Il concetto di “Unico Individuo”

"La consistenza: tale è stata indubitabilmente, per me, la caratteristica fondamentale dell'Essere. [...] Ma il 'Punto Omega' è ben lontano da un pezzo di ferro. Ed è a mie spese che dovevo imparare, poco a poco, fino a qual punto la Consistenza, che io allora sognavo, fosse effetto non di 'sostanza' ma di 'convergenza'."
(Teilhard de Chardin, "Il cuore della materia", 1950)

Convergere


Convergere,
convergere
e convergere fino ad un “punto Omega”  per proiettarsi infine “Oltre l’Omega” ovvero Oltre l’Uni-verso.

Il nichilismo

Questa è la direzione ovvero il senso, il significato e ogni altra direzione che non sia questo convergere di tutti i frammenti è solo nichilismo.

L'unico individuo

Nel “punto Omega” i frammenti prodottisi con l’evento Big Bang si faranno infine Individuo e l’etimologia della parola Individuo ci dice che significa Indivisibile.
Sembrerebbe quindi che i frammenti convergendo sempre più tra loro costituiscano infine la coscienza dell’Unico Individuo.

Questa che viviamo è già un'epoca post-apocalittica

Tuttavia questa coscienza esiste già, ciò che è più carente è la consapevolezza di essere non anche questo Unico Individuo ma solo questo Unico Individuo malgrado la forma corporea-materiale e la memoria della vecchia identità che poi è lo “psichismo” funzione come forza gravitazionale che in qualche modo vuole separarci, allontanarci da una tale coscienza che sempre più si fa anche consapevole di se stessa.

Stabilizzare la nuova identità

L’obiettivo ultimo e finale consiste nello stabilizzare definitivamente una tale nuova identità divenuta infine a prova di bomba.
Teilhard de Chardin specialista in scienze della natura e paleoantropologo ci insegna che c’è un rapporto stretto di tipo ontologico tra questo convergere (concetto che la psicoanalisi esprime con “coniunctio” in Jung e “ultima coniunctio” in Silvia Montefoschi) e il fatto di Essere, perchè poi in ultima analisi Shakespaire con il suo Amletico “Essere o non essere questo  è il problema” ha colto l’essenza di tutte ma proprio tutte le questioni che la vita concreta cioè relazionale ci propone e impone.
Che cos’è l’unico individuo?
E’ l’uno e l’altro del discorso.
Quando si stabilisce quella relazione che va sotto il nome di relazione psicoanalitica dove l’azione e la reazione prendono il nome anche di transfert e contro-transfert, quello è l’unico individuo.
Ogni relazione che si stabilisce è l’unico individuo solo che non basta esserlo ma occorre saperlo per esserlo veramente.
I due termini dell’unico principio dialogico, questo è l’Unico Individuo, quell’Intero che in principio viveva ancora nella assoluta incoscienza della simbiosi assoluta e in seno alla quale dapprima nacque l’Intenzione, quella intenzione di sapersi e quindi di svegliarsi alla scienza del Due per poter sapere dell’Uno e che passando dalla potenza all’atto tale intenzione si mise in moto attuandosi nell’evento Big Bang, l’evento della grande frammentazione originaria.

La psicoanalisi universale

Fu allora che iniziò la psicoanalisi universale ovvero il processo di individuazione universale affinchè infine l’Unico Individuo ritrovasse la sua vera identità.
Questo unico Individuo è il vero vivente, “IL VIVENTE” per antonomasia e altri non è se non il Pensiero stesso che era, che è e che sempre sarà malgrado le sue metamorfosi.

L'Immortale

Questo Vivente è anche l’Immortale.
Nessuno è immortale e solo l’Unico Individuo è immortale: i Due dell’Uno. Egli, il Pensiero è infatti l’Infinitamente Vivente.
E’ l’Uno anzi l’Uno Vero ma non è una astrazione ed è per questo che il concetto di Unico Individuo aiuta di più a rappresentarcelo come un vero vivente, molto di più che parlando di “Uno”: è infatti una persona, una persona duale, il Pensiero è infatti una unità processuale costituita dai due momenti di Potenza e Atto del pensiero, Dio infatti è maschio e femmina e infatti gli umani sono ad immagine di Dio.

“Verità è solo l’Intero” (G.W. F. Hegel)

“E infine saremo ciò che veramente siamo” (Silvia Montefoschi)

“Unità è solo un divenire unità” ( Franz Rosenzweig) 

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