La cicala di Alençon epistemologa e rivoluzionaria imboscata

Nel 1984 appare una pubblicazione dell'antropologa ed ex suora Ida Magli che tar l'altro è stata compagna di scuola al liceo di Silvia Montefoschi.
Il libro di cui stiamo parlando ha come titolo "Santa Teresa di Lisieux" e come sottotitolo "Una romantica ragazza dell'ottocento".



Perchè ho deciso di dedicare un articolo a questo testo?
Perchè la professoressa universitaria di antropologia culturale riconosce che Thérèse era una vera femminista: "Thérèse sapeva" dice ma "non ha fatto nulla" aggiunge e ne conclude "una vera femminista imboscata" dunque.

L'altro motivo riguarda proprio l'epistemologia teresiana dall'autrice criticata in nome di un realismo o di un oggettivismo a cui noi non possiamo in nessun modo aderire e che anzi ci conferma che Thérèse era nel giusto.
Ricordo che ne parlai con Silvia Montefoschi negli anni novanta quando iniziò la controrivoluzuione e io mi attaccai a Thérèse Martin come non avevo mai fatto prima perchè mi difendesse dagli scimpanzè.

Attenzione - Una nota per i miei lettori: il termine "scimpanzè" mi rendo conto che non è per niente una termininologia scientifica ma al massimo può definirsi solo una invettiva, magari giustificata ma che non ha nulla a che fare con un linguaggio scientifico perchè si tratta comunque di esseri umani magari appartenenti alla vecchia umanità ormai obsoleta e non dell'ultima generazione dei mutanti ma comunque non sono degli animali ma semmai un ponte tra l'animale e l'uomo, uomini e donne della comunicazione dunque, uomini e donne della noosfera e della infosfera e non certamente del sesto senso o nuova percezione ma comunque sempre della specie homo sapiens sapiens. In termini psicoanalistici sono uomini e donne SRI che dopo la nascita nel 1987 del prototipo dell'archetipo dell'ultima coniucntio GiovanniSilvia o SSR sono più solo ex-SRI e quindi neanche più SRI dato che il soggetto è uno solo per cui se il soggetto si sposta al livello riflessivo del SSR non c'è più al livello del SRI. Dunque costoro vivono più solo di rendita di quanto hanno pensato lungo la storia dell'evoluzione del SRI ma adesso quali ex-SRI non riescono più a prendere distanza dall'Io perchè è questa del prendere distanza dall'Io per non identificarvisi completamente la vera funzione del soggetto, dunque gli ex-SRI sono più solo delle maschere, impersonano più solo dei ruoli sociali, dei ruoli storici che se avevano una ragion d'essere prima del 1987 adesso invece hanno fatto il loro tempo.
Gli si chiedeva all'epistemologo Renè Thom: "Che cosa si deve fare dei vecchi scienziati rappresentanti dei vecchi paradigmi scientifici oggettivisti e positivisti?" e Renè Thom sconsolato rispondeva che non si poteva fare nulla se non aspettare pazientemente che crepassero tutti per fare posto a una nuova generazione di scienziati e quindi a  una nuova scienza.

Chiusa la parentesi sull'invettiva: quanno c'è vò c'è vò!


Riprendendo il discorso dicevamo dunque che erano gli anni novanta e esposi a Silvia Montefoschi qeul che ne diceva Ida Magli di THèrèse in quel suo libro e Silvia dopo avermi ascoltato concluse:

"Non l'ha capita, non l'ha capita, Tu invece l'hai capita."

E' proprio così: quando si ama veramente l'Altro, si riesce a capirlo. Non c'entra niente l'istruzione, le lauree, i dottorati e i master: l'amore è un motore che avvicina all'Altro.

La verità è proprio questa: che a me l'unica cosa che mi interessa è di capire Thérèse. La cosa mi appassiona così tanto che non me ne frega più nemmeno di capire me stesso: per me capire Lei è molto più importante.




Questo articolo che ho deciso di scrivere non è sempliec da scrivere per cui mi riservo in un secondo tempo di precisarlo meglio in una seconda versione per cui per adesso mi basta solo fissare alcuni punti di sviluppo dell'argomento.

Giusto per far capire di che cosa intendo trattare citerò il fatto che molti oggi dicono: Silvia Montefoschi che bella filosofia, io sono d'accordo, anche io sono montefoschiano o cose del genere ma poi anche aggiungono implicitamente o anche esplicitamente: "ma che c'entra la filosofia con al realtà?!" o anche "questa è la filosofia e siamo d'accordo ma la realtà è tutta un'altra cosa." Come dire: rivoluzionari part-time ovvero a tempo perso giusto per farsi qualche discussione con gli amici dopodichè conoscono benissimo la ragioneria e si dimenticano al filosofia.

Ecco per Teresina invece non esisteva alcuna soggettività ed è invece proprio questo che Ida Magli gli rimprovera: per Thèrèse il suo pensiero non era solo soggettivo ma proprio oggettivo.

