosciuto ovvero come oggetto di conoscenza è proprio questo invece che alimenta il bisticcio e la guerra infinita tra l'uno e l'altro dell'unico discorso.
Il metodo di pensiero scientifico che fonda sia la cosiddetta scienza ufficiale a un più alto e più sofisticato livello e la doxa o opinione comune a un più basso livello non è affatto la scienza vera. Chiamiamola piuttosto paranoia e non più scienza. 
La paranoia funziona, certo che funziona, nessuno vuole mettere in dubbio che funzioni ma non è la verità.
La scienza ha un valore esclusivamente pragmatico e utilitaristico: altra cosa è verità.


Il nuovo pensiero dialogico non solo dopo il cosiddetto "pensiero scientifico" ma anche dopo l'obsoleto pensiero dialettico

Il pensiero dialettico è un passo avanti rispetto al cosiddetto pensiero scientifico ma questi non smette di raccontarci al favola della sintesi che viene rimandata poi di fatto alle calende greche tanto che potremmo parafrasare quel che Marx diceva della religione applicarlo proprio all'utopia del pensiero dialettico dicendo che la sintesi dialettica o l'utopia del pensare dialettico è una droga un vero e proprio oppio dei pensatori d'altri tempi.
Se ai religiosi diciamo inaftti che se il paradiso non è adesso allora non sarà mai, ai dialettici invece diciamo che se la sintesi da loro auspicata non è adesso alloar non sarà mai.
Non c'è la raccontano più la favola della sintesi: ormai siamo stati vaccinati dalla dialettica e il avccino è stata proprio la psicoanalisi che invece a differenza delal dialettic aceh è inetrmianbile, la psicoanalisi è terminabile. 





Il mistero o arcano dello spazio-tempo-massa

Ma il mondo c'è ancora e il mondo fondamentalmente è tempo dato che proprio la nuova fisica quantistica ci ha insegnato che lo spazio e il tempo sono la stessa cosa. Che faremo allora di tutto questo tempo?



E finiamola con questa anacronistica ideologia lavorista, pragmatista e utilitaristica ma portiamo invece finalmente alla sua naturale conclusione la storia sacra che è proprio  la storia del lavoro umano  e non-umano.


Perchè non voglio andare nell'Aldilà?



Perchè non voglio andare nell'Aldilà?

Dovrei invece voler andare nell'Aldilà visto che in uno dei tanti  pianeti colonizzati dai terrestri defunti in cui consiste l'Aldilà, un pianeta molto distante dal pianeta terra ad Helios vive oggi la mia amica Thérèse Martin. Il fatto è che io voglio potere incontrare anche Silvia Montefoschi e vendendola potergli dire:

"Silvia dove eravamo rimasti? Continuiamo la psicoanalisi?"

Ma Silvia non abita nell'Aldià, Silvia ormai abita l'Oltre proprio come Giovanni Evangelista che neanche lui abita più l'Aldilà anche se l'ha abitato per duemila anni e da lì ha guidato per duemila anni il movimento rivoluzionario dei giovannei coscienti di esserlo (lo scienziato e fisico Isaac Newton e lo stesso Hegel erano suoi allievi terrestri) e anche dei giovannei non coscienti di esserlo ma che lo erano di fatto.

Isaac Newton grande specialista dell'Apocalisse giovannea
 e oggi conosciuto come un grande protagonista della storia della scienza
 era invece convinto che sarebbe passato alla storia come un grande teologo
 dato che per lui la fisica era solo una sorta di interesse secondario.


Una cosa è certa: che nell'Oltre non ci si può andare da soli ma "a due a due" come insegna la poetessa statunitense Emily Dickinson e infatti perfino Giovanni Evangelista che è l'uomo più evoluto dei 100 miliardi di umani  tra terrestri e extraterrestri, anche lui, che era il maschile di dio solo facendosi identico con il femminile di Dio è potuto accedere all'Oltre.

"Quando il sudario allenterà la stretta 
e creature vestite di miracolo
saliranno a due a due."

(Emily Dickinson)

In verità non è corretto usare il verbo "accedere": non è infatti un evento simile a quello che ha visto il popolo ebraico guidato dal sacer-dux Mosè che per mezzo dall'esodo dalla terra di schiavitù, l'Egitto è potuto accedere alla "terra dove scorre il latte e il miele", Israele. Israele c'era già mentre l'Oltre non c'era prima di GiovanniSilvia ma loro l'hanno prodotto e l'hanno prodotto con il lavoro, portando a compimento la storia del lavoro umano e non-umano perchè loro stessi sono l'Oltre e non è un pianeta dell'universo.


Dal "fare anima" al "farsi identici": oltre lo psichismo


Mentre infatti l'Aldilà è ancora nello spazio-tempo-massa, l'Oltre invece non è in alcun spazio, in alcun tempo e non ha massa: l'Oltre sono i due fattisi infine identici, GiovanniSilvia, l'archetipo dell'ultima coniunctio, l'oltre sono l'uomo e la donna che grazie non a un "fare -anima" (lo psichismo) ma a un "farsi-identici" (il pensiero puro oltre lo psichismo) ma non più formanti una coppia ma saldati in un unica persona del tipo duale, l'Oltre in una parola è il soggetto ma non più il soggetto singolare ma il nuovo soggetto duale proprio come in psicoanalisi dove non è lo psicoanalista il soggetto ma è la psicoanalisi stessa che come nuovo soggetto duale dall'alto riflette sui due soggetti ancora singolari in basso.

