Testimone e quindi anche incarnazione del logos che era in principio

il sapere originario rimosso
 l'inconscio universale
e il ritorno del rimosso



E' vero come sosteneva il greco Eraclito di Efeso prima ancora dell'ebreo Giovanni vescovo di Efeso che l'Archè è il Logos ma Giovanni ha precisato che l'archè, è vero che è il rapporto ma che tutti i rapporti ovvero tutte le relazioni sono derivati e sono state generati dalla relazione che era in principio e che quindi la molteplicità deriva dall'Uno ma da un Uno che a sua volta come tutto che è a sua immagine e somiglianza è un Due per cui in principio era l'Uno-Duale.


In questa nuova rivisitazione giovannea della teoria del Logos c'è presente anche tutta la concezione psicoanalitica dell'Essere che è stata necessaria per realizzare il "ritorno del rimosso" ma non di un rimosso personale nè collettivo ma proprio universale.
Giovanni inoltre è colui che ha colto come anche se tutto è incarnazione del Logos (perfino i dinosauri sono incarnazione del logos ovvero anch'essi discorso biologico scritto con l'alfabeto del DNA di solo quattro lettere, la cosiddetta dialettica della natura che poi prosegue anche come dialettica della storia) solo nel rabbino di Nazareth questa incarnazione del logos che era in principio si è fatta consapevole di sè e quindi lui ne dà testimonianza non al mondo (una vera e inutile perdita di tempo e energie) ma solo ai suoi (come infatti divenuto più adulto e quindi più maturo infine comprese anche se ormai era troppo tardi per salvare la pelle: vuole dire che Gesù la prossima volta che rinasce si farà più furbo. Mai dare le perle a cani e porci).

"Padre io non ti prego per il mondo ma solo per coloro che tu mi hai affidato." (Giovanni, 17)

Dove il Padre è proprio il Pensiero Vivente, il Logos che era in principio, che era, che è  e che sempre sarà  la vita alla più alta potenza energetica.
Il Logos che era in principio e che ancora splende nelle tenebre proprio come la chiesa giovannea che entrata in clandestinità è rimasta sempre presente nel mondo per duemila anni.

Tra le prime comuni dei nazareni vanno annoverate le sette stelle dell'Asia minore
 ovvero le sette chiese dell'Asia Minore che ebbero come vescovo e guida il teologo per antonomasia:
è stata questa fino al raggiungimento di cento e passa anni la diocesi di Giovanni apostolo ed evangelista
 oltre che autore della nota Apocalisse.

Giovanni infatti è il "testimone" cioè il "martire" a causa di questa testimonianza per cui non può in alcun modo far finta di non sapere: egli sa e non può rimuovere un tale sapere.
Giovanni infatti non si faceva chiamare "maestro" ma "testimone".
Una testimonianza questa che lo condanna a morte: egli infatti a causa di un tale sapere e per il fatto stesso che sa, è già morto al mondo.


La tomba dell'ebreo-greco Giovanni vescovo di Efeso in Asia Minore nell'odierna Turchia.

Giovanni il veggente

Giovanni il veggente e la nuova genealogia: il Santo Graal o sangue reale.
La rivoluzione, l'ultima rivoluzione beninteso che è solo logica e non politica, infatti non può essere che biologica ovvero non è questione di libri letti ma di genealogia, di una nuova informazione presente nel DNA fin dalla nascita ma malgrado ciò "non basta nascere con il gene mutato perchè poi bisogna anche lavorare alla mutazione" (Silvia Montefoschi) perchè tale mutazione presente solo come potenzialità infine si attui.
Da allora i giovannei hanno fatto tanti figli sparsi per il mondo e presenti in ogni continente oltre che essendo ormai molti di questi defunti tra cui lo stesso Giovanni, costoro sono tuttora  presenti anche nell'Aldilà come extraterrestri ovvero colonizzatori dei tanti pianeti dell'universo ("le tante dimore del Padre" di cui a suo tempo parlava Giovanni mettendo in guardia sai dalla morte seconda sia dal peccato contro lo spirito che non è una disubbidienza ma un rinnegamento della dimensione del noumenico a favore della dimensione del fenomenico riconosciuta come l'unica reale).



