Harmageddon: l'ultima battaglia verso la Nuova Città

"Nemo propheta in patria"



E' proprio vero, "Nemo propheta in patria" e infatti mentre i follower della mia pagina su Sigmund Freud aumentano sempre più, i follower della mia pagina sul delfino di Sigmund Freud e primo presidente dell'internazionale psicoanalitico voluto proprio da Freud e poi ribelle invece non solo non aumentano ma addirittura si cancellano.

Però è giustificabile: ricordo infatti una frase di Silvia durante uno dei nostri incontri psicoanalitici:

"Tra me e Jung ormai c'è un abisso."

Da un lato Silvia rimproverava a Jung la sua enorme paura, una vera e propria fifa che mai lo abbandonò di inflazionare troppo il suo Io e quindi di diventare psicotico, il che per motivi di "security" lo faceva navigare sotto costa.
E del resto come dargli torto? Con l'inconscio universale non si scherza.
Silvia era coraggiosa invece: per forza, era una donna mentre Jung essendo un maschio ci aveva il fiatone del padrone del mondo, anch'egli maschio, sul collo. Le donne come i proletari non hanno nulla da perdere se non le proprie catene e tutto un mondo da guadagnare mentre i maschi possono sempre avere ritirato da un momento all'altro il diploma e la patente di padroncino. Certo essere un padroncino non è essere il padrone però anche quello fa: son soddisfazioni.
E del resto Silvia l'aveva detto:

"L'ultimo psicoanalitica della lunga staffetta che avrebbe posto termine alla centenaria storia della psicoanalisi non poteva essere che una donna. ma una donna che avrebbe usato la testa di donna e non la testa di uomo"
Cioè qualcuno nato legatissimo con doppio filo alla dialettica della natura e quindi una donna.





Dall'altro lato da biologa di formazione diceva che si che Jung parlava dell'inconscio collettivo che lei ha precisato essere invece universale e non solo collettivo ma Jung questo inconscio non più personale lo trattava ancora come un'astrazione per cui non si sapeva dove fosse in concreto mentre per Silvia altro non era che le informazioni presenti nel codice del DNA, informazioni a sua volta prodotte da 13,7 miliardi di storia dell'universo, per cui il corpo sapeva, il corpo sapeva tutto come una sorta di testimone oculare di tutti gli eventi prodottisi dall'evento Big Bang fino a questo oggi: si nasce cioè sapienti ma la coscienza e la consapevolezza sono due cose diverse.

Si nasce coscienti ma poi si diventa consapevoli o meglio alcuni diventano anche consapevoli e qeusti sono i mutanti.

E' vero però che io ho sempre avuto un occhio di riguardo per Freud più che per Jung ma questo è dovuto perchè non mi è mai piaciuta la sufficienza con cui Jung trattava dall'alto il capostipite di tutta la generazione di psicoanalisti di orientamento junghiano d'Italia ovvero il medico berlinese Ernst Bernhard per il quale ho sempre nutrito simpatie soprattutto dopo che ho saputo da Silvia che gli era apparso in sogno quando tra lei e il suo compagno di allora lo psiconalista Francesco Ruffini si era prodotta una crisi dicendole nella sua lingua madre, il tedesco:
"Auf wiederseeen" Come dire: molla tutto, dai un arrivederci a tutto e continua invece a procedere verso la vetta della montagna psicoanalitica in modo da portare a compimento tutto il lavoro svolto da tutte le generazioni di psicoanalisti da Freud a Jung. Silvia diede così retta al suo analista didatta e cosa trovò in cima alla vetta della montagna? Il suo amico di infanzia: Giovanni evangelista, il suo primo amore. In quel periodo si era creata una crisi tra me e la mia psicoanalista di allora che era una allieva di Silvia Montefoschi.
Ma io sentii subito ma l'avevo sempre percepito, che solo apparentemente Silvia era una donna mentre invece era un uomo e che uomo! La verità è che Silvia sì che invece era proprio una donna ma c'era in lei un uomo che in lei parlava e io lo percepivo questo uomo che era in lei per cui non feci nessuna fatica a crederle anzi non c'era bisogno di crederle dato che lo percepivo che era proprio così: io non ho mai creduto ma sempre percepito
Il principio di sincronicità mi portò quindi da Silvia che mi accettò come suo allievo dato che per lei non esistevano pazienti, ma subito già al primo incontro mi parlò di Giovanni. Forse pensava: "Dopo quel che gli ho rivelato questo Andrea dirà 'ma questa è proprio matta meglio che mi cerchi un'altro analista con i piedi più per terra'."
E così anch'io stando con lei ritrovai attraverso l'analisi e interpretazione dei sogni e dopo due anni circa, sincronisticamente proprio nell'istante in cui crollava il muro di Berlino nel mondo, io ritrovai la mia amica d'infanzia, che stava sì ancora nell'universo ma non più nell'Aldiquà bensì nell'Aldillà.