Thèrèse era una epistemologa ma di tipo intuitivo, cioè intuiva ma non è che poi ci creava attorno dei sistemi teorici, un sistema di pensiero ben organizzato.
Thérèse sentiva ma non sapeva mi verrebbe da dire eppure quel sentire era anche un sapere che infatti guidava anche il suo agire.

E invece che dicono gli umani anche i più evoluti, perfino quelli più di buona volontà, al cossiddetta umanità con i piedi per terra ma che invece ci hanno la testa per terra, i cosiddetti  realisti o smaliziati?

"Si, si, di vero è vero, filosoficamente è vero ma SOLO filosoficamente."

Il pensiero e la realtà: eccolo qui il dualismo dello scimpanzè.



Thèrèse Martin, la cicala di Alençon donna del deserto e Dio-Donna

Noi non siamo pacifisti e non lo siamo perchè riteniamo che il male si può risolvere veramente solo alla radice e quindi è nel proseguire il divenire e non fermandolo in una delle sue tante tappe evolutive che si risolve la questione del male, dunque solo alla fine dei tempi perchè la rivoluzione o è rivoluzione permanente oppure non è rivoluzione ma solo foriera di nuovi conflitti futuri.
Non è più il tempo di perseguire il vecchio ideale rinascimentale e umanista dell'armonia: rivoluzione anti-umanista invece e proseguire il cammino infinito nella direzione dell'Oltre Uomo ovvero della nuova e vera umanità copernicana.


Se c'è ancora il male, se c'è il conflitto si vede che ci deve essere come quando si ha la febbre che se si ha la febbre si vede che dobbiamo avere la febbre, che è giusto avere la febbre.
Giusto cioè GIUSTIZIA.
E del resto cosa diceva Jung ai suoi pazienti?

"Non sei tu che devi guarire dalla nevrosi ma al contrario è proprio la nevrosi che ha il potere di guarirti."
(Carl Gustav Jung - già direttore dell'ospedale psichiatrico di Zurigo e poi psicoanalista )

Dal monoteismo dell'antico Egitto a quello ebraico fino al monoteismo trinitario cristiano: il reale è Uno perchè Uno è il Pensiero ma questo Uno è Due: potenza e atto del pensiero pensante ossia Pensiero Vivente quale infinitamente vivente, i due momenti di una unità processuale inseparabile nei suoi singoli momenti discreti, un continuum quindi.

Va da sè quindi che le forme del pensiero, le forme statiche del pensiero si scazzottino tra di loro, non vedo perchè scandalizzarsi e inneggiare al pacifismo e al vecchio ideale armonico e umanista rinascimentale.
Se le forme statiche del pensiero ovvero i pensati non vogliono passare l'intera loro esistenza a guerreggiare tra di loro non hanno che da fare una cosa: prendere distanza dai loro contenuti di pensiero e identificarsi con il Dio, il Pensante, e l'identicità con il Dio è ben altra cosa dalla consustanzialità con il Dio, predicata invece quest'ultima dai vecchi teologi del "figlio unigenito".
La verità è che i figli di Dio, per il Dio sono solo una palla al piede.
Certo che Dio ama i suoi figli, non è che può fare a meno di amarli dato che i figli di Dio sono il corpo di Dio dandosi l'evoluzione come evoluzione parallela nel noumenico primariamente per poi manifestarsi secondariamente anche nel fenomenico ma Dio è anche come una casalinga che per colpa dei suoi figli non può sentirsi una donna libera. Li ama, certo che li ama ma se potesse li ammazzerebbe e in certi casi alcune donne non si limitano ala fantasia ma passano dalla fantasia distruttiva anche all'azione distruttiva.

Liberiamo Dio dai suoi figli.
Liberiamo il pensante dai suoi pensati.
Questa è la nuova lotta partigiana.
Viva il movimento di liberazione del pensiero.
Viva Dio abbasso l'Anthropos.

"Essere o non essere questo è il problema" (William Shakespeare, "Amleto", 1609)



Quale era allora il segreto di Thérèse?

Thérèse amava sua madre. Queste sono infafti le ultime parole scritte da Thérèse prima di morire:

"Oh Maria se io fossi la regina del cielo e tu fossi Thèrèse
io vorrei essere Thérèse perchè tu potessi essere la regina del cielo."




Viva la monarchia!
Viva i "beati cittadini del Cielo"
Portare a compimento la rivoluzione copernicana, la rivoluzione anti-umanista portando fino in fondo una critica radicale dell'antroporiferimento.
Altro che pace!
Non ci sarà tregua alcuna invece!

"Il conflitto lo si può risolvere veramente solo alla radice" (Silvia Montefoschi)

E quale è la radice?
La divisione del lavoro
la divisione del lavoro tra uomini e donne
in una parola: l'identificazione ai ruoli maschili e femminili.



Mi sà che continuando così rischio una denuncia per vilipendio del capo dello stato e attentano alle istituzioni repubblicane nate dalla resistenza .

Chissà come finirà questo stranamore!


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