L'interpretazione della storia

La chiave interpretativa che sola può permettere di comprendere la storia,il suo senso, la sua direzione: l'ermeneutica della storia dell'universo.


IL REALE TUTTO ALTRO NON E' CHE IL DUE E LA CONSEGUENTE E DERIVATA STORIA DEL DUE

Poi la storia del Due con l'oblio scompare ma rimane il Due.
La vita infatti non è la storia della vita ma è proprio la vita cioè il Due.
Ecco spiegato perchè l'apocalisse non coincide anche con la fine della vita ma semmai e al contrario, venendo meno al Due la zavorra della sua storia (la storia del Due), coincide con l'inizio della vera vita alla più alta potenza (l'essere vero) come non è mai stata all'interno della storia evolutiva della vita (la preistoria dell'Essere).

Il due non è una astrazione ma è un vero essere vivente: lo chiamiamo "due" perchè pur essendo un soggetto e quindi una vera e propria persona vivente tuttavia non è una persona singolare come siamo noi o forse è meglio dire "come crediamo di essere noi" ancora fissati a una identità individuale, ma è un soggetto duale che solo alla fine della storia dell'universo e quindi solo al termine della "psicoanalisi universale" viene a sapere di essere "due" e per di più viene a sapere di essere IRREVERSIBILMENTE due proprio come è anche IRREVERSIBILMENTE uno.

Andrebbe detto che è più corretto dire che non è che al termine della storia dell'universo viene a sapere di essere due ma che al termine della storia dell'universo avviene quell'evento che la psicoanalisi ha sempre chiamato "RITORNO DEL RIMOSSO". L'inconscio, l'inconscio universale è infatti la rimozione di un sapere e il sapere che è stato rimosso è l'identità del due: ecco spiegato perchè gli umani attuali sono convinti di essere dei soggetti singolari, ma sarebbe più corretto parlare di "fissazione" a una identità ancora individuale.

Già in Giovanni Evangelista troviamo una prima intuizione di questo sapere che è veramente apocalittica stante che "apocalisse "significa" rivelazione.

Nel primo brano qui di seguito c'è l'intuizione chiara e nitida che l'origine è proprio il Due e che ciò che segue, la storia, altro non è che la storia del Due ma in entrambe le affermazioni giovannee c'è anche la consapevolezza che questo DUE è anche un UNO.

Questa consapevolezza viene raggiunta dall'umanità nella persona del solo Giovanni, il più evoluto di tutti gli umani, già duemila anni fa e da allora si inscrive nel DNA di coloro che sono la discendenza giovannea (sia per via carnale padre-figlio/a, sia per via della relazione maestro-allievo/a).
Così possiamo dire che le tre culle della storia della specie umana sono:

1. il Kenia (Africa) per ciò che concerne l'homo abilis (SRI: soggetto riflessivo individuale che riflette il mondo esterno)

2. il Sud-Africa per ciò che concerne l'homo sapiens-sapiens che noi oggi chiamiamo anche "vecchia umanità" (SRI: soggetto riflessivo individuale che comincia a riflettere oltre al mondo esterno come nella figura sociale del "tecnico" anche il mondo interno come nella nuova figura sociale del "filosofo")

3. Palestina (la nuova e vera umanità in cui avviene l'evento del ritorno del rimosso e nei quali un tale sapere si stabilizza sempre più: da Giovanni (SRsI: soggetto riflessivo super-individuale) a GiovanniSilvia (SSR: soggetto super-riflessivo)

Qui di seguito la grande intuizione giovannea quale rivelazione che costituisce l'inizio della fine del mondo.
Il mondo infatti coincide con la visione del mondo che il mondo ha di sè, pertanto se tale visione si trasforma è il vecchio mondo che scompare nel momento stesso che quella vecchia visione cessa di essere pensata ovvero non trovi più nessuno che la pensi. Questo accade proprio perchè il simbolico non è altro dal reale ma è il reale stesso.