Si trattava di Thérèse Martin che conobbi nella primavera ldel 1968 a San Floriano di Casterlfranco Veneto dove facevo le medie per divenire prete ma nemmeno dopo pochi anni sentii un'altra chiamata: quella di Sigmund Freud anch'egli ebreo, anch'egli cristo, che mi chiamava al lavoro per il grande ritorno alla grande del femminile di Dio dall'inferno dove era stata cacciata dai tempi del peccato originale.




Sigmund Freud fu infatti il primo vero femminista il quale comprese che la vera via della psicoterapia prima e poi della vera conoscenza consisteva più solo nel porsi all'ascolto della voce del diavolo.
Così Freud a differenza di altri che ripetono il già saputo ovvero sempre e di nuovo la coscienza di essere permantemente separata dall'essere, ovvero il vecchio ordine del discorso, pose invece il suo orecchio, (e che orecchio!) all'ascolto del femminile di Dio:

"Stiamo portando la peste in America!"


Confidò Freud sul transatlantico che solcava l'oceano a suoi due allievi più vicini, l'ungherese Sandor Ferenczi che in seguito ebbe la prima cattedra universitaria di psicoanalisi del mondo dopo la rivoluzione bolscevica del 1918 e lo svizzero Carl Gustav Jung che Freud spinse perchè fosse il primo presidente della nuova internazionale della psicoanalisi.



Tuttavia già a suo tempo Giovanni Evangelista l'ebreo-greco e teorico sia dell' "incarnazione del Logos" che della "relazione" come Archè, aveva profetizzato:

"Ritornerà come una sposa adorna per il suo sposo" (Apocalisse di Giovanni)

Da dove ritornerà? Ma dall'inferno evidentemente.

Così terminerà infatti la psicoanalisi universale:

"Gerusalemme,
la città santa,
Gerusalemme innamorata
infine è stata liberata"

Viva le crociate, viva i templari, viva la jiad cristiano-psicoanalitica.







Alla luce di tutto ciò viene quindi da domandarsi perchè allora la mia amica Thérèse Martin amava così tanto sua madre e per conseguenza anche Myriam di Nazareth?

Perchè la mia amica pur avendo un corpo di donna in verità era un maschio, era Gesù stesso in persona in sembiante femminili (tantè che io dico che non sono cambiato affatto: amavo Gesù in seminario e amo Gesù anche adesso da ateo e in un certo senso sono rimasto in seminario e non ho tradito la mia vocazione originaria) e che quindi voleva liberare il femminile presente in quella figura materna ma appunto ancora imprigionata nel ruolo materno ma la madre non è il soggetto ma solo una maschera.

Insomma lei voleva liberare se stessa e non poteva farlo se non liberando la figura materna e non è un caso che a partire dalla primavera del 1896 qualcosa della sua chiesa cominciò a non quadrargli più ma nello stesso tempo capiva che non poteva buttare via il bambino con l'acqua sporca: ecco perchè malgrado la sua coversione all'ateismo rimase religiosissima fino alla fine ovvero sempre in relazione con "i beati cittadini del Cielo" oggi diremmo con linguaggio moderno, gli extraterrestri o meglio con i suoi amici extraterrestri perchè anche tra gli extraterrestri ci sono cani e porci.

