La colonia dell'orrore: i partigiani erano veramente una massa di delinquenti?

Si può essere nello stesso tempo partigiani e anche santi?

Una massa di delinquenti? Ovvio che non lo penso ovvero non rimpiango affatto di essere nato nel ventennio nero anche se tra tutte le figure di partigiani il comandante "Bisagno" della "Divisione Pinin Chichero" a mio modesto parere è una delle figure tra le più nobili del  partigianato anche se non era un rosso ma un cattolico "apartitico" che il cardinale di Genova ha già proposto al Vaticano per la sua canonizzazione.

Dico questo almeno sulla base delle informazioni in mio possesso sulla storia della resistenza partigiana in liguria.

Nell'immagine il "partigiano scomodo" alla cui figura lo storico cosiddetto revisionista della resistenza Gianpaolo Pansa ha dedicato il libro dal titolo significativo "Uccidete il comandante bianco" e che l'articolo a cui dedico questo mio post (linkato nella sezione bookmark) invece si prova a smontare la tesi nel senso che non è vero che è stato assassinato dai partigiani più politicizzati in senso comunista anche se è vero che in quanto comandante della VI divisione partigiana Pinin Cichero stazionata tra le provincie di Genova  e Alessandria aveva proibito a tutte le brigate partigiane dipendenti dal suo comando di cantare la nota canzone "Bandiera Rossa" e non per anticomunismo ma per mantenere la coesione del gruppo. 



La grande storia

Qui non siamo più a trattare della grande storia come di solito io sono uso a trattare ma di quell'altra storia tragica, se non addirittura molto tragica che io ho addirittura osato chiamare "pettegolezzi" dato che per me i veri grandi eventi storici sono solo tre e su questo non cambio idea:

- Evento Big Bang
- Elettrone
- Super-elettrone 

E allora perchè mi occupo di eventi storici minori rispetto a questi pur se molto tragici?

Il secondo dopoguerra così come io l'ho vissuto

Ne parlo perchè mi è capitato navigando su internet di trovare un recentissimo articolo sulla resistenza e a mio parere anche molto sobrio che quindi non mi pare proprio scritto da "teste calde" anche se la provenienza potrebbe dare a pensare ciò e comunque oltre a ciò anche molto ben documentato e argomentato senza eccedere in sentimentalismi di parte.

C'è ne sono tanti di articoli e libri sulla resistenza ma questo tratta della Colonia di Rovegno e per me questo argomento è un po' come un complesso dell'inconscio cioè a forte carattere emozionale.

Avevo sei anni infatti quando andai per un intero mese  di agosto  in questa colonia in qaunto mio padre era un operaio dell'ITALSIDER oggi conosciuta con il nuovo nome di ILVA cioè le acciaierie di Genova-Cornigliano.

Nell'immagine le accaierie Italsider in demolizione di Genova-Cornigliano quando Genova era ancora una città dell'acciaio e ormai votata più solo al turismo. 



L'azienda quindi negli anni sessanta in pieno boom economico del cosiddetto "miracolo economico" del secondo dopoguerra dovuto anche al piano Marshall e quindi agli aiuti americani, aveva deciso di fare andare un mese in estate in colonia in montagna i figli dei suoi dipendenti e quindi io partii per Rovegno e vi rimasi un mese.
Ovviamente non conoscevo ai quei tempi cosa significa quell'edificio per la storia della resistenza nazi-fascista e lo seppi solo anni dopo e questo aumentò la mia curiosità per quella vicenda essendo entrato quel luogo in questo modo anche nella mia storia personale.
Come ha fatto quel luogo triste ad entrare nella mia storia personale e incrociarsi con la mia vicenda evolutiva?

15 agosto festa della donna ovvero il femminile di Dio dalla Terra al Cielo


In questa immagine: il 27 marzo 1941 gli incrociatori della Regia Marina Italiana,  lo Zara, il Pola e il Fiume, seguiti dal Duca degli Abruzzi e dal Garibaldi, partono per la loro ultima missione che si concluderà con l'ultima battaglia a Capo Matapan di fronte alla Grecia e con il loro affondamento a opera degli anglo-americani.

