Il processo di spersonalizzazione

"Chi dice tu non ha mai qualcosa come oggetto.

Il tu non ha confini:"   (Martin Buber)

Io e Io-Tu

L'impegno a portare avanti il processo di spersonalizzazione non significa affatto schizofrenizzarsi in modo da minare una identità centrata sull'Io ma al contrario significa solo rinunciare e sacrificare la propria identità singolare e individuale per riconoscersi solo ed esclusivamente nella relazione.


Il filosofo Martin Buber esprimeva ciò dicendo che non esiste affatto alcuna soggettività e che la soggettività è solo una illusione, una sorta di allucinazione, uno scherzo della mente perchè in realtà esiste solo "intersoggettività" ossia in natura si dà sempre e solo un Io-Tu e non un Io.

Tenuto conto di quanto detto dunque il processo di spersonalizzazione è necessario proprio per procedere nel processo di individuazione che è il termine psicoanalitico per indicare quello che in biologia viene chiamato processo evolutivo.

Non si è soli, non si può mai essere soli neanche se ci si va a nascondere in una grotta a centinaia di metri sotto terra, si è sempre almeno in due.
Non esiste una mente irrelata: la mente isolata è solo un mito ma non è reale.
Credere di essere un singolo è solo una illusione dell'Io e una difesa della vecchia e preistorica identità ancora individuale, anzi una vera e propria resistenza alla nuova identità puramente relazionale che è la caratteristica della nuova e vera umanità dell'avvenire.


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