La soluzione magica a tutti i problemi della vita

Sembra impossibile che sia così facile e invece è proprio così anche se non è assolutamente facile.
Tutti i problemi e intendiamo proprio tutti intendendo con quel "tutti" non solo i cosiddetti problemi di natura "psichica" ma anche quelli di natura "materiale" troverebbero così la loro soluzione non solo temporanea ma definitiva.


Un problema semplicemente identitario

Tutto infatti si può ridurre a un problema identitario e la soluzione in questa prospettiva che noi chiamiamo ancora "psicoanalitica" sarebbe in una mutazione identitaria da una vecchia identità ancora storica a una nuova identità puramente relazionale.


Noi i genialoni

Come abbiamo detto però non è assolutamente facile altrimenti i nostri antenati non avrebbero aspettato noi i genialoni.
Alcuni potrebbero realizzare una tale mutazione poichè hanno già in sè nel DNA le informazioni che spingono in questa direzione, altri invece non potrebbero anche perchè se non si è costretti a una tale mutazione non si fa nemmeno un primo passo in questa direzione trasformativa: è un po' come nelle rivoluzioni politiche per cui solo chi sta male in un determinato ordinamento sociale può essere interessato a realizzare una mutazione mentre chi sta bene non ci pensa nemmeno alla rivoluzione e anzi vi si opporrà con tutte le sue forze mettendo in atto una controrivoluzione.


Rivoluzione politica o rivoluzione identitaria?

In questo caso non "politico" ma "identitario" però gli stessi rivoluzionari sono anche controrivoluzionari in quanto la memoria della loro vecchia identità ancora storica mette in atto una resistenza alla trasformazione: ne nasce così un conflitto interno che però se il soggetto invece di potenziare la propria memoria ("si sa quel che si perde") potenzia invece il proprio progetto interno ("e non si sa quel che si trova") va sbiadendosi sempre di più proprio come una memoria che non si carica di energia (non si erotizza) fino a cancellarsi definitivamente eliminando il conflitto tra un sè rivoluzionario e un sè che fa resistenza a quel se stesso più rivoluzionario e quindi più favorevole al cambiamento.


Progressisti o evoluzionisti?

Tante e di vario genere sono le soluzioni possibili che l'umanità si è inventata per trovare soluzioni alle problematiche umane ma invece basterebbe una mutazione identitaria al posto di girare inutilmente attorno al problema e così lo si risolverebbe direttamente alla radice.
Ricordiamoci sempre che noi possiamo essere progressisti ma la natura pur non essendo contro il progressismo non è affatto progressista ma solo evoluzionista.


Dopo la nascita del prototipo la strada alla vetta della montagna è aperta

Oggi per la prima volta nella storia dell'universo grazie allo sprint finale realizzato dall'ultimo brano della storia dell'universo che è la storia del movimento psicoanalitico, oggi sappiamo e abbiamo la soluzione mentre i nostri antenati non hanno avuto la fortuna che noi contemporanei abbiamo, quindi loro non potevano risolvere tutti i problemi alla radice perchè questo sapere in loro era ancora solo un sapere inconscio e oggi invece è emerso finalmente alla coscienza grazie alla decifrazione completa del discorso dell'inconscio universale realizzato dalla ermeneutica psicoanalitica.

L'ultima resistenza al discorso dell'inconscio universale ormai già tutto decifrato

Si riuscirà infine a realizzare questa mutazione identitaria che risolverà così e infine tutti i problemi della vita?
La natura va comunque in questa direzione e per quanto la resistenza al suo realizzarsi possa essere forte, ogni resistenza verrà infine spazzata via dall'Essere stesso ossia dal Pensiero che è il vero Vivente che procede e continuerà a procedere come un bulldozer.

L'origine del male ma che in altre epoche precedenti è stato anche un bene

Qualsiasi problema noi si ha, e di qualsiasi natura essa sia, può essere ricondotta a una problematica identitaria di fondo, ovvero determinata dal fatto che si ha ancora una identità storica.
E pensare che c'è ancora chi va in psicoanalisi con il progetto di rafforzare la sua vecchia identità ancora storica che nel frattempo gli eventi di una vita hanno TRAMATO per indebolirla sempre più.