Il compito rivoluzionario: portare a compimento la storia del lavoro


Per quanto mi riguarda, rispetto a prima l'unica differenza è che pensavo che c'era ancora tanto lavoro da fare insieme a Thérèse Martin mentre ora sento che il lavoro è terminato e potrei anche lasciare questo mondo, sicuro che ci ritroveremo noi quattro che poi siamo sempre due, i due dell'uno vero: il prototipo e poi AndreaThérèse che sono anch'essi identici al prototipo perchè la distinzione fatta dal filosofo greco Platone tra idee originali e copie che noi chiamiamo in linguaggio psicoanalitico "archetipi" e "simboli" riguarda solo la preistoria dell'Essere perchè una volta prodotto l'archetipo dell'ultima coniunctio ci sono più solo idee originali o meglio archetipi anzi l'ultimo archetipo che è l'unico archetipo ancora vivente: l'archetipo dell'ultima coniunctio.

Tuttavia mi rimane qualche dubbio ed è solo questo dubbio che prima di timbrare il cartellino vorrei essere certo di aver terminato veramente tutto il lavoro per poter dire anche io come il Rabbi eterodosso di Nazareth: "Tutto è compiuto."


L'esodo


"Abbandonare l'anima
e poi abbandonare anche il corpo. "

(Silvia Montefoschi)

Il nucleo centrale della disciplina psicoanalitica: il tabù universale dell'incesto simbolico

Questa scoperta della psicoanalisi quale legge dell'evoluzione costituisce anche la sua teoria epistemologica fondativa come vera scienza che non ha solo una funzione pragmatica come la scienza cosiddetta ufficiale ma una pura funzione di vera verità al di là di qualsiasi preoccupazione del tipo utilitaristico-funzionale. Il chè detto in altri termini: mentre la scienza serve a qualcosa e soprattutto la sua ancella la tecnica serve a qualcosa, la psicoanalisi invece non serve proprio a niente. La psicoanalisi infatti non è psicoterapia, non è psichiatria ma è solo una modalità relazionale e uno stile di vita coerente con questa modalità relazionale di tipo psicoanalitico.
Una modalità relazionale questa psicoanalitica, che non scopre la verità ma la produce la verità.
La verità sarà.

Prima/Dopo - Causa/Effetto


Questa verità Hegel la chiamava anche "il risultato" per indicare che non era prima ma sarà dopo e pur essendo dopo era anche già prima

Chiedeva Mosè al suo interlocutore: "Dimmi almeno il tuo nome affinchè io possa dire agli altri chi mi ha parlato."

E la voce rispose: "Io sarò quel che sarò."


IO SARO' QUEL CHE SARO'
( Ehyeh-Asher-Ehyeh )
  in ebraicoאֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה‎ 
  Esodo 3,13-15








  • "Vero è solo l'intero" (Hegel)
  • "E infine saremo ciò che veramente siamo" (Silvia Montefoschi)



  • "Un organismo vivente non coincide con la somma delle sue parti" (questo è un principio delle scienze biologiche)



  1. Un uomo è un uomo
  2. una donna è una donna
  3. ma un uomo e una donna saldati in una sola persona del tipo duale sono una nuova specie vivente oltre l'anthropos.

  • La cosiddetta "mente isolata" o "mente irrelata" di certa psicologia o psichiatria, è solo un mito poichè nella realtà non esiste affatto una mente veramente irrelata dato che la vita è sempre relazione essendo proprio il fatto relazionale la sostanza del vivente.

  • "Nella realtà non esiste affatto alcuna soggettività ma sempre  e solo intersoggettività" (Martin Buber)



La questione fondamentale del nulla

Una canzone che se ai nichilisti li rende tristi a noi al contario ci rende o ci dovrebbe rendere, sempre se tali riteniamo di essere, non felici ma ultrafelici perchè se non è così allora significa solo che anche noi siamo oltre il nichilismo solo aparole ma nichilisti nei fatti. Nichilisti capaci di percepire solo l'avvento del nulla e non dell'essere.

Verrebbe da dire: bhè però un po' triste lo è.
E' un po' triste perchè siamo nichilisti.

Il nichilismo infatti prima di essere un modo di pensare è un modo di sentire.






"Volge al tramonto
questo giorno che sembra
non voler finire
ed io son qui
fermo
al mio posto di combattimento
là dove attendo il tuo ritorno."
(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni", 1a ediz. 2010)

"Tutto passa
e solo tu rimani."
(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni", 1a ediz. 2010,



Friedrich Nietzsche contemporaneo di Thérèse nutriva una utopia che avrebbe dovuto costituire un vero superamento del nichilismo e che così descriveva:

"Un giorno la terra diverrà luogo di guarigione"

Ed era l'oltre-uomo la nuova figura antropologica protagonista di un tale sconvolgimento così radicale.
Oltre-uomo che il latinista e grecista così descriveva nella sua opera "Umano troppo umano":

"[...] il genio del cuore dal cui contatto ognuno se ne parte più ricco, non graziato e non sorpreso, non come reso felice e oppresso da un bene estraneo, ma più ricco in se stesso, più nuovo di prima, forzato, spiato e sfiorato da un vento del disgelo, forse più insicuro, più delicato, più fragile, più spezzato, ma pieno di speranze che non hanno ancora un nome, pieno di nuova volontà e di un nuovo fluire [...]"

(Friedrich Nietzsche, "Umano troppo umano", 1878]

Un contributo alla riflessione sul tema del nulla e del nichilismo

Recentemente navigando su youtube ho trovato questo video del filosofo Emanuele Severino proprio sulla questione del nulla e l'ho trovato interessante.