1. IL DUE

In principio era il pensiero (Logos - Verbo - Dialogo - Relazione)
e il pensiero che era in principio
in principio era ancora PRESSO il Dio

(Giovanni Evangelista)

2. LA STORIA DEL DUE

Tutto ciò che è venuto ad essere
è venuto ad essere per mezzo di questo Logos che era in principio
che era PRESSO il Dio
e che era il Dio

(Giovanni Evangelista)



ATTENZIONE  ai sempre possibili equivoci


Il discorso qui svolto non vuoel essere un discorso ideologico ma biologico e proprio per questo ci pare molto più convincente  e reale la tesi del teologo cattolico Karl Ranher che ha elaborato il concetto di "cristiani anonimi": infatti ci vuol ben altro che un battesimo di acqua per appartenere a quella che Giovanni nelle sue due opere "Atti di Giovanni" e "Apocrifo di Giovanni" chiama "ultima generazione", "la generazione che non vacilla" e che riconosce il "Principio Di Opposizione" come il vero  Dio del solo mondo (pseudo-logos) altro dall'anch'egli vero Dio del tutto che è il "Principio Dialogico" (il logos che era in principio).

La gran rabbina di Nazareth Miryam e il Santo Graal: la nuova Eva e la nuova stirpe


Figlia di Gioachino e Anna, ebrei praticanti, i suoi genitori la misero a studiare teologia presso i dottori della legge al tempio di Gerusalemme.
Inevitabilmente si innamorò del suo maestro in cui vedeva Dio stesso, il suo aspetto maschile, così all'insegnamento teologico seguì l'8 dicembre ovvero l'amplesso totalmente disinteressato.
Divenuta ragazza madre, la grande teologa siccome non era scema ma oltre che colta era anche furba e per certi aspetti anche più di suo figlio ch'era invece troppo buono, così la nuova rabbina eterodossa riuscì a trovare un Giuseppe per salvare la faccia di fronte ai pregiudizi degli ebrei più tradizionalisti retrogradi e legati più alla lettera che allo spirito.
Il resto della storia la conosciamo tutti: era imparentata con Elisabetta figlia del sacerdote Zaccaria che la riconobbe come la madre del nuovo Messiah che il popolo dell'esodo aspettava. A sua volta Elisabetta  diede alla luce Giovanni il Battista che fu il primo a  riconoscere il figlio della rabbina di Nazareth a sua volta rabbino eterodosso come il nuovo Messiah e fu proprio Giovanni il Battista che aveva come allievo Giovanni futuro evangelista a invitarlo a seguire Jeshuà di Nazareth come nuovo maestro.



I due volti dell'unico Dio


"Giovanni questa è anche la tua origine" e Giovanni la tenne (l'origine della nuova coscienza) presso di sè a Efeso come l'aspetto femminile dell'unico Dio Vivente.


Dopo 2.000 anni il ritorno di Giovanni e la nuova Maria

Giovanni ebreo di cultura ebbe l'intelligenza dovuta al suo amore per lo spirito più che alla purezza della lettera, di fare propria anche la ricchezza sapienziale della grande e altrettanto antichissima civiltà greca ed è per questo che noi lo definiamo anche l'ebreo-greco.
Dopo la sua morte avvenuta a tarda età e ultracentenario, Giovanni rimase in contatto tramite la telepatia con i terrestri. Tanti sono infatti i terrestri e le terrestri che con lui dialogarono per portare avanti l'evoluzione del pensiero tra i quali ricordiamo tra i più famosi e più improbabili: lo scienziato Isaac Newton e il filosofo ma anche teologo Hegel.
Giovanni però e infine riuscì a realizzare l'ultima coniunctio (altra dalla coniunctio una tantum) con l'aspetto femminile di Dio di cui egli stesso incarnava il suo aspetto solo maschile dando così i natali a un nuovo archetipo, l'unico archetipo che oggi in questo ultimo scenario storico sia ancora vivente: l'archetipo dell'ultima coniunctio il cui prototipo sono proprio GiovanniSilvia.
Con la nascita di qeusto archetipo la stessa coscienza cristica si può riporre in soffitta essendo la coscienza cristica ancora l'aspetto sia pur il più evoluto dell'ormai vecchio archetipo dell'eroe. Cristo infatti è l'ultimo eroe.
Silvia, è così che si chiama l'ultima Eva ma malgrado i tanti nomi assunti nel corso della storia è sempre lei, l'unica donna dai tanti nomi.
Lilith, Eva, Miryam, Silvia: in ogni caso sempre dell'aspetto femminile dell'unico Dio Vivente si tratta.



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