Abracadabra e il male non c'è più

In conclusione allora quale sarebbe questa soluzione magica a tutti i problemi della vita?
Una nuova identità puramente relazionale.
Il guaio è che molti vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca o se si tratta di donne il marito ubriaco il che tradotto significa che vorrebbero avere i benefici sia di una nuova identità puramente relazionale e senza però perdere i benefici di una vecchia identità ancora storica: mica scemi eh! ma non si può: aut aut.


La fortuna di vivere dopo il 1987: o la sfortuna?

In verità solo oggi ovvero solo dopo il 1987 e quindi a maggior ragione in questo 2020 si dà praticabile questa nuova identità puramente relazionale mentre non era praticabile prima e quindi coloro che coltivavano una identità storica lavoravano comunque ad avvicinare il momento della nascita del prototipo di identità puramente relazionale. 
Oggi e solo oggi si può.
nel farttempo proprio a partire da quel 1987 è iniziato l'ultimo sprint di qeul processo che Jung e poi Silvia Monetfoschi hanno chiamto "processo di individuazioen universale" che prende oggi il nome di "processo di autodistruzione.
Cosa o chi si autodistrugge?
Il vecchio SRI (soggetto riflessivo individuale) ovvero di quel soggetto che ha fatto l'intera storia umana incluso quindi noi stessi uomini moderni e contemporanei che oggi e solo oggi con al nasciat di GioavnniSilvia (archetipo dell'ultiam coniucntio) è più solo l'ex-SRI.


La vita degli archetipi in noi e nella storia

Tutti gli archetipi che ritroviamo nelle nostre biografie, nelle opere letterarie, artistiche, nei miti, le opere teatrali e anche i film, sono tutti archetipi morti ovvero che parlano solo del passato e non dell'avvenire ovvero sono più totalmente insignificanti e solo il nuovo archetipo dell'ultima coniuntio nato nel 1987 è l'unico archetipo ancora vivente.
Tutti i romanzi, opere teatrali, film e le nostre stesse biografie sono ormai totalmente insignificanti: non c'è un romanzo, un lavoro artistico, un'opera teatrale, un film, uan viat ceh dica qualcosa di nuovo ma tutte qeuste opere parlano di un passato ormai morto e che sopravvive più solo coem memoria, coem ricordo. Quetso significa che oggi l'unico archetipo vviente sia il solo archetipo dlel'ultiam coniunctio ovvvero la'crhetipo dei gemmeli, degli identici, delal nuvo aperosan duale.
L'epoca storica anzi post-storica che oggi noi contemporanei viviamo è l'epoca dle divenire insignificante di tutto ciò che invece prima della nascita di GiovanniSilvia era significativo.
Cosa vuoel dire che un archetipo cessa di essere significativo?
Significa che non ha direzione, avvenire, che è morto ovvero che parla più solo di un passato che è stato ma che non è più.
Che cosa è un archetipo?
E' una gestalt, una forma, non è un contenuto, ma è un contenitore di forze cosmiche, un contenitore d'ordine che impedisce il caos.

Il nuovo processo di autodistruzione

"Quando quei due saranno uno solo nell'esterno come nell'interno e il maschio con la femmina non sarà nè maschio nè femmina"

(Citazione dagli scritti prodotti dalle comunità del cristianesimo primitivo delle origini più di orientamento gnostico)

Oggi è quindi più solo il processo di autodistruzione ovvero un divenir caos ed è questo il trionfo finale di quella malattia dello spirito che è il nichilismo ma proprio questo trionfo del nichilismo fa si che il nichilismo si manifesti chiaramente a tutti per quel che è, si che è più difficile ingannarsi sulle forze in campo nella battaglia di Armageddon e quindi è più facile prendere posizione. Progressisti o evoluzionisti? 
Mi si potrà obiettare: ma i conservatori dove li metti?
I conservatori?
I conservatori sono proprio i progressisti che vogliono cambiare tutto per non cambiare niente.