Quel mese d'estate di tanti anni fa ormai infatti lo ricordo anche per un'altra vicenda che riguarda la mia storia personale: il 15 di agosto passai l'intera notte a dirmi e a ripromettermi che appena sarei tornato a Genova avrei chiesto perdono alla madre di mia madre Rosaria  (non uso il termine "nonna" che è un insulto per la mia sensibilità).
Non ricordo che cosa gli avevo fatto, forse dei dispetti e insomma l'avevo fatta molto arrabbiare così  io non vedevo l'ora di ritornare a Genova ma non perchè stavo male a Rovegno, ci stavo benissimo anzi e ci facevano vedere anche i film di Stanlio e Olio che non conoscevo ancora, ma  solo per potere chiederle perdono.
Va tenuto presente che i miei decisero di mettermi come nome "Andrea" per onorare il fratello di mia madre Andrea, cioè l'unico figlio maschio di mia nonna che morì nel combattimento navale a Capo Matapan al largo della Grecia, tra la nave da guerra italiana "Fiume" su cui era imbarcato e le unità navali anglo-americane che a differenza delle italiane possedevano la nuovissima  tecnologia Radar.



Quando ebbe la notizia della morte di suo figlio Andrea decise di vestire di nero in segno di lutto per tutto il resto della sua vita e così fece e io infatti la ricordo come una donna energica magra e sempre tutta vestita di nero da capo a piedi.
Siciliana di Gela, analfabeta, era sopravvissuta ala spagnola del 1918 di cui gli era rimasto credo , solo un leggero problema  agli occhi.

Il ritorno del Cristo dopo 2.000 anni questa volta in sembianze femminili

Insomma avevo sei anni, ero già da 15 giorni lontano dalla famiglia, da mia mamma e da mio padre e invece il mio pensiero era occupato solo dalla madre di mia madre.
Mio padre mi venne solo una volta a trovare un pomeriggio e al momento della sua partenza ricordo che gli dissi:

"Era meglio che non mi venivi a trovare"

Tanto grande era il dolore che provai al suo distacco, come se una parte di me si allontanasse.

Eppure non credo proprio che io amassi molto mio padre o che gli fossi particolarmente attaccato.
Oggi a distanza di tempo interpreterei così: si io non amavo mio padre ma a amavo l'amore dovunque provenisse per cui in realtà nel mio vissuto non è mio padre che si allontanava da me ma era l'amore che si allontanava.

Ebbene quella notte del 15 agosto io invece ero tutto dedito a chiedere perdono a mia nonna.

Tornato a  casa alla fine di quel mese chiesi di mia nonna e mi dissero che era morta. Io domandai quando è accaduto? E la risposta che ricevetti fu: il 15 agosto.

15 agosto è una data molto significativa perchè è il giorno della festa dell'assunzione in Cielo della rabbina eterodossa Myriam di Nazareth, inoltre qualche anno fa scrissi in un mio articolo che per me la festa della donna non è l'8 marzo ma proprio il 15 agosto.



Va anche detto che a cinque anni io passavo in tram (a quei tempi a Genova c'era ancora il Tram) sul ponte di Cornigliano insieme a due donne, mia madre Giovanna a la madre di mia madre Rosaria ma quando arrivai a metà del ponte improvvisamente come "chiamato" (fu quella la mia vera vocazione? Non chiamato da Gesù ma da Maria? E allora capisco perchè non sono diventato prete: per la chiesa cattolica Myriam è si madre di Dio ma non Dio e infatti le donne non sono degne del sacerdozio per la chiesa cattolica) allora il mio sguardo fu attratto fuori dal finestrino verso la figura di un'altra madre ancora più antica e infatti a metà del ponte c'è una statua di Myriam costruita nel 1500 ma credo ri-costruita ai tempi in cui a Genova comandava in rappresentanza dello stesso Napoleone Buonaparte il suo generale Andrea Massenà.



Se poi uno pensa che io l'unica volta che ho viaggiato in nave in tutta la mia vita è proprio un viaggio all'isola d'Elba dopo esser scampato da morte certa nel 1968 in quanto la colonia a Tonadico di Primiero in Trentino altro Adige dove dovevo passare l'estate dopo la prima media proprio pochi mesi prima del  mio arrivo invece era stata tutta sommersa dal fango a causa di forti precipitazioni in quel periodo in quella zona di montagna per cui una frana aveva sepolto interamente la colonia.  Fortuna che io dovevo giungermi il mese dopo perchè se fosse stato anticipato l'inizio delle vacanze a quest'ora io non sarei a scrivere questo articolo ma già in una bara a causa di quella valanga di fango.