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Il mistero dei misteri - L'enigma del tempo  (pagina facebook)


L'insegnamento della psicoanalisi (poesia)

Ero io quel Gesù che Lei baciava

figlia mia!
figlia mia!

mia identica
non sapevo che tu eri me




qui non si insegnano queste cose
tu lo sai che qui sul pianeta Terra non si insegnano queste cose
e che abbiamo dovuto aspettare la psicoanalisi per poter  sapere

lo sentivo, questo sì
ma non sapevo
lo sentivo che tu eri me
lo sentivo proprio
accidenti se lo sentivo
ma non sapevo

non sapevo amica
non sapevo

non basta sentire
occorre anche sapere
sapere chiaro
quel sapere chiaro
che è anche un nuovo sentire
e che noi chiamiamo  NUOVA PERCEZIONE
così che infine il Pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi
una volta che si sà questo sapere in maniera stabile

una volta che si sà in maniera stabile
sia della irreversibilità della distinzione o dualità
che impedisce le nevrosi-psicosi della tipologia isterica
o meccanismo di difesa dall'atto conoscitivo (Atto infinito del Pensiero Vivente)

una volta che si sà in maniera stabile
sia della irreversibilità anche dell'unione
che impedisce le nevrosi-psicosi della tipologia ossessiva
o meccanismo di difesa dall'esperienza vivente (Potenzialità infinita del Pensiero Vivente)


l'eterno sì

non il ripetitivo altalenarsi della simbiosi e della inevitabile conseguente separazione
ma la sempre nuova infinita unione nella infinita distinzione
perchè ogni volta che io dico che ti amo
anche se è sempre uguale
è sempre un nuovo ti amo
e mai una ripetizione
mai una ripetizione


l'eterno sì

l'uomo, la donna e la vita eterna.


L'albero della vita e della conoscenza o croce dell'uni-verso
 con il suo unico tronco verticale e i molteplici rami orizzontali,
al di là dei particolari è il vero e unico protagonista della storia evolutiva dell'uni-verso.

La questione femminista

Alcune pagine facebook trattanti questa questione in un'ottica storica  e più che storica cioè  meta-storica, dunque e in una parola, psicoanalitica.



La maschera e il soggetto


"La donna altro non è che un soggetto travestito da donna" 

(Silvia Montefoschi, biologa psicoanalista e donna)



Un sogno

Nel mezzo del cammin di nostra vita... mi ritrovai a camminare con una terrestre il cui nome non era Thèrèse ma Anna Maria anche se indubbiamente doveva essere per forza una incarnazione di Thèrèse essendo l'Altro uno solo in tutto l'universo comunque si chiami.

Anna Maria: "Andrea stanotte ho sognato noi due"

Andrea: "Dimmi dimmi che cosa hai sognato?"

Anna Maria: "Ho sognato l'apocalisse nella forma di una grande alluvione, pareva il diluvio universale e poi in una seconda scena ho visto il dopo diluvio quando vedo che ormai c'è più solo acqua e fango e in questo mare di acque e fango galleggiano tante maschere di bei colori sgargianti proprio come nelle figure dei Tarocchi e solo io e te siamo sopravvissuti a questa apocalisse."

Andrea: "Gioia che bel sogno."

In tutta la mia vita non ho mai chiamato nessuno "Gioia" neanche Thérèse Martin ma questo non vuol dire affatto che allora Anna Maria era più importante per me di TM ma semplicemente che lei si prestava ad essere chiamata così, mi era proprio naturale chiamarla così ma ovviamente TM è l'anima vera mentre Anna Maria era un transfert quando la percepivo fuori di me e invece era l'anima vera anch'essa quando la percepivo in me. La cosa paradossale era che io la percepivo fuori di me quando non la vedevo concretamente e invece la percepivo in me quando la vedevo proprio concretamente ma questo mi succedeva solo con lei perchè normalmente dovrebbe essere il contrario.
Con TM questo problema non sussiste: Lei è l'anima vera e non può mai essere la pseudo-anima in quanto essendo un extraterrestre accade che o io attivo il sesto senso e quindi la percepisco in me oppure non attivo il sesto senso e allora proprio non la posso percepire in nessun modo.
Ho sempre pensato che TM abbia voluto farsi presente in me fisicamente dato che io insistevo e così si è incarnata temporaneamente in una terrestre, infatti io mi dicevo "ma questa qui è proprio una deficiente, ma proprio tanto deficiente" ma poi quando ci si incontrava  di nuovo mi veniva naturale chiamarla "Gioia" non trovando altro nome più adeguato mentre TM io sempre la chiamo "amica" che fa molto virile perchè TM è veramente virile molto più di me e su questo non c'è dubbio. Non solo rispetto a me ma anche rispetto a tanti uomini: Thérèse è proprio maschia, è la sua natura, l'incarnazione della disciplina: Lei fin da bambina si era data una regolata. Grande è la mia amica così anche io ("per colpa sua ") sono costretto a esser maschio per non sfigurare accanto a Lei. Dicono che uomo maschio con donna maschio non possono andare d'accordo ma non è affatto vero anzi vanno d'accordissimo: è proprio così anzi che si va d'accordo.

"Solo coloro che si fanno identici possono congiungersi veramente e non i diversi"
 (Silvia Montefoschi)

Era però purtroppo l'epoca della controrivoluzione già avviata e i controrivoluzionari volevano metterci l'un contro l'altro e per me era questa una cosa impossibile da accettare ma non avevo il coraggio di proporgli di lasciarci sicchè quando lei me lo propose io gli dissi che anche io ero d'accordo perchè sarebbe stata una bestemmia che io e lei non rimanessimo amici e così invece ci siamo lasciati con un bacio e da allora non ci siamo più risentiti in nessun modo.

