“[...] ciò che chiude l’universo è proprio la
dimensione materiale dello stesso quale oggettualizzazione che la tensione
conoscitiva dell’essere, ovvero il pensiero, compie di se stesso nel fermare il
suo perenne movimento nella visione di sé, quale oggetto, posto fuori di sé
quale soggetto.
Già secondo la teoria della fisica attuale, la materia
viene a coincidere con l’aspetto discreto dell’essere
e l’energia con l’aspetto continuo dello stesso, essendo la particella dotata
di massa e con essa la materia il punto momento nel quale viene fermata
dall’osservatore la continuità del movimento ondulatorio dell’energia.
Ma, essendo l’essere
uno, l’osservatore non può essere altro dall’essere
che egli osserva sicché, chi ferma nell’oggetto particolare della sua
osservazione, che rende pertanto materiale il movimento ondulatorio
dell’energia, è l’energia stessa che riflette su se stessa attraverso l’occhio
dell’uomo. E poiché la prima forma di energia che ha messo in movimento
l’evoluzione dell’universo a partire dal punto singolare è la tensione conoscitiva
dell’essere, si può ben pensare che è stata questa prima forma di
energia, che si può ben riconoscere nella dinamica riflessiva del pensiero, che
riflettendo su se stessa si è fermata nel riflesso in cui ha preso conoscenza
di sé nell’aspetto materiale dell’esistente.
Processo questo che ha dato nascita a tutte le forme
esistenti prima del soggetto umano e che si ripete nel soggetto umano il quale,
per sapere di sé come soggetto pensante, ferma se stesso, quale dinamica del
pensiero, nel suo primo oggetto pensato che è il suo corpo materiale.”
(Silvia Montefoschi, 2009, pag. 308)
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