Tra me e Jung c'è un abisso

Nella foto: Silvia Montefoschi nel corso di un seminario di "psicoanalisi oltre la psicoanalisi"




Propriò così affermò Silvia Montefoschi in uno dei nostri ultimi incontri a Sarzana dove visse negli ultimi anni : "Tra me e Jung c'è un abisso."

Freud e Jung: Vienna e Zurigo, Trieste e Roma

Sapevo infatti che Silvia Montefoschi non si potesse definire una junghiana ma lei ha voluto precisare la distanza tra le sue teorizzazioni psicoanalitiche e quelle di Jung nel cui pensiero comunque si svolse la sua formazione avendo fatto l'analisi didattica, come si suol dire, proprio con Ernst Bernhard da tutti considerato il padre di tutti gli psicoanalisti italiani di orientamento junghiano e colui che da Roma irraggiò il pensiero di Jung per tutta l'Italia mentre sappiamo bene che la porta della psicoanalisi freudiana che in un certo senso è anche la capitale della psicoanalisi italiana è Trieste. Fu infatti lo psichiatra triestino di origini ebraiche Edoardo Weiss il primo italiano a contattare Sigmund Freud a Vienna.



In seguito Weiss si trasferì a Roma dove accolse il suo correligionario  Ernst Bernhard e che aiutò ad ambientarsi in italia. Poi però le leggi razziali del 1938 lo consigliarono a rifugiarsi negli Stati Uniti dove rimase anche dopo la sconfitta del nazi-fascismo.
Bernhard invece non scappò e fu internato in un campo di concentramento in Calabria in attesa di deportazione verso un campo di sterminio in Polonia.
Venne però in suo aiuto la sua amicizia con Giuseppe Tucci. che si adoperò per salvarlo e infine ci riuscì. Paradossalmente Giuseppe Tucci era un fascista anche se non un fascista-entusiasta  e si dice ma non ci sono prove certe, che fu tra i firmatari del "Manifesto della razza", famoso orientalista e storico delle religioni aveva fondato con il filosofo e ministro della cultura Giovanni Gentile l'Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente.
Scampato così alla morte e ritornato a Roma, Bernhard pensò bene di farsi murare vivo in una stanza, per così dire, e vi rimase fino al termine della guerra.
Fu quindi pochi anni dopo quella esperienza che avvenne l'incontro con Silvia Montefoschi che formò come psicoanalista.
Bernhard fu anche lo psicoanalista del regista Federico Fellini e di altri noti intellettuali e operatori culturali impegnati dell'immediato dopoguerra come la poetessa Cristina Campo, la scrittrice  Natalia Ginzburg e l'imprenditore e politico comunitarista Adriano Olivetti.
Suoi allievi furono gli psicoanalisti Aldo Carotenuto, Mario Trevi.
Così il regista Federico Fellini ricorda la sua psicoanalisi con Ernst Bernhard:

"...ci siamo visti molto spesso, a volte anche fuori dal suo studio. Bernhard mi ha sempre ispirato un sentimento di grande pace."
"L'immagine del suo studio in via Gregoriana. L'ora in cui lo andavo a trovare più volentieri era quella del tramonto, quindi c'era un sole che a un certo momento rendeva tutto dorato il pulviscolo della stanza. C'erano grandi finestre e l'occhio si perdeva su un panorama sterminato di Roma, mentre giungevano i rintocchi di tutti i campanili. Sembrava di essere in una mongolfiera sospesa nell'aria."

Nato a Berlino nel 1896 Ernst Bernhard muore a Roma nel 1965.
Poco prima di morire sentendo avvicinarsi il momento del "distacco" aveva scritto nella sua autobiografia, ripensando alla mai dimenticata esperienza di sopravvissuto alla persecuzione razziale:

«.....penso che mi peserà molto il non avere nessuno di cui prendermi cura e da far progredire. Ma a mio conforto mi viene in mente che là ci sarà pure un corpo di guardia nazista. Potrei prendermi cura di questo
(Ernst Bernhard, "Mitobiografia")

Sembrerebbe quindi trattarsi di una vera chiamata alle armi nell'esercito della rivoluzione psicoanalitica intersoggettiva radicale; sarà quindi un caso che nell'anno della morte di Friedrich Engels teorico di una dialettica altra dalla sola dialettica della coscienza, nasce nel 1895 la psicoanalisi che chiamerà proprio quella dialettica della natura con il nuovo nome di dialettica dell'inconscio?