Proprio una bella "macchina del fango" come si usa dire oggi, quando ci si vuole togliere dai piedi qualche personcina per qualche motivo scomoda e si deve quindi esorcizzare in qualche modo la sua presenza (chi ha orecchie da intendere intenda).

Inoltre proprio quell'anno in primavera (fu quello il mio '68) conobbi Thèrèse Martin anche se non sapevo che cosa avrebbe significato per me questo incontro per il proseguio del mio cammino evolutivo e lo seppi solo con l'inizio di un percorso psicoanalitico con Silvia Montefoschi.

Fu quell'incontro con Thérèse Martin il mio '68 anche se per me più che il '68 fu il '77 l'unico ricordo di quelle stagioni e non certamente per le lotte di classe ma perchè a Bologna nel settembre 1977 mentre ero seduto tranquillo e pensoso in un momento di pausa dagli eventi in programma, mi si avvicino una indiana metropolitana vestita alla hippy e porgendomi un fiore mi disse: 

"A te tutto vestito di blu."

In effetti vestivo con pantaloni jeans, giacca blu e camicia celeste.

Bellissima! Thérèse Martin travestita da autonoma?
E' possibile? 
Io sono un credulone e credo anche a quel che altri ritengono impossibile.
E allora se è possibile perchè non ritorna anche adesso con la sua astronave?



Dimenticavo di dire che il primo giorno di scuola alla prima elementare io avevo solo due quaderni: nel primo la copertina raffigurava Napoleone sul suo cavallo bianco.

Hegel illuminista ancora sopraffatto dal mito dell'eroe e dalla rivoluzione francese del 1789 che dice vedendo sfilare il francese generale Bonaparte per le vie della città tedesca:

"Ho visto la libertà in persona"

Ah, come si entusiasmano facilmente questi tedeschi!





La libertà?

Non esiste alcuna libertà in natura  e nella storia ma come dice il più umano dei comunisti Friedrich Engels: "Non esiste alcuna libertà ma se vogliamo possiamo chiamare libertà la sola coscienza della necessità."



La copertina dellaltro qudernoinvec eraffiguarva Giusepep Garibaldi a teono che a acvallo si incontra con anche lui a cavallo vittorio emanuele re d'italia a cui dice ala fatidica farse:

"Obbedisco!"

"Che anche il vostro comandare sia un obbedire" (Friedrich Nietzsche)

Garibaldi, l'eroe dei due mondi, anche lui un simbolo di libertà.

I due mondi si sono il vecchio continente e il nuovo continente ma sono anche l'Aldiquà e l'Aldilà e Garibaldi, forse pochi lo sanno, ma oltre a essere un iscritto alla Prima Internazionale di Marx, Engels e Bakunin, anche se era un laico e anticlericale  pur tuttavia era uso anche praticare, tralaltro anche assiduamente le sedute spiritiche.

Di Napoleone ricordo che il nostro professor di lettere a san Floriano di Castelfarnco Veneto leggendoci e commentandoci la poesia "5 maggio" dell'autore dei "Promessi sposi"  Alessandro Manzoni ci disse: 

"E poi Napoleone Bonaparte che oggi sappiamo essere italo-francese dopo la prigionia all'isola d'Elba e poi a Sant'Elena infine si convertì al cristianesimo terminando i suoi giorni da perfetto cristiano." 

Ma ritornando ai due sguardi che si incrociano sul ponte di Cornigliano tra me e Myriam cosa mi voleva dire?

"Tua madre e la madre di tua madre sono il femminile concreto ma io sono l'archetipo. Loro sono le donne ma io sono l'archetipo della donna. Non mi sfuggirai."

Questo mi voleva dire?

Cazzo! Già a sei anni sono stato preso di mira? 
Oh Dio mio! Mi tocca pagare per tutte le malefatte che hanno fatto a generazioni di donne i mie colleghi di genere dai tempi di Adamo ed Eva?
Che colpa c'è ne ho io se ai mie antenati ci piaceva darci dentro?! 
Ma loro dicono: anche tu sei come loro.
Sarà così allora! Non voglio insistere.

