L'avvenire della via di conoscenza psicoanalitica

Il medico specialista in neurologia Sigmund Freud ben presto dovette ricredersi su cosa andava lentamente creando: non si trattava di una nuova tecnica psicoterapica molto innovativa rispetto ai trattamenti tradizionali di quell'epoca ma di una vera e propria nuova psicologia generale anzi di una nuova via di conoscenza che esulava l'ambito della medicina e della psicopatologia ma che coinvolgeva anche quella che fino ad allora era considerata normalità.

Malgrado ciò Freud non volle rimarcare le distanze dai paradigmi scientifici positivisti del tempo almeno nella teoria ma proseguendo nella pratica sulla sua strada innovativa.Jung da parte sua a differenza di Freud non ebbe scrupoli a riconoscersi invece nella ricerca filosofica ma è solo con Silvia Montefoschi che la ricerca psicoanalitica ormai giunta a maturazione dopo cento anni di teoria e prassi quotidiana nell'ascolto dei messaggi dell'inconscio universale sganciandola definitivamente dall'essere succube dell'obsoleto paradigma cosiddetto scientifico che diviene nel suo linguaggio al pari della Bibbia ebraico-cristiana, "metafora scientifica" e annunciando la "morte della filosofia" costituendo la via di conoscenza psicoanalitica come ontologia, una nuova ontologia che pertanto non può più chiamarsi "filosofia" essendo la filosofia come già annunciato anche se solo programmaticamente da Heideggere senza svilupparlo, "il discorso che l'uomo ha fatto sull'essere" mentre il discorso ontologico che nasce alla fine del persorso psicoanalitico quale ultima filosofia e ultimo brano della storia dell'uni-verso è "il discorso che l'essere stesso in prima persona fa su se stesso".

E' così che avviene il grande trapasso dalla psicoanalisi al Nuovo Pensiero: il Pensiero Uno oltre la psicoanalisi.

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