Il pensiero tra creazione e rappresentazione: la mappa e il territorio oppure la mappa è il territorio?

Dalla FORMA-PARTITO alla FORMA-MONASTERO dell'organizzazione rivoluzionaria.


Chiede la filosofa Claire Parnet al filosofo Gilles Deleuze:

"Perchè non si è mai iscritto al Partito Comunista?"

E il filosofo nietzschiano candidamente risponde:

"Perchè poi avrei dovuto partecipare alle riunioni"

Non c'è che dire: aveva capito tutto.

Anche la mia amica aveva capito tutto: un giorno la madre-priora del monastero dove visse dal 1888 fino al 1897, le ordina di scrivere delle lettere ad alcuni giovani seminaristi per infervolarli e incitarli a continuare nella loro vocazione e infine divenire così missionari e andare a predicare il vangelo per il mondo.
E la mia amica dubbiosa sul da farsi esita un po' prima di obbedire alla superiora del monastero, così pensa tra sè e sè usando un termine energetico:

"Ma non sarà per caso DISSIPAZIONE?"
(Thèrèse Martin, "Manoscritti autobiografici",  1895-1897)

ESSERE e DIVENIRE tra PARMENIDE e ERACLITO

Certe volte mi chiedo:
"Ma come hanno fatto Platone, Berkeley e poi Hegel a capire tutto?"
Che geniacci!
Platone però si è fatto aiutare dall'LSD.
Altri invece si drogano e poi la droga li conduce ad ammazzarsi.
La differenza è che i primi con le droghe lavorano, producono.

Gilles Deleuze filosofo la cui filosofia è una apologia estrema del nomadismo e che invece nella vita reale era il principe dei sedentari tanto che Toni Negri diceva che "per spostarlo occorreva una gru", nella intervista alla sua allieva Claire Parnet, Deleuze confessa di essere stato un alcolista in passato ma quando comprese che l'alcool invece di aiutarlo a lavorare, al contrario gli impediva di lavorare smise immediatamente.
E' il lavoro che ci fa capire ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male.
E' il lavoro la cosa più importante tanto che Marx stesso scrisse a Engels: "una volta che avrò terminato il "Das kapital" posso essere buttato alle ortiche."
Gli interessava solo il suo lavoro e non la sua vita corporeo-materiale poichè è dal suo lavoro che traeva il suo esistere ontologicamente.

Dalla dialettica al dialogo oltre la dialettica



Engels ebbe l'intuizione (un regalo di Dio-Donna?) e fu il teorico di una dialettica anche  della natura e non soltanto della coscienza (Marx in fondo è un hegeliano) comprese che il lavoro vero era un altro e infatti quando annunciò la morte della sua compagna irlandese a Marx, questi gli rispose di mandargli al più presto altri soldi perchè si doveva comprae le scarpe per andare a continuare a scrivere il Das Kapital alla Biblioteca Centrale di Londra.
Engels che manteneva Marx, la moglie di Marx, i figli di Marx e in più quando la figlia di Marx si sposò con Paul Lafargue, Engels mantenne anche la figlia e suo marito.

(Una breve parentesi un po' comica: i figli di Marx ovvero gli autori di "Elogio dell'ozio"per intenderci: lo so, sembra una comica, loro scrivevano "L'elogio dell'ozio" ed Engels li manteneva. Chiusa la parentesi)

leggendo che Marx non faceva alcun riferimento al lutto per la sua compagna da poco deceduta, Engels  rimase ammutolito e per molti giorni non gli rispose. Ormai sembrava che il lungo sodalizio fosse definitivamente giunto al suo capolinea, poi Engels ruppe il silenzio e gli scrisse una lettera piena di ira: "Ma come! Muore la mia compagna e tu l'unica cosa che mi sai dire è 'mi servono un paio di scarpe nuove'?!
Marx che per la povertà estrema si vede che aveva perso la testa (ma non per le questioni di alta economia mondiale che sulle questioni di economia-politica manteneva la lucidità) si scusò e il sodalizio si ricompose.
Engels fu un vero padre spirituale e quasi un confessore per molti rivoluzionari italiani e del mondo come si vede dalla lettura dell'epistolario intercorso tra Engels e i rivoluzionari di mezzo mondo che gli confidavano anche questioni private .
Perfino per il suo più acerrimo nemico, l'anarchico russo Mikael Bekunin bestia nera delle polizie di mezzo mondo, Engels ebbe parole di umanità. Quando seppe della sua morte scrisse:

"E' stato un nostro oppositore ma dobbiamo rispettarlo: Bakunin ha capito Hegel."

