Una forza gravitazionale di segno opposto alla massa presente nell'universo

Il Soggetto Riflessivo Individuale (SRI), (ma ormai non esiste più una tale soggettività, il cui posto reso vacante è stato preso degli automatismi egoici) si è ritagliato una identità estrapolando sè dalla totalità dell'essere e così afferma: "io sono questo e non sono quest'altro", "Io sono io  e non sono te", magari dando a questo genere di affermazioni una valenza positiva in quanto chiara dimostrazione del suo non essere simbiotico e quindi in grado di gestire una sana relazione.
Noi invece siamo questo e quello ma soprattutto siamo una locomotiva che traina tutto verso il punto omega dove è il grande crogiuolo alchemico dell'amore che tutto consuma e quindi che:

  1. tutto assolve
  2. tutto risolve
  3. tutto dissolve


Tutto risolve in sè infatti
il Grande Amore
Infinitamente Amore:
la relazione che era in principio
che era
che è
e che sempre sarà
la vita alla più alta potenza come non è mai stata nel corso della preistoria dell'Essere.

Purtroppo questo molti non lo capiscono
e non lo capiscono per via dei limiti dell'antroporiferimento
e non conoscono altra storia che la storia umana
ma la vita era già prima della specie umana
e sarà anche dopo
poichè la vita sono i due del Pensiero
che è il pensiero Vivente proprio perchè  infinitamente Pensante

E i Due dell'Uno vero sono proprio la potenza infinita e l'atto infinito di quella unità processuale che è proprio la vita del pensiero quale soggetto duale e non più singolare.

Purtroppo questo molti non lo capiscono
perchè il loro narcisismo di specie
molto più che il solo narcisismo individuale
gli vieta il trapasso dalle filosofie tolemaiche a quelle copernicane.
Non c'è cattiveria nè cattiva volontà
ma più semplicemente è così che funziona la mente:
il cui funzionamento si fonda proprio sull'identità.

Siamo giunti infine dopo 13,7 miliardi di anni al capolinea della storia universale
e si impone un aut aut:
o una ennesima identità ancora storica in una qualsiasi delle sue tante versioni
o il trapasso a una nuova identità puramente relazionale.

Ciò che si impone oggi
in questo ultimo scenario storico
non è più una ennesima rivoluzione politica o economica
ma una rivoluzione antropologica.
Che è come dire che non ci si può più accontentare dell'ordinaria ammistrazione del reale
dove il reale da amministrare sono proprio le vecchie identità umane ancora storiche
sempre in guerra l'un contro le altre per vari motivi
ma il vero motivo è che sono identità ancora storiche.

(da un mio articolo del 2010 aggiornato al 2020)




Note sul concetto di "amore" utilizzato in questo articolo


Oggi non uso più se non raramente il termine amore ma non ho voluto correggere perchè mi sembrava comunque poetica anche se non scientifica: oggi uso il termine "relazione" o "legame". Sigmund Freud considerava l'amore una psicopatologia, uno stato morboso della mente, noi da evoluzionisti preferiamo dire che l'amore appartiene ancora allo "psichismo" e non è un caso che la psicoanalista Silvia Montefoschi ritiene che James Hilmann non insegna bene quando dice che si deve "fare-anima" pena divenire psicopatici ma la biologa e psicoanalista insegna invece che si deve al contrario proprio "abbandonare l'anima" per superare lo psichismo essendo lo spirito invece la vera università della mente umana mentre lo psichismo è ancora un retaggio animale che è rimasto nella vecchia umanità e infatti per quanta buona volontà ci mette la vecchia umanità per superare i suoi limiti,  rimane guerrafondaia per natura. Non si tratta quindi di essere buoni o di divenire buoni: si tratta invece proprio di condurre in porto una vera rivoluzione antropologica di tipo radicale. Che anzi sono proprio i buoni che per poter sentirsi buoni non esiterebbero a fare la guerra magari giusto per poter così meritarsi e infine andare in paradiso di qualsiasi tipo sia questo paradiso: tecnologico, culinario, musicale, lussurioso, artistico, accademico, sportivo o altro. A ognuno il suo paradiso insomma visto che quello che piace a me magari non piace a te e viceversa: tanti infatti sono i paradisi nell'Aldilà ma non è l'Aldilà la nostra meta bensì l'Oltre, la consumazione di ogni pensato e di ogni identità storica a cui i pensati sono correlati. La meta infatti è la conquista di una radicalmente nuova identità puramente relazionale e non più storica.

"Non esiste l’amore per l’umanità, è necessario abbandonare il mondo perché amare l’umanità è ancora un’identità dell’io, è ancora un narcisismo, amare l’umanità è ancora un attributo dell’io, noi non amiamo l’umanità noi ci amiamo con tutti nella vita eterna, ma amiamo la vita eterna che siamo ancora noi, non amiamo una specificità.
Il blocco al salto ha come causa il personalismo."
(Silvia Montefoschi, resoconto di una intervista su "Relazione e evoluzione", 2003)



Note sui concetti di "SRI" e "SSR" utilizzati in questo articolo


Pensare ancora dal punto di vista individuale è ciò che costituisce il Soggetto Riflessivo Individuale (SRI) mentre pensare dal punto di vista universale è ciò che costituisce il Soggetto Super-Riflessivo (SSR).
Il Soggetto tuttavia è solo "Uno" così quando in un determinato momento storico nasce il nuovo SSR, il vecchio SRI non è più soggetto si che in un tale sistema conoscitivo rimane solo l'IO che è incapace di ripensarsi ovvero di prendere distanza da quanto pensa, sì che ripete la sua vecchia identità che ripropone la visione dell'essere separata e la logica della separazione che gli è inerente e la ripropone  fino alla consumazione ovvero fino all'apocalisse finale. 
La verità è che il soggetto ormai è più solo il SSR poichè è solo a questo livello di riflessione che il pensiero continua a pensarsi cioè ad amarsi mentre ai livelli inferiori vige solo la guerra degli "Io" cioè dei "Pensati".


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