Silvia Montefoschi e GiovanniSilvia: Milano e Genova

Se volessimo così continuare allora si dovrebbe dire ceh Milano è invece la capitale, il luogo di irradiazione della nuova rifondazione della psicoanalisi in chiave non solo relazionale ma intersoggettiva, tuttavia è Genova (guarda caso proprio la patria dell'ammiraglio scopritore di un nuovo mondo: sarà un caso?) il luogo di irradiazione della rivoluzione psicoanalitica intersoggettiva radicale e io infatti scrivo da Genova ma io sono solo un altro prototipo perchè il primo prototipo sono GiovanniSilvia incontratisi a Genova il 12 giugno 1987, data che segna il capolinea della storia della psicoanalisi che a sua volta dichiara conclusa la storia dell'universo e inizia il processo di autodistruzione del vecchio soggetto riflessivo individuale che si destabilizza progressivamente determinando la fine del mondo così come l'abbiamo conosciuto essendo non la vita vera dell'Essere vero ma solo la preistoria dell'Essere vero.
SRI che poi è il soggetto ancora singolare fermo a una vecchia identità storica e incapace di trapassare verso una nuova identità puramente relazionale.
Ultimo capitolo questo di una lunga storia iniziata 2.000 anni fa a Efeso da Giovanni Evangelista allora guida delle sette comunità nazarene dell'Asia Minore quando scrisse:

 "In principio era la relazione
e questa relazione che era in principio era il Dio"



La tradizione


Malgrado Silvia Montefoschi mi disse questo, tuttavia in uno dei nostri incontri psicoanalitici mi suggerì di correggere un mio articolo che io avevo pubblicato su internet precisando come il "Pensiero Uno" quale "psicoanalisi oltre la psicoanalisi" non nasceva in rottura con la centenaria storia della psicoanalisi ma al contrario in continuità con quella eroica e gloriosa storia del movimento teorico-pratico psicoanalitico.
Siccome io sentii che la sua correzione era più vicina al vero allora io corressi il mio articolo che nel frattempo era già stato pubblicato.

E la coerenza?
Ma chi se ne fotte della coerenza: meglio la verità!
Meglio, molto meglio la verità.

L'internazionale della psicoanalisi: la prima cellula rivoluzionaria con l'austriaco Freud, lo svizzero Jung a fare da nucleo al centro nel 1911. Al numero 8 l'ungherese Sandor Ferenctzi che ebbe la prima cattedra universitaria del mondo nel 1918 dopo la rivoluzione bolscevica grazie all'interessamento del capo dell'arnata rossa  Lev Trotscky.


La fine della storia


Con la biologa e psicoanalista Silvia Montefoschi termina la preistoria del Logos
e anche se sembra ancora continuare quella preistoria,
continua ma non più come realtà ma solo come memoria
ossia continua per più solo forza d'inerzia.

Tutto infatti è già stato fatto e non c'è più niente da fare.
L'apocalisse infatti è già un evento del passato
e questa è più solo un'ultima epoca già post-apocalittica.



Lettera al webmaster di questo sito web

E poi? E poi il REGNO


L'ultima rivoluzione, ormai è chiaro, non è come le altre rivoluzioni che l'hanno preceduta una rivoluzione meramente politica, magari una ennesima rivoluzione nata per cambiare tutto per poi non cambiare niente.
La rivoluzione psicoanalitica è una vera rivoluzione antropologica di tipo radicale e talmente radicale che noi preferiamo chiamarla rivoluzione biologica sapendo di non esagerare.
Scriveva Freud nel 1938 al termine del suo percorso in "psicoanalisi terminabile e psicoanalisi interminabile" che la psicoanalisi può molto ma di fronte alla biologia si ferma e non può nulla. Oggi invece proprio grazie a una biologa di formazione e specialista in genetica che riconobbe però nel metodo psicoanalitico il vero metodo scientifico, oggi sappiamo che la psicoanalisi non si ferma nemmeno di fronte all'ostacolo che la biologia vorrebbe imporgli ma trattando anche la biologia come una delle tante resistenze a cui la psicoanalisi come un buldozer ha sempre fatto fronte, perfino di fronte all'ostacolo biologico il movimento rivoluzionario psicoanalitico non arretrerà ma proprio come un buldozer procederà oltre nella lunga marcia che è l'ultimo esodo del popolo eletto oltre l'universo verso la città di Dio.




TOMORROW IN JERUSALEM


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