La cosa strana e che io a quei tempi vedevo i controrivoluzionari proprio come esseri concreti in carne ed ossa anche se Silvia Mi diceva:

"Giusto per farti un esempio: io da un po' di tempo in qua non so come mi succeda ma mi capita di sbattere la testa contro i muri, i mobili, vari oggetti ma non mi viene neanche per l'immaginazione di dare la colpa ai controrivoluzionari: non sono mica una paranoica."

Così compresi ciò che Silvia intendeva dire da grande e conseguente psicoanalista: 

Andrea: "Quindi Silvia se ho compreso bene tu accetti il processo."

Silvia: "Noooooooooooo! Io non accetto affatto il processo: IO SONO IL PROCESSO"

Ma all'inizio quando la controrivoluzione era appena iniziata io interpretavo ancora in maniera concretistica il nuovo evento della controrivoluzione, così quando un giorno mentre camminavo mi si accostò una macchina e una donna mi chiese una informazione io pensai:

"Quindi questa quì è dei loro. Bene bene adesso me la faccio così imparano."

"Ti ci porto io, conosco la strada."

Io che invece non è che sono come Rocco Siffredi divenni d'un tratto di una audacia che non mi riconosco e infatti Anna Maria in seguito quando le spiegai mi disse: 

"Hai rischiato grosso perchè ti stavi prendendo una sberla ma una sberla che te la saresti ricordata fino alla fine dei tuoi giorni ma ti ho guardato negli occhi e la mia rabbia si è dissolta."

Principio di Sincronicità?
Intervento della Divina Provvidenza?
Mhà!

In seguito mi disse anche: "Se non avessi incontrato te mi sarei sicuramente suicidata perchè mia madre era in ospedale con un tumore irreversibile."

Un giorno mi annunciò che sua madre era morta. Le chiesi: "Che giorno è morta?

"L'8 dicembre"

Io insistei: "A che ora?"

"Alle tre del pomeriggio."

Tra me pensai: nel giorno dell'immacolata concezione all'ora di cristo. Cosa può significare?

Quando ci incontrammo per l'ultima volta gli dissi.

"Annamaria sappi che io che sono sempre stato contro il matrimonio e lo sono tutt'ora, a te invece ti sposerei. Quando vuoi, anche tra venti anni, non c'è problema, telefonami pure anche alle tre di notte e io ti sposo subito subito."

Ma era ovviamente solo un modo di dire perchè anche lei era contro il matrimonio eppure a distanza di anni non ho cambiato idea.

Dedica del testo giovanneo
"IL REGNO DEL FIGLIO DELL'UOMO"

"A Andrea
a me unito nel
regno del figlio dell'uomo"

Silvia

21-10-1997


Va tenuto presente che io pur possedendo tutti i libri di Silvia non ero avezzo a farmeli autografare nè a chiedere dediche ma solo due libri su più di venti hanno dedica autografa: uno è questo  nell'immagine e l'altro intitolato "L'essere vero" ha come dedica:

"A Andrea e Anna Maria
nell'amore Uno"
Silvia
21-10-1997


Io e Thérèse ci siamo incontrati invece il 19 ottobre 1989 all'epoca del crollo del Muro di Berlino che per noi fu il crollo del muro tra Aldiquà e Aldilà.
In verità io sono nato con TM e "innamorato dalla nascita" è il soprannome che l'inconscio universale mi ha affibbiato ma solo nella primavera del 1968 ho saputo di Lei e invece solo con il 19 ottobre 1989 ho capito cosa significa Lei per me, ovvero che è un destino e da quel giorno non l'ho più lasciata: Lei non è l'anima, Lei è proprio l'anima vera ovvero l'altro soggetto e non è nè un transfert ovvero la pseudo-anima.
TM cioè non è più l'Essere che ancora percepisce sè fuori di sè come altro da sè così che necessita di essere recuperato in sè come insegna Hegel con la sua concezione dell'alienazione che a differenza di quella di Marx non è solo alienazione negativa ma anche alienazione positiva. No: la mia relazione con TM anche se non si è ancora stabilizzata data la presenza ancora della memoria, è comunque l'Essere vero.

Una rivoluzione copernicana in teologia: Freud, Jung & Silvia Montefoschi

Coincidenza di essere, conoscenza, pensiero e evoluzione "Il tabù [universale] dell'incesto [simbolico], quale principio ontologico, si presenta così infine come dinamica unica del divenire dell'essere.
Ma, se l'essere è il divenire, il tabù [universale] dell'incesto [simbolico] è l'essere stesso, e poichè la dinamica del tabù [universale] dell'incesto [simbolico] è la dialettica di un processo conoscitivo, l'essere coincide con il conoscere. E poichè ancora il conoscere è conseguente all'attività riflessiva, che è quella del pensiero, l'essere coincide con il pensare, e gli esistenti, che a noi si fanno presenti, ancora oggi in tutti gli esseri concreti che riempiono il nostro mondo terreno e in tutti i corpi celesti che popolano lo spazio cosmico, sono forme che il pensiero assume nel pensare se stesso."

 (Silvia Montefoschi, "Il principio cosmico - Storia della preistoria del verbo", 1987, cit. pag. 161)





Il femminile di Dio: Lilith e Eva poi Miryam e infine Silvia.



Dio ha anche un volto femminile ma è sempre l'unico Dio: non è che esistono due Dei.
Si tratta sempre del Pensiero che è il Vivente e il pensiero è sia potenza che atto quali i due momenti di un'unità processuale. I due termini dell'unico principio dialogico
Dio è uno, Dio dialoga con sè stesso.
Due gemelli ma una sola persona.