Perchè anche se Dio non c'era, c'era comunque "la comunione dei santi".
I protestanti hanno accusato i cattolici di non essere dei veri cristiani anzi neanche dei veri monoteisti ma dei falsi monoteisti ritornati invece al più antico paganesimo.
Per i protestanti i cattolici sono solo dei pagani travestiti da cristiani ma la verità è che la chiesa è una sola, la città è una. la comunità è una, la relazione è una questo è il vero monoteismo.
Tanti nomi ma un solo corpo.



Un solo grido di battaglia:

"La citta!
La città!"



TOMORROW IN JERUSALEM

Liberare la città!

Onore ai nostri combattenti!
Mary Daly teologa cattolica
bestia nera di ogni monoteismo unilaterale
ma che purtroppo è caduta sul campo di battaglia perchè, persa la pazienza si è fatta troppo prendere dalla sua enorme rabbia vendicatrice.
Diamo tempo al tempo perchè tanto sarà proprio il trionfo finale del nichilismo che costituirà anche la scomparsa del nichilismo proprio come la morte del malato che coincide anche con la morte della malattia.
Viva l'uno-duale che è il vero uno.
Viva la scienza, la scienza vera che è la scienza dell'uno
ma la scienza dell'uno vero è solo la scienza dell'uno-duale.



La pazienza è la virtù dei forti
Tuttavia quando un combattente rivoluzionario cade in combattimento
subito un'altro ne prende le armi e continua la battaglia in sua vece.




La storia dell'universo è giunta al suo capolinea

La storia è finita e Dio, il Dio vero, il Dio che tanto si aspettava ("Solo un Dio ci può salvare" Martin Heidegger) è infine nato al termine della centenaria storia della psicoanalisi ma la storia della psicoanalisi a sua volta è stata solo lo sprint finale della storia dell'intero universo ovvero della storia del lavoro, del lavoro umano e del lavoro non-umano che coincide con la storia del pensiero perchè anche i virus, i batteri e gli archetipi delle altre forme biologiche sono anch'esse sistemi filosofici anche se scritti con un altro alfabeto, con le sole quattro lettere dell'alfabeto del DNA.
Adesso sì che è veramente Natale tutt'uno con la Pasqua di resurrezione. Proprio così: perchè anche Dio non è aggratis ma anche Dio nasce come un prodotto della storia del lavoro. e per chi non vuole pagare ovvero dare il suo obolo in termini di lavoro alla causa rivoluzionaria c'è più solo il rozzo ateismo ovvero il nichilismo che è sì una luce ma una falsa luce, la luce della coscienza di essere ancora separata dall'essere stesso e quindi che non è nè la vera scienza ma neanche la vera vita che invece è solo la vita dell'intero consapevole della sua integrità. Il mondo infatti in tutta la sua storia non ha mai saputo cos'è veramente la vita, la vita vera, la vita alla più alta potenza come non è mai stata.
Il mondo non sa, non ha mai saputo.
Il mondo non ha mai conosciuto il Dio del tutto ma solo il Dio del solo mondo, il Dio ignorante e ignorante perchè ignorava di averci una madre.
Una madre che allorchè si toglie la maschera di madre manifesta se stessa in tutta la sua gloria e potenza come l'altro Dio, l'altro soggetto: la donna oltre la madre.
La donna: Dio-Donna.
Io infatti l'ho sempre intuito che dietro quella maschera, dietro quel ruolo sociale prodotto dalla originaria divisione del lavoro, in verità c'era Dio, l'altro aspetto di Dio, il suo aspetto femminile che è stato storicamente sempre in ombra rispetto all'altro aspetto luminoso.

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