In natura non esiste alcun significato ma solo direzione che è il vero significato della parola "significato"

Ma andando ancora a ritroso Myriam non mi era mai apparsa mai nemmeno in chiesa, cosa difficile dato che le chiese sono piene di immagini e statue della Madonna ma per me solo Gesù era significativo e non la Madonna e infatti a cinque anni ero un fanatico antisemita che accusavo di deicidio ma essendo un bambino confondevo i cattivi "giudei" con i soldati romani delle immagini dei libri religiosi.
A quei tempi cioè fino a sei anni frequentavo la mia parrocchia che era Santa Maria di Castello retta dai padri domenicani eppure pensandoci bene ricordo che giocando e correndo tra i vicoli del centro storico più vicini alla mia casa di allora ovvero in Vico Amandorla, ogni tanto i mie occhi andavano in alto verso gli angoli degli edifici e vedevo queste immagini e statuette della madonna che io memorizzavo e utilizzavo come una bussola per non perdermi tra i labirintici vicoli del centro storico.
Oggi mi rendo conto che usavo la Madonna come l'eroe greco Teseo usava Arianna.



Mai deporre le armi: dal fascismo alla democrazia e ora dal finito all'infinito

Ritorniamo adesso all'argomento principale: la colonia degli orrori.
Io in passato mi ero letto parecchi libri sula resistenza del cosiddetto revisionista Giampaolo Pansa e li trovai tutti molto interessanti a parte il fatto che ai tempi in cui frequentavo l'università di Genova frequentai anche alcune lezioni del corso sulla resistenza del professor Gimelli qui citato nell'articolo che linko in "bookmark" per cui trovare questo articolo che corregge e smentisce con altrettante buone argomentazioni quanto dal Pansa raccontato mi ha altrettanto molto interessato.

Resta il fatto che io dopo il mio avvicinamento alla werlhanshauung psicoanalitica ormai ritengo che occorre vedere le cose ancora più dall'alto fino ad arrivare a vedere solo l'elettrone e il super-elettrone come i veri grandi eventi storici perchè la storia in ultima analisi è solo la storia dell'evoluzione dell'SRI in SSR.

La resistenza in fondo è stato uno scontro tra due modi diversi di essere SRI ma che comunque abbia vinto in ogni caso l'SRI lo dimostra il dopo-resistenza dove ritroviamo al potere di nuovo e ancora l'SRI. Allora però occorre dire che non c'era altro in natura che SRI con diverse opinioni e lo stesso Giovanni Evangelista di cui noi abbiamo intessuto l'elogio e che noi chiamiamo anche Aquila purtuttavia anche egli era, certo un SRsI (soggetto super riflessivo super-individuale II) ma sempre un SRI anche se fino all'avvento del SSR c'è differenza tra SRI e SRsI perchè i secondi spingono verso l'SSR mentre i primi ribadiscono la conservazione dello status quo stabilizzato e che fa norma.

Oggi finalmente è nato il SSR ovvero la nuova persona Duale e questa volta sì che si volta veramente pagina, prova ne sia che nel momento stesso in cui è nato l'SSR, il vecchio SRI si è trasformato in automatico in ex-SRI essendo più solo EGO e nemmeno soggetto individuale per cui da quel momento vive di rendita ovvero di ciò che ha pensato quando era ancora un soggetto. per cui oggi è più solo memoria, traccia mnestica di un passato che non è più ma non nel senso che è finito il fascismo ma nel senso che è finito l'antropos: Freud, Jung e Montefoschi sono peggio dei partigiani: loro non fucilano ma fanno scomparire in modo che non ne rimanga nemmeno il ricordo.

"E le cose di prima sono passate" (Apocalisse di Giovani Evangelista)
"E le cose di prima non sono mai state" (Nuova Apocalisse di GiovanniSilvia)

"Il finito proprio perchè finito non può finire ami ma può solo scomparire 
tuttavia quando scompare
scompare in assoluto 
per non più ritornare" (Silvia Montefoschi)

Non si devono dare giudizi moralistici sul passato perchè in ogni caso si tratta sempre del travaglio dell'evoluzione della natura e come ogni travaglio, lo dice già il nome, non può essere indolore.


Oggi non è più il nazi-fascismo che deve tramontare ma è l'antropos che ha terminato la sua parabola evolutiva ovvero la vecchia umanità ancora interdipendente lascia il posto alla nuova e vera umanità radicalmente intersoggettiva e con la nuova umanità nasce anche una nuova socialità che noi chiamiamo Regno (specificamente) Umano o anche più semplicemente "Città di Dio".