Al di là del tabù dell'incesto significa una sola cosa: al di là della divisione del lavoro tra uomini e donne e solo su questo terreno si dà il criterio che identifica il vero femminismo rivoluzionario dal falso femminismo rivoluzionario a parole ma conservatore nei fatti della preistorica divisione del lavoro tra uomini e donne.
Non si tratta che devono essere gli uomini a lavare i piatti, per quello oggi ci sono le macchine, ma la divisione del lavoro tra passivo e attivo poichè la domanda è anche risposta e la risposta è anche domanda, non è quindi che gli uomini si devono femminilizzarsi e le donne mascolinizzarsi (i gay pur essendo potenzialmente dei rivoluzionari sono infatti dei traditori della rivoluzione proprio come le lesbiche che anch'esse pur essendo potenzialmente delle rivoluzionarie poi di fatto sono delle giuda della rivoluzione).



Dopo il "segretario politico" del vero movimento rivoluzionario (il vescovo di Efeso e i giovannei dalle sette chiese dell'Asia minore fino al movimento psicoanalitico) mentre il "segretario amministrativo" da duemila anni sta ancora in Vaticano


IL REDENTORE DEL REDENTORE:

"Ecco
adesso non sei più in croce.
E' finita la preistoria dell'Essere
quando il Dio era ancora un Dio singolare 
costretto a mandare all'inferno l'aspetto femminile del Dio luminoso proprio perchè essendo ombroso lo contraddiceva."

A quei tempi infatti

"Io sono l'unico Dio" diceva Javhè
ma di rimando la voce di Sofia dall'inferno in cui era stata cacciata gli faceva eco:

"Presuntuoso!"

Così che in ultima analisi la condanna all'inferno del Dio-Donna significava anche la condanna alla croce per il Dio-Uomo essendo essi le due facce di una stessa medaglia: il Dio vero e unico.



L'albero del giardino

Non esiste altro essere vivente
non esiste altro protagonista
di questo teatro
della storia universale
se non quest'albero
un albero
l'albero

all'aprirsi del sipario
già tu appari
già tu sei presente
croce
croce che sei la vita

albero della conoscenza
albero della vita
solo tu esisti
da te comincia la vita
con te prosegue la vita
tutto nasce da te
tutto proviene da te
tu sei tutto quel che c'è
e si vive di te

tu sei la vita
la stella della redenzione
si nasce in te
si muore in te
si risorge in te
tu sei tutto quel che c'è

io sono te
e tu sei me

(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni", 2010, seconda edizione)


La buona volontà (Jung dopo Freud) è necessaria ma non è sufficiente per portare a compimento la rivoluzione radicale del reale

Lo stesso Jung aveva superato sì Freud ma solo a parole perchè comunque Jung era e rimaneva luminoso e non c'era nessuna femmina che contraddiceva quella luce e le psicoanaliste anch'esse erano le rappresentanti di quella stessa luce più o meno unilateralmente maschile perchè anch'esse rimandavano all'inferno l'aspetto ombroso dell'unico Dio. L'intenzione e la buona volontà c'era in Jung e nei suoi allievi e allieve ma non basta.

Poi nasce Silvia Montefoschi (è proprio il caso di dire "LA DONNA DELLA DIVINA PROVVIDENZA" questa volta) e dall'inferno il femminile di Dio ritorna ma ritorna non più nel suo aspetto ombroso ma luminoso ma questa luce non è più la vecchia luce maschile ceh le donne per essere ragionevoli dovevano ingegnarsi a SCIMMIOTTARE in qualche modo per dimostrare agli uomini che ci avevano la testa anche loro ma si trattava di una nuova luce che legittimava pertanto  anche il Nome della Madre.

Così finalmente e per la prima volta si possono amare entrambi i due aspetti dell'unico e vero Dio, il Dio duale, senza ritenere l'uno luminoso e l'altro ombroso, l'uno che conduce alla salvezza e l'altro invece che conduce alla perdizione.

Ovviamente una rivoluzione simile così radicale comporta uno stravolgimento della vita intera perfino e soprattutto del Pensiero:

"E infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi." (Silvia Montefoschi)

La ragione infatti è malata, malata di nichilismo e il nichilismo è un tumore anzi un tumore terminale.
Il nichilismo è volontà del nulla e la ragione è proprio questo; volontà del nulla.
Il nichilismo cioè la ragione è un Moloch ceh divora la vita e a cui tutti gli umani immolano le loro vite dalla nascita alla morte e questo per poter "ESSERE RAGIONEVOLI"
Non stiamo facendo l'apologia nè dell'irrazionalismo nè di una nuova ragione, non esiste una nuova ragione ma una nuova forma vivente oltre l'antropos, una forma vivente non più singolare ma duale che noi chiamiamo archetipo dell'ultima coniunctio.


Onore a te Silvia.
Onore a te Giovanni.
Voi che siete l'amore, la persona dell'amore.
Voi che siete il pensiero, la persona del pensiero.
Voi che siete la vita
la vita alla più alta potenza
la grande salute.
GiovanniSilvia
archetipo dell'ultima coniunctio.


"VERITA' E' SOLO L'INTERO" (HEGEL)
Silvia Montefoschi definita dall'inconscio universale nel suo linguaggio onirico "la figlia di Hegel", non si può definire propriamente una femminista in senso stretto ma essendo una militante impegnata all'evoluzione del Pensiero era consapevole che senza emancipazione del femminile di Dio quale aspetto in ombra di Dio stesso, non si poteva dare un'ulteriore evoluzione del Pensiero dato che l'uomo aveva terminato il suo compito storico sicchè adesso, malgrado le buone intenzioni e tutta la buona volontà, non poteva fare più altro che ripetersi, ripetersi e ripetersi.