L'immaginazione al potere 


Hegel la faceva facile: con la sua dottrina dello Stato risolveva ogni contraddizione tra interessi particolari del singolo individuo e interessi generali della comunità ma con Bakunin non va meglio. In realtà la rivoluzione è opera della fantasia per quattro quarti e non solo come diceva Bakunin per soli tre quarti giusto per potersi sentire ancora tutto sommato un realista ma è proprio quel volersi percepire ancora realista che inganna e conduce su strade sbagliate. Si comincia a non credere più in Dio e si finisce per non credere più alla potenza incommensurabile del Pensiero Vivente. Quattro quarti di immaginazione: e infatti tutto ciò che oggi è realtà prima era solo fantasia. La rivoluzione è opera totalmente e non parzialmente dell'immaginazione. La mappa del territorio coincide infatti sempre con il territorio, il simbolico è il reale e il reale altro non è che il simbolico. Non c'è bisogno di aspettare le masse per fare la rivoluzione: la specie umana per nascere non ha avuto bisogno di andare prima a convincere anche le pulci i pidocchi, i cani e gatti, le zebre e il leoni della bontà di trasformarsi in una nuova forma biologica appunto umana. Il pensiero non rappresenta la realtà ma la crea: bisogna farla finita (e questo malgrado le enormi difficoltà che si incontrano nel farla finita), con la vecchia immagine del pensiero come rappresentazione.

Logos e natura

Engels si considerò un hegeliano fino alla morte, grato agli insegnamenti e alla figura del suo maestro in filosofia, questo tuttavia non gli impedì di teorizzare, sia pur in maniera rozza come alcuni suoi critici sostengono, l'esistenza anche di un'altra dialettica oltre la dialettica storica, dello spirito o della coscienza che dir si voglia. Engels intuì cioè che il discorso, il logos,  non è presente solo nella storia ma anche la natura altro non è che lo svolgersi di un discorso.
Sarà un caso? Un passaggio di staffetta? Sta di fatto che proprio nell'anno della sua morte, il  1895, nasce la psicoanalisi che riteorizzerà quella dialettica della natura come dialettica dell'inconscio e lavorerà per decifrare questo discorso dell'inconscio.


Sedentarismo e nomadismo: per un nomadismo sedentario

Ritornando agli autori dell' "Antiedipo - Capitalismo e schizofrenia", gli autori confessano che loro intenzione era di aiutare Lacan dato che Lacan si lamentava sempre:
"Nessuno mi aiuta, nessuno mi aiuta."
In verità una sua allieva Luce Irigaray voleva aiutarlo ma lui l'ha presa a calci in culo preferendo attorniarsi di amici come il filosofo marxista ma strutturalista, Luis Althusser,uno veramente sano di mente che in un momento d'ira non potendone più ha ammazzato la sua compagna.
Il grande psicoanalista grande esperto di nevrosi e psicosi se le sapeva sciegliere bene le amicizie: che grande intenditore!
Lacan si che se ne intende di uomini e se li va proprio a cercare con il lanternino gli assassini delle proprie compagne per farseli amici: proprio un grande psicoanalista, non c'è che dire.
Calci in culo a Luce Irigaray e "stammi vicino vicino" all'uxoricida Althusser: proprio un genialone della psicoanalisi Lacan, capisco allora perchè Deleuze-Guattari si definivano più che anti-psichiatri dei veri e propri anti-psicoanalisti.



Aggiungiamo ancora alcune riflessioni.

Come finirà questa storia che sembra non voler finire?
Un divenire senza più che faccia storia: un PRESENTE INFINITO
senza passato e senza futuro.
E',
eppur diviene.
Il Pensiero: l'infinitamente vivente.

