Materia e memoria? Materia è memoria

Uno dei concetti più importanti del pensiero filosofico dell'evoluzionista ma non materialista Henri Bergson formulato alla fine del 1800 in pieno trionfo del pensiero positivista e scientista fattosi forte dalla conquiste della tecnica è quello di "abitudine" che rimanda in qualche modo a quell'altro concetto filosofico di "ripetizione" o a quello psicoanalitico di "acting out" .


La mistica e teologa francese Thérèse Martin era una cristiana o una bergsoniana senza sapere di esserlo? D'altronde hanno vissuto nella stessa epoca e i pensieri sono realtà concrete nel senso che sono nell'aria essendo i pensieri onde del pensiero captabili più o meno fedelmente da chi è in grado di sintonizzarsi su quelle specifiche frequenze.

"La perfetta eroina bergsoniana" (Henri Bergson)

Questo disse quasi sul finire della sua esistenza il filosofo evoluzionista ma non materialista Henri Bergson della sua conterranea cattolica ma senza grandi studi universitari Thérèse Martin.
Bergson era un ebreo ma ormai era intenzionato a convertirsi al cattolicesimo.


La questione della relazione corpo-spirito

Henri Bergson, "Materia e memoria - Saggio sulla relazione tra il corpo e lo spirito", 1896


In quest'opera del 1896, che anticipa il dibattito contemporaneo sul cosiddetto "mind-body problem", il filosofo evoluzionista ma non materialista Henri Bergson (1859-1941) tratta di tale problematica.

La materia che sembra quanto di più solido e stabile vi sia nell'universo tanto da coincidere con la realtà stessa, invece difficile a crederci se ci si basa solo sui vecchi cinque sensi, è solo pensiero, o meglio pensiero oggettivato, pensiero statico, memoria appunto, semplice ricordo, passato, storia, solo storia dunque niente di veramente solido e immodificabile, in una parola "abitudine".
Mal si fa quindi a utilizzare per orientarci nel mondo del significato e della verità solo degli obsoleti cinque sensi attraverso i quali l’Essere tratta ancora sè non soltanto come altro da sè ma come esterno a sè.
Comunque soprattutto riferendoci a Giovanni abbiamo sempre sostenuto che "In principio era la relazione" per cui la memoria e quindi la storia altro non può essere che la storia della relazione, il passato della relazione, che pur non essendo più, permane per forza di inerzia come memoria e comunque anche se ridotta solo a pura memoria continua tuttavia a produrre effetti di realtà.
Noi con Giovanni Evangelista in primis ma non solo con Giovanni ma anche con Martin Buber riteniamo che “in principio era il Legame (Logos)” anche se l'ebreo Martin Buber dice solo che non esiste in alcun modo soggettività ma sempre e solo intersoggettività senza quindi farne, almeno esplicitamente, come invece fa l’ebreo-cristiano Giovanni, un principio ontologico.
E’ proprio questo che fa dire alla biologa e poi psicoanalista Silvia Montefoschi e in controtendenza alla maggioranza degli umani, che “chi ricorda è condannato a ripetere”.

Bergson con le sue elaborazioni sulla materia-memoria non fa quindi altro che porre al centro della riflessione la questione della “ripetizione” che in psicoanalisi con un termine inglese si fa chiamare “acting out” (azione coatta) per cui gli stessi umani in gran parte anche se alcuni di più e altri di meno sono solo dei robot, dei robot di carne, dei computer fatti di pelle. Ecco dunque perchè la questione della ripetizione è così importante per le sorti dell’evoluzione umana.
La vecchia specie umana invece cosa fa invece di concentrarsi sulla questione della ripetizione? Ritiene invece che il suo destino dipende solo dalla redistribuzione ugualitaria delle ricchezze. Ma chi sono i padroni della relazione schiavo-padrone? Sono proprio coloro che hanno più memoria di altri e quindi sono fatti più di altri di materia.
Alla luce di queste riflessioni acquista ancora più significato la tipologia elaborata dalle primitive comunità cristiane più di orientamento gnostico i quali suddividevano l’intera umanità in tre tipologie di umani:


  • materialisti
  • psichici (o animici)
  • spirituali
Cosa ha aggiunto allora l’elaborazione psicoanalitica evoluzionista di Silvia Montefoschi?
Ha aggiunto che ci ha edotti che anche gli spirituali hanno i loro limiti e che quindi noi che siamo l’ultima generazione “la generazione che non vacilla” come la chiamava Giovanni il Teologo ed evangelista, dobbiamo andare oltre la stessa noosfera che poi è la comunicazione dato che:

  • la sessualità caratterizza il relazionarsi degli animali
  • la comunicazione caratterizza il relazionarsi della vecchia umanità
  • il nuovo sesto senso è invece ciò che caratterizza il relazionarsi della nuova e vera umanità che poi sono anche i fondatori del vero REGNO (specificamente) UMANO
Ma che cos’è questo nuovo sesto senso?