Mancava all'appuntamento quindi più solo la donna perchè l'uomo ormai condannato all'ossessività potesse ritrovare quella creatività che aveva ancora quando ancora non era giunto al capolinea della storia dell'universo. Ritrovarla ma questa volta potenziata non essendo più la creatività umana ma la stessa creatività dell'INTERO.

In questo senso acquista una nuova luce il famoso detto di Martin Heidegger:
"Solo un Dio ci può salvare" (Martin Heidegger)
E sottointendeva "dal nichilismo ormai trionfante".

Silvia Montefoschi donna e biologa oltre che psicoanalista 


E' oggi unita in una sola persona con il teologo per antonomasia dell'occidente Giovanni Evangelista l'ebreo-greco i quali dismessi tutti i loro titoli e ruoli sociali sono più solo GiovanniSilvia, l'uomo e la donna uniti non più in coppia e neanche in una nuova coppia ma uniti anzi "saldati" in una sola persona di tipo duale.

La concezione evoluzionista detta "evoluzionismo parallelo" nel noumenico e nel fenomenico
.RIVOLUZIONE LOGICA
L'evoluzione, la vera evoluzione, pertanto non può che coincidere con l'ultima rivoluzione, ultima rivoluzione che proprio perchè ultima non può essere che puramente logica: dalla vecchia logica della separazione alla nuova logica unitaria.

Le informazioni del DNA


Anche noi come i computer abbiamo un software, questo software che è un codice è costituito di informazioni e sono queste informazioni, simboli e archetipi che ci orientano nel nostro muoverci nel mondo.
Sta qui una delle grandi differenze tra il pensiero di Jung e quello della psicoanalista ma di formazione biologa Silvia Montefoschi: Jung parlava a differenza di Freud oltre che di un inconscio personale anche di un inconscio collettivo ma ne parlava in astratto pur nell'ammetterne la sua esistenza e descrivendone le funzionalità, mentre Silvia oltre a completare la concezione dell'inconscio descrivendolo come inconscio universale ne ha anche precisato la sua realtà concreta e biologica definendo l'inconscio universale come il codice del DNA.
A differenza dei computer noi ci possiamo fare consapevoli del nostro codice e quindi siamo dei computer che possono intervenire sullo stesso programma che in noi gira.
In effetti credo che parlare di uomo o donna complica il discorso su questa realtà anche se non è sbagliato e anche parlare di maschio e femmina o anche di maschile e femminile di Dio non rende le cose più facili ossia di più immediata comprensione per via della loro ancora troppa antromorfizzazione.
Sembrerebbe invece che tutto proceda meglio allorchè ci si situi con il pensiero al livello più astratto possibile come quando si parla più genericamente dei due termini del principio dialogico, principio dialogico che poi è il logos, il discorso, la scienza, il sapere. Due termini che poi sono la potenza e l'atto dell'unico pensiero, pensiero che va visto più correttamente come una UNITA' PROCESSUALE dove gli step by step del pensiero non sono un prima e un dopo legati da una logica di causa ed effetto, nè quindi producono un passato, un presente ed un futuro ma sono legati dal principio di sincronicità dove l'atto è sì l'atto di una potenza come il maschio è sempre il maschio di una femmina e la femmina è a sua volta sempre la femmina di un maschio ma che a sua volta è la potenza di un atto non ancora attuato e via dicendo per cui tutto il passato ma anche tutto il futuro è già qui in questo infinito presente in cui consiste l'"è quello che è". "E' quello che è" che a sua volta è un "ci sono" essendo la vita vera solo la "vita unica"

Infine una rivoluzione biologica dopo tante rivoluzioni meramente politiche

Il filosofo della scuola di Francoforte Herbert Marcuse eretto insieme a Jean-Paul Sartre dai movimenti studenteschi del maggio del '68 maitre a penser, prima di morire ormai irrimediabilmente deluso dagli esiti di quei movimenti rivoluzionari in cui egli aveva riposto le sue speranze di una emancipazione della vita dal consumismo espresse la sua opinione che ormai l'unica speranza di una rivoluzione antropologica non poteva più essere riposta in una semplice rivoluzione politica ma più solo in una rivoluzione proprio biologica. Questo lo mise in scritto prima di morire nel 1976 in "Saggio sulla liberazione" e caso vuole proprio nel 1977 appare il primo libro di Silvia Montefoschi che porrà le basi di quella che oggi chiamiamo "psicoanalisi intersoggettiva radicale" che è proprio una rivoluzione biologica e non più meramente politica.

L'ULTIMA MUTAZIONE - L'ultima mutazione della storia evolutiva dell'universo è una mutazione esclusivamente identitaria che quindi non concerne la forma corporea umana (l'hardware) anche se concerne solo la specie umana in quanto l'unica specie che ancora non ha completato la sua evoluzione e punto di arrivo della storia della dialettica della natura e della dialettica della storia ovvero della dialettica del solo spirito.

Da una identità ancora individuale e quindi necessariamente storica a una nuova identità puramente relazionale.

Quest'ultima mutazione condurrà il vivente tutto dalla dialettica quale modalità del divenire che ha caratterizzato tutta la storia dell'universo ( il sogno dell'evoluzione) infine al dialogo oltre al dialettica in cui consiste il risveglio finale del Soggetto alla sua piena consapevolezza di essere irreversibilmente un SOGGETTO DUALE e non singolare.