"Il finito proprio perchè finito non può finire mai ma può solo scomparire
tuttavia quando scompare
scomparirà in assoluto per non più ritornare."

(Silvia Montefoschi)

Il nuovo processo di spersonalizzazione

Andrea Morelli (psicoanalista di Silvia): "Silvia, quindi se ho ben capito tu accetti il processo."
Silvia Montefoschi (psicoanalista di Andrea): "Io non accetto affatto il processo, IO SONO il processo."

Allora visto che così stanno le cose che cosa possiamo opporre al processo di autodistruzione ormai già avviatosi?
Possiamo opporre solo un nuovo processo anch'esso che è il processo di spersonalizzazione ovvero l'esodo dall'universo, che è abbandonare la nostra vecchia identità ancor astorica per una nuova identità puramente relazionale, che è un po' come dismettere un vecchio abito per uno nuovo più adeguato alla realtà dei nuovi tempi post-apocalittici.
Noi non siamo più la nostra storia ma più solo la nostra relazione, quella relazione che era in principio, l'uno e l'altro dell'unico discorso che era, che è  e che sempre sarà il Dio Vivente ovvero l'Infinitamente Pensante.
E' finito quindi anche il tempo di ritenerci consustanziali al Dio per essere invece identici al Dio: gli umani infatti o meglio la nuova e vera umanità non è consustanziale a Dio ma è proprio Dio.

Il tramonto dell'occidente o piuttosto il tramonto dell'Anthropos?

E mentre una vecchia umanità in ultima analisi ancora individualista tramonta, una nuova umanità si pone al capolinea della storia universale come i fondatori del vero Regno Umano.
Oltre il male ovvero oltre la divisione del lavoro tra uomini e donne che si spartiscono più o meno in accordo o in guerra i ruoli di attivo e passivo nasce proprio al termine della storia dell'universo finalmente la città di Dio, la nuova polis.

Il male? Il bene?

Tutto è bene quel che finisce bene.

Tutto è bene. Tutto.

Freud docet: i limiti insuperabili della vecchia psicoanalisi

Freud in una delle sue ultime opere di teorizzazione della prassi psicoanalitica "Analisi terminabile e interminabile" del 1936 ci mette in guardia sui limiti della scienza psicoanalitica.
In questo scritto Freud dice a chiare lettere che c'è un muro insuperabile che pone un altolà e quindi fa resistenza a qualsivoglia tecnica psicoanalitica.
Questo muro invalicabile è costituito  dalla biologia ovvero dai corpi umani materiali che non possono congiungersi veramente in una sola persona duale.
Quale sono le implicazioni ontologiche di una tale affermazione alquanto ragionevole?
Significa che la divisione del lavoro tra uomini e donne è una dato ineluttabile a cui bisogna piegare la testa come di fronte a un destino immodificabile: questo è il realismo psicoanalitico.
Il male dunque c'è e sempre ci sarà.

La biologa Silvia Montefoschi però di fronte a questo e altri scritti simili anche di altri autori anche di altre discipline non si è fermata ma è andata avanti sicura del fatto suo continuando ad ascoltare il discorso dell'inconscio universale così e infine oggi sappiamo che niente può imporre un altolà alla scienza delle scienze, la psicoanalisi.
Oggi sappiamo che si può.
Così come Cristoforo Colombo ci ha insegnato che si può osare procedere fin oltre le colonne d'Ercole, ugualmente GiovanniSilvia ci hanno insegnato che si può e in quell'istante nasce una nuova posicoanalisi che poi è sempre la stessa psicoanalisi giunta al capolinea della sua centenaria storia che postasi all'inizio come meta la terapia delle nevrosi e delle psicosi ha invece creato la nuova persona duale, un nuovo archetipo, l'archetipo dell'ultima coniunctio e in quello stesso istante si dà l'apocalisse (apocalisse= rivelazione) e inizia una nuova epoca già post-apocalittica che è quella in cui stiamo vivendo oggi.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.