Bergson l’avrebbe chiamato “intuizione” ma è meglio definirlo come il senso del pensiero che percepisce il pensiero non come astrazione ma come realtà concreta e vivente e che pertanto si affida ad esso e gli dà credito come il senso che solo è in grado di “vedere” il significato e la verità ma soprattutto è quel senso che supera la vecchia logica della separazione e pertanto ‘unico in grado di produrre la nuova Persona-Duale dell’Uno-Vero che solo permette l’ultimo esodo, l’esodo oltre l’uni-verso.




Questa è anche la nuova e ultima Arca di Noè e non c’è ne sono altre dopodichè:

“chi c’è c’è e chi non c’è non c’è”, dove questo “c’è” va inteso in senso ontologico:

“Io sono IL VIVENTE:
colui che era
che è.
Sono il LEGAME che era in principio.”
e che sempre sarà.


L'esodo oltre l'abitudine, l'esodo oltre il trionfo del nichilismo

Non abbiamo scelta: l’ESSERE o il NULLA.
Avete capito allora perchè in questo fine della storia è nata la psicoanalisi?
“Dov’è l’ARCA?”
“E’ là!” Dicono gli psicoanalisti, ma solo gli ultimi psicoanalisti evidentemente.
Ma in cosa consiste l’Arca in concreto?
E’ proprio lo stesso sesto senso e infatti con i vecchi cinque sensi si può solo comunicare ma non salire sull’Arca della salvezza: ci sono i buttafuori infatti che non fanno salire nessuno vestito da arlecchino ma deve essere INTERO cioè Uno ma Uno vero cioè Uno-Duale.

“Verità è solo l’intero”

(Hegel, “Fenomenologia dello spirito”, 1807)

“Unità è solo un divenire unità”

(Franz Rosenzweig, “La stella della Redenzione”, 1921 )



Conclusione: oltre la comunicazione al capolinea della storia dell'universo

Questa della “ripetizione”, acting out o memoria è la vera questione da cui ci si deve redimere, da cui il PENSIERO VIVENTE che è “il legame” cioè “la relazione” si deve redimere poichè questo è il vero senso del concetto di “redenzione” e non esiste altro vero significato del concetto di "redenzione" se non questo liberarsi dalla vecchie "abitudini" relazionali e che altri chiamano "il tram tram della vita quotidiana" o "la crisi del settimo anno" e insomma ciò che segue alla fase dell'innamoramento ma non nel senso che bisogna inneggiare all'amore ma nel senso che "la pura relazione" è più dell'amore e anche qui non nel senso di una relazione de-sessualizzata ma nel senso di una relazione che non ha più bisogno cioè non necessita più di comunicazione.

"E infine il pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi." (Silvia Montefoschi"

Insomma per dirla in una parola: se George Berkeley sosteneva che "Esse est percipi" allora si tratta più solo di passare a una "nuova percezione" dell'Altro in sè.

Si potrà obiettare: ma dire "ci sei, ci siamo" non è anch'essa una ripetizione?
All'apparenza sembra una ripetizione ma nei fatti non lo è una ripetizione poichè risulta sempre essere un nuovo "ci sei", un nuovo "ci siamo".

La direzione della vita e dell'evoluzione: la vita eterna


Senza la vita eterna che unisce veramente ciò che nessuno può separare, l'uomo e la donna rimangono l'uomo e la donna e non possono in nessun modo trapassare nell'Uomo-Dio e la Donna-Dio che sono l'uomo e la donna uniti in una sola persona duale. Questo accade perchè l'uomo e la donna sono una cosa ma l'uomo e la donna uniti in una sola persona sono tutta un'altra cosa, si tratta di un vero salto di qualità, un salto macro-evolutivo, una nuova specie vivente oltre l'anthropos.
Nessun prete nè sindaco è legittimato a celebrare matrimoni poichè solo la vita eterna ha questo potere.

"Io sono perchè tu sei, io sono la domanda perchè tu sei la risposta e io sono la risposta perchè tu sei la domanda. Io sono perchè tu mi dici sì e tu sei perchè io ti dico sì, il sì perenne che è la vita eterna."

(Silvia Montefoschi, 2002)

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