Errata corrige: Mi sono confuso con Martin Heidegger scrivendo che Marcuse è morto nel 1976 dato eh invece è morto nel 1979 tuttavia non c'è problema poichè nel 1979 esce il secondo libro copernicano si Silvia Monetfochi dal titolo "Oltre il confen ell aperonsa" e per qunto riguarda Heidegger, questi scriveva a Sartre che non voelva essere più confuso con gli uamnisti esistenzialista chiarendogli che lui non era afafto un umanista poichè e sue elaboarzioni di pensiero si muovevano su un'altro piano, un paino dove non c'era più l'antropos ma solo l'essere. Martin heidegger ins eguito sempre su qeust aliebna di pensiero scriverà a proproisto del suo nuov modo di filosofore:

"Non è più l'uomo che parla dell'Essere ma è invece l'Essere stesso che in prima perosna dice e manifeta se stesso nel dire dell'antropos."

Questo progetto di un nuovo modo di filsoofiare Heidegegre l'ha solo enunciato o è anche pasato alla sua attuazione?

La psicoanlisi ha attuato proprio qeusto modo di filofare annunciato da heidegger e infatti lo psicoanlisat non pala  anome prorpio ma decifra la parola dell'incosncio univerale mettentoin chairo il disocrso unico: la paroal di Dio, la Necessità.

"Non esiste alcuan libertà: la libertà è uan favola, tuttavia se proprio vogliamo possimao chaimare libertà la coscienza della necessità."

(Friedrich Engels - che intuì l'esitenza di  uan dialettica presnte non solo nella storia coem sostenevano Hegel e Marx ma anche nella natura e che proprio alla sua morte nel 1895 la psicoanlisi chiamò dialettica dell'incoscio)

"Il simbolo si forgia nell'inconscio" (Silvia Monetfoschi)

Il simbolo cioè proprio ciò ceh ha messo in moto la nuova dialettica della storia.

Oggi però la storia dell'unvierso ha in progetto ma lì'ha anche già attuato, il dialogo oltre la dialettica e l'ha attuato un atle progetto proprio al capolinea della centenaria storia della psicoanalisi (1895-1987).

Resta nell'universo più solo la spazzatura della storia cioè la memoria della storia.

La materia (spazio-tempo-massa) infatti è solo memoria, solo tracce mnestiche che ad ogni ripetizione (acting out) sbiadiscono sempre più e infine scompaiono.

"Il finito proprio perchè finito non può finire mai ma può solo scomparire
tuttavia quando scomparirà
scomparirà in assoluto per non più ritornare" (Silvia Montefoschi)

Non si tratta però come alcuni ingenuamente interpretano, dell'oblio di qeusto o qeul ricordo particolare ma della trama che tesse tutti i ricordi, dell'albero stesso e non dei frutti, della pianta stessa e non dei fiori ovvero delle vere radici del nichilismo.
Ciò che scompare è quindi una logica, la vecchi logica della separazione evolutivamente obsoleta sostituita dalla nuova logica unitaria.

"Chi ricorda è costretto a ripetere" (Silvia Monetfoschi)

Materia è (verbo essere) solo memoria, niente altro che memoria




In conclusione cosa volevo dire?





καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει

καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν



(Giovanni Evangelista)




E adesso in riga: è finita la ricreazione.
Unò duè unò duè.

Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo
Thèrèse Martin ti amo


L'avvocato del diavolo

Si chiamava monsignor Alexandre Verde colui che era stato incaricato di impersonare la parte dell'avvocato del diavolo nel processo di canonizzazione di Thèrèse Martin nel 1914.

Ovviamente non lesinò le critiche alla mistica carmelitana:
  • infantile
  • puerile
  • non virile
  • persona iper-sensibile
  • la sua pietà era superficiale
  • inoltre, cosa ancora più grave non aveva un vero direttore spirituale ma si dirigeva da lei stessa quindi presuntuosa anche
  • in vita non godeva di alcuna fama di santità ma solo dopo morta si è cominciato a  vociferare in tal senso e quindi molto probabilmente a causa dell'enorme propaganda e pubblicità svolta dalla sua famiglia in tal senso. Come dire: si tratta di vera santità o piuttosto solo di propaganda?
E pensare che io invece nei mie scritti più di una volta ho usato l'espressione un po' volgare a dire il vero riferita a TM che "ci ha due coglioni grossi così" e nelle mie poesie ho scritto: "Per me stare con te è come stare con un uomo pur sapendo che tu sei una donna".

Thérèse Martin proprio come Henri Bergson non credeva affatto alla realtà reale del tempo.
E da parte sua nel convertirsi dall'ebraismo al cattolicesimo il filosofo evoluzionista
la definì "La perfetta eroina bergsoniana" 


Insomma per farla breve se fosse stato per monsignor Alexandre Verde la chiesa avrebbe respinto la richiesta  di fare della monaca che viveva nascosta un modello di vita cristiana e quindi santa e poi addirittura "Dottore della Chiesa" accanto a dei giganti del pensiero teologico come Agostino e Tommaso. 

Infine l'avvocato del diavolo non ancora soddisfatto muove l'ultimo attacco alla mistica francese trovandola anche presuntuosa quando ormai vicina a morire ha la certezza della sua salvezza e che quindi andrà sicuramente  in Cielo.
Ma chi si crede di essere?! 
Ci sono uomini e donne veramente santi che invece temono in punto di morte di andare all'inferno e invece questa si da l'assoluzione da se stessa?!

A conclusione della sua arringa la definisce veramente "puerile" nel conoscere questo aneddoto dell'allieva prediletta di Thérèse ovvero suor Maria della Trinità (al secolo Marie-Louise Castel) che in quel tempo portava ancora il velo bianco essendo solo una novizia:


"Je me repentais amèrement d’une faute que j’avais commise.

