Il mistero della luce: a cosa serve la luce?

Uno dei più grandi misteri dell'uni-verso non è solo il mistero del tempo (su questo argomento leggersi Marcel Proust e Henri Bergson) ma anche il mistero della luce.

La Dark Age

Noi sappiamo che l'uni-verso all'inizio e anche per molto tempo era un universo buio e infatti gli astrofisici si riferiscono a questa prima era della storia dell'universo con il termine di "Dark Age".

Fiat Lux

Che cos'è che ad un dato momento di questa storia l'uni-verso si sia illuminato?
Se le stelle si illuminano è per via della reazione termonucleare ovvero per via di queste esplosioni interne alla stella che servono proprio ad equilibrare la stella in modo che non collassi su se stessa a causa della forza gravitazionale interna enorme.

La luce del mondo

Se le cose stanno così la luce che poi è la luce del mondo serve proprio per non essere sopraffatti dalla forza interna alla stella. Sarebbe più corretto dire che la stella esplode cioè realizza la reazione termonucleare e la luce è solo un sintomo, una conseguenza di queste esplosioni ma che cosa sono queste esplosioni? Sono delle sintesi atomiche ma non come quelle che producono molecole che in qualche maniera socializzano gli atomi creando delle reti molecolari paragonali a famiglie, tribù, città atomiche, la reazione termonucleare invece è paragonabile a una scopata atomica. In questo caso gli atomi copulano e non mettono su famiglia come invece dovrebbero se volessero evolversi da semplici individui atomici a società ovvero molecole.
Perchè copulano gli atomi? Per contrapporsi alla forza gravitazionale interna alla stella ovvero per non morire, per non trasformarsi in buchi neri che è il capolinea mortale di una stella quando la forza gravitazionale prende il sopravvento.

Una malattia mortale chiamata "nichilismo"

Nell'universo infatti c'è come una forza che esiste da molto prima che i filosofi soprattutto della modernità l'hanno nominata e questa forza divoratrice e frammentatricie della"presenza" si chiama "nichilismo".



Per comprender meglio la finalità di tutto questo processo occorre riferirsi a un prima dell'evento Big Bang.


Dal sonno eterno alla vita eterna

In principio era il sonno dei due della relazione che non sapevano di essere due e non sapendo di essere due ovvero l'uno e l'altro del discorso non sapevano nemmeno di essere Uno perchè per sapere di essere Uno occorre sapere di essere Due. In principio quindi non era ancora quindi la vita eterna ma solo il sonno eterno che non sono la stessa cosa.
Poi i due si distinsero e nel distinguersi seppero simultaneamente sia di essere Due ma proprio per questo seppero anche di essere Uno.
A questo punto comincia la vita eterna e si potrebbe dire "missione compiuta".
Quindi non c'era affatto bisogno della storia dell'universo.
La vita eterna non aveva affatto bisogno anche della storia dell'universo.
La storia dell'universo è stato quindi solo un incidente di percorso dei due dell'uno ma che comunque se c'è stato un tale incidente di percorso si vede che doveva esserci perchè nulla accade per caso ma tutto è una necessità di Dio dunque alla luce di tale consapevolezza non possiamo più chiamarlo "incidente di percorso" ma anch'esso una "necessità di percorso".

Non bastava quindi essere capaci di distinguersi ma occorreva anche essere capaci di essere capaci a mantenre all'inifinito una tale distinzione e per questo occorreva esser capci di sostenre non solo forti tenzioni ma una tenzioen infinita.

Nasce quindi la logica della separazione che è la logica dle mondo dove i due ovvero sempre l'uno e l'altro del discorso, o sanno di essere solo uno (nevrosi-psicosi isterica)o sanno di essere solo due (nevrosi-psicosi ossessiva). In questo consiste la qeustione del sapere, la questione della scienza ede è proprio per questo che noi inisistiamo che il vero sapere ovvero la vera scienza è porpio la psicoanlisi. E' infatti proprio garzie alla scienza psiconalitica quale scioenza suprema della relazioen che l'uno e l'altro della relazione, inq eul caso l'analista e il suo paziente vengono a sapere di essere IRREVERSIBILMENTE uno ma anceh IRREVERSIBILMENTE due dove la parola "irreversibilemnte" è prorpio la parolina magica della scienza psicoalitica rispetto alla scienza del mondo.

La luce, la luce delle stelle che poi è la luce del mondo serve quindi solo a non morire priam di aver terminato il lavoro ovvero serve solo a guiadagnare tempo e poter così portare a compimnto il lavoro priam ceh si spengano le luci definitivamente.