Nessun moralismo dunque, lungi da noi il moralismo essendo il travaglio dell'evoluzione che procede nei suoi tempi brevi e nei suoi tempi lunghi per cui venti anni possono valere un giorno e un solo giorno invece può valere venti anni essendoci movimenti sismici microevolutivi e movimenti sismici macroevolutivi. 

Occorre farsene una ragione e ha ragione l'attuale Papa allorchè visita un carcere a dire ai carcerati: io non ho nessun merito perchè sarebbe potuto capitare anche a  me di incorrere nella giustizia.

La giustizia non è moralismo.

Ecco perchè l'ultima rivoluzione è una rivoluzione anti-umanista.

Ringrazio Dio di saper queste cose altrimenti sarei un semplice anti-fascista.

Demonizzare la tecnica? Il tempo liberato

Ho già detto in altri articoli contro coloro che seguono la moda di demonizzare la tecnica che la tecnica non è affatto il demonio ma che anzi ha liberato l'antropos dal peso della vita materiale e soprattutto la donna anche che non deve più stare ore e ore dedicandosi alle faccende domestiche così la tecnica ha liberato l'uomo e ha permesso alla donna, sempre volendo beninteso, di dedicarsi al silenzio e quindi al pensiero dando così anche la sua impronta femminile al Pensiero Vivente.
Poi certo che se uno o una usa il tempo così liberato dalla tecnica non per lavorare il pensiero che lo consustanzia, ebbe queste sono scelte personali e non si può demonizzare la tecnica.



Teresa d'Arco

Ah dimenticavo: mentre tutti i miei antenati sia da parte di padre che di madre sono tutti operai, artigiani e contadini invece da parte di Thérèse Martin sono tutti militari di professione dell'esercito napoleonico sia da parte di padre che di madre e infatti Thèrèse Martin nasce ad Alençon perchè suo nonno era stato trasferito a una caserma di Alençon. Thèrèse quindi monaca guerriera aveva sangue militare che gli scorreva nelle vene e questo spiega anche perchè era una appassionata dei racconti delle gesta dei cavalieri medioevali per cui non è strano che essendo anche cattolica la sua eroina preferita fu e restò sempre Giovanna d'Arco.

Morì dicendo:

"Ma è mai possibile che io debba morire in un letto invece che in un campo di battaglia combattendo contro gli infedeli?!"

In ogni caso solo quell'anno passai une mese delle vacanze estive a Rovegno pechè l'anno dopo e per tutti gli altri quattro anni fino alla quinta elementare andai invece in colonia nella nuova colonia fatta costruire appositamente dall'Italsider da un architetto di tendenze più moderne e quindi andai a Montechiaro di San Sicario più vicino alla Francia e infatti a sette anni fu la prima volta che varcai il confine perchè gli assistenti della colonia che chiamavamo "monitori" invece che "genitori" organizzarono una gita in Francia.
Fu solo anni dopo il mio abbandono della scelta sacerdotale che tornato a Genova dal veneto che decisi di fare un viaggio a Parigi. Qui mandai per ricordo una cartolina-ricordo ai miei genitori e solo anni dopo riguardando la cartolina lessi sul francobollo il timbro postale,  "2 gennaio 1973, 23h30". Trasecolai: Thérèse Martin era nata proprio il 2 gennaio 1873 alle 23h30. E' proprio vero non sto inventando e la prova è che conservo ancora quella cartolina. Allora però quel timbro non mi significava niente poichè Thérèse ormai era bella che sepolta nel mio inconscio avendola dimenticata e dimenticata anche perchè non sapevo dell'importanza di quel primo incontro avuto con Lei nella primavera del '68 a San Floriano di Castelfranco Veneto e io stesso mi dico: roba da non crederci! E infatti stento a  crederci ma è proprio così.



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- L'articolo di cui ho parlato sulla storia della resistenza partigiana che controbatte ai revisionisti di questa storia come Gianpaolo Pansa e altri più propensi a dipingere invece i partigiani come esseri inumani solo assetati di sangue e vendetta.


Nell'immagine la colonia che gli autori dell'articolo ritengono non essere affatto la colonia degli orrori. Preciso che la didascalia non è mia ma degli stessi autori dell'articolo. 



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