Finalmente dopo tanto tempo Thérèse Martin mi ha parlato

Non osavo scriverlo ma è accaduto qualche giorno fa, neanche tanto, credo la settimana scorsa se ben ricordo.
Io di solito quando accadono cose così, insomma eventi così straordinari che non sono certo ordinari, come questo,  di solito fermo sulla carta quanto mi si comunica data l'importanza che io dò a simili comunicazioni anche perchè non è da tutti i giorni comunicare con l'Aldilà.
Invece quanto mi è accaduto l'ho sì registrato ma solo a mente.
Perchè?
Benchè all'inizio ero stato preso dall'entusiasmo, ripensandoci sono passato dall'entusiasmo alla diffidenza e forse invece mi sono sbagliato.
E' che io non sono un credulone come molti che invece sono dei cultori di una simile fenomenologia.
Cosa mi è accaduto?

Stavo dicendo a Thérèse Martin che ero molto dispiaciuto che non riesco a lavorare di più, le spiegavo che io vorrei lavorare di più ma che come Lei ben sà ho tante difficoltà e disturbi di ogni genere e cercavo di convincerla che invece io vorrei lavorare di più.

Ormai io da molto tempo non è che mi aspetto una sua risposta così stavo terminando la mia "preghiera" come si usa chiamare nel linguaggio della tradizione questo genere di interlocuzioni interiori, quando inaspettatamente e con mia sorpresa e meraviglia sento un'onda che mi giunge, un'onda del pensiero che riesco a decodificare e si palesa come una voce che io riconosco che è Thérèse Martin che mi parla  e mi dice:

"Ma no
ma va bene ( o forse ""sta andando bene")
tu continua a stare con me."



Ma allora come si spiega la mia diffidenza come detto precedentemente?

Perchè dopo un primo entusiasmo ho rianalizzato il fenomeno e ho avuto come la sensazione che si il mittente del messaggio era Thérèse Martin ma la voce mi ha fatto pensare a Silvia (Silvia Montefoschi).
Questo fatto mi  ha un po' turbato, non capivo il senso di questo fatto percettivo.
Poi però mi sono ricordato di un evento che raccontai a Silvia.

Stavo recandomi in treno da Genova a Sarzana all'incontro con Silvia e siccome mi era venuta l'ispirazione e il viaggio non era certo breve mi sono messo a comporre una poesia.
Come mio solito, le mie composizioni poetiche sono tutte dedicate a Thérèse e quindi comincio rivolgendomi a Lei. Il fatto è che a metà poesia Thérèse si trasforma in Giovanni e io impassibile continuo a scrivere la mia poesia come se fosse comunque sempre la stessa persona. A questo punto però Giovanni si trasforma in Silvia e ancora io continuo a scrivere come se fosse sempre la stessa persona.
La cosa comunque mi disorienta non poco ma siccome io non sono un ossessivo ma mi affido all'esperienza interiore, pur turbandomi questo non mi ferma.
Giunto infine all'incontro con Silvia gli racconto la vicenda e Silvia come nulla fosse esclama prontamente:

"Per forza, siamo Uno!"

Questo ricordo ha quindi diminuito la mia diffidenza verso tale comunicazione che se è genuina come sembrerebbe malgrado la mia incredulità, allora significherebbe che non devo dubitare del mio procedere, che invece va tutto bene e che perchè tutto continui ad andare bene io devo solo continuare a frequentare Thérèse Martin come ho fatto o ho cercato di fare fino ad adesso.



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