Felix Guattari, suo compare di scrittura era sicuramente una persona buona, io l'ho conosciuto personalmente e ci ho anche parlato a Bologna nel 1977 ed è questa l'impressione che ne ho ricavato.

Deleuze invece ho seguito un suo corso o meglio solo la lezione introduttiva a Paris-Vincennes dell'anno accademico 1979-1980 al mattino di cui ancora posseggo gli appunti presi nel corso della lezione e poi vi ritornai anche al pomeriggio dove partecipava a una conferenza stampa con Lyotard e altri e ne ho dedotto anche sulla base delle citazioni precedenti che Deleuze è morto troppo giovane ma era un vero pensatore e non un chiaccherone o per lo meno la stoffa c'è l'aveva. Guattatri invece forse amava troppo la specie umana più che il pensiero e questo l'ha  reso più militante che un vero pensatore e la sua deriva ecologista sembra confermare la mia ipotesi.

Il pensiero e non l'ecologia: i pensatori sono rivoluzionari mentre gli ecologisti fanno il gioco della controrivoluzione anche se non se ne rendono conto e si credono magari loro i veri rivoluzionari ma fanno solo il gioco della reazione: salvare la vecchia umanità invece che il Pensiero Vivente, che follia!



Insomma la questione è sempre quella dichiarata dal pensatore dell'essere Martin Heidegger a Jean-Paul Sartre nella sua risposta alla "Lettera sull'umanismo" del 1947:

"Noi ci poniamo su di un piano  dove vi è essenzialmente l'Essere e non l'Anthropos" 
(Martin Heidegger)

Seguita in altri testi con altre affermazioni che ne rincarano la dose:

"Non è l'uomo che pensa l'Essere ma è l'Essere stesso che in prima persona attraverso l'anthropos dice di sè nel dire dell'uomo."
(Martin Heidegger)

Insomma la questione ormai è sempre la stessa: Tolomeo o Copernico, antroporiferimento o superamento dell'antroporiferimento.

Avanti tutta per una rivoluzione anti-umanista: basta con il vecchio narcisismo di specie che impedisce di pensare veramente.

L'antroporiferimento è un vero laccio emostatico per l'anthropos che impedisce alla libido universale di procedere oltre.

La questione regina della filosofia è una sola: la questione energetica.

In principio si era nomadi ma sedentari con la testa
poi con la rivoluzione economica prodotta dall'avvento dell'agricoltura e ancor più con il processo di urbanizzazione e industrializzazione che ha creato le moderne megalopoli fino ad arrivare alla moderna tecnologia, il processo di sedentarizzazione progressiva è giunto quasi al parossismo: tutti in casa.
In fine tutti nomadi con la testa: nemmeno le aquile possono fare dei viaggi così lontani come gli esseri umani. Non basta averci le ali e neanche le astronavi che al massimo raggiungono i 20 mila chilometri all'ora: ci vuol ben altro.

Oltre la comunicazione ma anche oltre il tempo, lo spazio e la massa che poi sono la stessa cosa: lo spazio-tempo-massa.

Più veloci della luce.

La meta: superare i 300 mila chilometri al secondo.

La fisica quantistica ci ha spiegato che raggiungendo una tale velocità super-luminale si produrrebbero strani fenomeni.

Ma come fare per far raggiungere una tale velocità al pensiero?

Non basta fare le valigie: si deve proprio partire senza valigie.

Una sola parola d'ordine rivoluzionaria: ESODO!

Chiaro IL CONCETTO:


  1. evento Big Bang
  2. reazione termonucleare
  3. sintesi molecolare
  4. sessualità
  5. comunicazione
  6. nuova percezione (sesto senso)

La questione femminista, che poi non è la questione delle quote rosa come i sempliciotti e le sempliciotte credono ma è la questione del femminile di Dio, coincide con la questione energetica, la questione della libido universale: è qui che si gioca e non altrove l'avvenire della rivoluzione cioè l'avvenire della vita.

Basta con l'antroporiferimento!

Eh che diamine!

In principio era la relazione e non "in principio era l'anthropos".

Dio è morto significa che l'anthropos è morto.

Questa è la buona novella: il nuovo vangelo.

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