Ricordiamoci come è inziiato lo sprint dello sprint della stroia dlel'universo:

1895 Muore Friedrich Engels teroric adi uan dialettica della ntura e nasce al psicoanlisi qual sprint della storia dell'universo che chaima uan tale dialettica "dialettica dell'inconscio" come altara dlal soal dialettica dlelo spirito o della sola coscienza chiamata anche dialettica della storia: "Il simbolo di forgia nell'inconscio" (Silvia Montefoschi)



1977 inizia lo sprint dell'o sprint dopo Freud e Jung con il primo libro fondante la nuova psicoanalisi intersoggettiva che presto diventerà psicoanalisi intersoggettiva radicale: 
"L'uno e l'altro - Interdipendenza e intersoggettività nel rapporto psicoanalitico" di Silvia Montefoschi.



Natura controrivoluzionaria e artificio rivoluzionario

La stessa Silvia Montefoschi racconta come iniziò questo ultimissimo percorso della centenaria storia della psicoanalisi: Silvia Montefoschi nei primi anni settanta del novecento stava nel suo studio e chiuse la finestra non facendo filtrare alcuna luce nello studio dopo di chè cominciò a scrivere.
Era - racconta - come se non fossi io a scrivere ma come se scrivessi sotto dettatura.
Ad un certo punto riaprì la finestra e la luce del mondo entrò nella stanza illuminandola e lei in quel momento si bloccò e non riuscì più a scrivere nemmeno una parola.  Allora richiuse nuovamente la finestra e al buio della stanza riprese a scrivere di nuovo come se fosse anche qui nuovamente sotto dettatura. Da quel momento continuò a scrivere ininterrottamente dal 1977 fino al 2009 sempre sotto dettatura.



Io ricordo un giorno in un incontro, che dato che a me invece piace proprio la luce del sole, le chiesi: "Silvia ti dispiace se apro un po' la finestra perchè c'è troppo buio e mi sto addormentando" e anzi aggiunsi "sai a me il buio mi fa venire la depressione."
Lei mi disse va bene e mi spiegò in quell'occasione che lei invece amava l'ombra e che preferiva la luce artificiale alla luce naturale e infatti mi aveva proposto malgrado ci fosse all'esterno un sole che splendeva come non mai: "se vuoi accendiamo una lampadina".
Io ovviamente le dissi che non era la stessa cosa la luce della lampadina e la luce del sole tuttavia compresi ciò che Silvia voleva dire e sapevo che Silvia aveva ragione e non io .
Dopo la natura e la storia della natura è l'avvento dell'artificio.
Ci sono dei coglioni e anche delle coglione che creano persino dei movimenti politici in difesa della natura: noi invece dobbiamo difendere l'artificio, la nuova natura artificiale.
Se l'artificio ci può sembrare ostile non è perchè rappresenta una involuzione rispetto alla natura naturale ma perchè l'artificio non ha portato ancora a compimento la sua evoluzione.
E che cos'è l'artificio?
E' il simbolo e il mondo simbolico.
Il simbolo è l'artificio.
Ed è questo il mondo della vera umanità e non la vecchia natura che dobbiamo lasciare alle piante e animali perchè il nostro mondo, il nostro vero abitat umano è il mondo simbolico.
Gli ecologisti, i verdi, gli ambientalisti sono solo dei nostalgici di una natura ormai perduta per sempre e quindi andrebbero rinchiusi in un zoo perchè quello è il loro vero mondo.
Noi non attardiamoci in nostalgie retrive e anti-evoluzioniste e andiamo avanti.
Lasciamo a costoro, a questi controrivoluzionari la luce del mondo visto che a loro piace e noi cerchiamo anzi produciamo la luce vera che è quella luce verticale che ancora splende nelle tenebre e che le tenebre non sono ancora mai mai e poi mai riuscite a massificare, oggettivare, offuscare.



L'imperialismo del significato

"Non esiste un testo ma solo interpretazioni e interpretazioni di interpretazioni" (Friedrich Nietzsche)

Ma che cosa sono le tenebre?
Le tenebre?
Sono proprio la luce, la luce del mondo, la luce orizzontale, la luce dei padroni del significato.
I vetero rivoluzionari ci hanno raccontato la balla che i padroni sono i padroni delle multinazionali ma la verità è un'altra: che i padroni, i padroni veri, gli schiavisti sono i padroni del significato e i padroni del significato hanno tanti ma tanti agenti di quell'imperialismo del significato e molti di questi agenti dell'imperialismo del significato sono travestiti anche da rivoluzionari ma non sono i veri rivoluzionari. Non facciamoci ingannare.