Elle me dit :
“Prenez votre Crucifix et baisez-le”. 
Je lui baisais les pieds. 
“Est-ce ainsi qu’une enfant embrasse son Père? Bien vite, passez vos mains autour de son cou et baisez son visage…” 
J’obéis.
 “Ce n’est pas tout. Il faut se faire rendre ses caresses”. 
Et je dus poser le crucifix sur chacune de mes joues ; alors elle me dit : 
“C’est bien, maintenant tout est pardonné”



C'è chi legge questo aneddoto della vita della pensatrice d'oltralpe come roba da persone ingenue, una bambina grande di 24 anni ma rimasta una bambina in ultima analisi ma io sono un suo lettore particolare, io la amo e quindi il mio amore per lei mi dà l'energia per leggere anche tra le righe e io in queste righe capisco che Thèrèse era una allieva del filosofo Eraclito di Efeso perchè Thèrèse qui dimostra di avere compreso cosa significa che la sostanza dell'Essere è il fuoco.

E del resto, facendo un parallelo, come si potrebbe svolgere una psicoanalisi se tra l'analista e il suo allievo non ci fosse il crogiuolo alchemico?
Thérèse questo l'aveva capito, magari inconsciamente senza comprenderne tutte lle implicazioni ma l'aveva capito: il fuoco tutto consuma e la vita intera è consuamzioen dello spazio-tempo-massa.
Del resto Thèrèse non credeva ala realtà del tempo.
A ogni ciclo di questo eterno ritorno la memoria si consuma e infine si dissolve ma il fuoco dell'eros accelera questo processo ancora di più.
Conoscenza, la vera conoscenza non è addizione ma sottrazione.
Solo gettando i pensati a consumare nel crogiuolo alchemico (la risoluzione del transfert ovvero dell'interdipendenza tra l'uno  e l'altro del Logos) il pensiero si purifica dei suoi pensati e ritorna Pensante cioè Pensiero Puro.
"L'unione differenzia" diceva lo scienziato evoluzionista Teilhard de Chardin.
Se Hegel allievo di Eraclito non avesse avuto il fuoco in sè non avrebbe potuto elaborare la sua megasintesi ma avrebbe fatto un mosaico e non una sintesi, una arlecchinata, un collage di storia di filosofie come molti professori di filosofia che non sono veri pensatori non possedendo il fuoco degli dei.


Simone Weil nel 1936 a Barcellona miliziana volontaria nella guerra di Spagna



Non c'è da meravigliarsi di tali critiche da parte cattolica: la stessa mistica cristiana ma di formazione marxista Simone Weil che fu anche sindacalista e anarco-comunista la definiva puerile e troppo infantile: "una figlia di papà" praticamente.


Perfino una delle sue sorelle Leonie Martin disse in proposito:



"Si Teresina era indubbiamente una persona veramente educata e gentile, questo sì ma che fosse anche una santa, questo poi non me lo sarei mai aspettato."


Anche l'antropologa Ida Magli fa le veci di un avvocato del diavolo ma l'ex suora la critica da un punto di vista laico


Da parte mia scrivevo invece anni fa quando ero ancora uno dei tanti  redattori di wikipedia:


"Thérèse Martin usava paragonarsi ad una cicala che passa il suo tempo a cantare.
In un'epoca, la sua epoca di fine ottocento dove il positivismo in filosofia e nella scienza dettano le nuove leggi più conformi all'apoteosi, l'apologia e il trionfo della tecnica, Lei intende  anche irridere al produttivismo insensato e vanitoso del mondo: tutto è vanità nient'altro che vanità coem le aveva insegnato il suo maestro il Re di Israele Salomone autore del "Libro della sapienza" .
Ma è solo il progresso che irride Thérèse Martin e non l'evoluzione ma lei questo non lo sapeva e credeva che criticando il progresso criticava anche l'evoluzione così credeva che "di questo passo un giorno la scienza riuscirà a spiegare perfino Dio".
E allora?
Quale è il problema se Dio è morto, e morto perchè la scienza l'ha ucciso cioè gli uomini l'hanno ucciso? Che problema c'è?



Nella sua stessa epoca Nietzsche che in quel periodo viveva in Italia a Genova presso una locanda di Piazza Portello e conosciuto come "il professore tedesco in pensione", invece più smaliziato di Thèrèse nel regno dei concetti chiariva come la buona novella della "morte di dio" coincideva anche con la morte dell'anthropos.
Questo Thèrèse non lo sapeva .
Non sapeva che l'antropos è più solo una resistenza all'Infinitamente Vivente che è proprio il Pensiero Pensante che lei chiamava Dio come da tradizione.

Teresina non aveva la stessa formazione del filologo Nietzsche eppure aveva intuito, aiutata dall'ormai extraterrestre Archimede allievo del grande Pitagora, lo stesso "archetipo dell'ultima coniuntio" della nuova e vera psicoanalisi di fine novecento. Tuttavia non basta l'intuizione poi occorre utilizzare anche l'altra gamba del pensiero che è la riflessione poichè il pensiero cammina su due gambe e non con una sola gamba: intuizione e riflessione.

«Datemi un punto d'appoggio e solleverò la terra.» (Archimede allievo di Pitagora)

E per Thérèse che non era affatto una bigotta come alcuni la descrivono ma invece alquanto disinvolta sul piano del pensiero, quanto detto da Archimede era da Lei vissuto come un faro che le indicava il cammino evolutivo al pari di altri libri sacri.

Pitagora il maestro e gli allievi e allieve della sua società segreta: la comune pitagorica