Dialogando con Silvia Montefoschi - Genova, 12 aprile 1988 (audiocassetta n° 38)

Silvia: "Il male è il male dell'universo, non è il male della singola persona."


Silvia: "Sì però è sempre il vecchio eroe...il sistema uomo, il soggetto riflessivo individuale identificato ancora appunto nell'antropos per cui nel momento in cui la dimensione universale, l'Essere infinito penetra in lui, lui si vive questa frammentazione eroica come l'unico portatore di questa frammentazione mentre non è vero."



Silvia: "Ma io direi questo: l'illuminista è la luce della ragione, cioè della coscienza di essere separata dall'essere, il maschile separato dal femminile. E' quindi luce se vogliamo artificiale. Lo spegnimento della luce artificiale è lo spegnimento della luce della ragione come coscienza di essere separata dall'essere. Ma la tenebra contiene la luce in quanto è la luce della perenne riflessione dell'essere infinito. Cioè è la natura, la materia, l'essere che riconosce in sè di avere la luce. Non più la separazione tra la coscienza di essere e l'essere. Allora la luce che io porto non è più quella degli illuministi..."


Silvia: "Non è che il pensato si limita ad essere un pensato: è accompagnato dall'emozione e si trasforma in azione, quindi viene agito continuamente, mentre il non pensare, il non pensare vuole dire dire no all'essere traversati dai pensati e quindi prenderne distanza."

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