Silvia: "Ma io direi questo: l'illuminista è la luce della ragione, cioè della coscienza di essere separata dall'essere, il maschile separato dal femminile. E' quindi luce se vogliamo artificiale. Lo spegnimento della luce artificiale è lo spegnimento della luce della ragione come coscienza di essere separata dall'essere. Ma la tenebra contiene la luce in quanto è la luce della perenne riflessione dell'essere infinito. Cioè è la natura, la materia, l'essere che riconosce in sè di avere la luce. Non più la separazione tra la coscienza di essere e l'essere. Allora la luce che io porto non è più quella degli illuministi..."


Silvia: "Non è che il pensato si limita ad essere un pensato: è accompagnato dall'emozione e si trasforma in azione, quindi viene agito continuamente, mentre il non pensare, il non pensare vuole dire dire no all'essere traversati dai pensati e quindi prenderne distanza."

L'ultimo esodo del popolo eletto fuori dalla terra di schiavitù



"Trattare senza trattare
tutto ciò che ancora tratta
e fino a  che tratta."

(GiovanniSilvia)



Post scriptum: Ah! Come sarebbe bello ma anche meglio se si dicesse di me che sono il più grande teologo dei tempi moderni. 
Così in questi ultimi tempi già post-apocalittici sarebbero solo l'italiano ed evoluzionista Andrea Morelli novello Mosè e il tedesco e progressista Walter Kasper poi starà all'argentino scegliere il suo teologo di fiducia e comunque in ogni caso sono sempre disponibile a essere eletto cardinale di santa romana chiesa dato che per essere cardinale non è necessario essere anche un prete. Così in caso di dimissioni il soglio di pietro non sarà vacante ma avremo comunque un ultimo pontifex maximus anche se sarà giovanneo e non più pietrino.

"Se io voglio che egli rimanga fino al mio ritorno che importa  a te?" 
(disse il rabbino eterodosso di Nazareth al'apostolo Pietro) 

Questo mio articolo teologico in chiave psicoanalitica è infatti un vero ponte (pontifex = costruttore di ponti) tra l'animale-umano e la Città di Dio la nuova polis che poi è il REGNO (specificamente) UMANO.

"L'antropos è una ponte e non una meta" (Friedrich Nietzsche)
"Un giorno la Terra diverrà luogo di guarigione" (Friedrich Nietzsche)



Bibliografia

  • Henri Bergson, "Materia e memoria"
  • Friedrich Engels, "Dialettica della natura"
  • Friedrich Hegel "Fenomenologia dello spirito", 1807
  • Sigmund Freud, "Interpretazioen dei sogni", 1899
  • Carl Gustav Jung "La libido e le sue trasformazioni", 1912
  • Silvia Monetfoschi, "L'uno e l'altro", 1977
  • Silvia Montefoschi, "Il regno del figlio dell'uomo", 1996
  • Friedrich Nietzsche, "La nascita della tragedia - Spirito apollineo e spirito dionisiaco", 1872


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Una obiezione possibile ai mie scritti

- Ma cosa puòi fare tu che sei solo un individuo atomico!



Teresina sono solo un atomo umano? 
Rispondimi Teresina.
Sono solo? 



No Teresina dimmi che non sono solo un atomo umano.









Conclusioni


L'uomo (Dio-Uomo), la donna (Dio-Donna) e la vita eterna. 
Una nuova soggettività dunque: la soggettività del nuovo soggetto duale (SSR) dopo il vecchio e obsoleto soggetto ancora singolare (SRI) che a partire dall'atomo fino all'anthropos incluso ha fatto l'intera storia dell'universo.


Simboli e archetipi

Dissi a Silvia, se ben ricordo forse anche per dimostrarle che avevo superato il concretismo umano troppo umano rispetto alla sua persona concreta corporea materiale percepibile dai vecchi cinque sensi e che quindi io la percepivo sì come altro da me ma in me e non più fuori di me:

- "Silvia tu  sei un simbolo vivente"

Ma Silvia mi corresse:

- "Non un simbolo ma un archetipo vivente. L'archetipo dell'ultima coniunctio è l'ultimo archetipo ma  è anche l'unico archetipo che sia ancora vivente."

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